
"L'ultimo capodanno dell'umanità" da Fango di N. Ammanniti, Piccola Biblioteca degli Oscar Mondadori, 6.71 €
"Trovo la televisione molto educativa, ogni volta che qualcuno l'accende, vado nell'altra stanza a leggere un libro" Groucho Marx
Uno dei libri da me scelti senza nessun motivo se non la bellissima foto di copertina e la fascinazione del titolo, "Che tu sia per me il coltello" è un romanzo difficile.
Complesso, tutto "di testa" e senza una vera trama, è una storia basata su lettere.
Lettere che un tizio, abitante di un kibbutz, inizia a scrivere a una delle insegnanti nella scuola del figlioletto, vista per soli dieci minuti in una occasione comunitaria e con la quale non ha mai parlato, ma che crede (o davvero è cosi'?) di conoscere come se fosse la propria compagna.
Un dialogo che in realtà è un soliloquio in molte parti, che parla di sentimenti, domande inespresse, (le frustrazioni, il desiderio, il non nominabile che scorre in ogni famiglia come un fiume sotterraneo) e alterazioni della psiche senza il pathos a cui siamo abituati nella narrativa contemporanea, senza lo "scandalo" urlato, pur essendo davvero duro, quasi distorto.
Personalmente, in effetti, trovo gli scrittori israeliani un po' troppo freddi da questo punto di vista, forse perchè mi sembra sezionino i propri personaggi come anatomi patologi, forse perchè si chiamano fuori come osservatori esterni...
Certo è che Grossman scrive bene, in maniera stimolante e mai, mai facilona(challenging direbbero gli americani).
Prendetelo a vostro rischio quindi e tenete presente che non consiglierei una scorpacciata di Grossman-Yehoshua -Oz.
Meglio il contagocce.
Ci sono libri che fanno male, a prescindere dal modo in cui sono scritti.
Ti tagliano l'anima e preferiresti non averli mai letti, ma forse non è poi tanto vero nemmeno questo. Quando poi lo stesso scrittore se ne esce con una novità, ti scordi forse o fai finta, e lo ricompri e la ferita che si era rimarginata torna a sanguinare, ancora ed ancora. J.T. è così, a metà strada tra il grottesco e l'agghiacciante, racconta storie tristissime e mentre le leggi ti ritrovi anche a sorridere. Quando ho letto Ingannevole è il cuore sopra ogni cosa, mi sono ripromessa che una delle sue opere era più che sufficiente, poi l'occhio mi è caduto su Sarah e ho pensato che visto che conoscevo l'argomento, stavolta sarebbe stato più semplice..... ingenua. La fine di Harold è più delicato, a modo suo più sfumato e sottile e poi dura pochissimo, ma lascia l'amaro in bocca, come tutti gli altri.Non so se consigliarvelo e poi scappare o negare di averlo mai fatto, oppure dirvi che forse non è il caso, il mondo è già abbastanza brutto ad una prima occhiata e forse non è così poi tanto necessario scendere nei dettagli...