Come vi dicevo in questo periodo di vacche grasse stanno uscendo un sacco di libri nuovi dei miei autori preferiti, ho già in coda l'ultimo Palanhiuk e stanno arrivando Lucarelli e King, quanta abbondanza...
Questo nuovo Carlotto non è un giallo, ma la storia dall'infanzia ai giorni d'oggi di Beniamino Rossini, quel Beniamino che accompagna l'alligatore in tutte le sue imprese, che lo ha conosciuto in carcere e da allora gli è rimasto amico e accanto.
Questa è una storia che ripercorre grossomodo tutta le vicende italiane a partire dagli anni '20, quando fare il contrabbandiere (o lo spallone come si diceva) era un lavoro rispettato da tutti e i finanzieri non avrebbero mai sparato, anzi avvertivano prima di arrivare.
Beniamino comincia come contrabbandiere e diventa rapinatore, passa dalla montagna al mare, passa da mogli ad amanti, per essere precisi anche da donne a uomini, ma soprattutto vive tutta la vita con un intensità spaventosa, uno di quelli che riescono a vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo, che oltre ad essere divertente solo per lui e non per quelli che lo circondano, denota anche una spiccata propensione a non prendersi nessuna responsabilità.
Ma non è soltanto una disamina critica della sua vita quella che fa Beniamino in prima persona, è piuttosto un suo lascito, ora che sta per morire e che di lui, dopo non aver riconosciuto il suo unico figlio, rimarranno solo pochi amici e molte persone che lo hanno temuto, e a ragione. Questa biografia è un modo per fare pace con la morte, ma soprattutto con la vita e forse uno dei grossi privilegi che ha il personaggio del romanzo è quello di poter chiudere qualche conto prima che sia troppo tardi, chissà se basta per morire in pace?
2 commenti:
anche a me è piaciuto il libro ma la biografia di Beniamino mi è solo parsa un pretesto dell'autore il cui intento era di descrivere vari ambienti di vita (il contrabbando vecchia e nuova maniera,l'adesione al partito,i personaggi dei night club e in particolare la vita nelle carceri).un libro comunque godibilissimo. Giudi
grande mammola!
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