giovedì, ottobre 19, 2006

Libri che non ho ancora letto: GOMORRA
Anche se sarò l'ultima in ordine di apparizione, vi vorrei parlare di un libro che non ho ancora letto, semplicemente perchè non ho ancora avuto i fondi neri per procurarmelo, quindi lascerò che un altro blogger di cui sono affezionata lurker, lo faccia al mio posto, perchè non amo parlare di ciò che non conosco, a parte gli uomini.
Buona lettura:
http://letturalenta.net/2006/10/gomorra/
e poi procuratevelo.
Come dice Heine: "... si comincia bruciano dei libri e si finisce bruciando le persone".

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Nemmeno io ho letto gomorra. Forse ho paura di farlo, perchè sarebbe come sputarmi in faccia da solo. E' davvero duro farsi raccontare la feccia che siamo. Io sono della provincia di Napoli e chiaramente soffro molto per la reaLTà che mi circonda. Non è tutto così, anzi. Però la camorra vuole prendersi tutto. E' una tristezza.

Gonza ha detto...

Non sono molto d'accordo con te, sarebbe come dire che a Roma, dove i politici e i ministeriali pullulano, sono tutti siamo ladri e fannulloni....resta comunque una tristezza, ma non farei di tutta l'era un fascio e forse sapere può servire a prevenire, spero.
A presto, gonzo

Anonimo ha detto...

Io ci spero ma non credo così tanto al significato "catartico" della lettura. E' un libro sicuramente importante. Non ho mai pensato di fare di tutt'erba un fascio, non sarebbe da napoletano cittadino. Ma serve molto altro, credimi, molto altro e per tanto tanto tempo. Il libro cmq va benissimo.
ciao ciao

Anonimo ha detto...

Beh, ragazzi io lo sto leggendo, ad alta voce con mio marito... a volte vorrei chiudere e fare finta di non aver letto bene, a volte mi dico "ma quanto sono cretina?" per non aver capito prima, e aver sempre immaginato che a cucire gli abiti delle star fossero delle strapagate sartine simpatiche e un pò anzianotte in qualche bell'atelier confortevole in centro a Milano o a Roma... Direi che conoscere male non fa, anzi, aprire gli occhi sul mondo che ci circonda può essere doloroso ma é sempre necessario.