venerdì, luglio 28, 2006

Patricia Cornwell "At risk" £10.99
Ultimo romanzo della beneamata, senza la dottoressa Scarpetta, un libro che non sa di niente. Probabilmente teso all'introduzione di un nuovo personaggio, il detective Geronimo e della sua capa tanto bella quanto $t****a.
Un volume scritto molto grande che non riesce ad arrivare a 200 pagine, insomma Pat, ci hai abituato a ben altro, che cos'è sta roba? Un altro volume di ricette della Dott.sa Scarpetta, o un elenco di abiti, monili, gioielli e pezzi di arredamento?
Vista e considerata la scarsità del romanzo vi informo che sto per partire e che quindi questo blog va momentaneamente in stand-by fino al 22 di agosto o qualcosa di simile.
Giusto perchè così sapete che vi aspetta al mio ritorno, mi porto qualche libro tra cui l'ultimo Medina Reyes, Bosco, Patterson, Ishiguro, McCourt e Leblanc (autore di Lupin).
Ma spero di leggere poco...

giovedì, luglio 27, 2006

IL PAESE DELLA VERGOGNA - da corederoma.net
Pensiamo di non fare un gran danno se oggi parleremo poco di pallone. Giove Pluvio che interpreta meglio di ogni altri i sentimenti collettivi, ieri sera ha scaricato su Roma una bella tempesta di fulmini e saette che hanno mandato fuori uso molte linee ADSL tra cui la nostra.Non abbiamo quindi potuto partecipare allo sfogo in diretta di molti come noi che si sono sentiti turlupinati e offesi da quanto la Corte Federale ha partorito nella giornata di ieri. Il Prof. Guido Rossi su questa Corte non poteva metterci le mani ed era facile prevedere che sarebbe stato questo lo scalino sul quale sarebbe inciampato tutto il processo.Alla sua persona, anche se non sempre abbiamo condiviso le sue scelte, più di questo oggettivamente non si poteva chiedere.Non rimane quindi che rivolgerci ai tifosi, a tutti quelli come noi che speravano, ma non credevano, che per una volta questo paese fosse stato in grado di portare fino in fondo una riforma seria. E a loro, ai nostri fratelli o di fede o semplicemente di passione, a chi condivide con noi la malattia del pallone e non ha gli occhiucci foderati con il “Parma”, che chiediamo di stamparsi bene nella mente il significato della locuzione “poteri forti”. Speriamo che oggi pi di ieri siano in grado di comprendere appieno il significato della parola “lobby”, siano in grado di comprendere fino in fondo il significato del termine “conflitto di interessi”.Perché con la sentenza di ieri hanno avuto l’occasione di vedere materializzata la conseguenza di questi che altrimenti rimangono concenti indefiniti e fumosi.Di queste parole è di questi concetti è intriso tutto il percorso di questa tristissima storia che individua nel nostro paese la vera e unica sede ufficiale della Repubblica delle Banane.Ed è il senso di frustrazione, certo molto più che l’arrabbiatura, quello che in questi momenti prevale. E’ il comprendere che il cittadino, sia esso tifoso o meno, in questo paese vergognoso ha diritto di esistenza solo se si fa suddito, altrimenti è meglio che lasci perdere.L’intreccio perverso di interessi economici e politici, il familismo, l’appartenenza a ceti e a caste di intoccabili è la cartina di tornasole che mostra inequivocabilmente la cifra chimica di questa scandalosa sentenza.Preziosi che fa? Vende i giocattoli? Ha televisioni e giornali? No? Che si fotta, il Genova in serie C! Il paludato signorotto marchigiano, che appare in diretta solo scrupolosamente dietro ad una scrivania, novella Wanna Marchi del pallone, c’ha giornali? Certo! Ha partecipazioni in importanti banche? Certo! Ha riferimenti politici che contano oggi…ca va sans dire!E allora per lui un posticino con una bella apparecchiata si troverà.Si troveranno i giornalisti che fanno riferimento al suo gruppo editoriale che inonderanno la plaga di fiumi di inchiostro spiegando al colto e all’inclita che in fin dei conti tizio o caio sono solo vittime del sistema e che non si può penalizzare i tifosi.Qualcuno eccepirà che per altre squadre e per altri giocatori non si è andati tanto per il sottile, ma la risposta sarà:” Ma quei presidenti ce l’hanno una televisione, una banca, un giornale?” No? “Che si rassegnino!”.Ieri sera in TV il grande Ruggiero Palumbo, a chi gli ricordava che aveva centrato anche stavolta la previsione sulle penalizzazioni che sarebbero state comminate, si scherniva dicendo che in fin dei conti il Milan in CL non l’aveva previsto.Per un attimo ci ha ricordato la nostra adolescenza quando copiavamo il compito di matematica e per non farla proprio smaccata, cambiavamo i decimali….E non parliamo poi del Milan dell’ex premier Berlusconi, che attraverso Mediaset tiene per le palle (scusate il francesismo) tutto il mondo del calcio attraverso i diritti TV. Volete che non si trovi il sistema per dargli almeno un pochino di conforto con un paio di partite in più di CL?Ma ai Della Valle e Lotito, e perché no anche al sor Galliani, oggi comunque condannati, vorremmo ricordare che l’anno passato al microscopio da questa inchiesta era quello nel quale anche la Roma stava per andare a picco in serie B. Era l’anno dei Voeller e dei Prandelli, dei Delneri e di Bruno Conti.Ci salvammo con Cassano che segnò a Bergamo e con un derby scandaloso in cui i pi si misero a strillare “Bacio! Bacio!”.Glielo ricordiamo perché, se la cosa può valere qualcosa e per noi vale, non una sola intercettazione è apparsa in cui un dirigente della Roma si sia abbassato a chiedere favori per una squadra che, Dio solo lo sa, se ne avrebbe avuto bisogno. Le vittorie morali servono a poco ma poter andare in giro a testa alta ha ancora, per pochissimi, un suo significato.E lo ricordiamo anche a quelli che ancora oggi dai microfoni di una radio mandano in onda jingle nei quali si invita a sospendere la sottoscrizione degli abbonamenti “perché ci meritiamo di più!”.Oggi vale la pena di ringraziare di essere Romanisti anche solo per questo. Almeno che la campagna radiofonica non nasca artatamente per una telecronaca negata? Ma si potrebbe essere più piccini? Vogliamo sperare di no.In questo desolato e mefitico scenario possiamo e dobbiamo ripartire da un dato fondamentale che nessuno deve mai dimenticare. Noi siamo la Roma. Noi siamo della Roma. La Roma è cosa altra e con questo putridume non c’entra.Orgogliosi di questo data incontrovertibile, per quanto possa essere lo schifo che ciascuno di noi prova, è solo sostenendo la Roma che potremo cercare di riprenderci sul campo quei margini di giustizia che questo paese vergognoso ci nega.Ricordatevi tutti che la Roma è nata per combattere lo strapotere delle squadre del Nord e i fatti di oggi ci dimostrano che questa missione ancora non è compiuta.Contro tutti e contro tutto. Mai Vassalli!Che la VERGOGNA sia per sempre con loro e con tutto questo grande, immenso, paese di ascari!Ad maiora
a cura della redazione@corederoma.net

martedì, luglio 25, 2006

Carmine Abate "Il muro dei muri" Oscar Mondadori 8.40€
Non c'è niente di meglio che girare tra gli scaffali di una libreria e trovare un libro di uno dei tuoi autori preferiti che non sapevi esistesse.
Anzi per essere precisi una cosa migliore c'è: girare per gli scaffali mentre la sorellonza cerca un libro di diritto, trovare il libro e sentirsi dire "te lo regalo per il tuo onomastico!".
Quindi eccoci con l'ultimo (forse a questo punto) capolavoro di Abate, un libro diverso dagli altri tre perchè formato da racconti, racconti di emigranti come al solito, racconti di un Amburgo vista dagli occhi di chi ci arriva con il sole in faccia e che, forse per questo, rimane un po' abbagliato, ma solo all'inizio.
Racconti che sono un inno alla vita proprio quando la vita si fa molto difficile, quando vivi per lavorare e non il contrario come dovrebbe essere.
Deve essere stato proprio difficile fare lo straniero in terra straniera una trentina di anni fa, quando più o meno per noi che stavamo qui, gli italiani emigrati assomigliavano tutti al terzo capitolo di Bianco, rosso e verdone.
Non so' come mai sto leggendo tanto su questo argomento ultimamente, che mi prepari ad emigrare? Se anche fosse attualmente è tutto più semplice, anche se il razzismo non è ancora sconfitto e la xenofobia dilaga.

domenica, luglio 23, 2006

SHADOW OF THE COLOSSUS - Play Station 2 - Sony
Dopo tanto tempo rieccoci qua, grazie all'aiuto indiretto del gonzorte e diretto dell'amico Giorgio, a recensire un altro gioco della play.
Dagli stessi creatori di Ico (precedentemente recensito) eccoci qua a fare la parte di Orfeo (versione nippo) e a combattore contro dei giganti per far tornare in vita la nostra Euridice.
Se avete giocato ad Ico, appunto, il bambino con le corna che andava in giro per salvare una bambina, che si doveva tra l'altro trascinare sempre dietro, riconoscerete le atmosfere e il tipo di grafica, che sicuramente mi sbaglio, ma dovrebbe essere quella poligonale.
Quello che intendevo comunque (pure se lo sfoggio di cultura era d'obbligo) è che l'atomosfera è la stessa: spazi aperti che danno claustrofobia e mostri che arrivano dal nulla anche se sono giganti.
Il protagonista si chiama Wanda e aiutato dal fido cavallo Agro si aggira quindi per queste lande nebbiose e desolate (esageriamo: paesaggi ancestrali) alla ricerca di orchi indicati dal lampeggiare della sua spada magica; vi terremo informati, al peggio ci porteremo la play in vacanza.
Per ulteriori informazioni, trailer, notizie ed eventuali soluzioni e trucchi:

venerdì, luglio 21, 2006

Carmine Abate
Puntata monografica stasera, facciamo come "A night with..." e oggi ci troviamo in compagnia di uno scrittore italiano che fa parte di quella minoranza di calabri che derivano dagli albanesi, per essere precisi la comunità arbëreshe.
Mi sono letta tre libri del Sig. Abate, per la precisione "Il ballo tondo", "La festa del ritorno" e "Tra due mari" e l'unica cosa seria che posso fare è ringraziare la compaggggna del cugggggino che mi ha consigliato di leggerlo.
Romanzi brevi che ti lasciano il sale nel cuore, io non conosco molto bene la Calabria, ma non faccio fatica ad immaginarla grazie alle parole che l'autore usa per descriverne la campagna riarsa dal sole, i panorami montuosi che si allungano tra due strisce di diversi mari e le persone che le abitano.
Sono persone con vite raminghe queste, già arrivavano 500 anni fa dall'Albania e poi sono partite in tante come migranti per la merica o la froncia per mandare a casa un po' di soldi, la Germania è stata invece la meta del nostro autore, e che commozione leggere nel racconto le parole di coloro che tornavano solo tre volte l'anno a casa per vedere moglie e figli. Ma forse è proprio quello l'ultimo posto in cui si sente il senso della parola "comunità", quando nessuna famiglia si sente troppo sola in un paese dove tutti si prendono cura di tutti e tutti sanno tutto, in queste situazioni nel bene o nel male deve essere difficile sentirsi troppo soli.
E allora nasce questa nuova generazione di persone mezze calabre e mezze qualcos'altro di europeo, che non vivono bene in nessuno dei due posti e che in entrambi si sentono a casa, li invidio tanto.

giovedì, luglio 20, 2006

Kathy Reichs "Carne e ossa" Rizzoli 18.50€
Ultimo lavoro della Reichs e ultima fatica virtuale della dott.sa Tempe Brennam.
Già in passato ho elencato le due cose che più di tutto accomunano la Reichs e la Cornwell e cioè il fatto che hanno due personaggi che fanno lo stesso lavoro e il fatto che ogni loro libro (tranne quelli che la Cornwell scrive con altri personaggi - e con altro successo) sembra un ritorno a casa. Ultimamente la terza similitudine, l'incapacità delle protagoniste di scegliere l'uomo giusto: Kay Scarpetta ritrova l'uomo che credeva morto e deve sorbirsi l'ira repressa di Marino, Tempe torna a provare qualcosa di indefinibile per l'ex-marito, nonostante frequenti l'adorabile detective Ryan. Ora in tutto queste love-story trovo che il mistero si perde un pochino, viene giusto accennato qua e là, come se bisognasse tingere il rosa di giallo, per vendere ancora di più.
A questo punto vorrei chiedere alle signore scrittrici una cosa (da quando Dazieri si è palesato sul blog sono convinta che lo leggano tutti gli autori recensiti): possiamo per favore accantonare un pochino le storie sentimentali delle protagoniste e tornare a scrivere quei romanzi dove fino all'ultimo non sapevi chi era il colpevole, e non perchè si era parlato di altro fino a quel momento???
Ridateci post-mortem, ridateci un Edgar Award e per favore basta questi strascichi da Harmony, quando mi va di leggere un romanzo d'amore, me lo vado a comprare senza spendere i miliardi perchè si nasconde sotto la copertina dell'ultimo giallo della scrittrice famosa. Grazie.

mercoledì, luglio 19, 2006

Joe R. Lansdale "In un tempo freddo e oscuro - e altri racconti" Einaudi € 13.80
Di nuovo racconti, di nuovo da uno dei miei autori preferiti, vacche grasse ultimamente in libreria...
La prima raccolta dei racconti di Lansdale, tra l'altro già recensita sempre su questa rete, era uscita per Fanucci e si chiamava "Maneggiare con cura"; anche in quel libro si alternavano momenti di poetica dolcezza, paesaggi e tramonti, e momenti pulp e gore a più non posso, splatter allo stato puro.
Il racconto che dà il titolo al libro assomiglia ad una puntata di "Ai confini della relatà", meglio conosciuto come the twilight zone, ed è qualcosa che ritorna anche in alcune delle altre storie, quando in trenta secondi credi di aver capito tutto, sai di non aver capito niente, credi di avere finalmente chiaro e poi ti arrendi di fronte al fatto che sei troppo lineare e logico anche per avvicinarti ad intuire la fine.
Ci sono un paio di racconti a mio modo spettacolari: "Il cane dei pompieri" e "Bob il dinosauro va a Disneyland", in cui il buon vecchio Lansdale mi ha riportato all'incommensurabile racconto in cui Godzilla fa i 10 passi mutuati dagli AA per diventare un mostro "buono" al servizio del governo. Adoro questo scrittore, datemene ancora!

martedì, luglio 18, 2006

Banana Yoshimoto "Ricordi di un vicolo cieco" Feltrinelli 11.00€
Libro di racconti da una delle mie autrici preferite, che secondo me scrive meglio le storie brevi che non i romanzi lunghi - nella mia personale classifica Amrita è ultimo.
La pagina dietro la copertina parla di cinque personaggi in cerca della felicità, ma non è la felicità solare e gioiosa che ci possiamo immaginare, piuttosto la felicità amarognola data più dal ricordo delle cose felici passate o da quelle tristi, che si sono finalmente allontanate.
C'è questo strano piacere nel dolore che le popolazioni orientali si sanno decisamente gestire meglio, una specie di passiva accettazione, una versione nipponica dello stare seduti sulla sponda del fiume ad aspettare che passi il cadavere del nemico, anche il nostro se serve.
Niente è eccessivo in Banana, non le parole, sempre misurate e quando non lo sono è colpa delle traduzioni (meglio gay di checca), nè il dolore o l'amore o il piacere, sembrano tutte emozioni che si distendono su un continuum, tante facce della stessa medaglia.
Emozioni e parole lontane dalla passione che sembra pervadere la vita degli occidentali, passione che vista da lontano non sembra affatto da invidiare, mentre la loro placida tranquillità io la vorrei per me, che senso ha impazzire per una squadra di pallone, un'amore, una città?
A volte mi piacerebbe riuscire a fare altrimenti, poi torno con il pensiero al 2001 e mi commuovo rendendomi conto di non essere ZEN. L'anno prossimo mi iscrivo di nuovo a Yoga, almeno quando salto non mi stiro la schiena.....

lunedì, luglio 17, 2006

Chuck Palahniuk "CAVIE" Mondadori 15.00€
Per chi non lo conoscesse, questo è lo stesso autore di Fight Club, il cui film rende l'idea, e di altri capolavori come Invisible Monster e Soffocare, meno bello Survivor e Ninna Nanna, da cancellare Diary.
Dopo questo breve excursus veniamo a questa sua ultima fatica, nonchè quella dalle pagine più numerose. La storia è presto detta, alcune persone rispondono ad un annuncio per un "Ritiro per scrittori" dove avrebbero potuto, in tutta tranquillità, dedicarsi a scrivere il capolavoro della loro intera esistenza.
Da questo punto in poi il libro si biforca, da una parte c'è la storia dei partecipanti, della loro lenta consunzione per inedia (per diventare personaggi di un reality hanno dato fondo alle provviste, distrutto la caldaia e otturato i bagni), dall'altra le loro storie, raccontate a turno, dalle quali si evince che alcuni fra loro avevano riposto all'annuncio perchè avevano ucciso qualcun altro.
In questo clima oppressivo e claustrofobico, il solito Palahniuk dà il meglio di sè, anche se proprio all'inizio, uno dei racconti è così brutale che ho smesso per una settimana di leggere il libro, non avevo lo stomaco per riprenderlo in mano.
Come anche nel libro della Nothomb, precedentemente recensito su questa stessa rete, il paradosso del reality show, la ricerca del cattivo a tutti i costi, la distruzione e la rinascita per assurgere al paradiso mediatico, è descritta in tutte le sue forme e dimensioni.
Ma questo non è un libro per tutti, intanto perchè l'autore riesce ad essere veramente indigesto in alcune sue spiegazioni particolareggiate e dettagliate, e poi perchè è comunque da affrontare su diversi piani di lettura.
Se vi capita leggete prima qualcos'altro, comincerei da invisible monster, passerei da soffocare e arriverei a fight club. Dopodichè, se avete visto che il genere vi può interessare attaccherei con questo e non vi spaventate al racconto di San Vuotabudella, è solo l'inizio.

sabato, luglio 15, 2006

BORN SOMEWHERE - Francesco Zizola, Museo di Roma in Trastevere,
P.zza S. Egidio 1b www2comune.roma.it/museodiroma.trastevere 10-20 5.50€
Trovandomi ieri dalle parti di trastevere in largo anticipo, ne ho approfittato per andare a vedere una mostra di fotografia di cui avevo sentito parlare, quella appunto di Francesco Zizola intitolata "Born somewhere". L'autore è un fotografo famoso, già vincitore di parecchi World Photo Press Award, che racconta attraverso 90 fotogradie le condizioni di vita (solitamente pessime) di bambini di 30 diversi paesi. Alcuni sono paesi in guerra come l'Angola o il Kossovo, altri sono luoghi dove il lavoro minorile viene considerato ottimale da parte di molte multinazionali, incluse quelle italiane, altri ancora sono i cosidetti paesi industrializzati occidentali dove vediamo sfilate di bellezza la cui età media delle candidate è 3 anni.
E' una mostra per stomaci pelosi, molto pelosi, comunque le foto sono bellissime.
C'è anche una poesia che corre lungo il muro, sui cento modi di vedere il mondo dei bambini, struggente.
Al piano di sopra, e per lo stesso biglietto si trova invece un'altra mostra fotografica di altro genere, ma anche questa particolare, vi sono ritratte le donne di trastevere negli anni 71-72 immortalate da Emilio Gentilini. Donne di tutte le età, minigonne e parannanze, cappelli e carbone, serve per rimettersi il cuore in pace dopo la mostra al piano di sotto.
Se vi trovate da quelle parti ve le consiglio proprio.

venerdì, luglio 14, 2006

ATTENZIONE ATTENZIONE!!!
Oggi, alla libreria BIBLI CAFFE' di Roma, in Via dei Fienaroli 28 (Trastevere) a partire dalle ore 18.00 verrà presentato il libro:
"Microcounseling e Microcoaching"
di Enrichetta Spalletta e Flavia Germano.
Accorrete numerosi, anche se l'argomento non vi interessa, perche' da Bibli si mangia benissimo anche se è un po' caro e così passate una serata diversa...
Se cercate bene troverete anche me, miserrima correttrice di bozze, saro' quella con il piatto pieno, a dopo.

martedì, luglio 11, 2006

Il betulla
Quello che sto per dire è è solo per ricordarvi il chi è chi (o il who's who, come direbbero gli anglofoni) della recente faccenda di spaghetti spionaggio casareccia.
Non so se avete letto ultimamente del caso "Abu Omar"o della rendition dell'Imam di Milano da parte della Cia. A quanto sembra, coinvolto nel caso c'e' anche il redattore, per essere precisi uno dei vicedirettori del giornale (parola grossa) libero di vittorio feltri.
Tale renato farina (betulla è il suo pseudonimo), in una lettera aperta al suo direttore afferma che "...ho dato una mano al sismi.." e, detto questo, non mi stupisce che la Cia si è accorta che l'11 settembre stesse succedendo qualcosa dal numero dei calcinacci.
Proprio lo stesso farina che ai tempi del sequestro, terminato come sappiamo bene, di Enzo Baldoni, era stato fra i propugnatori della teoria dell'autosequestro (forse a scopo propagandistico o pubblicitario) da parte del giornalista italiano free lance.
Comunque io non ci capisco niente, quello che segue è il link al blog di Pino Scaccia, che c'era : http://pinoscaccia.splinder.com/post/8622379/Andare+a+vedere+la+guerra+da+vicino

domenica, luglio 09, 2006



CAMPIONI DEL MONDO!
CAMPIONI DEL MONDO!
CAMPIONI DEL MONDO!

ALLA FACCIA DI QUELL'INFAME DI ZIDANE (PEZZO DI .....)
E GRAZIE AD UN ERRORE DI TREZEGUET
PER TUTTO IL RESTO
C'E' LA ROMA
P.S. CARI FRANCESI ZOZZI INFAMI (POPOLO SENZA BIDET) LA FACCENDA DI ASTERIX ERA SOLO UN FUMETTO

sabato, luglio 08, 2006

CONCERTO DEGLI AFRICA UNITE - VILLA ADA - 10€
Tanti anni fa, correva l'estate del 2001, io e il gonzorte, che ai tempi doveva ancora fare il grande salto, avevamo deciso di andare ad un loro concerto. Il caso o il destino fecero in modo che nello stesso giorno ci fosse un ennesimo funerale del laziale (era l'anno dello scudetto della ROMA), quindi piangendo e implorando riuscii ad ottenere di andare a trastevere invece che a Villa Ada.
Bene, ho pagato per questo cinque anni di rimbrotti rispetto al fatto che il gonzorte non aveva potuto assistere a quello che negli anni era diventato il gruppo migliore del mondo nel concerto superiore a quello del Live Aid. Lacuna finalmente colmata questa sera dove grazie alla manifestazione Villa Ada incontra il mondo (www.villaada.org) ci siamo finalmente sparati in presa diretta il concerto. Bello, ma niente che andasse rimpianto per cinque anni, diciamo.
Vi allego la descrizione del gruppo tratta proprio dal sito: Distanti in linea d'aria circa 8.500 chilometri, Kingston (Giamaica) e Pinerolo (Torino) sono più vicine di quanto si creda: lo dimostrano gli Africa Unite. La band piemontese presenta il suo ultimo lavoro discografico “Controlli”: controlli buoni, controlli cattivi, semplicistica definizione che passa dai cursori del mixer e dal suo dipanarsi di circuiti e cavi, percorsi del suono, alla manipolazione dei percorsi umani attraverso media, reality e soprattutto religione. In pieno medioevo, alle soglie di varie guerre sante, una riflessione diretta e dura a colpi di dub ed elettronica applicata al reggae che da sempre ci caratterizza. Tredicesimo lavoro in studio di Africa Unite e così sia‚ (Madaski).
Si sa che un concerto è sempre un concerto, ma quando te lo puoi godere sorseggiando una birra fredda seduto in un parco, facendo due chiacchiere con il cuggino e la compagna, tutto sembra migliore, e poi, quando è stato il momento, io ero al funerale del laziale, e quando mi ricapita con gli aquilotti in caduta libera, mi sa che tra un po' più che un funerale assisteremo ad una fusione con la Lodigiani. Grazie lotito.

venerdì, luglio 07, 2006

Giuseppe Genna "Dies Irae" Rizzoli 17.50 €, 750 pp.
Librone questo, ci ho messo un po' a finirlo e chiaramente non lo capirò completamente, ma d'altronde che cosa c'è da capire?
Quanto c'è di vero in quanto scrive Genna non lo saprò mai, nessuno dei servizi mi chiamerà per informarmi.
Comunque su internet si trova un po' di tutto, specialmente sui siti di controinformazione o su quello dell'autore (www.giugenna.com).
Andiamo con ordine, Genna è conosciuto ai più come scrittore di gialli o come coautore di Carmilla - rivista telematica veramente molto interessante secondo me (http://www.carmillaonline.com) - assieme ad un altro di quegli scrittori che nella mia mente archivio come visionari e cioè Valerio Evangelisti, magnifico creatore di Nicholas Eymerich e di Pantera (ne ho già parlato sul blog in passato).
In questo libro di tante pagine l'autore, come da un po' di tempo accade, si inserisce nel libro come protagonista, ma la sua non è l'unica storia che si dipana nel corso dei circa 25 anni che vanno dalla morte di Alfredino Rampi nel pozzo di Vermicino, ai giorni nostri; con la sua, si intrecciano la storia di una ragazza della buona borghesia milanese e di un'altra bambina, che invece non vanta proprio simili origini, e che si troverà a Berlino durante la caduta del muro.
Attraverso le loro vicende si intravedono sullo sfondo, o in primo piano, le vicende dell'Italia del boom, dei paninari, colpo grosso e drive in, e poi quella della Sardegna e dei vips, con degli spaccati sulla vita di craxi, cossiga, Moana Pozzi, berlusconi, pillitteri e di altri personaggio più o meno occulti, che, per quel pochissimo che ho capito, da tempo e per la CIA sorvegliavano e manovravano i destini del nostro paese, ormai diventato strategicamente poco importante in quanto l'asse, dopo la caduta del muro, sembra si sia spostato.
E' scritto bene, ma è tanto questo libro, è tanto perchè apre molti interrogativi e come scrive lo stesso autore, siamo nell'epoca del sospetto e basta ventilarne uno perchè si dia il via ad una teoria delle cospirazioni, detto fatto, sono giorni che mi chiedo se veramente hanno buttato il povero Alfredino nel pozzo....
OFF TOPIC: ieri sera abbiamo appreso che nel nostro palazzo abitava niente di meno che BOMBOLO, il gonzorte è estasiato.

mercoledì, luglio 05, 2006

The sunday philosophy club - Alexander McCall Smith, $7.99
Eccoci con il primo della serie in lingua originale, piccolo giallo condito di meditazioni sull'etica.
La protagonista del romanzo è una single non proprio convinta più verso i cinquanta che i quaranta che si trova ad assistere ad un concerto con sorpresa: dall'ultimo piano del loggione precipita un uomo e siccome lei è stata l'ultima a guardarlo negli occhi si sente in dovere di scoprire se si è suicidato o è stato "buttato".
Una versione riflessiva di Miss Marple con finale non proprio scontato anche se mi aspettavo qualcosina di più.
Particolare invece è l'ambentazione, in una Edimburgo attuale, ma con più di un piede nel passato, un paesone legatissimo al suo passato di gloria, di onore e distinzione morale, quasi una rivalsa sulla contadina Irlanda e la triviale Inghilterra.
Ora non vedo l'ora di visitarla, se c'e' una cosa che all'autore è riuscito particolarmente bene in questo libro secondo me, è la descrizione della città e del suo stile da enclave decadente, che si erge come ultimo baluardo contro la banalizzazione della modernità.
Non un bel giallo comunque, e neanche un bel libro tutto sommato, mediocre.

martedì, luglio 04, 2006

QUANDO.....
Quando ti dicono che sei il parassita del calcio
quando ti dicono che hai fatto pressioni per una squalifica
quanto ti informano che hanno fatto la pizza arrivederci...
la sensazione di aver praticato un atto di sodomia
con un grosso schwanstucker
alle spalle di un'intera nazione
è un piacere senza mastercard.

lunedì, luglio 03, 2006

OXFAM BOOKS - Dublino, Rathmines
Perdonate la lunga assenza giustificata dal mio annuale viaggetto in terra d'Irlanda.
Ne approfitto per portarvi a conoscenza, se lo ignoraste, di alcuni negozietti che nei paesi anglosassoni rivendono libri usati, vestiti, giocattoli e quant'altro, destinando i proventi a varie associazioni di volontariato. Nella mia ultima sortita nell'isolona piovosa, questi negozietti mi hanno fornito di ben 18 libri usati, tra cui anche alcuni appena usciti, che provvederò mano mano a recensire. Insomma non c'e' nessuno che vuole fare qualcosa del genere qui in Italia?
Per quello che mi riguarda gli unici libri usati che riesco a comprare li trovo a volte al piano sotto di Mel a via Nazionale.
Visto e considerato quanti dei sudati guadagni del gonzorte (e anche miei) vengono investiti nella carta stampata, ne approfitto anche per lanciare un appello: c'e' qualcuno, non ho proprio idea di chi potrebbe essere - forse un mecenate fuori di testa- che mi vuole sovvenzionare? Tanto tempo fa ho letto che Selvaggia Lucarelli - nel suo blog - chiedeva di salvarle la reputazione, ecco per quello che mi riguarda potrei metterla così: salvatemi dalle ire del gonzorte, regalatemi i vostri libri che non leggete più, che non avete mai letto o che vi impicciano, oppure fatemi sapere se conoscete librerie che vendono libri usati, verrete menzionati come gonzi ad honorem. Va bene anche se invece dei libri ci mandate direttamente una recensione, quindi, datevi da fare!