Questo libro racconta della nascita di quello che diventerà uno dei ladri più famosi della storia della letteratura, oscurerà anche il Rocambole di Ponson du Terrail, e darà il via ad una serie di cartoni animati di Monkey Punch che restano a tutt'oggi un capolavoro.
Se come me siete cresciuti guardando le avventura di Lupin III e quelle dei suoi amici, questo libro vi lascerà un po' con l'amaro in bocca, perchè il personaggio letterario, a parte il nome, condivide molto poco con il suo quasi omonimo disegnato.
Questo Lupin, in quello che a detta di alcuni è anche uno dei romanzi migliori di Leblanc, è un arrogante bastardo, succube di una donna misteriosa, una di quelle che si ammantano di segretezza per aumentare il loro fascino. La contessa di Cagliostro è una donna condannata all'eternità dal suo stesso mito, costruito con cura, che ricorda molto la Milady dei tre moschettieri.
Non c'è niente in questo Lupin dell'affascinante ladro gentiluomo simpatica canaglia e perennemente innamorato di Fujiko/Margot, questo si limita a non uccidere, ma tanti altri scrupoli non se ne fa, tanto meno le persone a cui si accompagna.
[O.T.: Anche nella prima serie di Monkey Punch, quella in cui Lupin aveva la giacca verde e i peli sulle mani, lui e i suoi amici uccidevano i cattivi, però mai l'ispettore Zenigata.]
Quello che questo libro mi ha lasciato è una certa curiosità per le altre recensioni di Evangelisti, che ha scritto una prefazione a questo libro molto carina e molto interessante, e un vago interesse per le avventure tra Lupin e Herlock Sholmes, emulo del più famoso Sherlock di cui però l'autore non voleva pagare i diritti agli eredi per aver usato il ben più famoso personaggio.
Comunque continuerò a guardare i cartoni animati, in fondo Lupin III è il bisnipote e le colpe dei padri non devono ricadere sui figli....
Nessun commento:
Posta un commento