Momento pesante questo, sarà che sembra estate e non lo è, sarà che stiamo cercando di cambiare casa, e non ci riusciamo, sarà che le cose succedono tutte assieme e quindi sono incappata in una serie di libri che non ho finito e che non finirò.
Che senso ha scrivere una recensione di un libro che non ho letto? Nessuno, ma vorrei comunque spiegare come mai non ci sono riuscita, e pensare che non mi succede spesso, anzi.
Il primo era in inglese e si intitola Vernon God little, l'autore è DBC Pierre, il cui acronimo sta a significare dirty but clean, un australiano che si è divertito - credo tanto visto che lo hanno anche premiato nel 2003 - a descrivere la vita nel Texas dove c'è appena stata una strage stile Columbine; il ragazzo killer si è poi suicidato e la ricerca del capro espiatorio elegge a suo personale rappresentante il migliore e unico amico dell'omicida, peccato che lui non c'entra, ma è troppo sfigato per riuscire a discolparsi in tempo.
La sensazione che ho avuto a metà romanzo era che ai personaggi come Fantozzi noi italiani siamo piuttosto avvezzi (e quindi stufi) e soprattutto mi chiedo se questo libro rientra in quelli che gli americani premiano per dimostrare come siano in grado di ridere di loro stessi (HAHAHAHA) o piuttosto non lo abbiano capito (la seconda che ho detto, credo).
L'altro libro era invece in italiano ed è stato scritto alla fine degli anni'50 da Hubert Selby jr., ne hanno tratto anche un film e si chiama Ultima fermata Brooklyn. Questo non l'ho finito perchè stamparne una versione con 42 righe per pagina è un affronto a chi un tempo era miope, e poi le storie sono proprio pesantissime, tutta la varia umanità che ruotava intorno ad un quartiere ultra popolare in una città in cui il divario tra i ricchi ed i poveri era lampante. In breve la verità è che trasudava tristezza, quindi mi affitterò il dvd se avessi proprio desiderio di sapere come vanno a finire i vari racconti ed i vari personaggi, ma in realtà riesco benissimo a farne a meno, almeno per ora.
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