sabato, settembre 30, 2006

ALLENTIAMO LA TENSIONE
Un mattino il marito torna dopo molte ore di pesca e decide di fare un sonnellino.
Anche se non pratica del lago, la moglie decide di uscire in barca.
Accende il motore e si spinge ad una piccola distanza: spegne, butta l'ancora, e si mette a leggere il suo libro.
Arriva una Guardia Forestale in barca. Si avvicina e le dice: "Buongiorno, Signora. Cosa sta facendo?"
"Sto leggendo un libro" risponde lei (pensando "non è forse ovvio?!?").
"Lei si trova in una Zona di Pesca Vietata," le dice.
"Mi dispiace, agente, ma non sto pescando. Sto leggendo".
"Sì, ma ha tutta l'attrezzatura. Per quanto ne so potrebbe cominciare in qualsiasi momento. Devo portarla con me e fare rapporto".
"Se lo fa, agente, dovrò denunciarla per molestia sessuale" dice.
"Perchè? Non l'ho nemmeno toccata!" risponde la guardia.
"Questo è vero, ma possiede tutta l'attrezzatura. Per quanto ne so potrebbe cominciare in qualsiasi momento."
"Le auguro buona giornata signora" e la guardia se ne va.
MORALE: Mai discutere con una donna che legge. E' probabile che sappia anche pensare.

giovedì, settembre 28, 2006

Libri che non ho finito di leggere
Momento pesante questo, sarà che sembra estate e non lo è, sarà che stiamo cercando di cambiare casa, e non ci riusciamo, sarà che le cose succedono tutte assieme e quindi sono incappata in una serie di libri che non ho finito e che non finirò.
Che senso ha scrivere una recensione di un libro che non ho letto? Nessuno, ma vorrei comunque spiegare come mai non ci sono riuscita, e pensare che non mi succede spesso, anzi.
Il primo era in inglese e si intitola Vernon God little, l'autore è DBC Pierre, il cui acronimo sta a significare dirty but clean, un australiano che si è divertito - credo tanto visto che lo hanno anche premiato nel 2003 - a descrivere la vita nel Texas dove c'è appena stata una strage stile Columbine; il ragazzo killer si è poi suicidato e la ricerca del capro espiatorio elegge a suo personale rappresentante il migliore e unico amico dell'omicida, peccato che lui non c'entra, ma è troppo sfigato per riuscire a discolparsi in tempo.
La sensazione che ho avuto a metà romanzo era che ai personaggi come Fantozzi noi italiani siamo piuttosto avvezzi (e quindi stufi) e soprattutto mi chiedo se questo libro rientra in quelli che gli americani premiano per dimostrare come siano in grado di ridere di loro stessi (HAHAHAHA) o piuttosto non lo abbiano capito (la seconda che ho detto, credo).
L'altro libro era invece in italiano ed è stato scritto alla fine degli anni'50 da Hubert Selby jr., ne hanno tratto anche un film e si chiama Ultima fermata Brooklyn. Questo non l'ho finito perchè stamparne una versione con 42 righe per pagina è un affronto a chi un tempo era miope, e poi le storie sono proprio pesantissime, tutta la varia umanità che ruotava intorno ad un quartiere ultra popolare in una città in cui il divario tra i ricchi ed i poveri era lampante. In breve la verità è che trasudava tristezza, quindi mi affitterò il dvd se avessi proprio desiderio di sapere come vanno a finire i vari racconti ed i vari personaggi, ma in realtà riesco benissimo a farne a meno, almeno per ora.

martedì, settembre 19, 2006

Marina Lewycka "Breve storia dei trattori in lingua ucraina" Mondadori, 17.50€
Storiellina d'amore, o di quello che può scoppiare tra un vedovo di 84 anni e una donna di 36 che si è appena rifata le tette, considerando la loro origine ucraina e il - di lui- passaporto inglese.
La storia sembra una di quelle che riempiono le pagine dei giornali scandalistici e di cui potremmo anche noi conoscerne i personaggi, però è divertente, soprattutto perchè le figlie del vedovo tentano in tutti i modi di opporsi alla "spregevele" donna che vuole prendere, passando dal letto del padre, il posto dell'amata madre.
Tra l'esose richieste della tettona Valentina, tra cui anche una ROLLS, e i magheggi delle sorelle per evitare di farle avere il passaporto, emerge la storia del popolo ucraino a partire dalla rivoluzione d'ottobre e di come, nè russi nè polacchi, si sono trovati a fare da spartiacque e a rimanere schiacciati.
Personaggi che nonostante l'attuale vita agiata hanno un passato in campi di lavoro, una storia delle popolazioni dell'est prima e dopo il comunismo, che emerge tra le risate suscitate dalla prosa e che quasi le strozza in gola.
Il libro è questo ed altro, ma forse è solo una storia d'amore.

lunedì, settembre 18, 2006

Valerio Evangelisti "Distruggere Alphaville" l'Ancora 14.00€
Come pre-detto, ho letto il libro di Evangelisti da cui avevano tratto l'introduzione per il libro di Lupin e la contessa di Cagliostro, e l'ho trovato molto bello.
Intendiamoci non è un romanzo, quanto piuttosto una serie di scritti dell'autore di Eymerich sulla letteratura di genere e altre amenità di questo tipo.
Interessante e divertente, anche se alcuni di questi suoi interventi li avevo già letti su Carmilla, e-magazine che l'autore tiene con Giuseppe Genna su internet (www.carmillaonline.com), ma esileranti sono le aggiunte che prevedono una fantastica avventura in cui l'inquisitore Eymerich si scontra con Palahniuk o con Dan Brown.
Molto bello leggere, alla luce della sua recente scomparsa e conseguente venerazione, dell'invettiva in tre volumi scritta dalla fallaci e che l'ha riportata bruscamente agli onori delle cronache in occasione del 11 settembre e a seguire. Sarà stata anche un'ottima giornalista, ma con quella serie di "libri", personalmente è precipitata a livello di bondi, e ora che è morta tutti a dire quanto fosse critico il suo occhio sul mondo....forse all'inizio, sul seguito bisognerebbe condividere il suo mondo e personalmente come sono felice di pernsarla come Eco, tanto sono entusiasta di non pernsarla come l'ultima fallaci. Sono scelte, ognuno fa le sue.
Comunque tornando ad Evangelisti, nel suo stile scorrevole analizza alcune tra le pagine dei romanzi attuali e di come abbiamo dei best seller che non sanno di niente, vero, sono d'accordo specialmente su i cento colpi di spazzola e i vari ultimi Crichton, però anche qui credo sia importante sapere cosa vai a leggere proprio perchè in certi momenti servono anche certi libri e quindi ben venga un Faletti che scrive come Deaver, a me piacciono entrambi e poi magari se Melissa si è giocata il mio placet con il primo libro cosa volete che le importi? Nel frattempo è diventato un personaggio mediatico di primo piano, il vero problema è costanzo, non lei, e tutti quelli che considerano le sue parole interessanti solo perchè....perchè?
Più che un valore a certi libri secondo me sarebbe impoortante sapere cosa leggi, in questo modo la scelta è consapevole e allora ben vengano le prugne di Pulsatilla se in quel momento ci si sente mentalmente costipati, almeno ci si fa una bella risata.

sabato, settembre 16, 2006

BEN VENUTA PICCOLA MIA,
MEGLIO ROMA CHE TERNI SUI DOCUMENTI....

venerdì, settembre 15, 2006

Diego Cugia "Un amore all'nferno" Oscar Mondadori 8.40€
Cugia è l'autore dei testi di Jack Folla, personaggio che alcuni anni fa era il personaggio di uno programmi radio tra i più ascoltati, mi sembra su Radio 2. Io l'ho sempre odiato, quando passavo per caso su quelle frequenze dopo dieci minuti mi veniva da vomitare, la retorica delle parole del presunto carcerato nel braccio della morte mi sembravano più populistiche di quelle dell'ex e attuale premier del suo partito, ex e attuale presidente della sua squadraccia, ex e attuale chansonnier, tutto e il contrario di tutto, silvione riportone.
Quindi avevo accuratamente evitato di leggere qualsiasi cosa scritta da lui fino a quando non ho scoperto che questo libro parlava della morte di Francesco Narducci, dottore (sembra) morto suicida nel lago Trasimeno e, forse, implicato nei delitti del mostro di Firenze. Di questo personaggio avevo sentito parlare parecchio, fondamentalmente perchè il gonzorte proviene dagli stessi ameni luoghi del dottore e poi perchè, prima Lucarelli poi Polidoro, ne avevano discusso nei loro libri in relazione al caso pacciani e compagni di merende.
Racconto interessante, fatto in prima persona dall'autore che incontra per caso la vedova di Narducci e si fa raccontare la sua versione dei fatti e facendole, probabilmente, la domanda che tutti avremmo voluto farle senza magari averne il coraggio e cioè "Come si fa ad essere la moglie di un mostro e non rendersene conto?" Probabilmente la stessa domanda fatta più volte ai parenti di Ted Bundy o di altri personaggi similari.
lL risposta è semplice, non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere e forse certe cose sono proprio troppo inimmaginabili per farsi venire anche solo dei dubbi. Ci sono tutte le attenuanti generiche del caso, la giovane età e le antiche famiglie che si schierano a comprire l'onta e la vergogna di non si capisce bene cosa, ma lei è un vero personaggio emerso da una tragedia greca, Eschilo non avrebbe saputo dipingerla meglio.
Bel libro, ben scritto, non apprezzerò mai jack folla, ma potrei leggere qualcos'altro di Cugia.

martedì, settembre 12, 2006

Roma, Stadio Olimpico.
Continuando sullo stile cose belle da vedere a Roma, dopo la Sinagoga vorrei parlarvi di un altro gran posto nella città eterna: la curva sud quando gioca la Roma, ovviamente.
In occasione della prima partita di Champions League sono riuscita a trascinare il gonzorte (piuttosto renitente devo ammetterlo) allo stadio dove non era mai stato e, fedele alla tradizione che volente o nolente lui alla Roma gli porta proprio fortuna, la mia squadrona ha infilato quattro gol a quei poveri sprovveduti dello Shakhtar Donetsk (Taddei, Totti, De Rossi, Pizarro).
Detto questo, per chi non ha mai frequentato l'ameno luogo di cui sopra la sensazione è meravigliosa, una marea di persone, tra cui alcune evidentemente cattive, che si abbracciano e si saltano addosso perchè la Roma ha segnato, senza contare che cantano e saltano per 90 minuti consecutivi vissuti in piedi. Sono sensazioni pazzesche, al primo gol urlavamo talmente tutti che è stato assordante e intanto le persone si tuffavano le une sulle altre e io assumevo la posizione d'urto mentre il gonzorte e il cuggino cercavano di non farmi schiacciare da nessuno.
Che cosa fantastica, era tanto che mancavo dallo stadio, infatti ho rischiato di non entrare anche stavolta, ai famosi tornelli ho infilato il biglietto e aspettavo che se lo succhiasse come sulla metro, peccato che avevo sette secondi prima che si bloccassero di nuovo e mentre stavo a guardare quello dietro di me ha cominciato a dire Vai, vai ohhhh entraaa. Non avevo capito subito che stava parlando con me...
Comunque l'Olimpico non è bello solo quando vinciamo, è proprio bello sempre, stasera c'era il tramonto e il cielo era rosso sopra la copertura, nell'aria quell'odore di maria mista ai fumogeni, la temperatura era mite e tutto era perfetto, che dire è stato un giorno per tornare con il pensiero a tanti anni fa quando con l'abbonamento in tasca non vedevo l'ora che arrivasse domenica, anni dopo ho in tasca le schedine del digitale terrestre e devo comprare tante ricariche e anche se l'amore è sempre grande le sensazioni non saranno mai le stesse, video kill the stadio star.

lunedì, settembre 11, 2006

Notte bianca e Sinagoga
Aprofitto dello spazio per segnalarvi un posto molto bello da vedere e forse non è un caso che oggi sia l'11 settembre.
In occasione della notte bianca siamo andati a visitare la Sinagoga di Roma, quella più grande delle 12 che ci hanno detto essere nella capitale, ignoro l'ubicazione di tutte le altre 11, ma quella che abbiamo visto noi è quella sul lungotevere alle spalle del ghetto per capirsi.
La Sinagoga è molto bella, gli uomini per entrare devono mettere la papalina che viene prestata all'entrata dalle persone che si occupano della visita guidata. Oltre alla Sinagoga potete vedere anche la galleria dei marmi antichi, il tempio spagnolo e il museo ebraico di Roma, che fa effetto, non quanto via Tasso (Museo della Resistenza), ma fa tristezza quanto basta.
In seguito abbiamo visto anche la mostra di Cartier-Bresson, ma non è sto granchè...
La sinagoga è aperta tutti i giorni tranne il sabato, per ogni informazione www.museoebraico.roma.it oppure info@museoebraico.roma.it

sabato, settembre 09, 2006

Umberto Eco "A passo di gambero - guerre calde e populismo mediatico" Bompiani 14.00€
La premessa è che se io non sapessi cosa pensa Umberto Eco questo libro mi sarebbe sembrata una novità assoluta, ma non è cosi': ho coinciato con il nome della rosa e il pendolo e a seguire il secondo diario minimo, raccolte delle sue bustine di minerva, che leggo quando posso sull'espresso, quindi io sapevo cosa mi aspettava. Nonostante questo non posso che provare un immenso piacere e sommo autocompiacimento nel pensarla esattamente come qualcuno che ritengo un grandissimo uomo di cultura e ogni volta che mentre leggo riesco ad anticipare dove andrà a parare, nonostante tutta la parte di citazioni oscure che rimangono tali, sono felice come una pasqua.
Ok mi ci vuole poco, ma come dice Cicciolina chi si contenta gode e sapere che c'e' qualcuno in Italia che non si fa abbindolare e che i suoi libri, oltre che i suoi romanzi, vendono tanto, mi fanno sperare per il futuro di questa italietta dove i giornali si comprano sempre meno e sempre meno si spegne la tv, un posto dove i libri si regalano, ma non si leggono.
Questa raccolta contiene un'altra serie di bustine di minerva, saggi e pubblicazioni di relazioni tenute a vari convegni negli anni dal 2001 al 2005, quindi se comprate l'espresso o repubblica qualcosa l'avrete già letta, buon per voi, un ripasso non fa mai male, anche perchè sono tutti scritti con la sagacia propria del personaggio che io trovo, in alcune sue battute paragonabile a Benigni e se Benigni legge la divina commedia come Gassman (cioè benissimo), cosa impedisce ad Eco di essere simpatico?
Un'ultima postilla, in una bustina in cui discuteva di "The passion" il film di Gibson sulla passione di Cristo, aggiungeva che di tutte le critiche che gli erano piovute addosso una sola gli era rimasta particolarmente impressa ed era del lettore che gli aveva scritto "non ti perdonerò mai per avermi detto come va a finire il film!". Ecco, in questo libro si parla di moltissime cose intelligenti, di cultura, società, politica e soprattutto mass media, e io vado a ricordarmi una cosa del genere, sono estremamente superficiale (per non dire idiota), me ne rendo conto, ma darei qualunque cosa per essere citata da Eco....

venerdì, settembre 08, 2006


Sandro Veronesi "Caos calmo" Bompiani 17.50
Libro ottenuto in prestito dopo lunga posta alla mammonza e divorato anche perchè, IMHO, è scritto proprio bene.
La storia è quella di un vedovo con figlia decenne, la morta improvvisa di Lara compagna del primo e mamma della seconda mette le due persone alle prese con un dolore/non dolore da lasciare esterefatti. Sempre in attesa che uno dei due pianga fino allo sfinimento assistiamo allo sfasamento dei valori di Pietro Paladini e e di quelli della sua vita raccontata in prima persona. Dalla decisione improvvisa di passare il primo giorno della 5° elementare sotto la scuola della figlia all'impossibilità di spostarsi da li' quasi fino a Natale, sempre nell'attesa che la bolla di ovatta in cui sembrano vivere si rompa e li riporti bruscamente alla realtà e alle prese con un dolore incommensurabile.
Vari personaggi ruotano attorno al principale, che sembra con il suo dramma attirare tutti quelli degli altri, raccontati attraverso parole semplici che portano a visioni devastanti. La sofferenza dei suoi colleghi e delle persone che lo circondano, sembra prendere piano piano il posto di quella di Pietro e della figlia Claudia, immersi in varia umanità che certe situazioni non le ha mai superate e che forse nemmeno le supererà mai, semplicemente si è adattata ritagliandosi una nicchia di serenità.
Niente luoghi comuni, niente parole sprecate, niente pezzi di libro che puoi quasi saltare perchè sai già quello che scriverà; un fratello che sembra Renzo Rosso della Diesel, una cognata uscita da un film di Almodovar e una figlia che sembra la bambina perfetta che stacca le code alle lucertole nei film di Dario Argento.
Era tanto che non leggevo un romanzo lungo scritto da un autore italiano che mi piacesse così tanto, niente fiumi di lacrime e parole sprecate, solo quelle che servono per arrivare dritte al cuore e restarci.

mercoledì, settembre 06, 2006

Massimo Polidoro "Grandi gialli della storia" Piemme 5.90€
Massimo Polidoro è uno dei fondatori del CICAP (Centro di controllo delle affermazioni sul paranormale) e sullo stile del libro che vado a recensire, ha scritto anche i grandi enigmi della storia e i grandi misteri della storia, della serie trova il filone e scava come Paperone nel Klondike.
Il volume sceglie tra i più noti alcuni efferati delitti od omicidi e disquisice su questi senza mai azzardare una nuova ipotesi, non è nè un giallista nè un solutore di cold cases, quanto piuttosto elenca le varie ipotesi fatte fino a quel momento, additando quelle meno plausibili.
Le vicende analizzate sono quelle di Jack lo squartatore, dove esamina anche l'ipotesi di Patricia Cornwell del pittore pazzo, la maschera di ferro, la vicenda della donna che per tutta la vita ha detto di essere Anastasia, ultima discendente e sopravvissuta della famiglia Romanov, Kaspar Hauser, Amelia Earhart, il mostro di Firenze e JFK, dove ho scoperto che la riostruzione di Oliver Stone è completamente campata in aria e molto probabilmente la Cia non ha armato Oswald (ipotesi avallata anche da De Lillo in Libra).
Se l'argomento vi interessa le storie sono scritte in modo scorrevole e interessante, molto sullo stile Lucarelli e i misteri d'Italia.

lunedì, settembre 04, 2006

Swami Kriyananda "I segreti dell'amore" e "Il matrimonio come espansione del sè" Amanda Edizioni €11.50
Il più piccolo di questi due libri viene usato solitamente come bomboniera nei matrimoni, ed è infatti in questo modo che è arrivato a me. Come facilemente si deduce dal formato, è uno di quegli istant book costituiti da una frase per pagina ed accompagnato da immagini carine, in cui lo scopo è quello di fornire una specie di tavola della legge per quello che riguarda il sentimento in questione.
Oltre a I segreti dell'amore che, diciamocelo, non è che dica niente di diverso rispetto ai baci perugina, ci sono un'altra serie di librini tesi a svelare anche i segreti dell'amicizia, quelli del matrimonio, quelli per la pace sulla terra e per la pace interiore, non ultimi i segreti per il successo, per la meditazione e per la felicità, la panacea di tutti i mali insomma.
Tralascio ogni commento perchè a questo punto nelle mie intenzioni il sarcasmo delle mie parole dovrebbe essere sufficiente.
Diverso il discorso per il libro "Il matrimonio come espansione del sè", che invece non è niente male. Due parole vanno comunque dette prima sull'autore: Swami Kriyananda è un discepolo di Paramasha Yogananda (Autobiografia di uno Yogi, il suo bestseller che potete trovare nelle edizioni Astrolabio) ed ha formato vicino ad Assisi la comunità Ananda, non a caso la casa editrice di questi libri. Insomma un Ashram a pochi passi dal centro di Roma, parafrasando le case di Campagnano.
Il libro cerca attraverso esempi sia di tipo eccelso che comuni, dalle coppie storiche a quelle di tutti i giorni, di fornire un piccolo vademecum alle situazioni che tutti i giorni le coppie, sposate o meno, possono trovarsi ad affrontare utilizzando sempre l'amore come costrutto che tende ad allargarsi piuttosto che limitativo e limitante.
Interessante visione dei fatti, può essere utilizzato per ripassare durante un corso prematrimoniale o anche in quei momenti in cui la relazione di coppia sembra attraversare una fase di crisi e bisogna trovare un nuovo equilibrio.
Io l'ho trovato ad una bancarella e mi ha colpito subito, contemporaneamente il gonzorte è rimasto abbagliato da una camicia di lino da santone indiano, cosa vorrà dire?

domenica, settembre 03, 2006

Maurice Leblanc "Arsène Lupin e la contessa di Cagliostro" Einaudi 10.50€
Questo libro racconta della nascita di quello che diventerà uno dei ladri più famosi della storia della letteratura, oscurerà anche il Rocambole di Ponson du Terrail, e darà il via ad una serie di cartoni animati di Monkey Punch che restano a tutt'oggi un capolavoro.
Se come me siete cresciuti guardando le avventura di Lupin III e quelle dei suoi amici, questo libro vi lascerà un po' con l'amaro in bocca, perchè il personaggio letterario, a parte il nome, condivide molto poco con il suo quasi omonimo disegnato.
Questo Lupin, in quello che a detta di alcuni è anche uno dei romanzi migliori di Leblanc, è un arrogante bastardo, succube di una donna misteriosa, una di quelle che si ammantano di segretezza per aumentare il loro fascino. La contessa di Cagliostro è una donna condannata all'eternità dal suo stesso mito, costruito con cura, che ricorda molto la Milady dei tre moschettieri.
Non c'è niente in questo Lupin dell'affascinante ladro gentiluomo simpatica canaglia e perennemente innamorato di Fujiko/Margot, questo si limita a non uccidere, ma tanti altri scrupoli non se ne fa, tanto meno le persone a cui si accompagna.
[O.T.: Anche nella prima serie di Monkey Punch, quella in cui Lupin aveva la giacca verde e i peli sulle mani, lui e i suoi amici uccidevano i cattivi, però mai l'ispettore Zenigata.]
Quello che questo libro mi ha lasciato è una certa curiosità per le altre recensioni di Evangelisti, che ha scritto una prefazione a questo libro molto carina e molto interessante, e un vago interesse per le avventure tra Lupin e Herlock Sholmes, emulo del più famoso Sherlock di cui però l'autore non voleva pagare i diritti agli eredi per aver usato il ben più famoso personaggio.
Comunque continuerò a guardare i cartoni animati, in fondo Lupin III è il bisnipote e le colpe dei padri non devono ricadere sui figli....

venerdì, settembre 01, 2006

Nagib Mahfuz "Il nostro quartiere" Economica Feltrinelli €6.50
Nella mia totale ignoranza ho creduto fosse il caso di leggere qualcosa di un premio nobel per la letteratura, purtroppo tornato alla ribalta solo in occasione della sua morte.
Mi sono quindi presa questo libro molto piccolo, ma molto molto bello. Sono racconti sparsi, tratti probabilmente dalle memorie giovanili dell'autore, e ogni piccolo paragrafo è una specie di polaroid di quella che doveva essere uno spaccato del Cairo dei primi del '900.
Vengo così a sapere che ogni quartiere era in perenne lotta con l'altro, esattamente come gli egiziani cercavano di scacciare gli inglesi e che c'erano i cosidetti futuwwa, gli "sceriffi" del quartiere, che si incaricavano di proteggerne la popolazioni dagli attacchi esterni, ma si facevano pagare tangenti dai negozianti e spadroneggiavano tirannicamente facendo i loro comondi in quanto intoccabili.
Osserviamo quello che per l'Egitto è stato un momento di passaggio tra l'imperialismo inglese e il raippropriarsi dei poteri, prima da parte del re e poi, in seguito, da parte del primo ministro Saad Zaghlul acclamato come salvatore della patria.
La parte migliore del libro è comunque lo sguardo innocente e contemporaneamente distaccato con cui l'autore riesce a cogliere i particolari, belli e brutti, tristi e felici che riempiono il libro, mi ha ricordato un pochino il Singer di "Un giorno di felicità", quello appunto in cui racconta della sua infanzia nel ghetto di Cracovia, approssimativamente negli stessi anni di Mahfuz.
Bel libro, sembra di guardare le foto delle vacanze di vostro nonno da bambino.