mercoledì, ottobre 31, 2007

Ennio Morricone - Roma, Auditorium

Una decina di anni fa, (per essere precisi quasi 9 esatti) andai a vedere il concerto del Maestro all' allora Auditorium di via della Conciliazione. Era un martedì, pioveva, era il suo compleanno e io piansi per quasi tutta la durata del concerto.
C'erano anche Branduardi e Dulce Puentes e.... insomma fu qualcosa di sensazionale, i suoi classici e la musica che scaldava il cuore. Ovvio che deve piacere, ma come fa a non piacerti? E non a caso ci fecero un disco.
Stavolta è stato diverso e non per la pioggia.
Già, perchè quando siamo arrivati all'auditorium avevamo appena vinto i 200 stile, io ero bagnata fino alle ossa e avevo in atto un principio di assideramento nonostante non facesse molto freddo (è tutto molto relativo quando porti addosso tre kg di stracci bagnati).
La prima parte del concerto, in quello che plasson definisce il ventre della balena mentre a me sembra piuttosto il dentro di una tartaruga ninja, non è stato come mi aspettavo.
Non posso dire fosse brutto, ma non stimo molto la musica contemporanea ed è stato come andare ad ascoltare i concerti brandeburghesi e trovarsi di fronte a Schönberg.
Niente di male, solo non ero preparata.
La cantata Voci dal silenzio, per esempio, dedicata a tutte le stragi della storia e scritta dopo l'11 settembre, è pesante, nel senso che rende proprio l'idea, ma non si può intendere come un Morricone classico, come lui stesso dice... questa è musica assoluta ed è diversa dalla musica applicata come chiama invece le sue colonne sonore.
Io voto per la musica applicata.
La seconda parte si chiamava invece Musiche per il cinema. Nelle prime due suite abbiamo ritrovato Bugsy e La Città Della Gioia, nella terza la prima assoluta di Sicilo e altri frammenti, prontamente rinominata "partitura per sassi e orchestra" e poi Mission e non aggiungo altro se non che è stata una di quelle situazioni in cui ho avuto la certezza dell'esistenza di Dio.
Non pago di tutto questo al primo bis ha anche fatto Sacco e Vanzetti, non cantava Joan Baez, ma andava benissimo comunque per farmi ricordare il mio mangiadischi verde pisello che lo suonava in continuazione quando ero piccola. (Questa è la mia canzone preferita in assoluto).
A quel punto ero ancora fradicia, congelata e con le articolazioni doloranti, ma andando a casa camminavo a tre metri da terra e non solo perchè stupendoboy mi aveva prestato il mantello, ma perchè i concerti di Morricone restano uno di quelle cose per le quali vale la pena vivere.
Here's to you Nicola and Bart
Rest forever here in our hearts
The last and final moment is yours
That agony is your triumph!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Vedi? Lo sapevo che non avevi bisogno di me per scriverla :-)

Lunga vita al Maestro che voglio andare a sentire il concerto per i suoi 80.

Anonimo ha detto...

alcune cose cambiano, altre sono le stesse...

Lupina ha detto...

O come mai la mia bile sale, sale, sale quando leggo queste cose?
Lupina prigioniera del Nano.