Ci sono delle volte in cui il libro che non ti spetta ti cade dal cielo e non puoi che essere grato.
Ci sono volte in cui dover aspettare un passaggio si rivela una fortuna e poter aspettare con questo libro tra le mani la raddoppia.
Mal di pietre è il nome che davano in Sardegna ai calcoli renali, quando si partiva e si andava in continente a fare le terme per cercare di guarire.
Questa è la storia di una nonna raccontata da una nipote, una nonna che aveva la luna dentro e per questo gli altri la pensavano matta. Una nonna che scriveva poesie e storie su un quadernino con un marito che le faceva fare le scene delle case chiuse e un figlio che faceva il musicista.
Parole che scorrono come miele anche se possono essere di una tristezza assurda, assurda come la vita, perchè si sa che non ha senso camminare per una città e cercare la persona che amiamo tra la folla con la certezza assoluta che non sarà così, però almeno una volta l'abbiamo fatto tutti, perchè se ci fossimo incontrati, quello sarebbe stato un segno...
Romanzo breve e delicato, regalato alla mammonza e zottato per lettura rapida, che si è trasformato in un lento e compiacente assaporare.
A volte nella vita anche gli incontri con i libri possono essere interpretati, questo per esempio è un segno del fatto che anche le piccole case editrici (anzi soprattutto le piccole case editrici) sfornano dei gioellini, prima Geda e ora la Agus...
2 commenti:
Io una volta ho cercato una faccina in una folla di una grande città, e l'ho trovata.
Ma forse perchè anch'io soffro di mal di pietre, che fanno un male spaventoso.
Se non fossi in rosso in banca, l'avrei già comprato.
Vabbè, dai, gli ennesimi 12 ben spesi...
belle le sorprese... ;-)
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