martedì, giugno 26, 2007

Eureka Street - Robert McLiam Wilson - Vintage 13,80 Iuri (ma l'edizione Fazi in italiano costa meno, è che a me Fazi sta sulle biglie)

Tanto per essere chiare da subito: questa non sarà una recensione obiettiva.
E non lo sarà per un motivo semplice, irrazionale e del tutto personale: mi sono innamorata di questo libro.
Correggo: mi sono innamorata del suo autore a Massenzio, del suo gilet, della sua ironia e della gentilezza composta e grata con cui mi ha salutato alla fine del reading mentre io, occhi luccicanti e sorriso ebete spiccicavo un "May I just say you were great!" (ovviamente la socia bassa avrà i denti aggricciati).
Volevo ritrovare quell'ironia e quei filtri sulla realtà, nevrotici e un po' storti forse, ma puri.
E non sono stata delusa. Quando ho chiuso Eureka Street, sabato scorso, dopo averlo sottoposto a trasporti improbabili, sole e sabbia mi sono chiesta, come da tempo non mi capitava: "Come faro' a vivere senza Jake?".
E senza la pletora di amici da pub, le riflessioni sul suo Paese, le considerazioni taglienti e amare sullo scontro cattolici-protestanti (ancora vivo e sanguinoso nell'epoca del romanzo), l'amore disperato, quasi rabbioso per Belfast?
Senza Roche e il suo turpiloquio, senza quel ciccione fortunato e nonsense di Chuckie?
E si, è un racconto scoordinato, in alcune parti. E una montagna duretta da scalare in inglese. E verso la fine mi si è inventato un po' troppe cose, forse.
Ma si sa che la realtà supera la fantasia. E quando uno mi inserisce un capitolo intero su Belfast di notte senza annoiarmi per nemmeno un rigo o mi da la descrizione più da brivido di un attentato con rischio lacrima…io perdono e dimentico e continuo a leggere.
Robert McLiam Wilson io ti adoro.

sabato, giugno 23, 2007

Fabio Geda "Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani" Instar Libri, 13.50€
Un altro libro per gridare al miracolo ed affermare, senza tema di essere smentita, che gli scrittori italiani non sono solo Ammaniti, Camilleri o la Santacroce.
Dalla stessa città di Culicchia arriva questo autore, con un blog molto carino, che ha scritto una storia di quelle che ti rimangono dentro. Non so se vi è mai capitato di conoscere qualcuno che ci piace e chiedersi a volte cosa farebbe al nostro posto, o cosa ne penserebbe. A me capita con alcuni personaggi di certi libri, quando insisto a pensare a come continuerebbero la loro vita al di fuori del libro, a cosa farebbero dopo; con i ragazzi dei libri di Ammaniti per esempio, mi succede sempre, a partire da quello che stava in "Ti prendo e ti porto via", per passare dal ragazzino coraggioso di "Io non ho paura" e arrivando al Cristiano di "Come Dio comanda" e mi è capitato con Anita, la mia vampire executioner preferita oltre che con Hercule Poirot, Sherlock Holmes e i personaggi dei libri di Jane Austen.
Posso da ieri aggiungere Emil, il ragazzino rumeno che arriva con il padre in Italia viaggiando su un camion di riso e dormendo in un garage coperto dai Tex, che diventeranno per lui la strada maestra per imparare l'italiano e giocare con le parole.
La storia di Emil è anche una storia di viaggi, da Torino a Berlino per finire a Barcellona e tornare in Romania, una storia di tre generazioni di uomini di cui l'ultimo è la somma delle parti e di tutti gli amici/nemici incontrati nella vita e nel suo viaggio; personaggi al limite tra la fantasia e il paradosso in città come Torino e Berlino che sono un crocevia di mondi e di situazioni, una miscellanea di storie e di popolazioni che, come nel quartiere multietnico di Lavapiés, non è pienamente immaginabile se non ci sei mai stato.
Emil va alla ricerca del nonno per andare a prendere il padre; Emil scappa da un architetto che è in assoluto il migliore tra gli interior designer, talmente interior che arreda anche se stesso; Emil scappa da Nerone che lo chiama vampiro, accompagnato da Asia e da un cane, insieme a un fotografo del National Geographic, che pure era partito da Torino; Emil vive per breve tempo con un uomo che la moglie ha lasciato con sei figli per scappare con il pediatra e padre della settima. Emil si chiede ogni volta cosa farebbe Tex e gli piacerebbe avere un nonno come Kit Carson e combatte con Mephisto, che potrebbe, a volte, essere pure lui suo nonno.
Un libro che si legge tutto di seguito, si respira solo alla fine e poi si gusta come un vino costoso, perchè ti lascia in bocca un buon sapore e anche un po' più di fiducia nel mondo e nella gente che ci abita.
Nell'eventualità mi credeste sulla parola e decideste di leggerlo, potete anche poi votarlo nella pagina del Sole 24Ore , in modo da farlo rientrare nella cinquina del Premio Strega.

venerdì, giugno 22, 2007

Massenzio - Vikram Chandra e Roberto Saviano

Prima che si riprenda con le recensioni libresche, un'altra tappa delle Gonzinviate, la seconda e ultima al festival delle Letterature, quest'anno.
Due interventi agli antipodi sia a livello di registro (Chandra ha letto una sorta di piccolo saggio, Saviano un racconto) che, ovviamente, di contenuto, ma entrambi molto densi.
Entrambi provenienti da persone che in qualche modo hanno fatto di sè una diga, un vocabolario, una mappa del posto da cui provengono, ponendosi allo stesso tempo come "altro" e come protezione.
Nelle parole di Chandra una nazione profondamente cambiata e "costretta" dagli inglesi, la difficoltà di esprimersi con un linguaggio che non dia solo la comprensione del contenuto di un romanzo, ma che parli con i suoni, con la cultura nascosta tra le parole, con la Storia.
E poi Saviano e il suo racconto. Un ragazzo in camicia rossa, piccolo, su un palco, che legge di camorra e scandisce cognomi e dedica la lettura ai ragazzi della scorta assegnatagli. E che scrive bene, nonostante in questo "bellissimo paese" si dica che è sopravvalutato. (l'unico posto al mondo in cui si invidia la popolarità di una persona anche quando questa è conquistata con il rischio della vita).
Il racconto si trova sul web.

giovedì, giugno 21, 2007

Iron Maiden & Motorhead - Roma, Stadio Olimpico

Ieri sera io e il gonzorte siamo andati a sentire un po' di musica dei nostri tempi, quelli per capirsi in cui H&M non era una catena di negozi per la quale Madonna fa la stilista, ma un giornaletto che compravamo tanti anni fa, quando ascoltare certa musica significava essere metallari. Personalmente ieri mi ha fatto tenerezza vedere tanti braccialetti borchiati portati sullo stesso braccio della fede, gli anni passano e se l'età media qui era alta, mi chiedo come sarà tra un mesetto al concerto dei Rolling Stones.
Oltre ai succitati gruppi c'erano anche i Sadist, i Machinhead e qualcun altro, ma essendo arrivati alle 19.30...abbiamo visto solo i Motorhead e gli Iron.
Lemmydeimotorhead (si scrive tuttoattaccato) tiene ancora, nonostante il capello molto rado, il suo gruppo scalda di parecchio l'ambiente, già molto provato dai 35 gradi fissi con un 90% di umidità che ieri c'erano a Roma. Quando ha annunciato che avrebbero suonato una canzone del 1983 l'unica cosa che ho pensato è stata "Speriamo che non me la ricordi"....
Nel frattempo l'Olimpico si riempie, nemmeno sul prato avanza molto spazio e io mando una serie di sms ad amici di vecchia data che cominciano tutti con ROSICA!
Alle 21.40 si accendono le luci ed arrivano loro.
Ho temuto e ammetto la mia mancanza di fede, ma al primo acuto di Different World Bruce non ci è arrivato...ho pensato NOOOOO!, ma fortunatamente mi sbagliavo, giusto il tempo di scaldarsi e la sua immane potenza vocale ha cominciato a farsi sentire, (tra l'altro sono sempre più convinta che sia bellissimo con i capelli corti, molto di più di quando li aveva lunghi e cantava Tattoed Millionaire).
A Nicko non passa un anno, dal punto di vista delle percussioni, ma assomiglia sempre più al fratello brutto di Frankenstein, Steve ha sicuramente fatto un patto con il diavolo e rischia più volte di tirarsi il suo basso in testa, Janick e Dave sono come me li ricordavo. Questa la scaletta del concerto:
Different World
These Colours Don't Run
Brighter Than a Thousand Suns
Wrathchild
The Trooper
Children of the Damned
The Reincarnation of Benjamin Breeg
For the Greater Good of God
The Number of the Beast
Fear of the Dark
Run to the Hills
Iron Maiden
- Encore -
2 Minutes to Midnight
The Evil that Men Do
Hallowed be thy Name
Al quartetto prima della pausa mi sono anche un po' commossa e fino all'ultimo ho sperato che avrebbero suonato anche Wasted years (in assoluto la mia preferita), mi sarei accontentata anche di Alexander the great o Somewhere in time, ma niente da fare....
Anche in questo caso, quando Bruce ha annunciato che non suonava Children of the damned dal vivo da 25 anni, ho realizzato che io avevo la cassetta di 666 e stavolta non avevo nemmeno la minima speranza di non ricordare perfettamente di cosa stava parlando.
Insomma un'ora e quaranta di musica, potentissima e trascinante, ovviamente se vi piace il genere, buona l'acustica e fantastici alcuni individui visti al concerto, decisamente una buona serata.

lunedì, giugno 18, 2007

I Fantastici 4 e Silver Surfer

Pensavate mica che ci saremmo persi questa chicca vero? Eccoci qua a recensire un altro masterpiece tratto dall'immane collezione di supereroi Marvel, dico solo che siamo andati in cinque a vederlo e la somma totale dei nostri anni era 100.
Il primo film sui fantastici 4 mi ha fatto francamente un po' schifo, quindi se non era per i bambini, magari questo lo avrei saltato... e sarebbe stato un grandissimo errore.

Finalmente i Fantastici 4 in grande spolvero, mi è sembrato di tornare a leggerli come ai vecchi tempi, (ci mancava che pure questi si prendessero troppo sul serio come l'ultimo Uomo Ragno)... peccato solo per il poco tempo destinato al Dottor Destino, insomma anche questo è parecchio cattivo e alla fine uccide solo uno che ha rotto per tutto il tempo con buona pace e soddisfazione di tutti gli spettatori.
Parole di affetto vanno sicuramente al surfista d'argento, amato dal gonzorte e venerato da Satriani (che amo) il quale non solo gli ha dedicato il suo album più bello - Surfing with the alien - ma anche una delle canzoni d'amore più riuscite, Back to Shalla-Bal.
Ma non divaghiamo: in questo episodio i nostri eroi scoprono di non essere soli nell'universo e non solo, rischiano di accorgersene troppo tardi, facciamo la conoscenza con l'araldo di Galactus, o il divoratore di mondi, che su pellicola rende sicuramente meglio che su carta, dove sembra uno dei cattivi dei Power Ranger, veramente poco credibile. Carino il cameo di Stan Lee.
Se vi va di passare un po' di tempo a vedere scene spettacolari e alcune divertenti schermaglie verbali o se siete dei nostalgici dei fumetti della Corno, vi consiglio questo film, altrimenti peggio per voi, perchè dato il successo continueranno ad uscire pellicole sui supereroi, ovviamente con mia somma soddisfazione...

sabato, giugno 16, 2007

Truman Capote "Colazione da Tiffany" Garzanti Elefanti 9.00€

Libro che ha portato al successo urbi et orbi non solo lo scrittore di "A sangue freddo", ma anche Audrey Hepburn, che vinse anche il David di Donatello per la sua interpretazione; tranne il fatto che finisce in modo diverso dal romanzo non so dirvi altro, perchè il film non l'ho visto.
Il libro invece è delizioso, scorrevole anche se la storia non è proprio lineare, la lunatica Holly Golightly, mancata attrice, mancata donna adulta, mancata moglie di un veterinario di campagna e di un multimiliardario hollywoodiano, oltre che perennemente in transito, come affermano i suoi bigliettini da visita, vive in un appartamento a New York e il suo vicino è un altro "mancato" stavolta scrittore, mancato compagno e innamorato disincantato.
La New York del pieno boom economico del dopo guerra, dove cominciano a notarsi le discrepanze che renderanno famosa un certo tipo di america e dove anche "avere le paturnie" è decisamente un segno di stile, anzi di grande stile.
Un libro che si legge in punta di dita per non sgualcirlo e che ti lascia in bocca il sapore dei biscotti con il burro e di un té preso alle cinque con una serie di personaggi improbabili, che potrebbero essere dei vecchi nonni e dei capi mafia, degli sceneggiatori come dei produttori. Una finestra su un mondo che non c'è più, ma che per un breve momento era il centro dell'universo.

mercoledì, giugno 13, 2007

TORNEO TRA I DUE EMISFERI DEL CERVELLO
Da poco si è scoperto che cosa creava l'effetto déjà vu nel nostro processo percettivo, non ve lo spiego nei dettagli, ma praticamente si trattava di un problema di dissonanza cognitiva.
Se invece vi volete divertire andate qui senza perdere tempo a cercare il mio nome tra i migliori risultati, ovviamente. Un grazie a Paola per la segnalazione, vado matta per queste cose.

martedì, giugno 12, 2007

Le Ore - Michael Cunningham - Bompiani, 7 euro - Traduzione di Ivan Cotroneo

Questo libro è bellissimo.
E con questo potrei anche chiudere la mia recensione.
Ma non basterebbe.
Non basterebbe perchè è un'opera snella, ma dal peso specifico di un grande romanzo.
Uno di quei tesori da leggere a letto, la mattina presto e da assaporare insieme alla colazione.
Perchè è sconvolgente come un uomo scriva così bene di donne, tanto da rispecchiarcisi, tanto da sentire che per una volta qualcuno ci è arrivato, in fondo.
E la struttura è particolare e molto raffinata.
La socia direbbe che indulge nella tristezza e sicuramente è cosi', ma...ne vale assolutamente la pena.

lunedì, giugno 11, 2007

E prima della benedizione finale, alcuni avvisi.

1) Per i romani o turisti o simpatizzanti: Massenzio continua.
2) Dopodomani. Ore 22. Coetus Pub. Via dei Volsci 126b. Please don't go.
Gonze presenti con amici, nemici, non classificabili e familiari.
3) I casi della letteratura...nella intervista doppia agli amici Sognatori la socia GB mi ha definito con la frase, (che non ricordava dove fosse collocata) "Ogni storia è una storia d'amore".
Ieri inizio un romanzo da tempo desiderato e finalmente tra le mie mani, e aprendolo leggo: "All stories are love stories". La GB non ha mai letto il suddetto romanzo.
(lo so, stica**i, ma a me queste cose commuovono anche un po')

domenica, giugno 10, 2007

Andrea Camilleri "Le inchieste del commissario Collura" Sellerio 8.00€

Torna Camilleri ma non con Montalbano (anche se in realtà il nuovo libro con il mio prediletto -La luna di carta- è già sul mio comodino) e ci introduce ad un Commissario che lavora su una nave da crociera.

Una serie di situazioni generate da una commedia degli equivoci in cui la domanda finale del capitolo è sempre se tutto questo sia vero o finzione e che vedono protagonista il suddetto Cecè, aiutato da un vice improbabile e alle prese con casi inquietanti.

Un Camilleri tornato ai fasti che gli competono, frasi veloci, storie scorrevoli, capacità di rendere chiaramente l'idea utilizzando il minor numero di parole possibile, insomma un autore in grosso spolvero se vi ricordate le due recenti ciofeche partorite nel corso degli ultimi mesi.

Recensione breve per libro corto e carino, buona lettura.

giovedì, giugno 07, 2007

Whitestripes - Roma, Palatendastrisce

E per la serie "le gonzoinviate", eccovi il resoconto dell'esaltante concerto del duo Jack-Meg, presunti fratelli divorziati. Gente di tutte le età (di fianco a me c'erano padre e madre che avevano portato le due figlie undicenni), Armandino, Faster e Oreste di Radio Rock, Lorenzo e Andrea di Radio Radicale e Asia Argento con degli improponibili stivaletti verde acido (della serie se il brutto faceva male...).
Il concerto comincia alle 22.00 puntuali e fino alle 23.00 il duo galattico infila una serie di canzoni con un ritmo impressionante, rovinate soltanto dalla pessima acustica, non al livello del palaghiaccio di Marino, ma quasi. Scenografia essenziale, loro due su sfondo rosso.
La gente si scalda, balla e poga, l'uso del distorsore raggiunge, in alcuni casi, il limite di guardia. Tre o quattro canzoni sono tratte dal nuovo album, che IMHO sembra più simile a Elephant (il mio preferito) che a Get behind me Satan (solo sentibile). Dopo cinque minuti di pausa riprendono in grande stile e la seconda parte supera anche la prima, anche se non in durata. Ddopo esattamente 1 ora e 1/2 di concerto salutano e se ne vanno, Jack ringrazia a nome suo e della "sorella" per aver comprato i loro dischi; non riescono a terminare con il tormentone di seven nation army, perchè devono far accordare la chitarra, ma l'energia che sprigionano resta a lungo.
Credo che Dio suoni la chitarra come Jack White, e chiaramente Dio è Bellamy, ma senza applicare la proprietà transitiva al sillogismo.
Gran bel concerto, ieri ero in dubbio fino all'ultimo, (insomma c'era Italia-Lituania...) ma poi sono stata contenta di esserci stata e a giudicare dalle facce della gente e da quello che dicevano all'uscita, ero in buona compagnia. Peccato però siano passati anni (199# Depeche Mode - Violator Tour) da che non vado ad un concerto che superi l'ora e mezzo.

mercoledì, giugno 06, 2007

Thar Ben Jelloun "Jenin - un campo palestinese" Bompiani 5.50€

Ci sono dei libri che non si dovrebbero leggere, a meno di non rischiare di perdere serenità o, meglio la capacità di sbattersene e di rimanere superficiali per sopravvivere a questo mondo.
Questo è uno di questi libri, l'altro, se ve lo ricordate, era Gomorra.
70 pagine scritte con il sangue, con quello dei palestinesi per essere precisi, per coloro che vivono nei campi profughi e magari sono stati talmente "fortunati" che non erano quelli di Sabra o Chatila e non era il 1982, anche se.... anche se Israele non ha permesso che l'O.N.U. investigasse su "presunte" violazioni e violenze ai danni della popolazione di Jenin nel 2002.
Come si dice, passano gli anni (20 per la precisione) ma certe cose restano le stesse.
Nomi, persone che non torneranno più, case che non esistono e città ridotte in macerie, se volete avere un'idea di che cosa significhi veramente una guerra e di quanto devastante sia il suo impatto, leggetevi questo libro, non mi ringrazierete, ma magari avrete le idee più chiare.

lunedì, giugno 04, 2007

ROAR CLUB - Palmiano (le gonzoinviate #3)

Capita che il tuo amico di sempre ti proponga un'uscita a 4 in fuoristrada e capita di accettare, perchè se sei sopravvissuta al suo periodo di motociclista - ti va di provare un'accelerazione da formula 1 - ritieni non possa essere più così pericoloso, in fondo siete grandi, sposati e con prole...
E capita che ti sbagli e quella che è un'uscita dentro una macchina, diventino le tre ore più spaventose della tua vita e ti rendi conto che non sei più il ghepardo di una volta, anzi che probabilmente non lo sei mai stata, o quanto meno che la tua morte ideale assomiglia più a schizzare da una moto in corsa che rotolare in un burrone legata con le cinture di sicurezza.
Questa uscita di fuoristrada estrema a Palmiano, partita quasi alla stregua di una scampagnata enogastronomica tra amici, mi ha comunque permesso un breve excursus nel mondo dei fuoristradisti, gente estremamente preparata, non c'è che dire e ora ho capito che se mai mi impantanassi nel cortile avrei solo bisogno di un verricello, o al massimo, di una strop e un cingolato vicino, che mi tiri fuori dai guai. Per il resto non mi sembrava parlassero nemmeno la mia lingua, pezzi di motore cambiati al volo, tubi che si staccano, gente che parte con le bombe perchè il motorino di avviamento è andato, balestre e semiassi gestiti come amici di sempre....
Macchine modificatissime, magliette con scritto "sottosopra" o "no limits" e situazioni che mi hanno fatto ripetutamente pensare che, anche stavolta, non mi ero veramente resa conto di quello che mi aspettava, ma se così non fosse, probabilmente non mi sarei nemmeno sposata....
Atmosfera divertente e rilassata, persone mischiate come non capita da tempo, dialetti marchigiani che mi sembrava di ascoltare mia nonna e olive ascolane come se piovesse, e fino qui, tutto bene, anzi meglio.
Poi la domenica mattina la tua amichetta di fa vedere il road book e i primi segni di inquietudine si fanno strada e cominci, anche se involontariamente, a porre più attenzione del dovuto alle chiacchiere di quelli che l'hanno fatto l'anno scorso, e la pelle d'oca rimane in pianta stabile.

Insomma, per la serie le gonzoinviate, l'uscita in fuoristrada va fatta almeno una volta nella vita, fosse solo per capire che una volta è sufficiente, e magari voi vi divertite più di me, perchè non è che ci voglia poi tanto. Le persone sono simpatiche e molte di loro viaggiano da sole, quindi c'è sempre bisogno di un buon navigatore che mantenga la calma e dica qualcosa tipo "hai due ruote staccate da terra", "tieni la sinistra che c'è il burrone" o allegre amenità di questo genere.

sabato, giugno 02, 2007


Lauren Weisberg - THE DEVIL WEARS PRADA -


Recensore esterno Mr Loris Fra****ti, aka Frank O’Leitrim

Da dove iniziare? E’ la prima volta che recensisco un libro per questo prestigioso Blog e le due care amiche.
Ecco, iniziamo con il dire che il libro non mi e’ piaciuto, che ho fatto fatica a finirlo, ma che l’ho finito lo stesso perche speravo in un miglioramento, in un colpo di scena, in una svolta, e invece niente. Ha avuto successo solo per una intelligente operazione di marketing o PR o per la curiosita’ di molte giovani di vedere il mondo dei giornali di moda dal di dentro? Anche perche’ ho poi leggendo capito che la protagonista è "wealthy", benestante e con un po’ di puzza sotto il naso, voglio dire, come primo lavoro assistente alla direttrice di un assai famoso fashion magazine non mi sembra cosi male, mentre lei non fa altro che criticare la capa, che sarà pure non educata e anaffetiva, ma sembra una che capisce molto bene il suo mestiere.

Forse la giovane non ha mai lavorato in un bar o ristorante (MacDonald o KFC o Starbuck) con qualcuno che le urla dietro nell’ore in cui si e’ veramente occupati?
Comunque la storia è: giovane Americana finisce il college, sogna di lavorare per il New Yorker, ma per fare esperienza riesce a prendere un posto di lavoro ambitissimo come assistente della direttrice di un giornale di moda. Un lavoro che molte ragazze sognerebbero di fare, se non che la capa è un po’ “rustica”. La nostra giovane eroina non sa niente di moda, e a quanto pare non le interessa nemmeno imparare, capire, si accontenta di criticare e compatire basandosi su stereotipi tipo colleghe magre, troppo magre, sempre ben vestite, fissate con l’apparire, e “oh my god come si fa a spendere 600 dollari per un paio di scarpe” etc.

Durante la settimana della moda di Parigi, sbotta e manda al diavolo (well literally “fuck off!”) la capa, prende il primo aereo e torna a casa, nel frattempo per colpa del lavoro, il ragazzo la lascia perchè lei non ha mai tempo per lui, non si accorge che l’amica è diventata una alcolista, si prende una breve sbandata per uno scrittore di talento incontrato ad un party esclusivo. E alla fine si ritrova con un guardaroba nuovo e gratis, pieno di costosissimi capi di designers famosi a livello mondiale. A chi non piacerebbero pantaloni camicie borse scarpe guanti? Lei rivende tutto e ci fa una bella sommetta che le permette di dedicarsi alla scrittura.
Il libro non mi è piaciuto perchè non ha umorismo, ironia, sarcasmo, manca qualcosa, è sempre basato su un tono di lamentela e pianto mentre noi dovremmo essere solidali con la protagonista e il suo sforzo di sopportazione di questo difficile anno di tirocinio per raggiungere piu alte aspirazioni? Beh se io fossi stato cosi scontento del mio lavoro avrei lasciato a pagina 30, senza tediare il lettore per altre 200 pagine!O e’ forse solo colpa mia se non mi e’ piaciuto?......e pensare che mi piace la moda, il fashion e sogno di lavorare per Vogue.

venerdì, giugno 01, 2007

Le Gonzoinviate part two - Letterature - Basilica di Massenzio.

Un diavolo di irlandese ironico, spiritoso e gentile , tutto frasi brevi e sarcasmo e un australiano cosmopolita, portatore sano di giacca improponibile, che scrive denso, forse retorico, ma che ha creato il silenzio, da vero carismatico e che solo per avere vissuto 30 vite delle mie sembra avere tutte le età possibili.
La conoscenza diretta e calorosa (che io mica sono la Socia, le timidezze le riservo a chi conosco) con Folco Terzani, persona dall'aura luminosissima.
Musica un po' pesante e non adatta alla situazione, ma originale.
E Roma, di notte. Con la commozione di due anglofoni ai quali non pare vero leggere in mezzo alla storia, a una luce magica e davanti a 4000 occhi incantati.