"Trovo la televisione molto educativa, ogni volta che qualcuno l'accende, vado nell'altra stanza a leggere un libro" Groucho Marx
mercoledì, novembre 30, 2005
martedì, novembre 29, 2005
A love song for Bobby Long - 2004
Avevo letto critiche superlative l'anno scorso, su questo film. Avevo letto complimenti roboanti su Travolta.
Avevo letto e non ero andata al cinema a vederlo. Pregiudizi su John Staying Alive, l'idea che fosse un drammone strappalacrime...che so.
Invece, adocchiato sullo scaffale della mia videoteca di fiducia e presentato come "niente affatto male" una domenica sera, mi sono decisa.
E mi è piaciuto. Non sottoscriverei le iperboli di alcuni critici, ma mi è piaciuto.
Ambientato in una New Orleans per nulla carnevalesca e molto disperata (ci si immagina Katrina in quelle casette, solo pochi mesi dopo) è equilibrato e non retorico e di certo non alla ricerca della commozione facile.
Parla di legami familiari e di progetti falliti, di speranza e letteratura.
E si', il Travolta recita benone. Insieme a Scarlett Johansson e Gabriel Macht.
Unica pecca, non avere sfruttato lo stuolo di personaggi "secondari" evidenziandoli maggiormente. Sarebbero stati un bello spettacolo.
lunedì, novembre 28, 2005
domenica, novembre 27, 2005
sabato, novembre 26, 2005
venerdì, novembre 25, 2005
Il fatto che sia io a scrivere di questi sei libri è, chiedo venia , come chiedere a una mamma se trovi carino il proprio figliolo.
Chi mi conosce sa bene quanto io sia disposta a parlare di ogni singolo particolare relativo a ciascun romanzo. Di come inizi ad emettere suoni gutturali al passaggio in tv dei trailers del film o, per esempio, al telefono due secondi fa con la socia gonzica che mi diceva essere in Galleria Colonna, proprio di fronte alla Nimbus 2000...
Dopo averli snobbati nella loro patria infatti ( e tipicamente bollati dal mio snobismo come fenomeno quasi isterico) per un caso strano e anche un po' poetico, ho iniziato a leggerli e non sono piu' riuscita a staccarmene.
La prima cosa che forse si puo' dire delle meravigliose creature della Rowling, è che piu' di una saga, termine che non mi piace molto per definirli, questi romanzi siano veri e propri "racconti di formazione", concepiti in una sola idea dalla scrittrice e poi parcellizzati secondo uno schema ben preciso per seguire con il loro andamento il protagonista a partire dagli undici anni fino ad arrivare ai diciotto (sigh sob il prossimo è l'ultimo!).
Dal momento in cui Harry, ospite sgradito degli zii (cattivi, ma ridicoli e caricaturalmente british) ignaro delle proprie origini, scopre di essere un mago, o meglio, di poter imparare a gestire i propri poteri, frequentando la scuola di magia e stregoneria ad Hogwarts.
Li' troverà due amici fondamentali, una prima famiglia allargata e i tasselli della propria storia con avventure a rischio della vita.
Come in tutti i romanzi fantasy anche Harry infatti, ha una nemesi, un nemico mortale che, passo dopo passo, scopre essere indissolubilmente legato al proprio destino: Voldemort (o "tu sai chi" secondo il linguaggio del mondo dei maghi, troppo impauriti anche solo per pronunciarne il nome).
Il tutto, e questa è la ricchezza piu' evidente della storia, immerso in un mondo parallelo al nostro, ma altrettanto coerente (e forse di piu'), riletto in una chiave magica che riveste ogni cosa, dalla banca gestita dai goblin ai mezzi di trasporto utilizzati dai maghi, dal Ministero della Magia al favoloso Quidditch, il corrispettivo del calcio, inventato dalla scrittrice con le regole e i particolari di un vero campionato.
Non del tutto adatto ai bambini per contenuti sempre piu' dark e a volte cruenti è invece perfetto dal punto di vista morale, (nonostante le reprimenda della Chiesa) per la distinzione netta tra Bene e Male, la celebrazione di comportamenti corretti e di valori assoluti come il coraggio, l'amicizia, la lealtà, tipici di altri grandi romanzi di genere (uno per tutti, la trilogia del Signore degli anelli).
Non mi vergogno a dire che leggendo i due piu' recenti capitoli potteriani, soprattutto l'ultimo nato (che uscirà in italiano solo il 6 gennaio) la gonza scrivente ha versato piu' di una lacrima.
Insomma, al di là di ogni pollice alzato, consiglio, a prescindere dai film che meriterebbero un discorso a parte, di immergervi nelle pagine tra bacchette, gufi, animagi, mangiamorte e pluffe. Possibilmente in inglese perchè la prosa della Rowling è semplice, coinvolgente, non artefatta e per l'assenza delle odiose figure (io i personaggi li immagino come voglio, capito?).
Harry potter e la Pietra Filosofale - HP e la Camera dei segreti - HP e il Prigioniero di Azkaban - HP e il Calice di Fuoco - HP e l'Ordine della Fenice - HP e il Principe Mezzosangue di J.K.Rowling sono editi da Bloomsbury in lingua originale e da Salani in italiano (tranne l'ultimo).
PS Anche la storia della scrittrice è un po' una favola, ha scritto il primo Harry Potter perchè licenziata e appena dopo essere stata lasciata sola con pargola dal primo marito. Oggi è piu' ricca della regina...
giovedì, novembre 24, 2005
Avere amici giornalisti musicali (e molto bravi) sicuramente aiuta.
Specie se stai aspettando religiosamente il tuo turno di ascetica visione del Film (niente pupi urlanti e niente babbani babbei, per intenderci) , mentre accarezzi con lo sguardo i sei volumotti che riposano beati nella tua libreria (si, lo sappiamo chi muore nel sesto).
Con un giorno di anticipo possiamo dunque prevedere la hit di Gonzolandia per l'inverno 2006.
Il singolo delle Weird Sisters (il cantante dei Pulp e i Franz Ferdinand), gruppo musicale del Ballo ad Hogwarts con... Do the Hippogriff, modellata sulla celeberrima Timewarp del Rocky Horror Picture Show e ballata da tutto il cast nel video, chiaramente a parte.
Le Gonze, estatiche, stanno già imparando i passi...poi non dite che non siamo avanti!
mercoledì, novembre 23, 2005
"Hai visto? E' uscito l'ultimo di Baricco"
"Si"
"Ha quattro copertine"
"Si, ma...sono quattro romanzi diversi o è sempre la solita merda?"
martedì, novembre 22, 2005
Da diversi anni è in corso in Val Susa una manovra di resistenza organizzata contro la linea ad alta velocità ferroviaria Torino-Lione (TAV).
Quello che fanno credere i media è che gli oppositori siano pochi e comunque motivati solamente dal fatto che "gli passa il treno sotto casa". Nella manifestazione di giugno c'erano 30000 persone (in tutta la Val Susa ci sono 50000 abitanti).
Non posso di certo smentire questa motivazione, ma in realtà i motivi veri (che vengono metodicamente nascosti dai media) sono ben altri:
1.La tratta Torino-Lione è completamente inutile: nella Val Susa esiste già una linea ferroviaria sottoutilizzata, in grado di reggere il traffico richiesto (considerando i tassi di crescita) almeno fino al 2050.
2.La linea in costruzione è esclusivamente merci, non si avrebbe alcun vantaggio in termini di tempo per la percorrenza da Torino a Lione. I treni passeggeri comunque continuerebbero a transitare nella linea storica con i tempi di percorrenza attuali.
3.Nel tratto montano (e quindi da Torino alla Francia), comunque non sarebbe una tratta ad alta velocità perché la conformazione del terreno montano non la rende possibile.
4.L'amianto sotto al Musinè c'è veramente (è già ampiamente dimostrato), e nei progetti non c'è il minimo accenno ad un piano di messa in sicurezza dell'amianto estratto (è previsto semplicemente uno stoccaggio in valle a cielo libero), che con i frequenti venti della Val Susa verrebbe distribuito e respirato in tutta la cintura ovest di Torino ed in Torino stessa. Le malattie causate dalla respirazione di anche solo 1 fibra di amianto vengono diagnosticate 15 anni dopo l'inalazione. Dal momento della diagnosi la mortalità è del 100%, ed il tempo di vita medio è di 9 mesi.
5.Il corridoio 5 (tratta Lisbona-Kiev) di cui questa tratta sarebbe parte fondamentale non esiste: da Trieste verso est l'opera è bloccata in tutti i suoi aspetti.
6.Finanziariamente è un disastro annunciato: perché vada in attivo, nella tratta dovrebbe passare un treno merci ogni 3 minuti,24 ore al giorno. Per questo motivo, al momento nessun privato si è impegnato finanziariamente, banche e fondazioni comprese. La tratta è costosissima, ed i soldi non ci sono: è notizia recente che nella finanziaria di questi giorni sono stati tagliati quasi tutti i fondi per le grandi opere. Gli unici soldi su cui si regge l'opera sono i finanziamenti europei.
7.Se dovessi elencare tutte le implicazioni legali del ministro Lunardi (mi spiace, ma non riesco proprio a dare dell'onorevole ad una persona del genere) questo documento diverrebbe troppo lungo. Dico solo che l'appalto per la costruzione del tunnel di 52Km (7,5 miliardi di euro) è stato vinto da una ditta francese che l'ha subappaltato alla francese RockSoil, di proprietà della moglie.
Forse ora è più chiaro e motivato perché nelle proteste dei ValSusini sono presenti sempre, in prima fila, tutti i sindaci e le istituzioni di tutti i paesi della Valle, indipendentemente dal partito politico di appartenenza.
Il CIPE, incaricato di distribuire i fondi italiani, ha già eliminato la tratta Torino-Lione dalle opere da finanziare dallo stato italiano (nonostante quanto riferito dai media). L'unico obiettivo di chi il TAV lo vuole fare è quello di agganciare la pioggia di finanziamenti europei per le grandi opere; per far questo, devono entro fine anno poter dire che i lavori sono iniziati.
La questione NoTAV non è una questione di sinistra o destra.
lunedì, novembre 21, 2005
Gli Schwartz - Matthew Sharp - Stile Libero Big Einaudi - 14,80 quid
Così come mi capita spessissimo, non sono stata io a cercare questo libro, ma lui a strillare "comprami!" da una delle mitiche colonnine Feltrinelli.
La foto stile immaginetta anni cinquanta prometteva benissimo , la quarta di copertina anche e devo dire che dopo Pastorale Americana, Le Correzioni e Diary, la sottoscritta aveva bisogno di una storia familiare ironica, anche demenziale.
"Gli Schwartz", almeno nella prima parte rispecchia perfettamente le aspettative.
Un ritratto di famiglia contemporanea ebraica secondo la visione di un adolescente, combattuto tra l'utilizzo di un'ironia sulfurea e troppo intelligente per essere "popular" e momenti di crudeltà e autolesionismo purissimi.
Una sfilata di personaggi assurdi, da Chris, il protagonista, geniale e assolutamente inopportuno, alla sorella in preda a una crisi mistica filocattolica, al padre(non vi dico nulla), il vicino di casa di colore e la madre quasi insensibile e carrierista, lontana anni luce dalle martiri del mammismo italico.
Non all'altezza sino alla fine, ma ottimo in alcune intuizioni, gli Schwartz è soprattutto un libro piacevolissimo da leggere tra metro e pausa caffè. Capitoli brevi e linguaggio fresco, ma non giovanilistico.
Tanto da perdonare una seconda parte non propriamente brillante.
domenica, novembre 20, 2005
sabato, novembre 19, 2005
Personalmente adoro i libri di cucina.
Amo leggere, ascoltare, condividere ricette di ogni genere, dal risotto alla milanese al curanto.
Anelo ad avere sotto l'albero il Cucchiaio d'argento e vi diro', nemmeno La Prova del Cuoco in tv mi lascia indifferente.
Chi pero' mi fa venire voglia di aprire all'istante una confezione di Quattro salti in Padella, di buttare il grembiule alle ortiche e abbonarmi alla tavola calda sotto casa è Vissani.
E non è per la sovraesposizione mediatica, per il fatto che viaggi da Unomattina a Porta a Porta (trasmissioni che avrebbero la vita di una libellula se le Gonze avessero il monopolio Auditel). Il problema è proprio lui.
Come un caro amico, degno figlio di chef, giustamente stigmatizzava infatti, il nostro omone tocca, pasticcia, avvicina al viso gli ingredienti, i piatti, contro ogni buona norma igienica. E che dire delle ricette presenti sul Venerdi di Repubblica? Piattini di nouvelle cuisine dalla genesi dubbia che pochi tenteranno di mandare in porto, sia per l'aspetto che per il mixing match allucinante (i miei amici si ciberebbero di un mio braccio dovessi presentare tre microparti di manzo e due goccioline di sciroppo d'acero spacciandole per arte culinaria).
A meno che i lettori del Venerdi non siano tutti aspiranti cuochi-fusion, in tal caso mi genufletto.
Come dice il mio fidanzato "non saremo mai introdotte nel mondo della cucina mainstream"...forse preferisco rimanere indie con il mio filetto alla Stroganoff.
venerdì, novembre 18, 2005
giovedì, novembre 17, 2005
mercoledì, novembre 16, 2005
martedì, novembre 15, 2005
lunedì, novembre 14, 2005
domenica, novembre 13, 2005
sabato, novembre 12, 2005
venerdì, novembre 11, 2005
Dopo averlo cercato in piu' di un cinema l'anno scorso, avere letto articoli molto positivi in merito e avere adorato Zach Braff nei panni del mitico dottor John Dorian in Scrubs, (ogni giovedi alle 21 su mtv, demenziale e divertentissimo) sono finalmente riuscita a trovare in videoteca il dvd di Garden State e godermelo dal divano.
Non un capolavoro, ma molto carino per essere un'opera prima, il film scorre liscio per poco meno di due ore, trasportando il protagonista, Andrew, dalla Los Angeles della sua apatia back in New Jersey (il garden state appunto) del passato.
E all'origine dei problemi.
Realizzato con un budget molto contenuto, speso in gran parte per reclutare Natalie Portman (la Matilda di Leon, Amidala in Star wars e oltre) e Ian Holm (Bilbo!!!), essenzialmente autobiografico, positivo e contornato di trovate geniali (la scena della camicia è su-pe-rio-re)
La mia vita a Garden State è un ottimo venerdi sera.
A chi ha questioni in sospeso o conti con il passato simili a quelli di Andrew forse spunterà anche una mezza lacrima.A tutti piu' di un sorriso.
Unico neo del fantastico Zach, che ha anche un blog, è che la sua opera seconda sarà il remake (no, non ce la faccio...è troppo triste) de L'ultimo Bacio di Gabriele Paraculo Muccino.
JD...non ce lo dovevi fare!!!!
giovedì, novembre 10, 2005
Playing the angel - Depeche Mode
mercoledì, novembre 09, 2005
martedì, novembre 08, 2005
Per la prima volta dall'apertura del blog Gonzo è davvero unico.
Le due metà catoniane riunite sotto lo stesso tetto come una bella mela renetta, come l'androgino platonico di aldo giovanni e giacomo, come Cochi e Renato...
Cosa mai avrebbero potuto partorite due cervelli malati, annaffiati dal Porto (Tawny) e pressati dalla necessità del post quotidiano gravato dall'eccezionalità della situazione?
Un cd di yodel altoatesino?L'ultimo sproloquio di Ferrara?
Ebbene. No.
Decidono , in un impeto purista, di recensire la loro attività fisica quotidiana....ehm...trisettimanale....vabbè, diciamo di un paio di volte a settimana e passa la paura: lo YOGA.
In cerca dell'illuminazione e soprattutto della levitazione, le Nostre, in momenti e luoghi diversi, si sono iscritte (credendosi infinitamente paracule) alle lezioni di yoga, nella speranza di diventare due muri di gomma o alle brutte dei bei personalini e, tra meditazioni e posizioni (cosa pensate, maliziosi...) asana, sono state, prima dolorosamente e poi piacevolmente colpite dalle infinite potenzialità di questa disciplina.
Lo yoga infatti, per quanto dinamico e FATICOSO, solo in ultima analisi può essere considerato uno sport, resta infatti e soprattutto una modalità di gestione della vita.
Superate le prime rigidità è in grado di stupire per quello che si riesce ad ottenere dal proprio corpo (gente di legno come noi riesce addirittura a toccarsi l'alluce dall'impiedi e già questo basterebbe a renderci felici). Se poi aggiungiamo la differenza apportata da una respirazione corretta e, in caso di meditazione, la tranquillità che ti infonde, ci sentiamo di consigliarvelo caldamente o almeno di prenderlo in considerazione.
Per la cronaca esistono diversi tipi di yoga, ma non preoccupatevi, sarà il vostro yoga a venire da voi! L'unico accorgimento è quello di non regalare soldi a chi non lo merità nè tantomeno, abbandonare tutto per un ashram pieno di pulci.
Yoga è stile di vita con una storia millenaria ed un fine superiore, non la trovata della palestra fighetta (quindi niente boxing yoga) nè i delirii di un qualche santone fai da te.
E allora...occhi aperti e gambe incrociate!
Namaste!
lunedì, novembre 07, 2005
domenica, novembre 06, 2005
A.C. Clarke - S. Baxter "L'occhio del tempo" Ed. Nord 18.50 €
sabato, novembre 05, 2005
Ogni cosa è illuminata (2002) - Molto forte, incredibilmente vicino (2005)
di Jonathan Safran Foer - Guanda.
Sono felicemente colpevole nell'avere "convertito" a Foer almeno una decina di persone e dato che la mia compagnuccia gonziana ha appena acquistato e divorerà presto i suoi libri ho pensato che, forse, avrei potuto scrivere qualcosa a riguardo.
Qualcosa che non sia, per l'ennesima volta, una sfilza di parole estatiche su quanta poesia un "ragazzino" di 23 anni abbia potuto mettere all'interno del suo primo romanzo.
O come sembri di leggere una storia raccontata da un ottantenne, incredibilmente saggio, a conoscenza di ogni piega del cuore umano.
Di come il secondo romanzo sia sicuramente piu' semplice, ma altrettanto tenero, struggente e composto in un libro nel quale parole, foto, immagini, tratti sono indispensabili le une alle altre (e...no, non lo potete scaricare! eh eh eh).
O ancora, di quanto ti faccia ridere e piangere senza patetismi, senza frasi facili, come raramente avviene.
Degli argomenti, un viaggio nella memoria verso un paese ebraico in Ucraina nel primo libro e una ricerca impossibile durante il post 11 settembre a New York, nel secondo.
Di come sia diventato scrittore per la prima volta proprio in Italia, perchè Guanda (bella casa editrice) ci ha visto lungo.
Dei milleeuno livelli del suo scrivere, come se non si avesse in mano un solo romanzo, ma due o tre.
Ma forse no, non vi diro' niente. Prendeteli e amateli.
I grandi scrittori (anche quando piccoli anagraficamente) esistono ancora.
venerdì, novembre 04, 2005
Lasciatemi fare una recensione di un oggetto di culto a cui ho fatto la corte per ben tre anni prima di potermelo permettere...l'I-pod da 20 gb.
giovedì, novembre 03, 2005
Romanzo Criminale - Stile Libero BIG Einaudi - 16,00 Iuro.
A proposito di complotti e trame ordite dall'alto.
E a proposito di Roma.
E degli anni settanta.
Del cuore nero di tanti.
Della lealtà inaspettata in una palude di calcoli, interessi, sangue.
E di mille domande.
Giancarlo De Cataldo, giudice in Corte d'Assise, sa bene di cosa sta parlando.
Sa e maschera (ma nemmeno tanto), un po' per la storia e un po' per ovvii motivi.
Un libro che si divora nelle prime 300 pagine, poi si siede, lascia vagare la mente per recuperare di nuovo un'andatura da corsa, quasi uno scivolo, un risucchio, nel finale.
Sorprendervi a simpatizzare per dei criminali assoluti, individuare il vostro beniamino in mezzo a degli assassini non sarà strano, credetemi.
Cosi' come chiudere il libro e iniziare a cercare nomi, fatti, collegamenti su internet per chi, come me, era ancora piccolo o nella memoria per chi invece li ha vissuti.
E diventare matti per saldare quante piu' tessere insieme in un puzzle enorme e inquietante.
Un libro ben scritto, ben presentato (l'elenco dei personaggi sulla seconda di copertina, come nei testi teatrali è IMPAGABILE, averlo avuto per Cent'anni di solitudine…) e che, davvero, ci voleva.
Resta da vedere il film. Ma anche no.
mercoledì, novembre 02, 2005
Vi è mai capitato di scoprire che c'e' qualcuno che ha avuto un'idea talmente buona che avreste dato qualsiasi cosa perchè fosse venuta in mente prima a voi?
A me, chiaramente, capita in continuazione sia per le cose utili che per quelle inutili, e parlando di quest' ultime, come non spendere una buona parola per il sito della "Chiesa del mostro degli spaghetti volanti", tutto chiaramente in inglese, con tanto di immagini e merchandise?