sabato, dicembre 29, 2007

Appuntamento al cinema
Come tutti il 26 dicembre io e il beneamato gonzorte siamo andati al cinema e ci siamo visti "Leoni per agnelli", trionfatore al festival di Roma e secondo me proprio un bel film. Un esempio di come non sia facile prendere una posizione, specialmente quando le nostre scelte hanno degli effetti che ci costringono a portarle fino in fondo.
La storia si svolge tutta in un giorno e abbiamo una giornalista che, da idealista che era, si trova a fare i conti con un network diretto dall'alto della politica, un professore che spinge uno dei suoi allievi a rendersi conto delle sue potenzialità e la storia dei sue due ex allievi, che hanno portato le loro decisioni fino all'estremo, il tutto in un'America che lascia soli i suoi soldati perchè non è più d'accordo sulla guerra di Bush....
Non è un film d'azione, solo dialoghi principalmente, ma insomma quando i tre attori principali sono la Streep, Redford (che è anche il regista) e Cruise, direi che ci si può stare.
Altro tipo di film, ma decisamente bello anche questo è l'ultimo Cronemberg con "La promessa dell'assassino". Tempo fa il gonzorte, amante di questo regista mi aveva portato a vedere Existenz, ecco da quel momento mi ero riservata di non accettare altri film dello stesso regista, la mia sopportazione allo schifo è decisamente limitata.
La storia è quella di una levatrice inglese di origine russa che assiste alla morte di una ragazza e cerca nel suo diario informazioni per riportare la bambina alla famiglia di origine, peccato però aver chiesto la traduzione alla persona sbagliata.
Un noir di quelli veri, come da tempo non se ne vedevano o almeno non li ho visti io, resta sempre il problema che con un film di Cronemebrg io mi ricordo perfettamente perchè non ho fatto medicina. Ottima prestazione di Naomi Watts e Vincent Cassel, che io trovo più bello di sua moglie, ma un discorso a parte merita Viggo Mortensen e la scena della sauna, chi ha orecchie per intendere intenda e gli altri in camper.
Insomma sotto l'albero due bei film che vi consiglio, per il resto del tempo dico solo che ho ricevuto circa 25 libri nuovi per Natale (finalmente), quindi a presto su questi schermi!

martedì, dicembre 25, 2007

sabato, dicembre 22, 2007

Di gialli e di neri
Come ultimo (forse) post prima di Natale, ne faccio uno cumulativo su due gialli letti ultimamente.
Il primo è "Il ritorno del poeta" di Connelly, uscito quasi da un anno, ma da me acquistato in edizione economica solo recentemente. Come si capisce dal titolo, torna il killer che rese famoso Connelly quasi dieci anni fa, e con lui il suo personaggio più famoso Harry Bosch, il detective, oramai ex, più sopra le righe di tutta la polizia di Los Angeles. Torna anche Terry McCaleb e sopratutto tornano Rachel e il poeta, ex profiler dell' FBI diventato poi rinomato serial killer. Bosch non perde il suo tocco e Connelly si legge sempre con piacere per il suo stile scorrevole, a ulteriore riprova del fatto che non servono sempre una serie di colpi di scena per rendere interessante e avvincente un giallo. Data la fine ci sono le premesse per un ritorno in grande stile nella polizia di Los Angeles del mio detective preferito, mi toccherà ricominciare a comprarlo in hardback per non dover aspettare.....
Il secondo è "Il libro dei morti" di Patricia Cornwell, anche qui un ritorno dei personaggi a cui siamo abituati: Kay, Marino, Benton e Lucy, spostati a Charleston per un po' di pace, ma evidentemente Kay è un po' come la signora in giallo, dove va porta sventura. Una sagra degli stereotipi la prima parte del libro ambientata a Roma con tanto di carabiniere super piacione. Finalmente qualcosa si muove in quella palude di sentimenti che contraddistingue la situazione del triangolo Marino-Kay-Benton e intanto il solito serial killer sparge morti pressocchè ovunque. Non male, ma io sono particolarmente di parte per qualnto riguarda la Scarpetta, un po' come con Bosch, sembra sempre di ricevere aggiornamenti su vecchi amici che non sentivi da tanto. Se vi piace il genere......

giovedì, dicembre 20, 2007

Traduzioni insulse, la vendetta.

Qualche mese fa avevo recensito qui un libro non eccelso, ma interessante, precisando che non avevo ancora idea se fosse stato tradotto o meno.
Sono "lietissima" di annunciare che Einaudi continua la scia di sangue delle sue traduzioni, pubblicando Mother's Milk come "La famiglia Melrose".
E se il buongiorno si vede dal mattino...per fortuna che all'epoca avevano Pavese a tradurre Melville.

mercoledì, dicembre 19, 2007

Eisner/Miller "Conversazione sul fumetto" Kappa edizioni 19.00€

E così, nemmeno stavolta sono venuta meno alla mia proposizione di non comprare più fumetti, prima di tutto perchè questo libro ha solo un disegno ogni tanto (ogni tanto spesso, ma ogni tanto...) e poi perchè il libro l'ho preso in prestito alla mia mitica biblioteca Basaglia (quale nome migliore?).
Come si capisce già dal titolo, questo più che un saggio è una conversazione a due tra autori che hanno fatto la storia del fumetto e soprattutto hanno conosciuto, cooperato e lavorato con altri mostri sacri delle tavole, uno su tutti Kirby.
Eisner mi era meno conosciuto, almeno così pensavo, fino a che non ho capito che era l'autore di Spirit e un sacco di suoi disegni mi sono tornati in mente.
Per Miller dico solo: 300, Dark Knight e Sin City, probabilmente avrete visto i film oltre che avere letto i fumetti.
Non ci sono capitoli ma argomenti per suddividere questo libro, per esempio le chine e i colori, i formati, gli editor e il futuro. Putroppo Eisner è morto prima della pubblicazione dell'ultima revisione di questa "conversazione", ma sicuramente la sua legacy appartiene a tutti gli autori di ultima generazione a cominciare da McFarlane, IMHO.
Attraverso questi dialoghi arriviamo non solo a capire meglio i disegni e l'organizzazione che gli autori stessi danno alle tavole, ma ci sembra quasi di parlare e conoscere queste persone che secondo me, per alcuni versi, non solo hanno cambiato la concezione del fumetto, ma hanno avuto ripercussione anche sugli storyboard delle sceneggiature e sulle sceneggiature stesse, nel perenne scambio di vedute tra fumetti e film.
Non è un libro solo per aficionados, anzi secondo me servirebbe a capire meglio anche un'epoca, ma sicuramente chi conosce i fumetti può comprenderlo appieno, gli altri potrebbero usarlo come strada per arrivare ad alcuni capolavori disegnati.
Io ve lo consiglio comunque, unico lato negativo è che la casa editrice l'ha fatto uscire con le pagine ancora attaccate in alto, ma come si fa?
Tutto sommato costa anche parecchio...

martedì, dicembre 18, 2007

Ve la ricordate la ballerina?
Quella che a seconda del verso vi rendeva pragmatici o sognatori?
Si è rivelata un'ennesima bufala, qui per tutte le spiegazioni del caso.
Se poi da queste parti passa qualcuno che volesse farmi un regalo [io sono la gonza bassa] e non ha proprio idee, la maglietta "Ode alla serotonina" si trova qui e può essere una perfetta scelta alternativa ad uno (o più) libri della lista che trovate nella colonna DESIDERATA in bassso a destra.
Lo sò questo è un post assolutamente autoreferenziale, ma almeno non vi ho appallato con la storia della scoperta della mia sessualità e i miei anni di terapia personale a seguito di una marea di storie finite a schifio, in fondo è quasi natale e mi sento decisamente più buona, non trovate?

domenica, dicembre 16, 2007

Divertissement: METODO CARSON – STEVENSON
Vi state annoiando in ufficio?
Abbattete la noia in modo intelligente e costruttivo accettando una di queste sfide.
*SFIDE DA 1 PUNTO*
1) Fai un giro dell'ufficio di corsa alla massima velocità.
2) Ignora le prime cinque persone che ti dicono buongiorno.
3) Porta la tua tastiera da un collega e chiedi 'Vuoi fare cambio?'
4) Per un'ora, rivolgiti a chiunque ti parli come se si chiamasse Ugo.

*SFIDE DA 3 PUNTI*
1) Lascia la cerniera dei pantaloni aperta finche' qualcuno te lo fa notare e digli 'Mi spiace, la preferisco cosi''.
2) Cammina lateralmente fino alla fotocopiatrice.
3) Di' al tuo capo 'Mi piace il tuo stile' e sparagli con le dita a pistola.

*SFIDE DA 5 PUNTI*
1) Inginocchiati di fronte alla macchinetta del caffe' e bevi a canna.
2) Alla fine di un incontro di lavoro, suggerisci che sarebbe bello, per una volta, concludere cantando l'inno nazionale (3 punti extra se davvero inizi a cantare).
3) Ripetere la seguente conversazione per 10 volte con la stessa persona: 'L'hai sentito? Cosa? Non importa, e' sparito adesso'.
4) Entra nell'ufficio di qualcuno che non conosci e, mentre ti guardano con crescente irritazione, accendi e spegni la luce per 10 volte.

Dopo i consigli per l'ufficio ... ecco quelli per il Supermercato ..
1) Recupera 24 scatole di preservativi e mettili a caso nei carrelli degli altri clienti mentre non guardano.
2) Programma tutte le sveglie del reparto casa in modo che suonino a intervalli di 5 minuti.
3) Lascia una striscia di succo di pomodoro per terra in direzione del bagno.
4) Avvicinati a un impiegato e digli con tono serio: 'codice 3 nel reparto casa'. E osserva la sua reazione.
5) Quando ti si avvicina una dipendente e ti chiede se ti puo' aiutare, inizia a piangere e chiedile 'Perche' non mi lasciate in pace?'.
6) Fissa la telecamera per la sicurezza e usala come specchio mentre peschi nel tuo naso.
7) Mentre guardi i coltelli da macelleria, chiedi alla dipendente se sa dove sono gli antidepressivi.
8)Vai in giro per il supermercato con aria sospettosa mentre fischietti la musica di Mission Impossible.
9) Nasconditi dietro i vestiti e quando la gente si avvicina per dare un'occhiata, di' a voce bassa 'prendimi, prendimi'.
10) Quando annunciano qualcosa al megafono, aggomitolati in posizione fetale e grida 'ancora quelle voci!! '.
11) Entra in un camerino e grida a voce alta: 'Hey! Non c'e' carta!!!!'
A questo punto, qual'è il vostro punteggio?

mercoledì, dicembre 12, 2007

La torre nera: La nascita del pistolero di Stephen King
Dark Tower: The Gunslinger Born, 2007,
Traduzione Pier Paolo Ronchetti,
Sperling & Kupfer Editori, euro 16,50
Inauguriamo un altro filone di recensioni e cioè quelle dei fumetti con una delle opere migliori che mi sia capitata per le mani ultimamente. La verità è che io mi sto disintossicando dai fumetti ormai da anni, per essere precisi sono quasi otto anni, perchè per il millennio ho chiuso tutte le mie collezioni, me le sono vendute e ci sono andata a Disneyworld, mi sembrava molto catartico.
Da quel momento faccio molta attenzione a non ricaderci, ma mi sono detta che stavolta in realtà non cominciavo una nuova serie, ma rileggevo una parte di una delle storie più belle del mondo attraverso dei disegni, e che disegni aggiungerei.
La storia di Roland di Gilead è lunga, complessa e se ve la volete leggere la trovate qui. Ho impiegato 22 anni a metterci un punto e non ho intenzione di riaprirla, anche questo è un modo di tenersi fuori da certi tipi di dipendenze.
Le tavole sono bellissime e IMHO rendono molto bene quella cupezza che pervade tutti e sette i capitoli della saga. Tra l'altro giusto per farvelo notare, anche Hary Potter è durato sette libri...
I primi anni dell'eroe del medio-mondo prendono un ordine cronologico, mentre nella saga tutto questo viene narrato nel quarto libro della serie, "La sfera del buio".
A prescindere dal fatto che poi voi la leggiate o meno questo racconto a fumetti è a se stante e non è necessario essere a conoscenza di altre parti della saga o dei libri per godersela così com'è.
Mi auguro anche io che non comincino ad utilizzare tutti i romanzi di King per farne dei fumetti, mi toccherebbe ricominciare a leggerli e cambiare il modo in cui mi ero immaginata i personaggi, un po' come purtroppo stanno facendo per Anita Blake.

martedì, dicembre 11, 2007

NATALE

Dialogo a due voci

Martedì 11 dicembre ore 18.00 presso la Biblioteca Basaglia

Via F. Borromeo 67 00168 Roma
tel/fax 06/61661863, tel 0645439330
c.coccia@bibliotechediroma.it


Intervengono

Cardinale Achille Silvestrini

Prefetto emerito della Congregazione per le Chiese orientali

Erri De Luca
Scrittore

Ingresso libero

domenica, dicembre 09, 2007

Liber Libri - Fiera della piccola e media editoria - Roma
Come potevo mancare? e infatti non sono mancata.
Finalmente dopo due anni di matrimoni per l'otto dicembre sono riuscita a tornare a quella che ogni anno mi sembra la giusta situazione prima di natale. Sì perchè a Natale si regalano libri, o almeno si dovrebbero regalare libri, esiste forse una cosa più utile in questo regno del superfluo? No.
Gli stand sono sempre di più e mi risulta strano considerare case editrici come Voland o e/o o Fazi come piccole, ma meglio per me che ce le ho trovate.
Spendo tra l'altro due buonissime parole per la Voland dove mi sono recata in pellegrinaggio e ho chiesto il poster di Amelie Nothomb autografato [ora in mio possesso!!!] e mi sono fermata a fare due chiacchiere con una delle ragazze presenti allo stand. Alla fine, nonostante la mia ammissione che non avrei comprato il libro in uscita a febbraio perchè l'avevo già letto in francese, mi ha anche regalato un altro libro; ora io non so come si chiama la ragazza ma vorrei pubblicamente ringraziarla per il bene che sparge per il mondo, specialmente quello che ha sparso su di me, grazie!
Ma la mia giornata di gloria non è finita qui, sì perchè stavolta ho avuto il coraggio di parlare con uno dei miei autori preferiti: Fabio Geda. Ho girato intorno al suo stand per una ventina di minuti prima di trovare il coraggio, ma devo ammettere che ne è valsa la pena. A parte il fatto che è stato non solo gentilissimo, ma pure simpatico, abbiamo chiacchierato per una ventina di minuti di libri, di Torino e degli scrittori in generale. Mi è rimasta una bella sensazione, come quella che mi ha lasciato il suo libro [già pluriregalato e pluriconsigliato], oltre al fatto che abbiamo concordato come, attualmente, sembra che se non scrivi qualcosa di terribilmente triste o pesante non vieni preso sul serio. Oltre a questo ero in brodo di giuggiole perchè ha detto che continua a leggere questo blog e avrebbe comprato "L'eleganza del riccio" per quello che avevo scritto a riguardo. E so' soddisfazioni.
Veniamo alle note dolenti, nonostante i fondi neri ho speso di nuovo un putiferio, ma ora annovero i due saggi sulla paraletteratura di Evangelisti che mi mancavano, le vignette di Mr. Wiggle da regalare assieme ad altri due libri sempre della Instar i cui proventi vanno al Banco Alimentare, un libro di Medina Reyes che mi mancava, un paio di libri per il gonzore dettati dal senso di colpa e i racconti di Carroll.
Ci vediamo alla prossima fiera del libro, e accorrete numerosi!

venerdì, dicembre 07, 2007

Banana Yoshimoto "Il coperchio del mare" Feltrinelli 10.00 €

Alla fine dell’estate chi è stato l’ultimo a uscire dal mare?
L’ultimo è tornato a casa senza chiudere il coperchio del mare
E da allora per tutto questo tempo il mare è rimasto scoperchiato
I ciliegi, le dalie, le creste di gallo i girasoli, le margherite e i papaveri
Perché continuano a fiorire
Ancora e ancora
In questo mondo senza te?

Questo è l'incipit del nuovo libro di Banana, travolgente immersione nelle sue rarefatte atmosfere giapponesi; ormai per me i suoi libri hanno il peso specifico dell'anima, parafrasando il famoso film, 28 grammi di leggerezza.
Non vuole essere una critica, ma da tempo non distinguo un suo racconto dall'altro, solo Amrita, perchè non mi è affatto piaciuto, rimane in qualche modo più impresso nella mia memoria.
I suo racconti di donne alla ricerca della loro essenza mi sembrano situarsi tutti lungo un continuum e proprio per questo si mescolano e si mischiano perdendo la loro unicità, ma a me piace così.
Ogni sua nuova opera diventa un'altro pezzettino del mio non ricambiato amore per il Giappone e diventa un ulteriore piccolo stimolo per il VIAGGIO che un giorno farò e per la permanenza che mi piacerebbe fosse decisamente significativa.
La trama è molto semplice e ve la copio da Internet: Dopo aver terminato gli studi a Tokio, Mari decide di abbandonare la vita frenetica della capitale per tornare nel suo paese natale. Un posto in riva al mare circondato dai monti, una località un tempo popolata da turisti e ricca di attività commerciali. Ma al suo ritorno la ragazza scopre una realtà fatta di tristezza e di abbandono. Le fabbriche hanno inquinato il mare tanto da distruggerne la fauna e la flora, i pescatori e i ristoratori hanno perso la materia prima del loro lavoro e la malinconia avvolge inesorabilmente i pochi residenti che sono rimasti in paese. Nessun ragazzo tornerebbe in un posto così, destinato ad un lento declino, ma Mari ha un progetto: aprire un chiosco di granite. Le sue sono delle granite particolari, senza i gusti tradizionali ricavati dagli sciroppi industriali, ma preparate usando i frutti delicati del territorio. Mentre Mari è impegnata a mettere in piedi la sua nuova attività, sua madre decide di ospitare per la stagione estiva Hajime, la figlia di una sua amica d’infanzia, che dopo aver perso sua nonna, sta attraversando un momento molto difficile. È così che il mondo di Mari e quello di Hajime si incontrano. La prima, una ragazza forte e combattiva, decisa a contribuire al miglioramento del suo paese, la seconda, fragilissima, sfigurata sin dall’infanzia a causa di un incendio.
E' il mare il terzo personaggio del libro, una distesa che porta in sé la ricchezza dei pesci e dei coralli, ma anche il ricordo di un periodo di abbondanza ormai passato. Il mare che mette in moto il sangue e i pensieri di Mari e Hajime, alimentando le loro aspettative e sedando le loro piccole delusioni, donando alle due ragazze il sollievo necessario per ricominciare una nuova vita.
Che dire più di così? Non si riesce a rendere la leggerezza dell'ineffabile quindi un suggerimento venale è che ve lo facciate regalare per Natale, tutto sommato 10 pleuri non si negano a nessuno, oppure, se mi assomigliate e aspettare non è il vostro forte, accattetevillo.

mercoledì, dicembre 05, 2007

Sushi for beginners - M. Keyes - in prestito

Dato che il livello culturale di questo blog è davvero alto e il morale GA inversamente proporzionale, risolvo queste bieche questioni di equilibrio esterno-interno, recensendo il secondo libro da me letto della (ormai per me) necessaria e "leggera" Marian Keyes.
Sushi for beginners, lungi dall'essere una piccola crema perfetta come
Rachel' s Holiday, è il classico librotto da metropolitana.
Tipicamente "da femmine" e farcito di quella psicologia spicciola da amica e da divano che tanto ci piace (non parlavo di amica psicologa, GB!!!), traccia in un anno la storia di tre donne più qualcun'altra di contorno e di una rivista patinata.
Lisa, una workaholic incolta, ma furba e graziosa, convinta di esser promossa dalla sede di una casa editrice di Londra per raggiungere la New York dei suoi sogni in un simil-Vogue, si vede invece affidare l'incarico di direttrice di un nuovo femminile a …Dublino.
Piccata e inviperita, completamente ignara di cosa sia l'Irlanda, troverà una redazione sui generis (tra cui Ashling, una delle protagoniste), una richiesta di divorzio dal suo ex marito, vicini interessanti e…una rivista che prende forma sotto i suoi occhi, insieme a varie ed eventuali relazioni.
Con un occhio divertito sul mondo delle fashion victim e un altro sul boom economico irlandese (il romanzo è ambientato a qualche anno fa) si ride, ci si ritrova e si aspetta il lieto fine (che per alcuni non sarà cosi' lieto) senza grossi traumi per le capacità intellettive, ma con un bel sollievo per l'umore, grazie al peso specifico della storia.
Il motivo del titolo…non si scopre se non nelle ultime pagine.
Forse è consigliabile aspettare la stagione della crema solare, ma se volete far volare una domenica pomeriggio fredda e piovosa...

martedì, dicembre 04, 2007

Nella pancia della balena/astronave V

Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di S. CeciliaDirettore Antonio Pappano – 28 Novembre 2007 - Recensore esterno YARI
Programma:G. Rossini (Pesaro, 1792 – Parigi, 1868)
Guillaume Tell
Opera in 4 atti in forma di concerto
Ellie Dehn, Norah Amsellem Soprani
Laura Polverelli Mezzosoprano
J.Osborn, Vincent Ordonneau, Celso Abelo Tenori
Jérome Varnier Baritono
Michele Pertusi, Alex Esposito, Frédéric Caton, Darren Jeffrey, Davide Malvestio Bassi
Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di S. CeciliaDirettore del Coro Norbert Balatsch
Direttore Antonio Pappano

E qui ci voleva coraggio, perché già dal concerto precedente avevano cominciato a metterci sull’avviso ‘Gentili abbonati, per permettervi una più agevole visione dell’opera, della durata di 4h 4, abbiamo pensato di proporvi una degustazione di tramezzini Rossiniani’ ma va da via l’oboe...vabbè, però le 4h ore erano un dato di fatto. Così prima di andare là ho fatto training autogeno, ‘ce la faccio ce la faccio’, è ho preso anche un caffè alle 5 per sfruttarne l’effetto. Dopo lunghe code per lavori e blocco della città da parte dei simpatici, come una colica, taxi romani (ve possino), dopo Emily Dickynson (ma questa è una storia diversa) alla radio, sono arrivato, mi sono seduto, al mio posto, nella pancia della balena, ho aperto il libretto e sono rimasto a bocca aperta, come un manga giapponese quando ha appena ricevuto una martellata in testa, o una notizia bruttissima, con due cerotti incrociati al posto degli occhi, leggendo: Opera in 4 atti in francese con sovratitoli in italiano Nooohhhhhooooooo (detto con la voce dell’omino focaccina), mio dio.
Mentre pensavo questo è arrivato il buio in sala ed è parita l’overture arcinota, bhè che dire, io ho già scritto altrove che l’overture delle opere è come l’incipt di un libro, può fare davvero la differenza il modo in cui qualcuno ti prende da dove sei e ti porta in un posto ed in un tempo ‘altri’. Quello del Guglielmo Tell è un modo bellissimo di portarti via e loro l’hanno suonata meravigliosamente. Da lì in poi è diventato un esercizio di concentrazione e di goduria: Occhio sui sovratitoli in italiano per capire che diavolo succede, dopo di che lettura quasi braille (visto la scarsissima luce in sala) del libretto francese per seguire il canto e, infine, abbandono alla musica. La mia vicina ha cominciato a russare dopo la prima mezz’ora del primo atto ed ha pensato bene, anche per noi, di abbandonare alla fine dello stesso. Io alla fine del primo atto cominciavo a capire nuovamente il francese senza bisogno dei sovratitoli. Insomma, stavolta la faccio breve: Alla fine delle 4h, in un giorno lavorativo, io sono rimasto sveglio e piantato sulla mia poltrona e il finale dell’opera mi ha inchiavardato lì con un magone fortissimo. E dire che si raccontava della poco credibile ribellione dei cantoni svizzeri all’oppressore e di un amore detto in francese… ma quanto deve essere bella la musica e quanto prefetto il canto per permettere una cosa così? Quanta bravura ci vuole per farti appassionare alla rivolta messa in atto da un popolo meglio, per non dire quasi soltanto, noto per cioccolatini e banche? Tant’è, così è. Ancora una volta ci si è stupiti del Coro, che prende ovazioni alla pari dei più quotati interpreti solisti e dell’orchestra, come sempre, davvero sorprendentemente unitaria nelle orchestrazioni ricche di parti veloci e ritmate. Dei solisti ne sono usciti alla grandissima Vincent Ordonneau nel ruolo di Rodolfo, davvero una gran bella interpretazione riconosciuta dal pubblico, e più prevedibilmente, visti i ruoli: Michele Pertusi (Guglielmo), Jhon Osborn (Arnold Melchtal), Frédéric Caton (Melchtal) ed Ellie Dehn (Jemmy), ma sono stati tutti quanti su livelli davvero alti. Tornato a casa ho cucinato qualcosa e non ho neppure pensato di accendere la televisione, a cosa serve quella scatola stonata quando puoi raccontare ed ascoltare storie così?

lunedì, dicembre 03, 2007

Muriel Barbery "L'eleganza del riccio" ed. e/o 18.00 spesi bene

Come preannunciato ecco qui il post sul libro più bello che mi sia capitato tra le mani da anni, e vi assicuro che non sono pochi. Probabilmente me l'avete visto già scrivere parecchie volte, ma questo post annulla i precedenti.

L'eleganza del riccio o il mondo visto dalla guardiola di una portineria di un elegante condomino francese, che diventa specchio e finestra sulle debolezze umane, con due giudici d'eccezione: Paloma, dodicenne disincantata il cui QI fa sfigurare quello di chiunque altro e Renèe, la portinaia che cita Proust, affascinata dai film giapponesi e che riconosce alle prime note l'Enea e Didone di Purcell.

Un microcosmo che viene turbato dall'arrivo del Sig. Ozu, giapponese con tutti i crismi che riconosce e toglie le maschere ad entrambe, permettendo loro di essere, per la prima volta, veramente se stesse.

Un libro narrato a due voci, si alternano quella di Renèe e quella di Paloma, anche il carattere è diverso proprio per non farci cadere in errore per quanto sono simili le loro visioni del mondo che le circonda; stupende alcune frasi che emergono dalle riflessioni delle due donne: "...la gente crede di inseguire le stelle e finisce come un pesce rosso in una boccia".

Due personaggi che cercano a tutti costi di non allontanarsi dai loro clichè in modo da poter vivere in pace negli spazi che si ritagliano all'insaputa degli altri. Il dialogo tra Paloma e lo psichiatra della madre vale da solo tutti i soldi del libro.

"Chi semina desiderio raccoglie oppressione" afferma Renèe citando Marx, ma solo quando è convinta che il suo interlocutore non la possa capire, mentre le pagine del diario di Paloma ci fanno vedere il mondo attraverso gli occhi di una dodicenne aspirante suicida il cui distacco dalle cose del mondo sembra già pari a quello di un monaco tibetano, con diversa soluzione.

Cita Husserl la portinaia e guarda i film di Ozu, il grande cineasta, che conosce il concetto di “wabi”, che vuol dire “forma nascosta del bello, qualità di raffinatezza mascherata di rusticità”, mentre Paloma disserta sulle profondissime differenze d'impostazione e di scopi tra gli scacchi e il go.

Renée e Paloma riescono a spacciare letture colte, cinema di élite e teorie filosofiche, senza la minima pedanteria, probabilmente io mi sono accorta di un decimo delle citazioni, lasciando che il libro continui a scorrere senza incontrare nemmeno un ostacolo.

Spero di avervi convinto a comprarlo, al massimo fatevelo regalare per Natale, perchè ne vale proprio la pena. Se volete, fatevi anche un giro qui.