"Trovo la televisione molto educativa, ogni volta che qualcuno l'accende, vado nell'altra stanza a leggere un libro" Groucho Marx
sabato, dicembre 29, 2007
martedì, dicembre 25, 2007
sabato, dicembre 22, 2007
giovedì, dicembre 20, 2007
Qualche mese fa avevo recensito qui un libro non eccelso, ma interessante, precisando che non avevo ancora idea se fosse stato tradotto o meno.
Sono "lietissima" di annunciare che Einaudi continua la scia di sangue delle sue traduzioni, pubblicando Mother's Milk come "La famiglia Melrose".
E se il buongiorno si vede dal mattino...per fortuna che all'epoca avevano Pavese a tradurre Melville.
mercoledì, dicembre 19, 2007
martedì, dicembre 18, 2007
domenica, dicembre 16, 2007
*SFIDE DA 1 PUNTO*
*SFIDE DA 3 PUNTI*
*SFIDE DA 5 PUNTI*
Dopo i consigli per l'ufficio ... ecco quelli per il Supermercato ..
2) Programma tutte le sveglie del reparto casa in modo che suonino a intervalli di 5 minuti.
3) Lascia una striscia di succo di pomodoro per terra in direzione del bagno.
4) Avvicinati a un impiegato e digli con tono serio: 'codice 3 nel reparto casa'. E osserva la sua reazione.
5) Quando ti si avvicina una dipendente e ti chiede se ti puo' aiutare, inizia a piangere e chiedile 'Perche' non mi lasciate in pace?'.
6) Fissa la telecamera per la sicurezza e usala come specchio mentre peschi nel tuo naso.
7) Mentre guardi i coltelli da macelleria, chiedi alla dipendente se sa dove sono gli antidepressivi.
9) Nasconditi dietro i vestiti e quando la gente si avvicina per dare un'occhiata, di' a voce bassa 'prendimi, prendimi'.
10) Quando annunciano qualcosa al megafono, aggomitolati in posizione fetale e grida 'ancora quelle voci!! '.
11) Entra in un camerino e grida a voce alta: 'Hey! Non c'e' carta!!!!'
mercoledì, dicembre 12, 2007
Inauguriamo un altro filone di recensioni e cioè quelle dei fumetti con una delle opere migliori che mi sia capitata per le mani ultimamente. La verità è che io mi sto disintossicando dai fumetti ormai da anni, per essere precisi sono quasi otto anni, perchè per il millennio ho chiuso tutte le mie collezioni, me le sono vendute e ci sono andata a Disneyworld, mi sembrava molto catartico.
martedì, dicembre 11, 2007
Dialogo a due voci
Martedì 11 dicembre ore 18.00 presso la Biblioteca Basaglia
Prefetto emerito della Congregazione per le Chiese orientali
Erri De Luca
Scrittore
Ingresso libero
domenica, dicembre 09, 2007
venerdì, dicembre 07, 2007
Alla fine dell’estate chi è stato l’ultimo a uscire dal mare?
L’ultimo è tornato a casa senza chiudere il coperchio del mare
Questo è l'incipit del nuovo libro di Banana, travolgente immersione nelle sue rarefatte atmosfere giapponesi; ormai per me i suoi libri hanno il peso specifico dell'anima, parafrasando il famoso film, 28 grammi di leggerezza.
mercoledì, dicembre 05, 2007
Sushi for beginners, lungi dall'essere una piccola crema perfetta come
Tipicamente "da femmine" e farcito di quella psicologia spicciola da amica e da divano che tanto ci piace (non parlavo di amica psicologa, GB!!!), traccia in un anno la storia di tre donne più qualcun'altra di contorno e di una rivista patinata.
Lisa, una workaholic incolta, ma furba e graziosa, convinta di esser promossa dalla sede di una casa editrice di Londra per raggiungere la New York dei suoi sogni in un simil-Vogue, si vede invece affidare l'incarico di direttrice di un nuovo femminile a …Dublino.
Piccata e inviperita, completamente ignara di cosa sia l'Irlanda, troverà una redazione sui generis (tra cui Ashling, una delle protagoniste), una richiesta di divorzio dal suo ex marito, vicini interessanti e…una rivista che prende forma sotto i suoi occhi, insieme a varie ed eventuali relazioni.
Con un occhio divertito sul mondo delle fashion victim e un altro sul boom economico irlandese (il romanzo è ambientato a qualche anno fa) si ride, ci si ritrova e si aspetta il lieto fine (che per alcuni non sarà cosi' lieto) senza grossi traumi per le capacità intellettive, ma con un bel sollievo per l'umore, grazie al peso specifico della storia.
Il motivo del titolo…non si scopre se non nelle ultime pagine.
Forse è consigliabile aspettare la stagione della crema solare, ma se volete far volare una domenica pomeriggio fredda e piovosa...
martedì, dicembre 04, 2007
Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di S. CeciliaDirettore Antonio Pappano – 28 Novembre 2007 - Recensore esterno YARI
Programma:G. Rossini (Pesaro, 1792 – Parigi, 1868)
Guillaume Tell
Opera in 4 atti in forma di concerto
Ellie Dehn, Norah Amsellem Soprani
Laura Polverelli Mezzosoprano
J.Osborn, Vincent Ordonneau, Celso Abelo Tenori
Jérome Varnier Baritono
Michele Pertusi, Alex Esposito, Frédéric Caton, Darren Jeffrey, Davide Malvestio Bassi
Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di S. CeciliaDirettore del Coro Norbert Balatsch
Direttore Antonio Pappano
E qui ci voleva coraggio, perché già dal concerto precedente avevano cominciato a metterci sull’avviso ‘Gentili abbonati, per permettervi una più agevole visione dell’opera, della durata di 4h 4, abbiamo pensato di proporvi una degustazione di tramezzini Rossiniani’ ma va da via l’oboe...vabbè, però le 4h ore erano un dato di fatto. Così prima di andare là ho fatto training autogeno, ‘ce la faccio ce la faccio’, è ho preso anche un caffè alle 5 per sfruttarne l’effetto. Dopo lunghe code per lavori e blocco della città da parte dei simpatici, come una colica, taxi romani (ve possino), dopo Emily Dickynson (ma questa è una storia diversa) alla radio, sono arrivato, mi sono seduto, al mio posto, nella pancia della balena, ho aperto il libretto e sono rimasto a bocca aperta, come un manga giapponese quando ha appena ricevuto una martellata in testa, o una notizia bruttissima, con due cerotti incrociati al posto degli occhi, leggendo: Opera in 4 atti in francese con sovratitoli in italiano Nooohhhhhooooooo (detto con la voce dell’omino focaccina), mio dio.
Mentre pensavo questo è arrivato il buio in sala ed è parita l’overture arcinota, bhè che dire, io ho già scritto altrove che l’overture delle opere è come l’incipt di un libro, può fare davvero la differenza il modo in cui qualcuno ti prende da dove sei e ti porta in un posto ed in un tempo ‘altri’. Quello del Guglielmo Tell è un modo bellissimo di portarti via e loro l’hanno suonata meravigliosamente. Da lì in poi è diventato un esercizio di concentrazione e di goduria: Occhio sui sovratitoli in italiano per capire che diavolo succede, dopo di che lettura quasi braille (visto la scarsissima luce in sala) del libretto francese per seguire il canto e, infine, abbandono alla musica. La mia vicina ha cominciato a russare dopo la prima mezz’ora del primo atto ed ha pensato bene, anche per noi, di abbandonare alla fine dello stesso. Io alla fine del primo atto cominciavo a capire nuovamente il francese senza bisogno dei sovratitoli. Insomma, stavolta la faccio breve: Alla fine delle 4h, in un giorno lavorativo, io sono rimasto sveglio e piantato sulla mia poltrona e il finale dell’opera mi ha inchiavardato lì con un magone fortissimo. E dire che si raccontava della poco credibile ribellione dei cantoni svizzeri all’oppressore e di un amore detto in francese… ma quanto deve essere bella la musica e quanto prefetto il canto per permettere una cosa così? Quanta bravura ci vuole per farti appassionare alla rivolta messa in atto da un popolo meglio, per non dire quasi soltanto, noto per cioccolatini e banche? Tant’è, così è. Ancora una volta ci si è stupiti del Coro, che prende ovazioni alla pari dei più quotati interpreti solisti e dell’orchestra, come sempre, davvero sorprendentemente unitaria nelle orchestrazioni ricche di parti veloci e ritmate. Dei solisti ne sono usciti alla grandissima Vincent Ordonneau nel ruolo di Rodolfo, davvero una gran bella interpretazione riconosciuta dal pubblico, e più prevedibilmente, visti i ruoli: Michele Pertusi (Guglielmo), Jhon Osborn (Arnold Melchtal), Frédéric Caton (Melchtal) ed Ellie Dehn (Jemmy), ma sono stati tutti quanti su livelli davvero alti. Tornato a casa ho cucinato qualcosa e non ho neppure pensato di accendere la televisione, a cosa serve quella scatola stonata quando puoi raccontare ed ascoltare storie così?
lunedì, dicembre 03, 2007
Come preannunciato ecco qui il post sul libro più bello che mi sia capitato tra le mani da anni, e vi assicuro che non sono pochi. Probabilmente me l'avete visto già scrivere parecchie volte, ma questo post annulla i precedenti.
L'eleganza del riccio o il mondo visto dalla guardiola di una portineria di un elegante condomino francese, che diventa specchio e finestra sulle debolezze umane, con due giudici d'eccezione: Paloma, dodicenne disincantata il cui QI fa sfigurare quello di chiunque altro e Renèe, la portinaia che cita Proust, affascinata dai film giapponesi e che riconosce alle prime note l'Enea e Didone di Purcell.
Un microcosmo che viene turbato dall'arrivo del Sig. Ozu, giapponese con tutti i crismi che riconosce e toglie le maschere ad entrambe, permettendo loro di essere, per la prima volta, veramente se stesse.
Un libro narrato a due voci, si alternano quella di Renèe e quella di Paloma, anche il carattere è diverso proprio per non farci cadere in errore per quanto sono simili le loro visioni del mondo che le circonda; stupende alcune frasi che emergono dalle riflessioni delle due donne: "...la gente crede di inseguire le stelle e finisce come un pesce rosso in una boccia".
Due personaggi che cercano a tutti costi di non allontanarsi dai loro clichè in modo da poter vivere in pace negli spazi che si ritagliano all'insaputa degli altri. Il dialogo tra Paloma e lo psichiatra della madre vale da solo tutti i soldi del libro.
"Chi semina desiderio raccoglie oppressione" afferma Renèe citando Marx, ma solo quando è convinta che il suo interlocutore non la possa capire, mentre le pagine del diario di Paloma ci fanno vedere il mondo attraverso gli occhi di una dodicenne aspirante suicida il cui distacco dalle cose del mondo sembra già pari a quello di un monaco tibetano, con diversa soluzione.
Cita Husserl la portinaia e guarda i film di Ozu, il grande cineasta, che conosce il concetto di “wabi”, che vuol dire “forma nascosta del bello, qualità di raffinatezza mascherata di rusticità”, mentre Paloma disserta sulle profondissime differenze d'impostazione e di scopi tra gli scacchi e il go.
Renée e Paloma riescono a spacciare letture colte, cinema di élite e teorie filosofiche, senza la minima pedanteria, probabilmente io mi sono accorta di un decimo delle citazioni, lasciando che il libro continui a scorrere senza incontrare nemmeno un ostacolo.
Spero di avervi convinto a comprarlo, al massimo fatevelo regalare per Natale, perchè ne vale proprio la pena. Se volete, fatevi anche un giro qui.