Avevo cominciato a leggere questo libro a puntate su Repubblica un paio di estati fa, o forse meno, e l'incipit mi aveva decisamente colpito e ve lo riscrivo, magari colpisce anche voi:
"L'anno dei miei novant'anni decisi di regalarmi una notte d'amore folle con un adolescente vergine".
E l'argomento è proprio questo, non è un inizio ad amo per far abboccare tanti pesci, si parla proprio dell'amore tra un uomo di 90 anni ed una ragazzina e di come certi struggimenti e dolori profondissimi, che ti lacerano dentro, non hanno proprio un età, anzi, ce l'hanno ed è quella di ognuno di noi.
Il protagonista perde finalmente la testa dopo tutta una vita consacrata all'amore mercenario e nonostante la scabrosità dell'argomento, l'autore riesce a rendere le cose con una levità ed una dolcezza sconcertante, sfido chiunque a scrivere di prostitute e sesso con la stessa armonia di Màrquez.
Ammetto di avere una passione per lui, non è certo questo il primo libro che leggo, ma ancora una volta resto dell'idea che gli riescono meglio i romanzi brevi di quelli lunghi. Capiamoci 100 anni di solitudine resta un libro bellissimo, ma mi è piaciuto molto di più Cronaca di una morte annunciata, la candida Erendira o i racconti raminghi.
Fatemi sapere che ne pensate....
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