Il Premio Biblioteche di Roma e Lamentatio Dolorosa
Ieri a Roma sono stati premiati i due libri che hanno vinto il Premio Biblioteche di Roma, al quale mi vanto di aver partecipato anche io come membro del Circolo di Lettura della biblioteca Basaglia. Il vincitore della saggistica è stato Guido Crainz che avevamo recensito
qui, ma che non ho votato (avevo votato la
Lipperini), mentre per la narrativa ha vinto Valeria Parrella (che ho votato e recensito
qui).
Ora approfitterò di questo spazio per lamentarmi un pochino del mio stato, considerato dai più "interessante", quindi smettete pure di leggere.
Per chi non lo sapesse, sabato entro nel settimo mese di gravidanza, ma questo non mi impedisce fortunatamente di andare a lavorare e per andarci mi muovo in metropolitana.
La mia fortuna è che abito ad un capolinea, anche se paludoso, in quanto la metro A si è dotata negli ultimi dieci anni di un nuovo capolinea anfibio, bastano due gocce e battistini viene parzialmente allagata, potere delle nuove stazioni immagino, resistono con ogni tempo adeguandosi allo stato esterno.
Il fatto di salire al capolinea mi permette quasi sempre di sedermi e se non posso aspetto il treno dopo, soluzione però non applicabile quando devo cambiare a termini direzione laurentina.
A quell'ora ci sono solitamente in banchina tre file parallele di persone ed è guerra aperta. Ora io non dico che sono una mongolfiera, ma qualcosa di simile, diciamo che il mio stato è molto evidente, anche perche' con questo freddo non mi si chiude più il cappotto, ora io dico, non vi chiedo di sedermi, anche se sarebbe mio diritto, ma magari se non mi schiacciate vi apprezzerei molto.... Stamattina c'era pure un pazzo che si faceva largo con l'ombrello, ma dico il cervello l'hai lasciato sul comodino?
Tutto questo è solo la ciliegina sulla torta, perchè di solito sull'autobus anche non affollato fanno tutti finta di niente, così come alle poste e ai supermercati dove le casse prioritarie sono spesso chiuse e non c'è mai nessuno che mi chiede se voglio passare avanti; stesso dicasi ai negozi con due esclusioni: Ikea e H&M dove la scenetta è stata la seguente: ero in fila e la signora dalla cassa dice "venga venga signora" e io, che sono ormai ancora più rinco del solito mi giro per vedere se parlasse con qualcono dietro a me, nel frattempo il tizio che stava davanti a me in coda con il figlio di 3/4 anni e che si era girato, mi aveva visto e si era tranquillamente rigirato, si volta di nuovo e mi fa, "oh passi passi, non l'avevo vista" e io ho pensato che avrebbe fatto molta più bella figura se fosse stato zitto, come tutti gli altri, che mi avevano guardato e se ne erano fregati.
Questa è l'attuale situazione di una mongolfiera semovente, e forse più di tante altre cose lo specchio dell'Italia che ormai se ne frega un po' di tutto e pensa solo per se stessa e alla sua sopravvivenza. Scusate lo sfogo.
Qualcuno che la pensa diversamente da me lo trovate
qui e immagino sia una fortuna!