Tanti anni fa, proprio quando mi stavo iscrivendo all'università, avevo letto il precursore di questo libro (Elena Gianini Belotti - Dalla parte delle Bambine) perché si trovava a casa ed era della mammonza ed avevo pensato che sarebbe stato utile. Probabilmente lo pensava anche lei quando lo comprò, più o meno in occasione della mia nascita, il libro è datato, infatti, 1973.
Ci tengo a spezzare una lancia in favore dell'augusta genitrice: ci hai provato mammola, non è colpa tua se mi piace il rosa e mi sono sposata, sono io che ho bisogno di conformismo.
Il libro della Lipperini rimarca come in termini di emancipazione femminile, non solo nel campo del lavoro, qui in Italia siamo tornati a quello che può considerarsi un tardo medio evo. Parafrasando Pink: cosa è successo alle ragazze che negli anni '60 volevano diventare presidente? Sono le mamme di quelle che sculettano nei video di 50 cent (anche se personalmente preferisco Snoop Dog).
C'è stata una rapida involuzione dagli anni del femminismo cui è stata data la maggior parte delle colpe e nemmeno un merito, le idee che portava avanti sono diventate come un problema anacronistico e quindi da dimenticare. Se adesso le ragazzine sono sessualmente disinibite è colpa della liberazione sessuale e non del fatto che sembra sempre di più che l'unico scopo della donna sia quello di ottenere un po' di attenzione, e come si sa, passando dalla sessualità l'attenzione si riceve semplicemente più in fretta, ma conseguentemente dura anche di meno.
Se ne parla anche qui.
La Lipperini fa una disamina critica ed attenta di tutta una serie di situazioni, a cominciare dai cartoni animati (e fumetti) passando dai libri di lettura delle elementari ed arrivando all'epidemia dei Disturbi del comportamento alimentare, e di come le donne siano tornate, specialmente in alcuni frangenti, ad essere trattate come semplici oggetti, date per scontate o considerate come domestiche sempre in servizio. Le richieste alle donne attuali passano dall'essere soddisfatte del proprio lavoro, al gestire una maternità nel migliore possibile dei modi, all'avere successo come madri, mogli etc. Nel frattempo tutto il nostro immaginario, più o meno collettivo è costellato da donne statuarie che si realizzano prendendosi cura del proprio corpo ed essendo sempre al massimo nel lavoro, nella cura dei figli e della casa oltre ad avere un matrimonio di successo; ma la realtà parla di donne che lasciano il lavoro dopo aver fatto dei figli, di donne che sono costrette ad accettare lavori sottopagati e non congruenti con la loro preparazione e di una marea di matrimoni che si sfasciano, senza contare la statistica che evidenzia come il 90% dei crimini si verifichi in ambito familiare, una specie di guerra dei roses senza danny de vito.
Il succo del discorso è che essere donne non è facile, esserlo al di fuori dei canoni imposti lo è ancora di meno, ma soprattutto è difficile educare figlie che siano empancipate come minimo dalle aspettative sociali, familiari e contestuali. Donne che non trovino una ragione ultima dell'esistenza nel principe azzurro e che non siano disposte ad accettare assurdità da uomini, solo perchè le paroline magiche sono diventate "ti amo", specie di passepartout che giustifica, in ultima analisi, anche eventuali omicidi.
Non è facile vivere, ma vivere da donne ancora meno.
4 commenti:
non ho apprezzato questo libro...un giorno ne parleremo con calma se ti va
quoto in pieno dreca: mi spiace ma questa volta non posso proprio essere d'accordo sull'apprezzamento per questo libro... :-(
@Heraclitus e Dreca: perfetto sarà un ottimo argomento di conversazione la prossima volta che ci vediamo!
un bacione, gb
p.s.
lo sapete che domenica dalle 11.00 a piazza S.Maria in Trastevere c'è bookcrossing?
la notizia non mi è giunta...so che ci sarà un pic nic il 25 a villa ada...mi informo meglio
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