Donne e Wilde:
Altra tranche di recensioni brevi che mi scaricano la coscienza e non mi appesantiscono il cervello -come se due neuroni pesassero - comunque per terminare la sfida sui testi teatrali mi sono letta "An ideal husband" di Oscar Wilde, che ancora una volta mi ha fatto pensare a quanto fosse geniale quest'uomo. Quindi ora mi vanterò del fatto che ho visto casa sua a Dublino, il giardino dove andava a passeggiare e dove sta una sua statua di fianco alla quale, ogni singola volta che sono andata, mi sono fatta fotografare, metti caso per qualche strana magia mi potesse contagiare con i suo genio. A conti fatti direi che se è di un contagio che parliamo è possibile che sia avvelenamento da mercurio con annessi danni celebrali.
La storia è la solita tragedia che si risolve poi a favore dei "buoni" anche se la storia illumina la falsità delle convenzioni sociali e di come a volte sono proprio quelli che sembrano inaffidabili a rivelarsi gli amici migliori.
Passando invece alle autrici ho finito la sfida delle nazionalità con la lettura de "Il salto" di Nadine Gordimer per l'Africa e di "Felicità" di K. Mansfield per l'Oceania.
Passando invece alle autrici ho finito la sfida delle nazionalità con la lettura de "Il salto" di Nadine Gordimer per l'Africa e di "Felicità" di K. Mansfield per l'Oceania.
Sono entrambi due libri di racconti, ma il primo proprio non mi è piaciuto, sia per la crudezza e il dolore di alcune storie, dubito che mi dimenticherò facilmente la storia di Rad, sia per lo stile della scrittrice, che sarà anche un Nobel per la letteratura, ma insomma...Mentre il secondo sembrava scritto da Virginia Wolf, stesse atmosfere di incombente tristezza, stesse descrizioni sottili che ti permettono una perfetta immedesimazione; risultato finale confermo la mia quasi avversione per i racconti e considero chiusa la mia esperienza con entrambe le scrittrici, ci ho provato, ma non ha funzionato.
Donna che scrive invece assolutamente benissimo, ma che soprattutto mi piace moltissimo, è Suad Amiry che con il suo "Sharon e mia suocera" da uno spaccato di vita nei territori palestinesi occupati che, non solo fa rabbrividire, ma fa anche divertire tantissimo. Sembra impossibile eppure anche in uno stato che non c'è perchè non viene riconosciuto, ma è tenuto in costante coprifuoco e assedio, si possono avere gli stessi problemi con le suocere, con i mariti e con i vicini di casa, che si hanno in tutti gli altri posti del mondo, solo leggermente aggravati dal fatto che come aggravante, è possibile che i soldati israeliani vi sparino addosso. Un capolavoro breve che mi spingerà sicuramente a leggere qualcos'altro di suo, tra l'altro c'è di nuovo il 25% sull'economica feltrinelli, accattatevillo!
2 commenti:
oscar wilde era davvero geniale e suad amiry la terrò in considerazione... ;-)
Neanche io muoio per la scansione narrativa del racconto ma adoro Katherine Mansfield, il suo stile,e quel modo di scrivere "sottile" come lo hai definito tu. Oltre ai racconti ho letto Lettere e diari, che avevano una forma vagamente piu' continuativa. Ciao!
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