E dopo Io sono leggenda non potevo non tornare a quelli che la mia Socia Bassa definisce i "libri deprimenti" (o pesanti a seconda) e sui quali invece io tanto mi struggo...
Quarto libro di Grossman per la sottoscritta, più vicino a Che tu sia per me il coltello e di conseguenza assai cervellotico, Col corpo capisco è fatto di due storie. Due capitoli che Einaudi nella breve descrizione della copertina ritiene essere sulla "gelosia", ma che non si fermano a questo.
In entrambe le storie ci sono solo due personaggi che agiscono sulla scena e ne evocano altri raccontando, presentandoceli dunque solo attraverso il loro filtro.
Sono racconti sofferti, come sempre quando degli adulti cercano di tirare fuori i propri sentimenti più pericolosi senza maschere o infingimenti; dialoghi difficili, ma di una potenza quasi letale. Perchè toccano corde profonde, miserie e debolezze davanti alle quali ci si tira indietro infastiditi e schifati, ma che potrebbero riguardare molti di noi.
A volte la realtà è letta solo attraverso lenti distorte o chissà, la nostra fantasia è l'unica pietra di paragone...e queste sono storie d'amore letto e riletto e masticato fino a farlo diventare qualcosa di estraneo, fino a creare in un caso un rapporto morboso con le proprie assurde fobie sul tradimento e nell'altro una distanza che solo il tempo e un avvenimento della vita potranno fare ridurre.
Non lo consiglio perchè non è affatto semplice nè consolatorio, anzi. Ma se avete tempo e voglia di perdervi senza paura di annoiarvi anche o ritrarvi, immergetevi.
3 commenti:
lo dovrei proprio provare a leggere questo autore...
io ci ho provato e ho smesso (GB)
E' molto bravo, a parer mio, ovviamente.
Molto cervellotico a volte, ma ha uno stile invidiabile e una profondità di pensiero non banale.
(GA)
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