Nuovo prodotto da uno dei miei scrittori preferiti (a questo punto uno sui tantissimi che ho introdotto con questa frase) che non è però un romanzo, quanto piuttosto un excursus nella vita dell'autore stesso e una breve raccolta di articoli già pubblicati da altre riviste .
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Alla fine del libro la sensazione è quella di aver letto di nascosto il diario segreto di una persona famosa, quasi i referti del suo psicoterapeuta, ma non è che uno non se lo poteva proprio immaginare, le prime righe dicono infatti testuali parole: “Casomai non ve ne foste accorti, tutti i miei libri parlano di una persona solitaria che cerca un modo per entrare in contatto con gli altri.” e nel mio caso c'è riuscito, anzi l'ho personalmente risollevvato dal limbo dove lo avevo accantonato dopo Diary e Cavie, due romanzi che poco avevano a che fare con i suoi precedenti capolavori (escludendo Portland Souvenir).
Come si dice quando si desidera essere banali: un libro che dopo che lo hai letto non sei più lo stesso, in effetti io vorrei essere Brad Pitt o se proprio non è possibile posso accontentarmi anche di Juliette Lewis, eviterei comunque di essere Palhniuk troppo difficile, troppo complesso, troppo doloroso, più facile è costruire un castello (e questa la capite se vi leggete il libro).
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