mercoledì, gennaio 04, 2006

Porgy and Bess

Gershovitz, questo il suo vero cognome ed anche il nome non era da meno: Jacob Gershovitz. Per dire di come lui ed il fratello Israel rappresentino perfettamente la prima generazione di ebrei-russi-americani, e di come questo c'entri eccome in tutta la sua musica. Il fatto che Gershovitz sia diventato Gershwin e che Jacob sia diventato George, dice tutto sullo stato dell'integrazione nei primi anni del secolo in America. Sarà per questo che George cerca una via sua. Prende le lezioni di pianoforte classico (che mischia alle improvvisazioni inventate come dimostratore di pianoforti) le canzonette del teatro di rivista e la musica nera, quella dei quartieri bassi di New York: blues, spirituals, jazz, dixieland.
Nel 1926, con il fratello Ira, legge una storia di DuBose Heyward intitolata 'Porgy' e deve aver pensato che quella storia fosse l'ideale per quella musica che aveva in testa. L'ideale perché è una storia di neri, di speranze, di tradimenti, di schifezze, una storia dove farci stare tutto: gioia, amore, morte, degrado e bellezza. Questo è Porgy and Bess: è la ninna nanna immortale di Clara che canta "Summertime" (did you listen to Janis version?), la felicità di Porgy quando Bess entra nella sua vita in "I got plenty o' nuttin", un duetto d'amore degno di Verdi come "Bess, you are my woman now", ma è anche una parodia quasi blasfema di un sermone in "It ain't necessarily so" e la canzone disperata ed innamorata di Porgy "I'm on my way to a Heav'nly Land" che parte per inseguire per sempre la sua Bess.
E' un melodramma e quindi in quanto tale è vera opera, la più grande opera di colore che sia mai stata scritta e forse una delle cose migliori prodotte dalla vera cultura americana che è viva quando è sintesi di quello che la anima.

E' stata eseguita la prima volta nel 1935, quelli con il cappuccio bianco erano ancora in giro per il sud degli stati uniti, mentre da questa parte dell'oceano qualcuno parlava di razza ariana.
Non fu un successo.

(grazie a Yari per la recensione, primo non gonzico a scrivere sul blog!)

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ohh, ma che bello !!!
Mi posso sentire, anche solo un pochetto, 'gonzo' ad honorem :) ?

Yari

Anonimo ha detto...

esimio, è un piacere leggerla da queste parti (e, nel caso specifico, ancor di più perchè colma una delle mie lacune musicali... ahi ahi)
ciao!

Gonza ha detto...

certo che puoi, ma questo ti cosera' almeno un post a settimana, scegli tu...

Anonimo ha detto...

Egregio gsx, il piacere è mio, come la sta vossignoria :) ?
E sopratutto, ma che ti colmo, io c'ho la scienza a fumetti ecco cosa ci ho, aneddoti e cose così, niente di più e per quanto riguarda l'opera, la colpa è di nonna ;) a presto.

Gonzo, un post a settimana ?
Oddio ho una certa apprensione verso le scadenze, facciamo che continuo a fare il semplice lettore :) ?

Gonza ha detto...

Non ti volevo mettere paura, leggi quanto vuoi e se ti va scrivi, sarai sempre il benvenuto!
Scusa ma devo scappare, stasera mi tocca lavorare e devo ancora caricare la scopa

Anonimo ha detto...

Ok, a parte il fatto che dopo la delusione del grande cocomero, questa non me la dovevate fare, e dire che ci conosciamo pure ;)
neanche un pezzetto di carbone dolce, Umpf

Per il resto vi ho linkate e come già chiesi: lo togliamo sto 'che' da "la felicità di Porgy che quando Bess entra nella sua vita in "I got plenty o' nuttin" " oppure aggiungiamoci un 'canta', insomma, così non va... :-P

P.S.
Chissà che freddo sulla scopa.

Gonza ha detto...

...in effetti...