martedì, aprile 16, 2019

La fantastica storia dell'ottantunenne investito dal camioncino del latte by J.B. Morrison

La fantastica storia dell'ottantunenne investito dal camioncino del latteLa fantastica storia dell'ottantunenne investito dal camioncino del latte by J.B. Morrison
My rating: 1 of 5 stars

Cominciamo dal titolo, perché questo libro di rara bruttezza va sviscerato e compreso. Dunque la "Fantastica storia dell'ottantunenne investito dal camioncino del latte" é un titolo che vuole probabilmente rifarsi a quanto va di moda ora a partire da "Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve" per arrivare a "L'incredibile viaggio del fachiro che restò chiuso in un armadio Ikea", ma a parte ricorrere a questo mero stratagemma per vendere, di "fantastico" questa storia non ha assolutamente niente, ma niente proprio eh sia chiaro, né una variazione improbabile della trama, né un momento di assoluto divertimento, né tantomeno un drago.
Proseguendo e senza tema di spoiler, perché non succede assolutamente niente, unico punto a favore del libro é una discreta traduzione, io l'ho letto in italiano e non in lingua originale, ma chiaramente l'autore é inglese perché piú di una volta mi sono chiesta, e magari é proprio cosí, se non fosse colpa mia e del mio evidente problema con lo humor inglese, ho pensato che le battutte erano talmente sottili che non le capivo, ho pensato che non ero in grado di apprezzare questa "storia tenerissima" (definizione della Corbaccio) perché sono cattiva e ancora relativamente giovane. Puo essere tutto, fatto sta che in 266 pagine non ho riso una volta, ma una che fosse una. Non ho nemmeno sorriso, peró piú di una volta ho fatto delle smorfie, magari vale uguale.
La trama puó riassumersi in questo modo: un signore che vive in un piccolo paesino inglese sul mare viene investito da un camioncino del latte, riporta piccole fratture e gli ingessano un braccio, la figlia che vive negli Stati Uniti gli manda un'infermiera a casa per la quale Frank sviluppa un attaccamento che lo porta anche a liberarsi del gatto. Si vende quasi mezza casa per cercare di prolungare il lavoro dell'infermiera, ma non diró come va a finire, comunque in tutto questo non succede niente. Niente "fantastiche avventure" mentre fa il suo garage sales, né tantomeno quando va al banco dei pegni. Niente di straordinario nemmeno quando va da Oxfam, o decide di costruirsi un cinema nel capanno degli attrezzi o scopre che un suo amico fuma erba perché ha la sclerosi multipla. Riesce anche a tornare a riva dopo un'estemporanea nuotata che lo lascia fisicamente a pezzi. L'unica parte della storia che poteva essere interessante, e cioé quella che riguarda l'affondamento della nave dove si trovava da bambino mentre andava in Canada, viene solo accennata.
Ora io capisco che se "Il pellegrinaggio di Harold Fry" ha riscosso un successo inspiegabile (come ancora piú inspiegabile é il suo sequel su Queenie Hennessey), siamo tutti autorizzati a fare un tentativo e scrivere un romanzo sui vecchietti, ma non é detto che debbano essere pubblicati tutti quanti.


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