lunedì, giugno 13, 2011

YASUNARI KAWABATA "LA CASA DELLE BELLE ADDORMENTATE"
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Questo libro e' uno di quei pochi casi in cui la scrittura, le parole che l'autore utilizza e la poesia di alcune frasi, sono state per me piu' importanti della storia, che a conti fatti non mi e' piaciuta poi tanto. Sin troppo onirica e molto angosciante, quasi un viaggio nelle memorie del corpo e, forse, metafora del corpo che invecchia come esempio della perenne metamorfosi della persona. Un po' mi ha anche ricordato il Marquez de "Memorie delle mie puttane tristi", ma quale libro di un vecchio in un postribolo non me lo ricorderebbe? Ammetto pero che il sudamericano e' di molta più' facile lettura, per tutto il libro mi sono chiesta se magari Kawabata volesse intendere molto altro e sono io che non ci sono arrivata....

2 commenti:

giovanni mendola ha detto...

carissima gonza...penso che non sia riuscita a cogliere l'ineffabile bellezza del libro...a me è piaciuto molto...

Gonza ha detto...

bene, sono contenta per te, io l'ho scritto che probabilmente non l'ho capito...