giovedì, giugno 23, 2011

FEDERICO DE ROBERTO "I VICERE'"
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Grandiosa saga epica di una dinastia della Catania tra il 1850 e la fine del secolo stesso. Paragonabile per alcuni versi ai Buddenbrook e per altri al Gattopardo la storia di questa famiglia, secondo me ispiratrice del famoso motto "parenti serpenti", potrebbe essere forse intesa come l'evoluzione (o involuzione) di alcuni degli ideali liberali e democratici del tempo di Garibaldi.
Si conclude infatti con l'elezione a deputato dell'ultimo dei principi Uzeda, che commenta sul letto di morte della zia come il suo "spirito democratico" sia stato costruito attorno alla necessità di mantenere i vecchi privilegi, quelli cioè di una nobiltà ricca e latifondista che stava scomparendo con la caduta dei Borboni.
I magheggi dell'epoca e tutti i vari truschini per annullare matrimoni, contrarne altri e frodare il prossimo ci fanno notare come nel corso di un paio di secoli non sia cambiato proprio niente, al massimo alcune truffe si sono arricchite di particolari e migliorate, ma insomma niente di nuovo sotto il sole (o il fronte occidentale).
La pletora dei personaggi, specialmente all'inizio, può far fare un po' di confusione, come anche la modalità dell'autore di seguire solo un ordine cronologico delle vicende piuttosto che attenersi alla storia di un personaggio o del suo punto di vista, ma una volta chiaro il quadro della situazione, veniamo trascinati nelle vicende di questa famiglia siciliana che non ha niente da invidiare ai Forrester o a qualsiasi soap opera.

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