In questo periodo mi sono messa a leggere qualcosa degli scrittori medio-orientali che di solito frequento di meno, e dopo due donne come Suad Amiry e Azar Nafisi, ho letto uno scrittore uomo, Ala Al-Aswani, che con il suo Palazzo Yacoubian illustra in un quadro caotico e colorato una parte dell'Egitto che rimpiange ancora i fasti dei primi decenni del novecento quando Il Cairo assomigliava più a Parigi che ad una casbah.
In questo palazzo abita parecchia gente, dallo studente impegnato che si ritroverà a fare il miliziano, alla ragazza che arrotonda il suo stipendio come può, in balia di una madre con una doppia morale agghiacciante; c'è il reduce dei tempi d'oro che spende e spande come se fosse ancora ricco e non si rassegna al cambiamento dei tempi, ad un intellettuale gay che ha attirato sull'autore gli strali dei mussulmani integralisti.
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Di tutto di più. Potrebbe assomigliare al romanzo di Perec "La vita istruzioni per l'uso" mi dicono, ma io non l'ho letto quindi correrò presto ai ripari. Questo di Al-Aswani è comunque un bel libro che offre uno spaccato di Egitto diverso da quello che per esempio abita nel mio immaginario, magari può cambiare qualche stereotipo anche a voi, chi lo sa....
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Per il Corti di Carta del corriere ho letto invece "Il vicino" di Valeria Parrella che ribadisce, secondo me ancora una volta, come questa scrittrice renda il meglio sul breve piuttosto che sul lungo, i suoi racconti sono sempre così incisivi e descrittivi che davvero dopo troppe parole sembrano semplicemente prolissi. Mi è piaciuto e se non riuscite a trovarlo in edicola vi consiglio i supermercati dove vengono lasciati più tempo in giacenza.
Concludo con "La tripla vita di Michele Sparacino" di quel genio che secondo me è Camilleri, che ancora una volta condensa in 30 pagine scarse, un piccolo capolavoro definito da altri pirandelliano.
Io detesto Pirandello quindi non ho nemmeno idea di cosa significhi, però è carino e soprattutto uno comincia a sorridere dalla prima riga fino all'ultima anche se magari, l'ultimo è un sorriso un po' amaro, uno sorriso di quelli alla Montabbano per capirsi.
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