venerdì, giugno 27, 2008

PREMIO BRILLANTE WEBLOG 2008
Siamo state per la nostra prima volta nominate per un premio e cioè il Premio Brillante Weblog che è attribuito a quei blog che si sono distinti per i contenuti o per l'estetica, con l'intento di promuoverli e incoraggiarne la diffusione virtuale.
Le regole sono queste:
1. Chi viene "nominato" deve scrivere un post sull'argomento, citando l'autore della nomina e indicando il link del suo blog.
2. Nominare a propria volta almeno 7 blog, indicandone nell'articolo i link e avvisando i loro gestori del premio.
3. Esibire, ma questo è facoltativo, il profilo-foto di chi ha nominato e di chi è stato nominato.
Noi siamo state nominate da Elisaday, Patty e Aleike, CHE RINGRAZIAMO VERAMENTE MOLTO e a nostra volta nominiamo altri in modo da spargere il verbo, cioè:
Dreca
Heraclitus
Tachipirinha
Weirde
Zerhur per essersi inventato questo
Plasson
Ozia
Alla prossima!

mercoledì, giugno 25, 2008

Truman Capote - A sangue freddo - Garzanti 16.00€

"Quasi l'anno scorso" ho letto Colazione da Tiffany, ma questo libro mi incuriosiva da parecchio, almeno da quando al cinema era uscito Capote, che non ho visto.
Il romanzo è un resoconto giornalistico romanzato di un efferato plurimo omicidio avvenuto a metà degli anni '60 in Kansas, precisamente nella piccola cittadina di Holcomb, dove uno stimato cittadino viene ucciso assieme alla moglie e ai due figli adolescenti da due giovani appena usciti di galera.
La cosa che più mi ha colpito è stata, senza dubbio, come l'autore sia riuscito a passare in modo molto fluido dal punto di vista delle vittime a quello dei carnefici e poi degli investigatori, il tutto senza che la storia perdesse il suo filo logico. Questa è una cosa utilizzata da tempo da molti giallisti, per esempio la Cornwell e Deaver oltre che da Faletti nel suo primo libro (gli altri sono stati tempo perso IMHO).
A metà anni '60 invece, tutto ciò non era ancora uso e costume del noir e l'impianto era di tutt'altro tipo. E' vero che considerare questo libro un giallo è a sua volta un azzardo, anche perchè si limita ad essere un reportage romanzato di quanto realmente avvenuto, resta il fatto che io l'ho vissuto come tale almeno fino alla fine della terza parte, quando cioè i colpevoli vengono arrestati e condotti in carcere.
La cosa particolare è che sto contemporaneamente leggendo Underworld di De Lillo che narra degli stessi anni visti dalla parte di coloro che temono per la guerra fredda e per la crisi della Baia dei Porci, mentre gli abitanti di Holcomb vengono proiettati a velocità supersonica dalla Valle dell'Eden dove pensavano di vivere, per ritrovarsi a temere che i loro stessi vicini possano tentare di ucciderli.
In particolare nel libro di De Lillo si parla del party che lo stesso Capote decise di organizzare come ballo in maschera per festeggiare l'uscita dell'ultima puntata del suo reportage, pubblicato a puntate sul New Yorker e di come vi fosse presente anche J.Edgar Hoover, probabilmente la persona più simile ad Andreotti che abbiano mai avuto gli americani.
Bel libro, anche perchè l'autore non lascia mai trapelare un filo di retorica nè di giudizio, si limita a riportare dialoghi e storie avvenute, fu infatti contestatissimo ai tempi proprio per il suo non aver preso le parti delle vittime.
Vivamente consigliato.

lunedì, giugno 23, 2008

Leggere saggi rende saggi? 2.0

Mentre aspettavo che Toni si sbloccasse e che magari De Rossi imparasse finalmente a tirare un rigore, per la sezione saggistica del Premio biblioteche di Roma ho letto tre libri che tutto sommato non sono male, ma, come dicevamo anche in precedenza, questo non mi ha reso una persona migliore.
Il primo è un piccolo libro di Clara Gallini che si chiama "Croce e delizia - usi ed abusi di un simbolo"; come potete immaginare riguarda l'evoluzione storica del crocefisso e di come nel corso dei secoli questo sia passato ad indicare parecchie cose, anche le più disparate tra loro, fino a che la chiesa di Roma non ha preso il sopravvento e ci ha messo il copyright. E' a quel punto che poi lo stesso simbolo in luoghi così diversi tra loro, ha preso a rappresentare elementi diversi e ad imprimersi nella memoria storica, come anche a cancellarsi proprio per la sua onnipresenza. Abbastanza interessante, ma niente di cui non si possa fare a meno.
Altro libro è quello di Giuliana Sgrena, quella che deve la vita a Calipari per capirsi, che ha scritto "Il prezzo del velo"; pamphlet anche abbastanza interessante e documentato, se non fosse per il fatto che c'è solo una parte dei fatti e cioè quello rappresentato da tutte le donne di religione islamica che per via del luogo di residenza e/o delle imposizioni/leggi locali sono costrette a portare il velo, che può partire dal hijab per arrivare al burka.
Avrei trovato il tutto più interessante se si fossero fatte parlare anche delle donne che il velo lo vogliono portare, ma a quanto sembra non esistono o, più probabile, la Sgrena non le ha trovate, anche perchè questo avrebbe in qualche modo compromesso la sua teoria.
Ultimo, ma non per questo meno importante, anzi a mio modo di vedere il più interessante, è il libro di Guido Crainz "L'ombra della guerra", che racconta del 1945 visto attraverso spaccati di società lungo tutto lo stivale italico. Un libro molto più interessante dei soliti saggi storici, che approfondisce attraverso le notizie dei giornali, gli archivi storici, le canzoni ed il cinema del tempo, il difficile ritorno alla normalità di un popolo diviso che ha continuato un'intestina lotta civile per parecchio tempo dopo la proclamazione dell'unità d'Italia. Utile per capire come ancora adesso certi argomenti restino ancora scottanti e perchè certe unioni di fatto sembrino ad alcuni molto fragili.
Per ultimo vi segnalo un'interessante commento di Uriel ad un articolo di Odifreddi che ho trovato qui e che si ricollega alla mia teoria secondo la quale leggere saggi non rende automaticamente saggi, mi sembra giusto che anche io tiri l'acqua al mio mulino sulla Floss.
Gli Europei li vince la Turchia, sapevatelo.

venerdì, giugno 20, 2008

I programmi dell'eccesso (youtube I love you)

Da tempo ho smesso di odiare Ambra Angiolini e il suo ricordo permanentato che balla indemoniato a Non è la Rai.
Una immagine diversa, meno insicura, Ozpetek e Crozza me l'hanno presentata in una luce quasi amabile, tant'è che, per almeno un paio di puntate ho seguito il suo show appena terminato: "Stasera niente MTV".
La trasmissione, per come l'ho vista, era composta di grosse depressioni e di momenti assoluti di ilarità, senza un grande filo logico, ma portava con sè perle incredibili...(ATTENZIONE: post demenziale, chiunque preferisca mantenere intatti i suoi neuroni non vada oltre) ...fra queste il "momento balletto": fantastico blocco in cui, con la massima serietà, i presentatori e il corpo di ballo (bravissimi, tra l'altro) eseguivano in ciascuna puntata, una coreografia su canzoni pop TRADOTTE in italiano.

Le Pussycat dolls, Justin Timberlake e soprattutto Britney e Rihanna...senza trucco e senza inganno, pura e semplice traduzione...da piegarsi in due dal ridere.
Correte su Youtube e attingete ai Related videos o sul sito di mtv.
E visto che siamo in tema di demenzialità...beccatevi pure gli ATROCI...
Buon fine settimana e...curatevi la gotta.

venerdì, giugno 13, 2008

Chiusura della stagione sinfonica dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia

direttore: Rafael Frühbeck de Burgos
chitarra: Pepe Romero


Albeniz/Frühbeck de Burgos Suite española, trascrizione per orchestra
Rodrigo Concierto de Aranjuez, per chitarra e orchestra
Martínez-Palomo Nocturnos de Andalusia
De Falla El sombrero de tres picos, Suite 1 e 2


La latitanza dell'amico Plasson mi ha permesso di chiudere questa stagione sinfonica, non dico nel migliore dei modi, ma comunque di godermi un altro concerto.
Non conoscevo niente (o almeno così pensavo) di quanto era in programma, quindi ero partita piena di speranze, ma c'è anche da dire che io ci vado sempre e comunque piena di speranza nella pancia della balena astronave (marchio registrato).
Quindi la prima parte inizia bene e prosegue meglio, perchè il concerto di Rodrigo lo conoscete tutti, il secondo movimento (adagio) è la musichetta che mettono in ogni film che preveda una scena di tauromachia nell'arena, comunque qui potete ascoltarla suonata da Paco de Lucia, mica uno qualsiasi... Per la cronaca l'autore la compose sulla base di una saeta, un lamento che veniva cantato in andalusia dalle donne durante le processioni della settimana santa.
Finisce la prima parte e si passa alla suite concertante per chitarra ed orchestra di Palomo, tra l'altro presente in sala; la musica classica moderna è per me una contraddizione in termini, sicuramente perchè si chiama sinfonica e non classica, ma soprattutto perchè se io vado a santa cecilia non mi aspetto di trovare roba cacofonica, se voglio quel tipo di musica mi metto a palla i prodigy, ma chiaramente io e chi comanda all'auditorium seguiamo due divergenti scuole di pensiero, a me non piace e ogni volta che me la propinano, che sia Palomo o che sia Morricone o chi per lui ci rimango male, ma c'è da dire che non sono l'unica, dopo circa mezzo anno passato seduta accanto a me la signora alla mia destra si gira e mi fa: "A me sta musica moderna non piace!" e non ho potuto che assentire, mi sa che l'anno prossimo ci vedremo più spesso alla musica da camera signora mia. Si finisce con le due suite che compongono El sombrero de tres picos (o il cappello a tre punte che dir si voglia) di Manuel De Falla, che mi fa tornare in più o meno pace con il mondo.
Questa stagione è conclusa, ma non dimenticate che sabato c'è questo, che mi dispiace un sacco perdere anche se l'ho già sentito, perchè Bollani è uno dei miei miti.
OFF TOPIC: Tanti auguri colomba pasquale o panettone che dir si voglia!!!!!

mercoledì, giugno 11, 2008

Dance Dance Dance - Haruki Murakami - € 11,80, ma acquistato con lo sconto del 30% Einaudi
Secondo romanzo di Murakami per la sottoscritta, primo fu il celeberrimo Tokyo Blues Norwegian Wood.

La scrivente GA ama molto gli autori giapponesi, ma li centellina in dosi modiche e lontane tra loro per non perdere la sensazione di stupore che la avvolge non appena inizia a scorrerne i romanzi. Per una sorta di sciocco pregiudizio infatti l'espressione dei sentimenti, di riflessioni sull'animo umano o come in questo caso, di riferimento a dimensioni parallele dell'esistenza, mi sembra sempre "altro" rispetto al Paese del Sol Levante, da cui mi aspetto invece uno sguardo quasi metallico sulla realtà e odore di disinfettante e tutte le volte mi diverto nell'essere smentita.

Come definire Dance Dance Dance? Non è un noir, ma lo forse... Non è un romanzo di formazione, ma in un certo senso... sicuramente è un romanzo che ti prende per mano dalla prima pagina e ti mette comodo nel ruolo di uno spettatore privilegiato e attento conducendoti non solo in viaggio tra città giapponesi e altro, ma anche dentro e fuori da universi surreali e dalle scarne, ma profonde riflessioni del protagonista, un giornalista con la vocazione per le persone e le situazioni più misteriose e che mi ha conquistato da subito. Un libro avvincente nonostante un ritmo pacato, curioso, pieno di svolte e incontri e avvenimenti, come nella vita. E per chi se ne intende, anche parecchia musica anni 70. Da leggere.

sabato, giugno 07, 2008

Un pomeriggio con Erri De Luca
Coloro che ci seguono anche su Anobii o sul forum dei Bookcrosser probabilmente si ricordavano che ieri, alla libreria di rinascita sulla Prenestina, in occasione della presentazione dell'ultimo libro del mio babbo adottivo (ancora inconsapevole ovviamente), ci sarebbe stata anche una "liberazione" di alcune sue opere. Per questo assieme a Dreca ed Heraclitus verso le 17.30 (in netto anticipo sui tempi) eravamo fianco a fianco con quello che è in assoluto, a mio modo di vedere, il più grande scrittore italiano vivente. Approfitto di queste pagine per ringraziare Dreca che si è fatta autografare "Non ora non qui" al posto mio, perchè per una buona ventina di minuti io non riuscivo a fare altro che stare seduta a guardarlo con le orecchie in fiamme (le mie, non le sue) e pensare che anche stavolta non sarei nemmeno riuscita a spiccicare una parola, a conti fatti forse sarebbe stato meglio, ma ormai è andata...
Alla fine ho comprato due libri suoi che non avevo e prima che cominciasse a parlare mi sono avvicinata e gli ho chiesto se per favore poteva dedicarmeli. Lui ha chiesto Tutti a te? e io Sì! Sia chiaro che non sono disposta a condividerlo con nessuno.
Dopo di che ho smesso di pensare e ho detto (inizio della fine): Mi piacerebbe tanto incontrarla in montagna, io non arrampico, ma cammino. E lui (che mi stava parlando e già questo mi aveva fatto saltare tutte le connessioni neuronali) E dove vai qui intorno a Roma?
OK apriamo una parentesi, per un sacco di tempo con altri amici, qui intorno a Roma abbiamo battuto quasi ogni sentiero, montagnola e avvallamento, chiusa parentesi.
A questa domanda nel mio cervello è apparso il BIANCO, se fossi stata in crisi mistica avrei pensato ad un'apparizione mariana, ma molto peggio il panico ha preso il sopravvento e ho cominciato a balbettare qualcosa tipo mhhh ehhhhm quei monti che stanno alla fine della tiburtina, quelli che partono da San Paolo dei cavalieri. E lui: San POLO. E io ho pensato Brava cretina ora penserai che non ti schiodi dal divano, il che è anche tendenzialmente vero.
Passato il momento sono andata a sendermi gongolante con ben tre libri firmati da LUI ed è cominciata l'intervista. Erri è stato molto più loquace di quanto ero abituata, ha parlato della sue esperienza a Mostar come volontario, del suo appartenere alla prima generazione di ragazzi che non è partita per la guerra, del come per lui leggere sia un atto che tiene scientificamente staccato dal fatto di essere uno scrittore.
Le sue parole erano molto simili a quelle dei suoi libri, asciutte, pochi aggettivi ed avverbi, ma ogni verbo aveva in se la connotazione intima della spiegazione della frase, non so come altro dire, ma non era un caso il fatto che spiegasse come per lui una lingua scarna come l'ebraico avesse poi suscitato così tanta curiosità da diventarne un traduttore.
Bellissimo il passaggio in cui ha spiegato come sia importante, e come dovrebbe esserlo anche per noi, imparare un'altra lingua, proprio per effettuare il doppio passaggio di tradurre e ritradurre e coglierne le sfumature, le differenze e apprezzare l'unicità di ogni scrittore e del suo registro linguistico, mi sono sentita così fiera del fatto di condividere fino a quel momento senza saperlo, questo nostro desiderio di leggere, per quanto possibile, ogni scrittore nella sua lingua madre.
La sua infanzia tra Napoli ed Ischia, il suo vivere guerre segrete e fughe clandestine, il suo non riuscire a scrivere che in prima persona e di cose che conosce, l'essere stato contemporaneamente scrittore ed operaio e le ore lette strappate da quelle lavorate; il fatto che le sue frasi si possano leggere in un solo fiato e di come mentre le scrive le legge per verificare che sia sempre così.
Guardate, a rischio di sembrare eccessiva, è stato a tratti commovente.
Dopo le domande dal pubblico, ci ha detto che liberare libri così in mezzo alla strada gli faceva impressione ed è andato via dopo una foto con tutti noi bookcrosser, tornando ad essere il vecchio forastico Erri, per un po' quasi non lo riconoscevo, ma era giusto così.
Un'ultima cosa, a chi ho prestato il mio PIANOTERRA? Non riesco più a trovarlo....

venerdì, giugno 06, 2008

L'ospite - Stephenie Meyer, Rizzoli -18 euro o giù di lì

Come saprete da precedenti recensioni, le due gonze tenutarie del blog, nonostante abbiano passato da tempo (sic!) l'adolescenza, ancora ne portano i segni e da tre anni a questa parte leggono entusiaste i libri della Meyer sulla "saga" di Isabella Swan, Edward (gonza bassa) e Jacob (gonza alta).

Grande festa quindi, quando in Italia, in uscita contemporanea agli Iuessei, è stato pubblicato L'ospite, non appartenente al filone di cui sopra, ma della stessa autrice. Attendo ancora i commenti della mia socia, visto che gentilmente mi è stato concesso di leggerlo per prima, ma devo dire che purtroppo in questo caso la nostra spacciatrice di romanticismo e gothic soft mi ha deluso. Presentato come "un libro di fantascienza per chi non ama la fantascienza" il romanzo parte bene, anzi benissimo. Solita prosa scorrevole anche grazie alla traduzione, idea di base veramente originale e aperta a molteplici sviluppi, personaggi nitidi....ma si arena miseramente a poco meno di un terzo, iniziando ad annoiare e lascia come l'impressione che l'autrice desideri riempire degli spazi, ma senza dare lo stesso ritmo di suspance e continue novità che da Twilight ad Eclipse caratterizza gli altri romanzi.

Forse ultimamente faccio fatica ad essere concentrata, ma la mia opinione è che non abbia sfruttato appieno le possibilità che la storia dava, indulgendo nel buonismo più che nel colpo di scena. Come ho detto, aspetto il parere della mia cara gb, che potrabbe essere discordante, ma per ora chiudo L'ospite senza rimpianti e attendo per agosto l'epilogo della nostra storiona..."Breaking dawn".

mercoledì, giugno 04, 2008

Once - 2006 Irlanda

... se non amate i film piccoli, poveri e indipendenti, se la telecamera a spalla tipo video amatoriale vi disgusta e vi viene l'orticaria appena sono presenti più di due canzoni in una pellicola...questo film non fa assolutamente per voi.
Cambiate fila, andate a vedere Indiana Jones (io l'ho dormito per metà, ma pare piaccia). Certo, sbagliereste.
Perchè Once è un vero gioiello.
Dolce, semplice e completamente basato sul sottotesto, è la storia di un busker dublinese (Grafton Street riconosciuta in tre picosecondi...gongolo) che come molti artistoidi e purtroppo molti uomini, si trova in una sorta di empasse emotivo e pratico, tornato a vivere da papà, con una storia struggente alle spalle in cui si crogiola per scrivere musica e tante canzoni sulla sua agenda.
Lei è un'immigrata della repubblica ceca, pianista, una Amelie concreta e con i piedi per terra, che una sera lo avvicina, affascinata dalle sue canzoni e che gli ridarà la voglia di tentare, di fare della musica il proprio lavoro e molte altre cose e sorrisi e possibilità che non vi dico per non rovinare nulla.
Niente è banale e questo film respira e vive di piccoli dettagli.
Unico neo, tanto per cambiare, il doppiaggio, che da alla ragazza un bell'accento da sfollata rusky che poco ha a che vedere con la voce reale della protagonista...ma giusto per trovare il proverbiale pelo nell'uovo.
La canzone "portante", Falling slowly ha vinto l'Oscar quest'anno ed è a dir poco splendida. Ovviamente secondo la gonza scrivente...

martedì, giugno 03, 2008

Di mostri, vampiri, licantropi e maledizioni.
Ho finalmente finito Duma Key, ultima fatica di S. King.
Stavolta, vuoi perchè il libro era intrasportabile, vuoi perchè l'inglese del Re è decisamente sempre più faticoso (questo non ti scusa Tullio Dobner), ci ho messo una vita e mezzo per finirlo: l'avevo preso su ibs a febbraio e se non fosse stato per il ritardo mostruoso dell'eurostar di ieri sarei ancora a carissimo amico...
Un King che rispolvera le case e i fantasmi che mi hanno ricordato molto Mucchio d'Ossa e anche qui il Ka-Tet sta insieme fino alla risoluzione della maledizione, insomma tra io che arrancavo e la storia che non mi ha preso per niente non sarà uno di quei tomi da ricordare...
Sempre dalla parte dell'orrore, ma sessualmente parlando, ho letto anche l'ultima fatica di L.K.Hamilton, il 16° libro che vede come protagonista assoluta Anita Blake, una donna chiara proiezione di un disturbo narcisistico di personalità. Come altro spiegare il fascino che esercita colei la quale supera in tutto e per tutto Buffy, soprattutto come numero di amanti, anche contemporanei e sovrapponibili?
Non ne ho idea, fatto sta che come al solito, mi sono fiondata sul suo libro e l'ho divorato e nemmeno stavolta, pur senza gridare al miracolo, ci sono rimasta male.
Un tomo per conoscere meglio uno dei suoi pomme de sangre, Jason, e soprattutto chiarire un po' di più, per quanto mi rimane sempre oscura, la sua relazione con quel grandissimo figlio di boy scout che è Richard. Mi è mancato moltissimo Micah e molto Jeane-Claude ma conto di rifarmi in un futuro non troppo remoto. In mancanza di altro potrei sempre decidermi ad affrontare la serie di Merry Gentry, ma ancora non me la sento, preferisco lasciarmela per grossi momenti di magra.
Segnalazione off topic: venerdì pomeriggio c'è Erri De Luca in una libreria a Centocelle in contemporanea con una liberazione, se vi interessano altre informazioni andate sul sito dei bookcrosser!