Post mattiniero dovuto a insonnia causata da visione ennesima casa della mia vita, quindi vi parlo di un libro di quelli che rimangono dentro, uno di quelli che si insinua per capirsi.
La storia fondamentalmente parla di tre persone, due femmine e un maschio ed è narrata da una delle ragazze: si comincia in un collegio che sembra Hogwarts e piano piano alcune parole lasciate cadere dall'autore ci fanno capire che le cose non sono proprio così come sembrano.
Mentre i personaggi crescono anche noi capiamo un po' di piu' e veniamo a conoscenza che questa Inghilterra cronologicamente appaiata a noi si trova, per fortuna, in un'altra dimensione, dove le persone vengono coltivate come nelle serre, per fornire pezzi di ricambio.
L'idea non è proprio una novita', giusto un annetto fa al cinema faceva flop The island e tra i lettori di horror quella dei cloni per gli umani non è che un topos molto sfruttato, ma il libro parla di altro.
Ishiguro non a caso è anche l'autore di Quello che resta del giorno e in qualche modo le stesse atmosfere rarefatte le ritroviamo qui, come anche quelle emozioni che sembrano ormai di un'altra epoca, in alcuni casi sembra quasi di trovarsi in una trasposizone moderna di Jane Austen, anche se leggermente riveduta e corretta.
Libro bellissimo, credo anche nella traduzione italiana, parole scelte con cura e sensazioni che arrivano dritte nello stomaco, ma come una carezza.
La fine, struggente, resta una "non fine" esattamente come quando, almeno per me, terminato il libro, mi è rimasto dentro e a occhio e croce ci resterà parecchio.
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