La parola Prep sta ad indicare ragazze la cui età ruota intorno a quella adolescenziale, in particolare, ragazze "agiate" che possono frequentare, come la protagonista del libro, una scuola preparatoria al college con una retta molto molto alta.
Lee Flora ha 13 anni quando un po' per caso e un po' per fortuna si sposta dall'Indiana a Boston per frequentare una di queste scuole superiori upper-class e la storia si articola nei quatro anni fino al momento del diploma, raccontato in prima persona una decina di anni dopo.
Lee non è particolarmente bella, neanche particolarmente intelligente e sicuramente non è ricca come la maggior parte delle sue compagne e compagni di classe, si trova ad Ault con una borsa di studio.
La storia ricorda un pochino Salinger, o Beverly Hills 90210 a seconda di quanto voglia esagerare con i richiami colti, pero' la cosa che più mi è piaciuta non è tanto la trama, scordatevi intrallazzi, sigarette, erba e sesso a volontà, anche di quest'ultimo la protagonista non fa abuso (seppure contro la sua volontà), quanto piuttosto alcuni dialoghi soprattutto interiori, uno stream of consciousness con la punteggiatura, una vera adolescente inquieta mascherata da acqua cheta.
Il sentirsi sempre fuori luogo, inappropriati, trasparenti o non abbastanza invisibili, un salto a piedi pari nel periodo schizofrenico denominato adolescenza, con tutto quello che comporta; troppe volte le parole di Lee sembravano quelle uscite dalla mia bocca e quasi sempre potevo ripensare a quando avevo riflettutto nel suo stesso modo arrivando alle sue stesse - errate - conclusioni. Ma non ci sono solo i rimandi all'adolescenza, ci sono purtroppo quei pensieri che arrivano dopo, quando uno diventa cronologicamente più grande e nonostante tutto si trova a rimpiangerla, non tanto nella sua globalità quanto piuttosto nei suoi piccoli episodi che sembravano così intrisi di vita che pensavi che poteva anche finire lì, eri abbastanza contenta tutto sommato, e invece no, la vita continua, le amicizie si perdono, i posti si lasciano e la vita continua con le tue cose più importanti che sbiadiscono lentamente dentro, perdendo di significato.
Forse questo non è un grande libro, forse potrebbe anche essere considerato una specie di Moccia per americani, però come sempre accade non è tanto il libro ma come lo leggi, e purtroppo a me riverbera parecchio, quindi nel bene o nel male sono contenta di averlo letto.
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