martedì, febbraio 28, 2006


Joe R. Lansdale "Maneggiare con cura - Antologia di racconti" Fanucci 8.00 euro; "Capitani oltraggiosi" Einaudi €14.50
Riccoci a parlare di Lansdale, fortunatamente quando l'ho conosciuto aveva gia' scritto un sacco di roba, così ho avuto tutto il tempo per leggermi gli arretrati, secondo me è uno di quegli scrittori che ti attivano la sindrome "Misery non deve morire". Tale sindrome, di mia recente ideazione, implica rapire lo scrittore tuo preferito, chiuderlo in un posto dove non può scappare e minacciarlo di farlo morire di fame se non sforma almeno un racconto a settimana o un romanzo al mese.
I racconti, sono molto splatter con dei picchi addirittura lirici come ne "La bambola gonfiabile", "La notte dei pesci" o "Non viene da Detroit", ma il migliore resta senza dubbio il racconto di Godzilla che fa i 12 passi degli A.A. per "disintossicarsi" da mostro cattivo e poi sbrocca assieme a King Kong quando il governo lo vuole assumere per distruggere le parti delle città e del mondo abitate dai poveri e dagli emarginati.
Questo resta per me il miglior racconto umoristico che io abbia letto ultimamente, sulla metro mi stavo cappottando.
Capitani Oltraggiosi è l'ultimo capitolo di Hap e Leonard e stiamo già aspettando il prossimo, ridateci la coppia di investigatori più sfigati dell'universo, gli ultimi cavalieri dalla scintillante armatura e dalla macchina tamarra.
Buona lettura

lunedì, febbraio 27, 2006

11
Durante il regno di Tullio Franco Sensi (Ostilio verso quelli che je stavano antipatici) Roma condusse tante battaglie con i suoi vicini. Prima se la prese con gli Attici, quelli che si trovavano ai piani alti del palazzo. Non li sconfisse ma ci andò molto vicino. Poi successivamente si accanì con Albalonga ed i laziali che già allora abitavano copiosi i castelli.Con il Gladiatore Checcus Capitanius Tottium riusci in una delle più grandi imprese della storia della Roma e ciò la “scucitio magna” che consistette nello strappare dai vessilli degli Albalongici uno strano triangolino di stoffa definito a quei tempi “scudettum”. Ma anche dopo questa grande vittoria purtroppo ci furono tempi grami. I numerosi mercenari che si erano alternati avevano notevolmente depauperato le casse della Roma e anche alcuni senatori ci misero del loro. Tullio Sensius però riuscì attraverso il sacrificio di alcuni beni e mandando in prima linea la figlia prediletta, Rosa Rosae Rosellae, a tenere botta per un po’.Giunti nell’anno domini MMIV, dopo aver affidato le sorti delle legioni al generale di origini etrusche Lucius Glabrus (detto Spallettus dalla forma delle larghe spalle stile armadio a quattro ante), la Roma comincio a vincere una dietro l’altra una serie di dieci battaglie di fila. Era una cosa che era riuscita a pochi eserciti nella storia, nessuno dei quali era mai riuscito a vincere undici partite, pardon..battaglie, di seguito.
L’undicesima battaglia capitò, fato beffardo, di affrontare proprio l’odiata Albalonga che, superata l’epoca in cui regnava Cirius Cragnos, grande mercante di ortofrutta e inventore di un particolare tipo di baratto detto della “saraga” (se frega e nun se paga), era passata agli ordini di Titus Lo Titus, verboso lustratore di caserme.Roma, dopo che aveva perso nell’ultima battaglia il suo capitano che era stato gravemente ferito da un mercenario Etrurio, propose ad Albalonga di affrontarsi al campo Farnesino, nel frattempo trasformato in Olimpicus.La tenzone fu subito violenta. La compagine agli ordini di Lucius Glabrus aspettava paziente nel suo campo che giungessero gli attacchi delle schiere di Ezius Rubri, per attirarle in una trappola mortale.Gli Albalongici “imboccarono” (antico termine mutuato dalla lingua teutonica) con tutte le scarpe e ben presto si trovarono ad affrontare le difficoltà di agguantare la legione Romana che colpiva e si ritirava, memore di quanto era successo nel passato nella battaglia tra Orazi e Curiazi nella quale già Roma aveva abbandontemente passato la sveglia ai vicini del contado albalongico. Roma vinse così la sua undicesima battaglia consecutiva e entrò prepotentemente nella storia! Fu tripudio di vessilli e festa di popolo. Albalonga piegata, le sue genti definitivamente assoggettate alla supremazia di Roma, Tullio Sensius in lacrime e il Capitano con un enorme bandierone in mano a festeggiare, ferito ma non domo, sulla biga elettrica.
E noi, che di questa impresa siamo i menestrelli, o se preferite i cantastorie, senza nulla voler togliere ai cantastorie veri, possiamo solo raccontarvi di questa gioia immensa che può capire solo chi, a petto in fuori, può affermare “civis romanus sum”. E ci dispiace che ai tempi degli Orazi e Curiazi veri non ci fosse la televisione. Vedere lo spettacolo dei burini Fangus e Lacrimus che cercano inutilmente di accampare scuse, emettendo copiosa schiuma e significative bolle, ci ha regalato momenti di esaltazione vera.
Tifare per Roma, tenere alto i suoi colori, difenderla dall’attacco dei barbari invidiosi regala sempre un grandissimo orgoglio e più raramente momenti di esaltazione vera. Questa sera è uno di quelli. Godiamocelo fino in fondo. Era scritto nella Storia che stasera la storia l’avremmo scritta noi!

domenica, febbraio 26, 2006

Underworld - Underworld evolution
Per chi non lo sapesse, io e il gonzorte abbiamo una passione per quanto riguarda i film stupidi, tra cui appunto annoveriamo i due del titolo, i vari blade e tutti quelli che in varia misura implicano vampiri, licantropi, mostri di vario genere e quant'altro.
I due film di cui l'ultimo nelle sale in questo momento, riguardano una faida secolare tra vampiri e licantropi, che sembrano discendere dalla stessa famiglia in cui due gemelli erano stati morsi uno da un pipistrello e uno da un lupo (fortunelli). Insomma, c'è l'eroina costretta a ricredersi rispetto a tutto quello che aveva considerato reale e scontato fino a quelo momento, l'ignaro umano (molto carino) che si trova ad essere l'ago della bilancia, storie d'amore, mostri e sangue a tutto andare, insomma, due fantasmagoriche minkiate. L'atmosfera è molto dark, sembra un incrocio tra batman (il primo) e blade runner. La colonna sonora lascia un po' a desiderare, mentre i combattimenti semprano estrapolati pari pari da matrix. Se volete vederli, e il primo ve lo siete persi, fate in modo di vederli in tempi abbastanza ristretti, perchè la cosa carina è che il secondo ricomincia esattamente dove finsice il primo.
Il parere del gonzorte: se vi piacciono seriamente i vampiri, vedetevi il Dracula di Coppola, se poi volete vedere qualcos'altro sui vampiri, rivedetevi il Dracula di Coppola.
Detto questo....buona visione e buon derby.

sabato, febbraio 25, 2006

Congratulazioni ad Onas e Cricca!
Lunghi giorni e felici notti.
Gonzo

venerdì, febbraio 24, 2006

NOI NON RISPETTIAMO LA PAR CONDICIO
tratto da "L'Espresso" del 24/2/2006
Quanto ci è costato Silvio Berlusconi - di Stefano Livadiotti
Il premier dice di aver onorato il Contratto con gli italiani. E di aver fatto miracoli. Ma le fonti e gli indici più autorevoli lo smentiscono. Ecco la fotografia del flop del governo di centro-destra
L'Italia ha fatto un salto enorme..., ha scolpito giovedì 9 febbraio nel salotto televisivo di 'Matrix'. "Abbiamo mantenuto tutte le promesse, ma la gente non se n'è accorta", aveva garantito tutto serio due giorni prima dai microfoni di 'Radio anch'io'.
"I giornali tacciono su quel che questo governo ha realizzato", s'era lagnato all'inizio dell'anno in una comparsata a 'Otto e mezzo'.È il Silvio Berlusconi di sempre.
Quello che nella primavera del 2001 s'era presentato festoso alle assise di Parma della Confindustria di Antonio D'Amato, sottolineando la perfetta coincidenza del suo programma di governo con le richieste degli imprenditori. Lo stesso che l'8 maggio sempre del 2001, officiante Bruno Vespa, seduto davanti a una scrivania di ciliegio, aveva letto in diretta tv il 'Contratto con gli italiani', dove si era solennemente impegnato a ridurre tasse e reati, aumentare pensioni e posti di lavoro e far decollare le grandi opere pubbliche.
Sono passati cinque anni. Berlusconi ha continuato ad approfittare di ogni palco e qualunque gazzetta per spargere ottimismo a piene mani. Malcelando la propria irritazione davanti ai moniti del Quirinale come dell'Europa o della Corte dei Conti. Nel frattempo sono caduti 12 dei suoi ministri (il primo fu il titolare del Commercio con l'Estero Renato Ruggiero e Gianni Agnelli parlò di "paese dei fichi d'India"). È stato rispedito al paesello natìo di Alvito l'ex governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, che gli aveva offerto una sponda parlando di miracolo economico a portata di mano. Giulio Tremonti, "il nostro genio", il superministro dell'Economia che nel 2001 si era presentato agli italiani con un 'Documento di programmazione economica e finanziaria' da pieno boom, è tornato al suo posto dopo essere stato licenziato con l'accusa (pubblico ministero Gianfranco Fini) di aver truccato i conti.
Indeciso a tutto, strattonato da una maggioranza variopinta e rissosa, Berlusconi ha tirato a campare. Rinvia oggi e rimanda domani, le sue promesse hanno cominciato a perdere credibilità. "I parametri della competitività del nostro sistema industriale sono i più negativi dal dopoguerra a oggi", ha scandito il 17 dicembre del 2005 il presidente della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo. E quando, il 19 dicembre gennaio scorso, il premier s'è ripresentato negli studi tv di Vespa, tentando di leggere il solito elenco delle cose fatte, Diego Della Valle è sbottato: "Non abbiamo bisogno di qualcuno che gira con dei foglietti e pensa che gli italiani siano tutti analfabeti". Lui è preoccupato, se è vero che nei giorni scorsi ha chiamato il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, per chiedergli consiglio sulla strategia elettorale (sentendosi rispondere: "La Casa delle libertà potrebbe anche vincere: servirebbe un grande attentato internazionale di cui lei rimanesse vittima..."). Così, s'è intestardito ancora di più sulla sua strada ("Tutti, nessuno escluso, dicono che le cose vanno bene", ha proclamato di nuovo il 20 febbraio).
Anche perché non ha scelta. Il 'Contratto con gli italiani' si concludeva con una clausola: se non fosse riuscito a mantenere almeno quattro promesse su cinque, nel 2006 Berlusconi avrebbe rinunciato a ricandidarsi alla guida del paese. Nella maratona mediatica delle scorse settimane s'è dunque presentato vestendo di volta in volta i panni di Napoleone e Gesù Cristo. Nessuno s'è preso la briga di contestare le sue sparate. Eppure, dargli del Pinocchio non sarebbe stato difficile. Gli indicatori socio-economici elaborati in questi anni dai più autorevoli centri di ricerca nazionali e internazionali dipingono un quadro ben diverso.
'L'espresso' ne ha utilizzati 34 (vedi tabella in basso), ottenuti consultando 23 fonti diverse, per ricavare le fotografie del paese prima e dopo la cura Berlusconi. Il confronto è devastante. Ecco, cifra per cifra, come si è arrivati al declino.
Crescita zero
Nel 2001 il prodotto interno lordo italiano viaggiava al passo dell'1,7 per cento. Esattamente al pari dell'Europa a 15. E al di sopra della media del mondo, inchiodato all'1,4 per cento. I numeri del Consensus Forecast (che si basa su dati di istituti come Jp Morgan e Goldman Sachs, Confindustria e Prometeia, Eni e Morgan Stanley) dicono che il 2005 s'è chiuso a quota 0,2 per cento. In pratica, a crescita zero.
La politica fiscale del governo, un mix di tagli a livello nazionale e aumenti di prelievo su base locale, accompagnato da una raffica di condoni, ha avuto un effetto perverso. La somma delle imposte dirette e di quelle indirette è passata dai 359 miliardi del 2001 ai 399 del 2005, con un aumento (dal 49,13 per cento al 51 tondo) dell'incidenza delle seconde, a tutto vantaggio dei redditi più alti. E solo l'incremento dell'evasione, come documentano i dati del centro-studi Nens, ha portato a una riduzione della pressione fiscale (mezzo punto, secondo l'Istat, tra il 2001 e il 2004). Pressione che è invece tornata a crescere sul mondo delle imprese: il 'Tax misery index' calcolato da 'Forbes' era sceso dai 153,9 punti del 2002 a 144 nel 2004. Lo scorso anno è risalito a 146. Sul fronte opposto, nello stesso tempo è decollata la spesa pubblica. Così, l'avanzo primario è praticamente scomparso, crollando dal 3,4 allo 0,6 per cento.Il deficit pubblico, che era pari al 3,2 per cento nel 2001, è salito a quota 4,3. E il rapporto tra debito pubblico e Pil, che dal 2001 era in costante discesa, è ripartito a razzo: quest'anno arriverà al 108,5 per cento, due punti in più rispetto al 2004.
Nel luglio di due anni fa l'agenzia di rating Standard&Poor's ha declassato il nostro debito, portandolo da 'AA' a 'AA-'. Lo scorso 8 febbraio gli uomini di S&P hanno fatto sapere che se i conti non verranno rimessi in carreggiata al più presto, potrebbe arrivare una nuova revisione al ribasso. Sarebbe una mazzata formidabile sulla spesa per gli interessi, il cui tasso medio s'è ridotto di soli 1,2 punti tra il 2001 e il 2004 (tra il 1996 e il 2000 era calato di 3,7 punti). Promesse da marinaio L'aumento della spesa pubblica che ha mandato in tilt i conti dello Stato non è certo servito a far fronte alle priorità per il rilancio dell'Azienda Italia. I pochi dati aggiornati disponibili sul fronte Ricerca & Sviluppo sono da mettersi le mani nei capelli. Gli investimenti della pubblica amministrazione nel 2001 crescevano del 5,8 per cento. Nel 2005 il loro incremento s'è fermato all'1,6 per cento. Sempre nel 2001 si erano registrati (dati del ministero) 182 interventi per la creazione di nuove aziende high tech, con uno stanziamento pari a 266 milioni di euro. Nel 2005 le iniziative sono precipitate a 31, per un valore di 14 milioni.
Su scuola e università, poi, è meglio stendere un velo pietoso. Con buona pace dei proclami del premier sulle 'tre i' (Internet, inglese, impresa), il Censis rileva che la percentuale di italiani in grado di sostenere una conversazione in una lingua diversa da quella di casa s'è ridotta dal 46 per cento del 2001 al 36 del 2005. Dieci punti in meno in cinque anni.
E perfino il tormentone sulle infrastrutture s'è rivelato solo un maldestro bluff. Secondo i ricercatori del Cresme, ad aprile scorso era stato ultimato appena lo 0,01 per cento delle grandi opere strategiche indicate nella cosiddetta legge obiettivo del 2002 (dal ponte sullo Stretto di Messina alla Salerno-Reggio Calabria, passando per il Mose di Venezia). Vuol dire che Berlusconi & C. hanno mantenuto molto meno dell'1 per diecimila di quanto avevano promesso.
Che si trattasse di parole in libertà, del resto, i primi a saperlo erano proprio gli uomini del governo. Lo dimostrano i dati del rapporto dell'associazione tra i costruttori, secondo i quali gli stanziamenti nel bilancio dello Stato per nuove infrastrutture sono diminuiti dai 22.500 milioni del 2001 ai 18.188 del 2005.
Competitività bye bye
In questo quadro, l'Italia ha continuato a perdere terreno nei confronti del resto del mondo. Nella classifica sulla competitività dell'International institute for management development nel 2001 occupava il trentaduesimo posto su 49 paesi. Nel 2005 è finita al cinquantatreesimo (su 60), alle spalle di Brasile, Filippine, Turchia e Colombia. Uno scivolone causato dai pessimi voti ottenuti, in particolare, su due capitoli: la capacità del governo di creare competitività (cinquattottesimo posto) e la sua politica fiscale (sessantesimo e ultimo posto). Il giudizio sull'evoluzione negativa conosciuta dal paese negli ultimi anni è pienamente confermato dalla graduatoria del World economic forum: ventiquattresima su 75 nel 2001, l'Italia è scivolata oggi al quarantasettesimo posto su 117, dietro a Corea, Qatar, Cile e Thailandia. Tutti i principali indicatori testimoniano la perdita di competitività italiana. La produzione industriale ha fatto registrare una vera e propria débâcle. Se nel 2001 era diminuita dello 0,6 per cento, lo scorso anno ha lasciato sul campo 1,8 punti, record negativo dal 1993. L'export è letteralmente tracollato. La quota sul mercato mondiale dell'Italia, che all'arrivo di Berlusconi stazionava a quota 4 per cento, s'è assottigliata fino al 2,9 per cento. Con il risultato che la bilancia commerciale s'è ribaltata: nel 2001 vantava un attivo di 9.233 milioni; ora è in rosso per 10.368 (peggior risultato dagli anni Ottanta).
Che l'Italia oggi sia considerata un paese dal quale è molto meglio girare alla larga lo dicono con chiarezza anche i dati sugli investimenti esteri diretti: nel 2001 erano arrivati, secondo i tecnici di via Nazionale, a 17.787 milioni di euro; nel 2004 non sono andati oltre i 13.542. Fa meno 23,9 per cento. L'osservatorio sulle acquisizioni di aziende della Kpmg conferma la tendenza: nel primo anno della legislatura gli stranieri avevano messo mano al portafoglio per entrare nel capitale di 111 aziende italiane. Lo scorso anno si sono fermati a 95.
E che l'Italia non convenga più lo pensano anche i turisti: nel 2001 erano sbarcati 35 milioni e 767 mila stranieri; nel 2005, secondo le prime stime dell'United Nations World Tourism, sono stati 34 milioni e 429 mila.Far West Italia Del resto, anche la situazione dell'ordine pubblico, che soprattutto al Sud condiziona pesantamente ogni attività economica, con buona pace di Berlusconi presenta un bilancio drammatico. L'Istat dice che tra il 2001 e il 2004 il totale dei delitti denunciati è passato da 2 milioni 163 mila e 826 a 2 milioni 415 mila e 023. Secondo i calcoli di Luca Ricolfi, che ha elaborato dati dell'Istituto di statistica e del Viminale, nel primo triennio di questo governo il totale dei delitti ha conosciuto un'impennata del 17,5 per cento ('Tempo scaduto', il Mulino).
Il piatto piange
Sostiene Berlusconi che il suo governo ha fatto il miracolo di creare un milione di nuovi posti di lavoro. Il premier dimentica di aggiungere che oltre la metà del risultato è dovuto alla regolarizzazione di immigrati già da tempo presenti in Italia. E comunque i dati ufficiali di Eurostat dicono che quella sull'occupazione è un'altra delle battaglie perse dal suo governo: all'inizio della legislatura cresceva del 2 per cento l'anno; nel 2004 solo dello 0,9. E un andamento altrettanto mesto si rileva nel Sud: più 2,3 nel 2001 e meno 0,3 nel 2004 (Nicola Rossi, 'Mediterraneo del Nord', Editori Laterza). Quello che cresce, semmai, è il lavoro irregolare: dal 26 per cento del totale nel 2001 al 27,9 nel 2005, almeno secondo il Censis.
Così, il portafoglio degli italiani è sempre più asciutto.
Nel Sud il tasso di diffusione della povertà relativa tra le famiglie è cresciuto, arrivando al 25 per cento tondo nel 2004 (dopo essere diminuito dal 24,3 del 2001 al 21,6 del 2003). Ma il trend investe l'intero paese. Secondo l'ultima indagine sul risparmio di Bnl e Centro Einaudi, la quota di italiani convinti di poter contare su un reddito "più che sufficiente" è diminuita dal 15,8 per cento (2001) al 13,8 (2005). E la percentuale degli italiani che non hanno risparmiato nel corso dell'anno è salita dal 38 per cento del 2002 al 51,4 dello scorso anno. Dove invece c'è stato il boom è nei prestiti bancari alle famiglie: da 251.964 milioni di euro (2001) a 384.867 (2005).Se le famiglie se la passano male, le aziende peggio. Uno studio targato Euler Hermes, la società del gruppo Allianz che è leader mondiale nell'assicurazione sui crediti, rivela che nel 2001 in Italia i fallimenti erano diminuiti dell'8 per cento. Dopo cinque anni di cura Berlusconi, nel 2005 hanno fatto un balzo in avanti del 6 per cento. Data la situazione, gli indici di fiducia non potevano che scendere in picchiata. Quello delle imprese da 89,3 a 87,5. Quello delle famiglie addirittura da 122,7 a 104,2.
Il declino
Con ben dieci new entry, nel 2001 l'Italia era stata la protagonista assoluta della classifica dei miliardari in dollari di 'Forbes'. "Lo stato della loro economia è vibrante", aveva detto nella conferenza stampa di presentazione la responsabile editoriale della ricerca, Luisa Kroll, per spiegare la performance che aveva portato 17 italiani in lista. Cinque anni dopo la nostra rappresentanza s'è ridotta a dieci mega-miliardari (capitanati, guarda un po', proprio da Berlusconi, passato dal ventinovesimo posto con 10,3 miliardi di dollari al al venticinquesimo con 12 miliardi). E s'è assottigliata pure la pattuglia delle aziende italiane che trovano spazio nella classifica Top-500 del 'Financial Times': 15 nel 2001 e 12 lo scorso anno. Incapace di competere, l'Italia s'è arroccata. L''Index of economic freedom' elaborato ogni anno dal centro-studi ultra-conservatore di Washington Heritage Foundation in collaborazione con il 'Wall Street Journal', e basato su 50 variabili, dice che siamo un paese sempre più ingessato. Nel 2001 eravamo al trentacinquesimo posto nella classifica guidata da Hong Kong. Nel 2005 siamo scesi al quarantaduesimo, a pari merito con Trinidad e Tobago. Surclassati dal Botswana. E tallonati da Madagascar e Mongolia.
Stessa musica se si guarda all'indice di globalizzazione elaborato dalla società di consulenza A.T. Kearney in collaborazione con 'Foreign Policy' e che misura l'integrazione economica, politica e tecnologica in 62 paesi (insieme fanno l'85 per cento della popolazione e il 96 per cento del Pil mondiale). Nel 2001 l'Italia era al tredicesimo posto, un gradino al di sotto degli Stati Uniti. In cinque anni è sprofondata al ventisettesimo, mentre gli Usa scalavano otto posizioni. Un paese chiuso alla globalizzazione, avevano ammonito cinque anni fa gli autori della ricerca, diventa terreno fertile per la corruzione. E infatti, tra l'inizio e la fine di questa legislatura, l'Italia ha visto peggiorare la propria posizione anche nella classifica basata sul 'Transparency international corruption perception index' e redatta dall'Università tedesca di Passau su incarico di Transparency (un'organizzazione non governativa sostenuta dall'Onu). Nel 2001 eravamo ventinovesimi nella graduatoria guidata dalla Finlandia. Cinque anni di berlusconismo dopo, siamo affondati al quarantesimo posto. Superati dalla Malesia."I dati che conosco inducono all'ottimismo", ha giurato lui il 20 febbraio. E vai a sapere dove li ha presi.
Pil (variazione percentuale)2001 2005+1,7 +0,2(Fonte: 2001 Eurostat; 2005 Consensus Forecast)
Debito pubblico (in miliardi di euro) 2001 20051.348 1.542(Fonte: Banca d'Italia)
Rapporto tra deficit e Pil (in percentuale)2001 20053,2 4,3(Fonte: ministero dell'Economia)Avanzo primario bilancio dello Stato (in percentuale) 2001 20053,4 0,6(Fonte: ministero dell'Economia)
Imposte dirette e indirette (gettito in milioni di euro)2001 2005359.182 399.000 (Fonte: 2001 lavoce.info; 2005 Dpef)
Imposte indirette su totale dirette e indirette (in percentuale)2001 200549,13 51,00(Fonte: lavoce.info e Dpef 2005)
Pressione fiscale sulle imprese (Tax Misery Index)2003 2005145 146(Fonte: 'Forbes')
Produzione industriale (variazione percentuale) 2001 2005-0,6 -1,8(Fonte: Istat)
Occupazione (variazione percentuale) 2001 2004+2,0 +0,9 (Fonte: Eurostat)
Occupazione Sud (variazione percentuale)2001 2004+2,3 -0,3(Fonte: Istat)
Lavoro irregolare (in percentuale)2002 200526,0 27,9(Fonte: Censis)
Povertà famiglie al Sud (tasso di diffusione in percentuale)2001 200424,3 25(Fonte: Istat)
Indice di produttività per occupato (base: Eu-25=100)2001 2005115,0 104,8(Fonte: Eurostat)
Posizione Italia nelle classifiche della competitività2001 2005Imd / Wef Imd / Wef 32 / 24 53 / 47 (Fonte:Institute for management development; World Economic Forum)
Saldo bilancia commerciale (in milioni di euro)2001 2005+9.233 -10.368(Fonte: Istat)
Export nazionale su totale mondiale (percentuale)2001 20054,0 2,9(Fonte: Fondo Monetario Internazionale)
Arrivi di turisti dall'estero (milioni di unità )2001 200535.767 34.429(Fonte: United Nations World Tourism)
Investimenti diretti esteri in Italia (milioni di euro 2004)2001 200417.787 13.542(Fonte: Elaborazioni Censis su dati Banca d'Italia)
Acquisizioni di aziende italiane da parte di aziende straniere (unità )2001 2005111 95(Fonte: Kpmg)
Stanziamenti nel bilancio dello Stato perinfrastrutture (in milioni di euro)2001 2005 22.250 18.188 (Fonte: Rapporto Ance)
Spese per ricerca della pubblica amministrazione(variazione percentuale)2001 2005+5,8 +1,6(Fonte: Elab. Censis su dati Istat)
Italiani in grado di conversare in lingua straniera (percentuale)2001 200546 36(Fonte: elaborazioni Censis su dati Eurobarometro)Fallimenti di imprese (variazione percentuale)2001 2005-8 +6(Fonte: Euler Hermes)
Indice fiducia famiglie (Base: 1980=100)2001 2005122,7 104,2(Fonte: Isae)
Indice fiducia imprese (Base: 2000=100)2001 200589,3 87,5(Fonte: Isae)
Italiani che dichiarano di avere un reddito 'più che sufficiente' (in percentuale)2001 200515,8 13,8(Fonte: Rapporto BnlCentro Einaudi)Italiani che non hanno risparmiato (in percentuale ) 2002 200538,0 51,4(Fonte: Rapporto Bnl-Centro Einaudi)
Prestiti delle banche alle famiglie (milioni di euro)2001 2005 251.964 384.867(Fonte: Elaborazioni Abi su dati di Banca d'Italia)
Delitti denunciati2001 2004 2.163.826 2.415.023(Fonte: elaborazione Censis su dati Istat e ministero dell'Interno)
Italiani nella lista mondiale dei super ricchi (unità)2001 200517 10 (Fonte: 'Forbes')
Aziende italiane nella classifica Top-500 mondiale (unità)2001 200515 12(Fonte: 'Financial Times')Posizione Italia nella classifica mondiale dei paesi meno corrotti(Transparency International Corruption Perception Index)2001 200529 40 (Fonte: Transparency)Posizione Italia nella classifica per la globalizzazione2001 200513 27 (Fonte: At Kearney)
Posizione Italia nella classifica della libertà economica2001 200635 42 (Fonte: Heritage Foundation- 'Wall Street Journal') -->
E l'Istat gonfia il Pil -di Antonio Marini
Un dato sull'inflazione più basso di quello reale. Il Pil che tra qualche giorno si gonfierà come un pallone. Ma a che gioco sta giocando l'Istat? Sgomita per una maglia della squadra delle Libertà? È Marigia Maulucci, segretaria confederale e responsabile economica della Cgil, a mettere in guardia: "Attenzione, tra qualche giorno verrà diffuso il dato rivisto del Prodotto interno lordo del 2005 e risulterà una crescita strepitosa. Ma si tratta solo di una revisione contabile, fatta giusto in tempo per la campagna elettorale del governo, che ci dirà che siamo diventati improvvisamente tutti più ricchi". In effetti per il primo marzo è in calendario la diffusione del dato sulla produzione nazionale costruito grazie a innovazioni importanti. Come quella di calcolare anche una parte degli interessi attivi di banche e intermediari finanziari (tolto il costo per l'acquisto del denaro) che prima venivano esclusi. Una revisione a livello comunitario che porterà un innalzamento 'artificiale' del Pil.
Per l'Ires, l'ufficio studi della Cgil, il 2005 si è chiuso con una crescita zero mentre l'inflazione registrata non rispecchia affatto la realtà. Ma l'Istat va avanti a testa bassa e scarica sulle spalle della politica e delle parti sociali la responsabilità sul corretto uso dei dati. Il presidente dell'istituto, Luigi Biggeri, non fa sconti: "Purtroppo la nostra legislazione è tale per cui si utilizza lo stesso indice per differenti obiettivi e questo porta confusione". "I sistemi di calcolo adottati però", ribatte Maolucci, "soprattutto sugli aumenti dei prezzi, hanno creato una frattura troppo forte tra inflazione registrata e inflazione percepita". Per il sindacato ci vogliono metodi moderni e nuovi dati. E l'Istat di Biggeri sembra proprio intenzionata ad accontentarlo.
Tra la fine dell'anno e il 2007 il tavolo di lavoro istituito dall'Istat, in cui è presente anche il sindacato, presenterà al nuovo Parlamento un pacchetto di indicatori. Il più importante dei quali è l'Ipca, indice dei prezzi al consumo armonizzato che diventerà l'unico indicatore per il calcolo dell'inflazione. Indice che, sostiene Biggeri, non dovrà essere utilizzato da solo come riferimento per gli aumenti contrattuali. L'Istat, tanto per misurare la portata del cambiamento, ha rilevato nel 2005 un'inflazione dell'1,9 per cento. Con il 'moderno' Ipca l'aumento dei prezzi risulta invece essere stato pari al 2,2. "A Milano o a Caltanissetta uno stipendio di mille euro pesa diversamente. Per questo, oltre a una classificazione per tipologia di beni molto più dettagliata, verranno anche realizzati indici di prezzi al consumo a livello territoriale", anticipa Biggeri. E a fine 2006, in collaborazione con Unioncamere, l'istituto di statistica ci dirà anche la differenza del potere d'acquisto nelle diverse città e zone d'Italia.
Poi arriverà l'indice immobiliare ufficiale, che misurerà la variazione dei prezzi del mattone. L'Italia da quest'anno è stata coinvolta da Eurostat nella seconda fase della costituzione dell'indice sul costo d'acquisto delle abitazioni. Obiettivo: nel corso del 2007 presentare un indice sperimentale per l'eurozona.

mercoledì, febbraio 22, 2006

Parole Povere - Breviario della banalità moderna a cura de Il Deboscio, Mondadori euro? (è stato un regalo).
Riccoci qui belli belli per dedicare un post ad un piccolo librino nero che mi hanno regalato per il mio genetliaco.
Dunque questo piccolo taccuino che assomiglia ad un Molenskine contiene, a detta degli autori ovviamente, tutte le frasi, i libri i film ed i dischi di coloro che sono etichettati come poveri, da intendersi "... il povero è chi crede al plusvalore delle nozioni perchè non può permettersi quello delle merci e viceversa."
Detto questo mi sembra scontato avvertirvi che nella suddetta definizione ci rientriamo tutti e non lo dico soltanto perchè tra le frasi, tra i dischi, ma soprattutto tra i libri io ho segnato il tutto esaurito, ma perchè come sempre accade a coloro che si vogliono distanziare troppo dalla massa, fanno il giro ed entrano dall'altra parte....
Letto a piccole dosi è anche divertente, ma solo se ve lo hanno regalato.

martedì, febbraio 21, 2006

domenica, febbraio 19, 2006

PRESO DALLA RETE E RIPORTATO:

Par condicio - Per il faccia a faccia votiamo Bordin
In prospettiva del confronto televisivo finale tra Silvio Berlusconi e Romano Prodi, si stanno scatenando i pretendenti. Lecito il desiderio di Bruno Vespa, di Enrico Mentana e di Giovanni Floris, un po' meno quello di Anna La Rosa. Ma il pericolo, chiunque venga scelto tra gli esimi conduttori, è che il duello resti una sorta di disfida di Barletta, divertente ma poco utile agli elettori e agli stessi leader. Spieghiamo: in qualsiasi salotto avvenga il confronto (e di confronti che possano confortare la nostra tesi già ce ne sono stati in abbondanza) i due contendenti, imboccati dal giornalista di turno, espongono i propri convincimenti. Ovviamente uno agli antipodi dell'altro. Alla fine quello che resta è la rappresentazione, non la verità dei contenuti. Infatti accade spesso che un politico esponga quello che dovrebbe essere un dato di fatto, magari supportato da una cifra (per esempio quante pensioni minime sono state aumentate) e l'avversario dileggi il dato, adducendo cifra completamente diversa e opposta. Il conduttore che purtroppo veste i panni del guardalinee, e non dell'arbitro, non si prende l'onere di riportare la verità, spesso ha meno conoscenze del politico, e salvo rare volte in cui Vespa è stato capace di contraddire l'ospite, la cosa scivola via, lasciando al telespettatore il dubbio su chi ha ragione. Per questo motivo in occasione dell'ultimo decisivo confronto, a nostro parere, servirebbe non un conduttore, ma una serie di giornalisti specializzati che possano assumersi il ruolo di garanti delle cose dette e smascherare eventuali demagogie e falsità. Questo servirebbe più a Berlusconi che a Prodi. Perché Berlusconi sostiene di aver ottenuto dei risultati e porta dati a sostegno del lavoro del governo (anche quotidiani non amici come il Sole 24 Ore e il Corriere della Sera gli riconoscono in buona parte di aver rispettato il celebre "contratto con gli italiani"). Non è giusto che questi risultati, se veri come crediamo, vengano liquidati con battute e menzogne. Vivendo però in un mondo imperfetto, siamo sicuri che non ci sarà nessuna giuria di tecnici e il conduttore sarà scelto tra quelli che il mondo imperfetto della televisione omaggia. Se spettasse a noi la scelta non avremmo dubbi: ricorreremmo a qualcuno esterno. Magari della carta stampata, magari incapace televisivamente, ma autorevole su entrambi i fronti. Alla radio per esempio c'è un giornalista eccezionale, per preparazione, verve ironica, sentimento critico bipartisan che voteremmo ad occhi chiusi, sebbene non ne conosciamo nemmeno il volto: quel Massimo Bordin direttore di Radio Radicale e impareggiabile conduttore della migliore rassegna stampa italiana, "Stampa e regime", che ogni mattina ci fa sembrare il mondo del giornalismo meno inutile.
Matteo Tosi

mercoledì, febbraio 15, 2006

I have a dream....UPDATE
ANSA - Calcio, Moggi jr. indagato. Illecita concorrenza per compravendita giocatori controllati dalla Gea.
Ulteriori informazioni su Repubblica.
Credo che non ci siano altre parole da spendere oltre al fatto che ci sentiamo molto vicine al patron Moratti quando dice che tanta arroganza non è più tollerabile.
Visto il tempismo che mi contraddistingue, penso che presto metterò sul blog un nuovo sogno sul nostro amato silvio, sia mai che si avveri anche questo...
Mercoledi delle ceneri - Ethan Hawke - Ed Minimum fax - eurododicicirca

La verità è che stavo per postare un articoletto in preda al sacro fuoco olimpico (soprattutto, pieno di "triplo axel", "doppi tolup"e pattini). Ma a dimostrazione che il vero amore è quello per tutte le stagioni e dimenticando per un momento lo sport (anche perchè da buona interista non potrei che piangere) torno alla base del nostro blog.
E ci torno con un ottimo libro.
Già. Perchè oltre ad essere notevolmente belloccio, bravo ed ex signor Uma Thurman (la donna piu' bella del sistema solare secondo questa metà gonziana), il signor Ethan Hawke è anche un pregevole scrittore.
Storia di viaggi, anzi di un viaggio, buffo, scalcagnato e americanissimo. Storia d'amore altalenante e a suo modo profonda tra due esemplari eccezionali di white trash.
Finale non perfetto, ma nell'insieme da podio. E fate attenzione alla partita di basket uno contro uno tra il protagonista e un odioso ragazzetto. Talento, signori miei.

domenica, febbraio 12, 2006

Tanti auguri a te tanti auguri a te tanti auguri supersociaaaa, tanti auguri a teeeeeee

sabato, febbraio 11, 2006

AMICA CHIPS
Allora quasi mi andava storto il caffè stamattina quando è apparso Rocco Siffredi sullo schermo dicendo: "... fidatevi di uno che le patatine - italiane, danesi, americane, etc. - le ha provate tutte, nessuna è come questa".
Insomma un uomo un mito, uno che spazia dal porno a Elio e le storie tese (Rocco e le storie tese, un vero blockbuster) a Milano-Roma (con la Litizzetto non ha fatto comunque una buonissima impressione) e riesce ad essere così autoironico e per me assolutamente bello.
Amo il tamarro evidentemente, magari fossero tutti così, tornerò a comprare le patatine, chissà che tipo di sorpresa ci hanno messo dentro...

venerdì, febbraio 10, 2006

www.antijuve.com
Mi appresto a descrivere un sito che è una leggenda per tutti coloro che detestano la famigerata triade del male - Moggi, Giraudo e Bettega - e tutto quello che comporta (da intendersi scudetti, coppe e partite rubate).
La Juve se non ci fosse (MAGARI) non si potrebbe inventarla in tutta la sua complessa storia di furti, doping, velate (neanche troppo) minacce e strapotere mediatico (assomiglia al portatore nano di democrazia in questo).
Una piccola frangia di ribelli ha messo su questo sito pieno di strabilianti chicche, dai vecchi striscioni al fontomontaggi che hanno fatto EPOca.
Io la odio e non lo nascondo, specialmente dopo la vergognosa fuga di capello iscariota e dei due ladroni (zebrinà e colui che non deve essere nominato in quanto portatore di sfiga) e vi spingo caldamente ad iscrivervi alla newsletter per mantenervi informati su tutto quello che succederà nei prossimi mesi in questa Italia nel pallone, dove i procuratori di calcio contano più dei premi Nobel, anche un po' per colpa mia....

giovedì, febbraio 09, 2006

I segreti di Brokeback Mountain di Ang Lee

Prima parte: paesaggi mozzafiato, una fotografia da applauso, Jake Gyllenhal bravo, loro due semplicemente s-p-l-e-n-d-i-d-i insieme nel loro esagerato machismo.

Seconda parte: brodo allungato. Fino a perdere il sapore. Non so se per volontà del regista nel descrivere una vita che piano piano va naufragando o per la necessità di tirare per i capelli la storia di Annie Proulx, non certo un librone, ad uso del grande schermo.

Quel che è certo è che, per un normodotato di tolleranza e accettazione di altre culture, non è sicuramente nulla di scandaloso o particolarmente innovativo.

Per chi invece ha avuto occasione, come la scrivente, di toccare con mano il cuore country dell'America (quattro case e una pompa di benzina) o chi "omosessuali?Bluargh..." l'impatto della pellicola è sicuramente piu' chiaro.

Detesto il biondo platino.

mercoledì, febbraio 08, 2006

James Patterson "Il caso blue lady" Longanesi, 16 €
Eccoci qua con il nuovo romanzo che vede come protagonista il detective Alex Cross, famoso e seguito come Kay Scarpetta e Lyncoln Ryme, anzi mi chiedo come mai la dottoressa sopracitata sia ancora l'unica su cui non abbiano fatto un film... posso appellarmi al maschilismo imperante?
Comunque, un ennesimo giallo e un ennesimo momento per staccare dal delirio outside, questa campagna elettorale a oltranza mi sta annientando, ieri ho avuto un attacco di gastrite davanti a ballaro' e mi sono definitivamente convinta che d'alema è di destra e casini vuole diventare papa.
Il libro continua la saga del poliziotto (a cui non si sa bene per quale motivo hanno dato l'affidamento del figlio appena nato) che vanta tra i suoi nemici un personaggio che è l'incrocio tra il dottor Male di Austin Power, Hannibal Lector e Moriarty. In effetti il romanzo non è spettacolare, ma credo che sia la saga che mi attrae, mi piace tornare a leggere di vecchi personaggi, in qualche modo mi danno un senso di continuità.
Quindi se amate Alex compratevi il libro, altrimenti cominciate dal primo, che se non sbaglio dovrebbe essere "Il collezionista - un bacio alle ragazze", così imparerete ad apprezzarlo anche voi. Last but non least, a metà febbraio uscirà un nuovo romanzo di Patricia Cornwell con la dottoressa Scarpetta...

domenica, febbraio 05, 2006

Cartapiù La 7 Calcio
Come ben sapete una delle due gonze ha una patologia definibile in dipendenza da "A.S. Roma Calcio" che si esplica anche nell'acquisto di relative smart card per vedere le partite della suddetta mitica squadra su alcuni campi che non sono l'Olimpico.
Detto questo, ieri sera la gonza e compagnia bella erano pronti, muniti di pizza, birra ed anche torta di compleanno di uno degli amichetti, a spararsi la partita Parma-Roma, in cui siamo usciti trionfatori dopo tre pappine. Precisamente alle 20.29, la trasmissione si è oscurata ed il messaggio "La vostra smartcard non è abilitata alla visione del programma richiesto" è apparsa con sommo stupore (e anche una certa dose di incazzature) sullo schermo.
Immantinente abbiamo chiamato il numero verde dove un cortesissimo ragazzo, che nessuno di noi ritiene responsabile del disguido (e che molti di noi compatiscono per il lavoro al call center) ha passato una ventina minuti cercando di fare quello che lui riteneva possibile fare, visto e considerato che dal suo pc la mia schedina risultava sia abilitata che funzionante. In breve, la partita l'abbiamo sentita per radio e forse, e dico forse, un giorno ci riaccrediteranno i 5 euro, anche perche', nonostante il tentativo, non siamo nemmeno riusciti a ricomprare la partita.
Io dico che qui una citazione per danni morali e materiali ci sta tutta, voi che dite?

giovedì, febbraio 02, 2006

Chi non prende posizione è un qualunquista.
Erano anni che non mi divertivo così!
Cos'erano?
Erano anni....

mercoledì, febbraio 01, 2006

Un'ora e mezza - Boosta - Baldini e Castoldi Dalai -€...troppi.

Con tutta la mia delusione, la prima grande stroncatura di questa metà gonzica su Libritudine.
Delusione perchè le parole nei testi dei Subsonica sono pane, perchè Boosta mi piace, perchè la mia amichetta Pina mi ha regalato il libro proprio per questa mia passione.
E chi lo ha vissuto sa che cavolo di rabbia sia ricevere un regalo fatto col cuore, bello come un libro e scritto col cu...
Comunque.
Un'ora e mezza. E per fortuna ci è voluto molto meno per leggerlo.
Una prova a metà tra il "Mi sento Brizzi di Bastogne (che già...) e Ammaniti, ma appena appena edulcorati" e il "Tanto sono famoso e mi pubblicano anche la lista della spesa" (e spero davvero non sia cosi').
Inutile, noioso e autocompiaciuto.