Approfitto per togliere un po' di polvere dal nostro blog, (ci perdonerete, ma fortunatamente la vita privata a volte scorre più forte e veloce di quella virtuale) con un libro che da sempre crea reazioni estremizzate e che anche per me è stato a dir poco ostico in principio.
La versione di Barney, di Mordechai Richler, un romanzo contemporaneo che a volte oscilla sulla narrativa di un secolo fa, caldamente consigliatomi e che ho abbandonato per ben due volte in preda a un disamore assoluto prima di riprenderlo per pura testardaggine e venirne stranamente ammaliata.
La storia, raccontata da un punto di vista autobiografico (d'altronde...è la SUA versione) e divisa in tre capitoli, uno per ogni moglie, fa entrare nella vita da "avventuriero" da bar e wannabe intellettuale con l'ansia e la fortuna di avere i piedi per terra, di Barney Panofsky.
Storia che parte da Montreal per allungarsi su Parigi e rientrare in Canada, che inizia con nomi e date inutili, pesanti, con un ritmo dal fiato corto, ma che se si ha la pazienza di continuare ti prende e ti fa sintonizzare non solo sul modo di scrivere, ma di agire, amare, pensare di Barney: un personaggio amaro, bilioso, meschino per molti versi e al contempo tenero, disarmante e divertente.
In mezzo amori, figli, relazioni assurde e un'ombra di colpevolezza su un omicidio che non sarà chiarita sino al finale, una delle chiuse più originali che abbia letto.
Non so se consigliarlo con leggerezza, non è stato semplice, ma se si ha tempo e voglia di dare un'occhiata al vecchio Barney e alla particolare Montreal...
La versione di Barney, di Mordechai Richler, un romanzo contemporaneo che a volte oscilla sulla narrativa di un secolo fa, caldamente consigliatomi e che ho abbandonato per ben due volte in preda a un disamore assoluto prima di riprenderlo per pura testardaggine e venirne stranamente ammaliata.
La storia, raccontata da un punto di vista autobiografico (d'altronde...è la SUA versione) e divisa in tre capitoli, uno per ogni moglie, fa entrare nella vita da "avventuriero" da bar e wannabe intellettuale con l'ansia e la fortuna di avere i piedi per terra, di Barney Panofsky.
Storia che parte da Montreal per allungarsi su Parigi e rientrare in Canada, che inizia con nomi e date inutili, pesanti, con un ritmo dal fiato corto, ma che se si ha la pazienza di continuare ti prende e ti fa sintonizzare non solo sul modo di scrivere, ma di agire, amare, pensare di Barney: un personaggio amaro, bilioso, meschino per molti versi e al contempo tenero, disarmante e divertente.
In mezzo amori, figli, relazioni assurde e un'ombra di colpevolezza su un omicidio che non sarà chiarita sino al finale, una delle chiuse più originali che abbia letto.
Non so se consigliarlo con leggerezza, non è stato semplice, ma se si ha tempo e voglia di dare un'occhiata al vecchio Barney e alla particolare Montreal...
4 commenti:
Io l'ho adorato, e mi ci sono fatta anche delle belle risate.
So infatti che chi lo ha amato ha trovato in questo libro un enorme senso dell'umorismo. Credo che bisogna trovare il momento adatto per leggerlo.
Ben ritrovata, cara!Ho cercato di mandarti un pvt ma qui non ci riesco....:o)
Credo tu stia parlando della socia bassa cara aleike...io sono la alta...
Patty: l'ho finito proprio per i commenti come il tuo!
Io l'ho letto tutto d'un fiato, probabilmente se non fossi stata costante l'avrei abbandonato anche io per un periodo, dati i numerosi salti temporali a volte ci si perde!
Barney é un mito.
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