Affinchè sia ben chiaro da che parte stiamo
Sta preparando l'assalto finale - di Giuseppe Giulietti
Per una volta nella vita,sia pure a malincuore, mi tocca rendere pubblica lode a Silvio Berlusconi. Sino ad oggi, infatti, lo avevamo dileggiato chiamandolo il re della rettifica e della smentita, ma in queste ore ci ha smentito tutti, non rettificando una delle affermazioni più sconcertanti e inquietanti che gli sia mai capitato di rilasciare. Forse ha fatto bene, dal momento che i giornali di oggi, salvo pochissime e consuete eccezioni, non hanno ritenuto di occuparsene.
Veniamo ai fatti: sabato mattina, sulla prima pagina del Corriere della Sera, Francesco Verderami, un giornalista sempre ben informato, ha raccontato di un incontro tra Berlusconi e alcuni imprenditori italiani. Nel corso della simpatica riunione re Silvio avrebbe invitato i facoltosi amici a smetterla di spendere soldi per acquisire spot dalla RAI, almeno sino a quando il servizio pubblico dovesse continuare a mandare in onda trasmissioni che danno l’ansia. In un paese normale sarebbe scoppiato il putiferio. Qui da noi si registrano le reazioni del senatore Zanda, di Articolo 21, dell’UsigRAI e di pochissimi altri. Non casualmente il presidente, sino ad oggi, non ha ritenuto di smentire, del resto le stesse parole le aveva già utilizzate in altre occasioni. Durante la crisi delle borse aveva invitato gli italiani ad acquistare azioni Mediaset, cosa ritenuta normale dai cosiddetti opinionisti liberali. In altra occasione aveva arringato i direttori perché i TG pubblici “trasmettono ansia”. Sarà bene ricordare che per Berlusconi la parola ansia è associata a tutte le trasmissioni, ormai pochissime, che ancora danno spazio al malessere sociale o, addirittura, si permettono di dare la parola a genitori, insegnanti, studenti. Non casualmente i suoi picciotti hanno già cominciato a chiedere provvedimenti esemplari contro Fabio Fazio, contro Santoro e Travaglio, contro Blob, contro Lucarelli che continua a rompere le scatole con questa storia della mafia, per non parlare poi delle inchieste della Gabanelli…..Non contento Berlusconi ha fatto sapere che anche alcuni giornali stanno dando troppo spazio agli studenti, creando ansia. Quando il presidente comincia a ripetere in modo ossessivo un concetto, palesemente falso, significa che sta preparando l’assalto finale. Così accadde per l’editto bulgaro, cosi accadrà per la RAI. Nell’articolo del Corriere, tuttavia, non c’è solo la minaccia verso le trasmissioni sgradite, ma addirittura la minaccia delle sanzioni economiche. Il proprietario di Mediaset invita alcuni investitori a levare i soldi dalla RAI sino a quando non sarà ridotta o indotta a più miti consigli. Nel frattempo gli investitori potranno sempre acquistare azioni Mediaset, dal momento che lo stesso presidente le ha indicate come le più sicure sul mercato. Nelle stesse ore il fido Gasparri, tra una minaccia e l’altra rivolta a Santoro, ha trovato il tempo di minacciare lo sciopero del canone. Lo ha fatto mentre persino l’autorità di garanzia delle comunicazioni denunciava lo strapotere del governo nelle reti pubbliche e private. La mancata smentita di Berlusconi è la più clamorosa conferma del disegno prossimo venturo. L’intenzione dichiarata e strillata è quella di annullare anche le ultime diversità editoriali sopravvissute. Alle opposizioni spetta il compito di promuovere un’azione comune, in Europa e in Italia,per denunciare quanto sta accadendo, per altro in aperto contrasto con gli stessi principi comunitari.
Nelle prossime ore Articolo 21 chiederà a tutte le forze politiche e associative di sollecitare l’intervento di tutte le autorità istituzionali e di garanzia. Sono in discussione, non solo i valori racchiusi nell’articolo 21 della Costituzione, ma persino i più elementari principi che regolano il libero mercato. Le autorità di sistema, a cominciare dall’Antitrust (presieduta da Antonio Catricalà già segretario generale a Palazzo Chigi durante il precedente governo Berlusconi), non possono fingere di chiamarsi Pasquale ,per usare una celebre espressione di Totò, o trincerarsi dietro formalismi o cavilli. La stessa Corte Costituzionale deve vigilare sul principio di rispetto della autonomia della RAI dagli esecutivi, principio che dovrebbe essere considerato ancora più inviolabile quando il presidente del consiglio è anche il quasi monopolista del settore.
Sono queste le ragioni che dovrebbero indurre tutta l’opposizione,e non solo l’ opposizione,a non cedere sulla commissione di vigilanza, a sostenere la candidatura di Leoluca Orlando, ad esprimere una squadra per il prossimo consiglio della RAI autorevole, compatta, lontana da ogni forma di subalternità e di consociativismo politico o affaristico. Ugualmente bisognerà trovare il modo di riportare il tema della libertà e del’ autonomia della comunicazione al centro della agenda politica e culturale.
Berlusconi tenterà di espellere quello che non gli piace, promuoverà una campagna di oscuramento e di diffamazione contro ogni forma di onda anomala. Non bisogna rassegnarsi. Guai a considerare normali le minacce di queste ore! Guai a lasciar passare, senza una adeguata reazione, vicende come quelle descritte dal Corriere. Guai a fingere di non sentire l’assordante silenzio delle autorità di garanzia.
Per queste ragioni abbiamo chiesto all’avvocato Domenico D’Amati di intraprendere tutte le azioni possibili a tutela della legalità e dell’interesse generale.
Nel frattempo sarà bene cominciare a preparare la grande manifestazione per la qualità e la dignità di chi produce e di chi riceve la comunicazione, proposta da Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace, e da tante associazioni del volontariato laico e cristiano, che dovrebbe essere convocata per il prossimo 10 dicembre a Roma.Noi ci saremo e lavoreremo perchè quella piazza e quella giornata diventino davvero una nuova grande piazza (come è accaduto ieri al circo Massimo) dell’ unità e della libertà.
Sta preparando l'assalto finale - di Giuseppe Giulietti
Per una volta nella vita,sia pure a malincuore, mi tocca rendere pubblica lode a Silvio Berlusconi. Sino ad oggi, infatti, lo avevamo dileggiato chiamandolo il re della rettifica e della smentita, ma in queste ore ci ha smentito tutti, non rettificando una delle affermazioni più sconcertanti e inquietanti che gli sia mai capitato di rilasciare. Forse ha fatto bene, dal momento che i giornali di oggi, salvo pochissime e consuete eccezioni, non hanno ritenuto di occuparsene.
Veniamo ai fatti: sabato mattina, sulla prima pagina del Corriere della Sera, Francesco Verderami, un giornalista sempre ben informato, ha raccontato di un incontro tra Berlusconi e alcuni imprenditori italiani. Nel corso della simpatica riunione re Silvio avrebbe invitato i facoltosi amici a smetterla di spendere soldi per acquisire spot dalla RAI, almeno sino a quando il servizio pubblico dovesse continuare a mandare in onda trasmissioni che danno l’ansia. In un paese normale sarebbe scoppiato il putiferio. Qui da noi si registrano le reazioni del senatore Zanda, di Articolo 21, dell’UsigRAI e di pochissimi altri. Non casualmente il presidente, sino ad oggi, non ha ritenuto di smentire, del resto le stesse parole le aveva già utilizzate in altre occasioni. Durante la crisi delle borse aveva invitato gli italiani ad acquistare azioni Mediaset, cosa ritenuta normale dai cosiddetti opinionisti liberali. In altra occasione aveva arringato i direttori perché i TG pubblici “trasmettono ansia”. Sarà bene ricordare che per Berlusconi la parola ansia è associata a tutte le trasmissioni, ormai pochissime, che ancora danno spazio al malessere sociale o, addirittura, si permettono di dare la parola a genitori, insegnanti, studenti. Non casualmente i suoi picciotti hanno già cominciato a chiedere provvedimenti esemplari contro Fabio Fazio, contro Santoro e Travaglio, contro Blob, contro Lucarelli che continua a rompere le scatole con questa storia della mafia, per non parlare poi delle inchieste della Gabanelli…..Non contento Berlusconi ha fatto sapere che anche alcuni giornali stanno dando troppo spazio agli studenti, creando ansia. Quando il presidente comincia a ripetere in modo ossessivo un concetto, palesemente falso, significa che sta preparando l’assalto finale. Così accadde per l’editto bulgaro, cosi accadrà per la RAI. Nell’articolo del Corriere, tuttavia, non c’è solo la minaccia verso le trasmissioni sgradite, ma addirittura la minaccia delle sanzioni economiche. Il proprietario di Mediaset invita alcuni investitori a levare i soldi dalla RAI sino a quando non sarà ridotta o indotta a più miti consigli. Nel frattempo gli investitori potranno sempre acquistare azioni Mediaset, dal momento che lo stesso presidente le ha indicate come le più sicure sul mercato. Nelle stesse ore il fido Gasparri, tra una minaccia e l’altra rivolta a Santoro, ha trovato il tempo di minacciare lo sciopero del canone. Lo ha fatto mentre persino l’autorità di garanzia delle comunicazioni denunciava lo strapotere del governo nelle reti pubbliche e private. La mancata smentita di Berlusconi è la più clamorosa conferma del disegno prossimo venturo. L’intenzione dichiarata e strillata è quella di annullare anche le ultime diversità editoriali sopravvissute. Alle opposizioni spetta il compito di promuovere un’azione comune, in Europa e in Italia,per denunciare quanto sta accadendo, per altro in aperto contrasto con gli stessi principi comunitari.
Nelle prossime ore Articolo 21 chiederà a tutte le forze politiche e associative di sollecitare l’intervento di tutte le autorità istituzionali e di garanzia. Sono in discussione, non solo i valori racchiusi nell’articolo 21 della Costituzione, ma persino i più elementari principi che regolano il libero mercato. Le autorità di sistema, a cominciare dall’Antitrust (presieduta da Antonio Catricalà già segretario generale a Palazzo Chigi durante il precedente governo Berlusconi), non possono fingere di chiamarsi Pasquale ,per usare una celebre espressione di Totò, o trincerarsi dietro formalismi o cavilli. La stessa Corte Costituzionale deve vigilare sul principio di rispetto della autonomia della RAI dagli esecutivi, principio che dovrebbe essere considerato ancora più inviolabile quando il presidente del consiglio è anche il quasi monopolista del settore.
Sono queste le ragioni che dovrebbero indurre tutta l’opposizione,e non solo l’ opposizione,a non cedere sulla commissione di vigilanza, a sostenere la candidatura di Leoluca Orlando, ad esprimere una squadra per il prossimo consiglio della RAI autorevole, compatta, lontana da ogni forma di subalternità e di consociativismo politico o affaristico. Ugualmente bisognerà trovare il modo di riportare il tema della libertà e del’ autonomia della comunicazione al centro della agenda politica e culturale.
Berlusconi tenterà di espellere quello che non gli piace, promuoverà una campagna di oscuramento e di diffamazione contro ogni forma di onda anomala. Non bisogna rassegnarsi. Guai a considerare normali le minacce di queste ore! Guai a lasciar passare, senza una adeguata reazione, vicende come quelle descritte dal Corriere. Guai a fingere di non sentire l’assordante silenzio delle autorità di garanzia.
Per queste ragioni abbiamo chiesto all’avvocato Domenico D’Amati di intraprendere tutte le azioni possibili a tutela della legalità e dell’interesse generale.
Nel frattempo sarà bene cominciare a preparare la grande manifestazione per la qualità e la dignità di chi produce e di chi riceve la comunicazione, proposta da Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace, e da tante associazioni del volontariato laico e cristiano, che dovrebbe essere convocata per il prossimo 10 dicembre a Roma.Noi ci saremo e lavoreremo perchè quella piazza e quella giornata diventino davvero una nuova grande piazza (come è accaduto ieri al circo Massimo) dell’ unità e della libertà.