Se ci ho messo una mesata a riprendermi dalla lettura di Gomorra, da questa nuova opera di Roth, potrei metterci degli anni.
Il perchè è presto detto, già il titolo Everyman, (ogniuomo-tutti) la dice lunga dalla distanza che è possibile mettere tra chi legge e chi si racconta. In realtà Everyman prende il titolo da un'anonima rappresentazione allegorica quattrocentesca, un classico della prima drammaturgia inglese, che ha per tema la chiamata di tutti i viventi alla morte, ma per me è proprio perchè nessuno di noi è estraneo alla morte o peggio, al concetto di mortalità insito in ciascuno di noi, che il libro colpisce esattamente dove fa più male.
Il primo incontro del protagonista con l'eventualità della propria morte avviene a 7 anni e da lì seguiremo lo svolgersi della sua vita e degli eventi che più la caratterizzaranno come le operazioni mediche, i matrimoni e i figli, concetpiti con donne così diverse tra loro, che già questo potrebbe essere indice di una ricerca di vita a tutti i costi, che guarda caso termina tra le braccia di una modella più giovane come ultima possibilità per essere felice, o forse, semplicemente vivo.
La vecchiaia come momento di riassunto e di presa di coscienza iniziata parecchi anni prima, forse troppo presto perchè la sensazione di essere assolutamente in balia di qualcosa sia stato uno stimolo per vivere appieno la vita, quanto piuttosto si sia trasformata in una ragione/spinta per prendere tutto e subito, pur di non rischiare di perdersi niente,
Accade spesso che per prendere tutto ci cada quello che abbiamo già in mano....
6 commenti:
ho letto in giro tutte belle recensioni, quindi, forse, prima o poi lo leggerò, come tutti...
non e' male, solo amaro in modo devastante
Aspetterò un pochino prima di leggerlo, ma solo per non diventare monomaniaca, avendo appena letto "Pastorale americana". Comunque mi ispira molto, tutto quello che ho letto di Roth mi è piaciuto.
io leggendo in giro pensavo che per me sarebbe stata una lettura durissima, invece sono rimasta piacevolmente impressionata dallo stile di Roth. denso e leggero, sì.
sì, nonostante l'argomento, rimane un libro scorrevole, ma certe volte mentre scivola fa venire la pelle d'oca, almeno a me...
un libro che è riuscito a farmi piangere; a farmi sentire totalmente vecchia e fallita; a farmi sentire ridicola in tutti i miei goffi tentativi di sentirmi viva; la penultima scena sulle tombe dei genitori è dilaniante
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