giovedì, dicembre 23, 2010

domenica, dicembre 19, 2010

giovedì, dicembre 02, 2010

sabato, novembre 27, 2010

giovedì, novembre 25, 2010

lunedì, novembre 15, 2010

venerdì, novembre 12, 2010

giovedì, novembre 11, 2010

giovedì, ottobre 28, 2010

mercoledì, ottobre 27, 2010

giovedì, ottobre 21, 2010

domenica, ottobre 17, 2010

sabato, ottobre 09, 2010

lunedì, ottobre 04, 2010

domenica, ottobre 03, 2010

venerdì, ottobre 01, 2010

giovedì, settembre 30, 2010

mercoledì, settembre 29, 2010

martedì, settembre 28, 2010

mercoledì, settembre 15, 2010

lunedì, settembre 13, 2010

sabato, aprile 03, 2010

BUONA PASQUA
Ormai il tempo per scrivere le recensioni ci si è drasticamente ridotto e spesso metto un paio di righe sul libro corrispondente sulla mia libreria Anobii, quindi, se siete ancora interessati a leggere quello che penso di un libro potete trovarmi qui:
In attesa che anche la gonza alta si aggiorni ;) vi lasciamo i nostri migliori auguri di buona pasqua!
CIAO CIAO

lunedì, gennaio 25, 2010

La prima cosa bella di Paolo Virzì.

Quest'anno al cinema ho latitato parecchio, pochi titoli che mi interessassero e molte cose da fare. In questo periodo invece parecchie pellicole attirano la mia attenzione e dato che sono assolutamente agli antipodi dei gusti della mia socia e che non mi porteranno a vedere Avatar nemmeno dietro compenso, ho stilato una mia lista personale di film che spero di spuntare a breve.
Uno di questi è La prima cosa bella di Paolo Virzì, un regista di cui non ho amato tutto, ma che quando mi ha preso lo ha fatto acchiappandomi con tutte le scarpe.
Dopo Tutta la vita davanti ritorna con un il racconto, decisamente molto più intimo, di una storia familiare o meglio, di una maternità un po' pazza, molto terrena, sofferta e divertita al tempo stesso, che ha in sè il complesso di Edipo, film come "Io la conoscevo bene" e mille altri spunti, ma che soprattutto spinge su una recitazione ottima di tutto il cast (lui farebbe recitare bene anche un bicchiere, ne sono convinta) e su gestualità che parlano tanto quanto i dialoghi.
I ricordi di Bruno, il figlio protagonista (Valerio Mastandrea) sono cartoline dai colori anni '70, foto che si animano, che raccontano con la musica, con gli abiti azzeccatissimi, un'epoca che getta i suoi frutti nel presente, anche se non tutti ancora raccolti.
Ho riso molto e anche pianto (per me una garanzia di successo) e soprattutto sono riuscita a sorprendermi, anche nelle scene "citofonate prima", ad apprezzare ogni personaggio sulla lunga distanza e, finalmente, ho potuto seguire un film ambientato a Livorno, in cui TUTTI gli attori recitano in toscano. ( non se ne poteva più di avere accenti di parti d'Italia diverse in film ambientati in una unica famiglia!).
Fatemi sapere che ne pensate.

PS Micaela Ramazzotti è di una bellezza sconfinata.
PPS Il mio orologio biologico all'uscita dal cinema ticchettava impazzito.

giovedì, gennaio 14, 2010

A spot of bother - Una cosa da nulla di Mark Haddon

Andare oltremanica fa sempre bene al cuore, se non al portafoglio e una tra le tante cose fantastiche è che è possibile trovare sempre almeno una libreria che fa sconti 3x2 o 4x3 o 6x5 e...insomma ci siamo capiti.:)
A spot of bother fa parte di uno di questi bottini e mi ha seguito anche in Thailandia, un libro itinerante per una storia che itinerante non è affatto e che si svolge in Inghilterra, tra la capitale e i sobborghi in campagna e che riguarda una famiglia, in particolare un uomo, George, da sempre chiuso, da sempre rigido e pacato che inizia lentamente ad impazzire causa pensione, paranoia e una sospetta malattia.
Intorno a lui la figlia maggiore Katie e il suo futuro forse chissà matrimonio, un carattere forte a metà e paure sparse, il figlio minore Jamie, gay, buono di fondo, ma altrettanto spaventato dai legami e la moglie Jean, il personaggio meno simpatico forse, ma anche vero, una donna che, magari egoisticamente, riscopre la sessualità e il flirt dopo essersi occupata della famoglia per una vita.
Una storia semplice da seguire, non un miracolo, ma sicuramente un romanzo piacevole e scorrevole, anche se la fine forse è un pochino blanda. Costruito in capitoli brevi dedicati a giro ad uno dei quattro protagonisti, nessun fronzolo e vicende umanissime che ci ricordano che nessuno, in fondo, è poi normale e che fanno pensare, innervosire e sorridere.
Very british, by the way.