BUON NATALE CLASSICOIn occasione di queste festività, e, come già vi avevo accennato, per combattere la mia cronica ignoranza, vi parlerò in modo molto sciatto, sommario e superficiale di alcuni classici che mi sono imposta di leggere.
Cominciamo con Guerra e Pace, di cui avevo brevemente accennato nel mio post precedente e di cui posso solo dire che è un affresco monumentale di un'epoca decisamente affascinante. Alcuni tendono a considerarlo un mattone, non mi sento di dargli torto, sulle 40 pagine di epilogo ci stavo stirando le gambe ma vabè, altri ancora la considerano "la storia d'amore", insomma anche qui, i personaggi sono descritti tutti molto bene e approfonditamente, quindi mi chiedo questa svolta a massaia di Natasha come me la spiega l'autore? Non la spiega e quindi facciamocela andare bene comunque, chi sono io per discutere con Tolstoj? Anyway un libro che va letto e non fatevi spaventare dalla dimensioni, la pratica edizione Einaudi in due volumi aiuta e anche una buona dose di incoscienza, al massimo leggete molto velocemente la parte delle battaglie.
Continuiamo con Vita e opinioni di Tristram Shandy di Lawrence Sterne, di cui facevo meglio, potendo scegliere, a leggere il Viaggio Sentimentale (esagerando anche nella traduzione di Foscolo), perchè a me questo libro non è proprio piaciuto. Suddiviso in volumi di un centinaio di pagine racconta in modo frammentario e abbastanza sconclusionato una giornata di Tristram, che parla della sua nascita e poco altro, ma con immensi giri di parole e 10.000 storie che si intrecciano, nessuna delle quali secondo me degna di nota, o almeno piacevole da leggere, se escludiamo il suo battesimo. Indubbiamente un libro particolare che sconvolse le regole del tempo, evidentemente io ero troppo avanti per apprezzarlo. Conosco persone che stimo a cui è piaciuto molto, evidentemente quando la storia è scarsetta non c'è autore che tenga per quanto mi riguarda, innovatore o meno che sia.
Ad aiutarmi a sopportare il Tristram è arrivato per fortuna L'Asino d'oro di Apuleio che è un vero è proprio capolavoro, ironico, scanzonato, ben scritto ed estremamente divertente, a riprova che un paio di mille anni fa già ci sapevano fare con le parole. La vicenda di Lucio, che per conoscere un po' troppo la magia ne rimane scottato, è perfetta e potrebbe benissimo essere scritta oggi quindi consigliabilissima se volete ridere fino alle lacrime e ancora di più se volete vantarvi di aver letto Le metamorfosi di Apuleio senza appallarvi, in fondo anche questo è considerato un classico, nonchè con il Satyricon l'unico romanzo arrivato completo da 1900 anni fa. Storie di donne, soldi e potere, nonchè sesso, tresche e amore, praticamente un bestseller.
Altro bel libro è La cugina Bette di Honorè de Balzac, parte della Comédie Humaine, questa zitella che semina zizzania nella casa che l'ha accolta salvo poi epilogo salvacuore è un esempio di romanzo scritto a puntate che usciva sui giornali del tempo (primi 50 anni del 1800). Comincia in sordina, anche per presentare sia l'ambiente che tutti i protagonisti, per poi accelerare e arrivare al gran finale. Ben descritti i personaggi anche se le donne sono decisamente mal viste, vittime o carnefici ma senza scusanti comunque, e gli uomini giusto un po' meglio.
Molto simile come costruzione [capitoli molto simili, richiami al lettore per ingraziarselo e brevi riassunti ogni tanto perchè magari si è perso il filo dalla settimana precedente] è La fiera della Vanità di Thackeray, librone che racconta la vicenda di Becky ed Amelia, ragazze che vediamo giovani uscire dal collegio all'inizio del libro e che seguiremo per buona parte della loro vita; intrecci e intrighi, il bene contro il male e l'autore che non prende mai una posizione definita, anzi secondo me parteggia per "la cattiva" la maggior parte delle volte. Affresco di un'epoca come anche la cugina Bette e visione speculare delle guerre napoleoniche già trattate da guerra e pace, ma viste da luoghi diversi. Insomma attualmente mi considero esperta di come si viveva nel 1800 considerati che quasi tutti i libri letti recentemente erano ambientati in quell'epoca.
Ultimo classico, anche se non sempre considerato tale è Il libro dell'inquietudine di Bernando Soares, probabilmente uno dei migliori libri narrati in prima persona che io abbia mai letto. Una tristezza e un'inquietudine che escono dalle pagine e ti sommergono, ma le parole sono così belle, le sensazioni evocate così bene che finalmente ti sembra che qualcuno abbia trovato il modo perchè se ne possa parlare, insomma un CAPOLAVORO. Sul gruppo di lettura di anobii, molti dicono che questo non sia un libro da leggere tutto di seguito ma poco per volta, non c'è storia quindi la trama non si perde, probabile, ma una volta cominciato io non sono riuscita a smettere, posso dire solo questo a mia discolpa, magari vengo meno alla mia regola numero due e lo rileggo. La regola numero uno consiste nel finire comunque un libro, ma contravvengo anche a questa a volte, che ne so, nel caso di moccia per esempio.
Comunque buone feste laiche o religiose a tutti e ci sentiamo, ciao ciao!