mercoledì, febbraio 29, 2012

VANESSA DIFFENBAUGH"IL LINGUAGGIO SEGRETO DEI FIORI"
More about Il linguaggio segreto dei fiori

Un vero best seller, letto in 4 ore dall'inizio alla fine tranne breve pausa caffettino con biscotti, stare seduta è stancante....
Victoria è cresciuta passando da una famiglia d'affido all'altra per culminare la sua carriera di ragazzina problematica in istituto, tranne una piccola parentesi finita in modo drammatico; quando attraverso il suo amore per i fiori riuscirà a ricostruirsi una vita sarà anche perchè il passato è tornata a cercarla.
Caruccio, proprio il libro da leggere quando fuori nevica e fa freddo e solo l'idea di uscire è aberrante, inoltre lascia una buona sensazione e fa sperare che tutte le persone del mondo possano essere come Renata, Grant ed Elizabeth.

lunedì, febbraio 27, 2012

REXANNE BECNEL "THE ROSE OF BLACKSWORD"

Rexanne Becnel è una scrittrice di romanzi rosa statunitense che vive a New Orleans e giura che tutta la sua creatività la deve alla quantità immane di caffè che beve, considerato che in 14 anni ha già scritto 19 libri! Vive con il marito e il cane, dopo che i figli grandi se ne sono andati di casa, e ama giocare a pallavolo.

Lady Rosalynde di Stanwood ha il potere di stregare gli uomini, ma non ne è consapevole prima di utilizzarlo per costringere Blacksword, assassino e ladro condannato alla forca, a riaccompagnare lei e il suo paggio alla dimora paterna.
Sir Aric di Wycliff vive solo per un caso e dedica la rinnovata esistenza alla vendetta nei confronti di coloro che lo hanno incastrato portandolo sul patibolo, fino a quando attraverso l’Handfasting, il suo destino viene irrimediabilmente legato a quello di Lady Rose, dalla quale pretenderà una resa totale.
La trama non era male, Rose viene attaccata e la sua scorta decimata mentre torna dal padre per informarlo della morte del suo unico figlio ed erede; quando risce a mettersi in salvo si reca nel paese vicino per cercare di avvertire lo sceriffo del villaggio e cercare una nuova scorta, ma dopo una serie di misunderstanding si trova a dover scegliere, tra tre condannati a morte, una papabile guardia del corpo.
Ai tempi, se una donna del villaggio voleva salvare la vita ad un condannato, bastava che lo legasse a sé attraverso la cerimonia pagana dell’Handfasting, matrimonio che durava un anno e un giorno se nel frattempo la coppia non si fosse recata in chiesa per ratificare il patto avanti a Dio.
A questo punto inizia il lento declino del libro: Rose è una di quelle verginelle che prima cede e poi si dispera, mi dispiace metterla così, ma una persona che cambia idea ogni 30 secondi e poi si fa comunque guidare nelle scelte dalle sue ovaie non merita il mio rispetto per quanto resti sempre un personaggio di fantasia. Dal canto suo, Blacksword sembra uno che non abbia chiaro nemmeno cosa voglia per colazione, figurarsi dalla vita. Passano 300 pagine a rinfacciarsi l’Handfasting ed a ricattarsi e sinceramente sono veramente noiosi.
Quando poi finalmente i nodi arrivano al pettine e Aric si rivela quale cavaliere sconfiggendo il marrano che l’aveva derubato della sua spada e della sua vita, tutti vivono felici e contenti, ma avrebbero potuto farlo 200 pagine prima senza tirarla troppo per le lunghe.
Nel mio giudizio sarò anche acida, ma leggere questo libro è stato abbastanza NOIOSO, probabilmente il prossimo libro della Becnel non finirà nella mia libreria e nemmeno quelli prima, peccato perché il medioeval romance di solito mi piace, ma in questo sembrava che l’autrice avesse fatto scrivere i dialoghi ai bambini dell’asilo.
Voto: 

sabato, febbraio 25, 2012

SUE TOWNSED "ADRIAN MOLE: THE WILDERNESS YEARS"
More about Adrian Mole: The Wilderness Years

Adrian Mole stavolta non delude e con un tuffo nel 1991 (quando Bush padre vomitò sull'ambasciatore giapponese) torna a farmi ridere come un tempo. Archiviato il terzo libro che è penoso, questa quarta parte (su 8) del diario di uno dei più illusi scrittori wannabe del panorama letterario è notevole, non tanto per la sua storia, ma per quanto questa entri a fare parte del suo romanzo, ogni volta che qualcuno gli mette i bastoni tra le ruote, Adrian lo fa uccidere virtualmente dal suo alter-ego letterario.
Ritroviamo la solita Pandora (insopportabile), la cougar madre con il nuovo giovane marito e il padre con la sgallettata di turno. Mi rendo conto che è una saga dello stereotipo, però a me Adrian Mole fa ridere da più di 20 anni e non posso farci niente....

giovedì, febbraio 23, 2012

VICKI HINZE "BEYOND THE MISTY SHORE"

Vicki Hinze
 è l’autrice di più di 20 romanzi e di centinaia di articoli che hanno vinto parecchi premi. Attraverso il sito “Writer’s zone” ha fatto da mentore ad almeno altri 200 scrittori nel corso di una decina di anni. Attualmente sta scrivendo altre tre dei suoi romanzi romantici venati da suspance.
Sito dell’autricehttp://vickihinze.com/

Serie Seascape:
- Beyond the misty shore
- Upon a mystic tyde
- Beside a dreamswept sea

Primo libro di questa saga, che ci introduce in un luogo da sogno nel Maine, in una pensione a gestione familiare con vista sul mare dove Hattie, la “locandiera”, permette ai benefici influssi che aleggiano sulla casa di guarire cuori infranti, dando loro la possibilità di ritrovare l’amore e la gioia nella vita.
Maggie Wright si reca a Seascape per indagare sulla morte della cugina, che le ha lasciato più di un dubbio, e qui è attratta dall’enigmatica presenza di T.J. pittore famoso ed ex fidanzato di Caroline, che dalla sua morte ha smesso di dipingere e di farsi vedere in giro.
T.J. McGregor da più di 2 anni non prende in mano un pennello e da 9 mesi è costretto a soggiornare nella locanda, perché ogni qual volta tenta di allontanarsene perde i sensi; sente strane voci ed è divorato dal senso di colpa secondo cui ogni persona a cui vuole bene è destinata a una brutta fine.
La storia è ambientata ai giorni nostri, in un paesino del Maine dove tutti sanno tutto di tutti e niente può rimanere segreto per più di 10 minuti. I personaggi sono anche carini, ma la storia in sé mi ha lasciato parecchio perplessa.
Cominciamo con Maggie, personaggio femminile quasi paragonabile a Cenerentola, rimasta a casa con la madre infortunata per più di due anni, costretta a convivere con una cugina manipolatrice, che le ha rubato anche il fidanzato, decide, con scarsissima cognizione di causa e ancor più scarsi motivi validi, di indagare sulla sua morte in seguito ad un incidente stradale.
È una donna con parecchio bagaglio questa Maggie, non si capisce come abbia fatto a farsi mettere i piedi in testa dal padre e dalla cugina in questo modo, considerato che viene descritta come un genio della finanza e persona con una vita di successo…
T.J. McGregor all’inizio sembra un nevrotico, uno che ormai devastato dai sensi di colpa obbliga la sua fragile psiche a non allontanarsi dall’unico luogo dove sembra trovare un po’ di pace e, quando poi incontra Maggie, prima ovviamente di farsi travolgere da insana passione, la tratta malissimo convinto che si tratti di un altro appuntamento al buio organizzato da Hattie.
Quando piano piano si svela chi c’è dietro all’impossibilità di T.J. di abbandonare la locanda e, soprattutto, quando ci viene spiegata la mossa vulcaniana, ho apprezzato moltissimo che mancassero tre pagine all fine perché avrei altrimenti tirato il Kindle contro il muro per il tempo sprecato a leggere questa boiata.
Di solito, non ho niente contro i paranormal romance, ma questo è veramente pessimo e se penso che è il primo di una serie, inorridisco….
Si ringraziano Bell Bridge Books e NetGalley per la gentile preview.
Voto: 


martedì, febbraio 21, 2012

BRET EASTON ELLIS "LUNAR PARK"
More about Lunar Park

Se sapessi di non sbagliare potrei definirlo un metaromanzo questo di Ellis, un romanzo con dentro tanti romanzi e un paio di romanzieri, così tanto perchè non ci facciamo mancare niente....
Dopo un piccolo riassunto della sua vita come BEE l'autore ci racconta degli ultimi mesi passati a mettere la testa a posto, a sposare la madre di suo figlio e a cercare di comportarsi per benino, compresa la terapia di coppia e quella personale per cercare finalmente di stabilire un buon rapporto con Robby, il figlio che si chiama come il padre, lo stesso padre che gli ha ispirato "America Psycho" libro che personalmente non rileggerei per nessuna ragione al mondo tranne molti molti soldi.
Piano piano nella villetta dove abita con la famiglia cominciano ad avvenire eventi inspiegabili, che comunque diventano pure meno chiari sotto l'effetto di alcol e droghe, così ritroviamo Patrick Bateman e altri mostri più o meno multiformi che costellano i libri di BEE da quando era piccolo in poi; contemporaneamente scompaiono ragazzini e personaggi omonimi ai morti di American Paycho vengono uccisi con le stesse modalità. Ce n'è per tutti in questo libro, astenersi anime fragili comunque.

domenica, febbraio 19, 2012

HEATHER KILLOUGH WALDEN "THE HUNT"

Heather Killough-Walden scrittrice americana nata in California, che successivamente si è trasferita a vivere con la famiglia (marito e figlia) in Texas. Grazie alla sua serie Big Bad Wolf e alla October Trilogy è stata riconosciuta fra le autrici di maggior successo in America (New York Times and USA Today best-selling ebooks). Nel suo bagaglio culturale sono inclusi studi su argomenti quali la religione, l’archeologia e la legge. Ha viaggiato in giro per il mondo, ma essendo una grande tifosa di hockey, spera, prima o poi, di trasferirsi in una città in cui sia presente una squadra importante del campionato NHL.
Sito dell’autrice: http://www.killough-walden.com/

Serie Big Bad Wolf:
- The Heat
- The Strip
- The Spell
- The Hunt


Ultimo libro della saga questo The Hunt, senza farvi un riassunto delle puntate precendenti, che tanto le trovate qui, a mio modo di vedere è probabilmente uno dei libri più riusciti dei quattro, intanto perché è molto corale e ritroviamo tutti i personaggi dei romanzi precedenti; poi perché non è centrato soltanto sulla dormiente e sul suo Mate, ma anzi abbiamo anche dei probelmi di livello mondiale e, soprattutto, perché facciamo la conoscenza del re dei vampiri, che sembra un personaggio affascinante e io so per certo che sarà il protagonista dello spin-off tratto da questa saga, ce l’ha detto l’autrice ;)
La coppia dei protagonisti è Byron, fratello di Luke scomparso da 50 anni, e Kate, cacciatrice e dormiente a sua insaputa, che da 20 anni cerca Byron per ucciderlo in quanto lo ritiene l’assassino del padre.
Byron era stato prigioniero della figlia del re dei warlock per il mezzo secolo precedente, ma era riuscito a scappare in una sola occasione, quella in cui si era imbattutto nell’omicidio del babbo di Kate, che a 12 anni aveva trovato un lupo mannaro accucciato sul corpo del padre.
Nel frattempo il concilio viene a sapere che l’estinzione dei licantropi è dovuta proprio ad un incantesimo dei warlock risalente a 400 anni prima, che il re è deciso a sciogliere a patto di avere la vita dell’assassino della figlia, che dovrebbe essere proprio Byron.
In tutto questo gioco di specchi Kat si convince che non è Byron l’assassino del padre e quindi si trova costretta ad un esame di coscienza rispetto alla sua passata esperienza di cacciatrice e quindi di assassina di licantropi e decide di trovare un modo per “espiare i suoi peccati”, mentre tutto intorno a lei tornano personaggi passati come James e futuri come Roman.
I personaggi che nel corso della saga hanno acquistato spessore non deludono, anche se Kat è un po’ piagnona secondo me, ma come ammazzi licantropi a colazione e poi ti sciogli continuamente in un brodo di lacrime da femminuccia? Ma ok, si sa che venire marchiati dal proprio mate ha più di un effetto collaterale, tanto che sembra che fino alla completa trasformazioni in lupe mannare, le donne vivano in una costante sindrome premestruale, con l’aggravante della libidine.
In attesa di potervi parlare de “The Vampire King” il mio voto è: 
Voto: 

venerdì, febbraio 17, 2012

HERMAN MELVILLE "MOBY DICK"
More about Moby Dick

Pesante, sarà anche bello, molto allegorico e pieno di riferimenti etc.etc., ma leggerlo tutto, sforzandosi di non saltare nemmeno le descrizioni dei vari tipi di balene, si è rivelato un'impresa!
La storia della discesa negli inferi dell'ossessione del capitano Ahab, ossessione nella quale trascinerà poi anche tutto il suo equipaggio è ben resa e attraverso gli occhi di Ishmael non ci perdiamo nessuno di quei sintomi che da psicologa mi sento di temere e parecchio pure e quando nelle ultime dieci pagine si conclude il tutto non si può dimenticare l'affermazione di Starbuck, che più di tutti aveva cercato di impedire ad Ahab la caccia della balena bianca: "Oh Ahab, not too late is it, even now...See! Moby Dick seeks thee not. It is Thou, that madly seeks him!" E invece era già troppo tardi.

mercoledì, febbraio 15, 2012

ERSKINE CALDWELL "LA VIA DEL TABACCO"
More about La via del tabacco

Non avevo mai letto niente di Caldwell e quando è uscito il g.d.l. ne ho approfittato, ma nonostante le parole di elogio di Lansdale sul libro in particolare e sull'autore in generale, devo ammettere che non è proprio il mio genere. L'esaltazione delle miserie umane attraverso l'ironia non mi fa impazzire, tutto il tempo avevo questa sensazione di angoscia pesante che probabilmente non mi ha permesso di apprezzare il libro quale egregio rappresentante del suo tempo. Purtroppo è andata così....

lunedì, febbraio 13, 2012

LIZ FLAHERTY "ONE MORE SUMMER"

Liz Flaherty
 vive con Duane, suo marito, da 40 anni e hanno tre figli, sette nipoti e un numero non ben precisato di gatti. Da quando non lavora più all’ufficio postale si è messa a scrivere molto di più, si è reiscritta a scuola e soprattutto ha promesso ai suoi nipoti una coperta a testa. Attualmente sta lavorando alla numero 5, che però è fatta di triangoli e i triangoli sono stati sempre un problema per lei, sin dai tempi della scuola….

Sito dell’autricehttp://lizflaherty.com/index.html

Quello che doveva essere un tranquillo romanzo d’amore si è trasformato, mano a mano che giravo le pagine virtuali, in uno dei libri più belli che abbia letto recentemente e, credetemi, ne ho letti tanti.
Grace si è presa cura del padre malato fino a quando è morto lasciandole una casa da dividere con i due fratelli e un sacco di ricordi; senza un lavoro e senza un compagno, Grace si divide tra i bambini della biblioteca e i suoi affittuari che, per sopraggiunti limiti di età, non sono proprio più abili a prendersi cura di se stessi come una volta.
Dillon non torna nel suo paese natale da tempo, per essere precisi, da quando non si è presentato a prendere Grace la sera del ballo scolastico 17 anni prima. Ora decide di scrivere il suo romanzo nella depandance di Grace.
All’inizio non è chiaro come mai Dillon decida di venire a scrivere a Peacock, nel Tennessee, uno di quei posti dove tutti sanno tutto di tutti, poi a mano a mano che si va avanti sembra che lo scopo sia convincere Grace che uscire di nuovo assieme potrebbe valere la pena. Questo è l’unico punto poco chiaro anche perché poi, considerato il bagaglio emotivo che si porta dietro, Dillon non dovrebbe essere così entusiasta di ributtarsi in una relazione, con quella che, tra l’altro (sorpresona – da leggere con chiaro sarcasmo), è la sorella del suo migliore amico.
Nella casa, oltre a Grace, ci sono Promise, sua amica d’infanzia e fidanzata pluriennale di suo fratello Steven, Jonah un compaesano che ha perso tutti i soldi in un investimento sbagliato e Maxie, lontana parente e attrice in declino. Promise è venuta da Grace perché a breve deve affrontare una mastectomia e tutta la trafila della chemioterapia e quindi è preoccupata di non riuscire a cavarsela da sola, ma gli scambi di battute tra queste due amiche d’infanzia sono tra i più godibili che mi sia capitato di leggere recentemente.
Tra una guarigione e uno scandalo familiare assistiamo al lento riavvicinamento di Grace e Dillon fino al loro matrimonio che però, sarà inizialmente più di facciata che altro, Grace non vuole i resti di quello che sembra essere il cuore di Dillon e, fino a quando lui non le rivelerà quello che giace nel suo passato, lei non è disposta a scendere a compromessi.
Veramente molto bello, storia affascinante anche se per alcuni versi già letta e riletta, la caratterizzazione dei personaggi è ben riuscita e non mi dispiacerebbe leggerne il seguito, dovrei solo convincere l’autrice a scriverlo ;)
Grazie a Netgalley e Carina Press per la preview!
Voto: 

sabato, febbraio 11, 2012

ALBERT CAMUS "LA PESTE"
More about La peste

Molto bello, ogni volta la peste diventa un espediente per raccontare dell'essere umano, specialmente alla fine quando il dottore afferma che grazie all'epidemia ha capito che nell'animo umano ci sono più cose belle che brutte.
Rieux rimane un personaggio memorabile e la morte di Tarrou mi ha colpito più di quella del bambino Orthon, ma come dice Camus i morti della speranza sono quelli che fanno più male; lo scambio tra il dottore e Paneloux assomiglia ad una delle mie tanti crisi mistiche, un po' come i dubbi che assalgono Rambert ad un passo dalla fuga.

giovedì, febbraio 09, 2012

RACHAEL FIRASEK "THE COURSE OF THE PHOENIX"
Stavolta vorrei parlarvi di una saga che sembra conclusa, anche se la mia speranza è che l’autrice scriva anche un quarto libro su un certo traghettatore di anime, ma vabbè si sa che chi vive sperando…
Le protagoniste di questa serie sono tre “donne” costrette dal dio egiziano Osiris ad essere le incarnazioni delle fenici, mitici uccelli che rinascono dalle loro ceneri e recentemente tornate alla luce della ribalta grazie ad Harry Potter. Costrette a queste reincarnazioni per espiare i loro grossi peccati e a sacrificarsi per salvare le anime di umani più meritevoli di loro, capirete che non sono proprio le personcine più simpatiche dell’universo, costrette ogni paio di settimane a morire nei modi più atroci.
La protagonista del primo libro è niente di meno che la vedova di Osiris, la dea Iside (Ice) che per salvare il suo amato ha scombinato le leggi dell’Universo e quindi, mentre era in tutt’altre faccende affaccendata, ha causato la morte del figlio e dei suoi fedeli.
La seconda fenice è invece Arabelle (Ari), ai tempi sacerdotessa vodoo che, incapace di controllare i suoi poteri, ha causato la morte di tutte le persone del suo villaggio.
La terza e per ora ultima protagonista (quindi siamo arrivati all’ultimo libro) è invece Sadie, che potremmo chiamare la “fenice per caso” che ha catturato l’attenzione proprio di Osiride mentre, come un novello Paperone prima della Numero Uno, cercava oro nel Klondike.
Tutte e tre queste eroine, per una volta non tremebonde verginelle quanto piuttosto donne massicce e inca$$ate, troveranno il loro alter ego maschile e quindi pane per i loro denti. Non voglio svelare e spoilerare di più perchè mi auguro davvero che questa serie venga tradotta al più presto per una serie di ragioni fondamentali: come prima cosa le fenici ancora non erano state (ab)usate nel paranormal romance e quindi un plauso alla  fantasia dell’autrice che le ha addirittura mischiate con la mitologia egiziana.
Secondo poi, nel primo libro abbiamo anche un ribaltamento dei ruoli intesi come piuttosto statici del romance classico in cui l’uomo non vuole che il sesso, mentre la donna invece si vuole impegnare in una relazione. Quale piacevole novità trovare un uomo che s’impunta e non cede ai piaceri della carne fino a che la donna non capitola. Devo ammettere che già questo basterebbe a farmi apprezzare il libro, i dialoghi poi sono simpatici e più di una volta mi sono trovata a ridacchiare per qualche rispostina pungente qua e là.
Ultima ragione, ma non per questo meno importante: a metà della storia troviamo una “clamorosa svolta” tale da farci ripensare a tutta la storia in corso d’opera. Quindi dimenticate le classiche storie in cui sappiamo da dove partiamo e dove arriviamo anche se la strada che i due personaggi percorreranno per arrivare a stare assieme non è del tutto rivelata. In questo libro niente è come sembra.
Chiaramente non è che non ci siano anche alcune cosette che mi hanno convinto poco poco, però tutto sommato la storia merita e anche il fatto che l’autrice tenga basso il numero delle pagine azzera i tempi morti ed evita di farci leggere ripetutamente le solite cose tipo “… si guardarono negli occhi e tutta la loro esistenza cambiò improvvisamente…” eccetera eccetera.
Qui sotto segnalerò il primo libro della serie in modo che poi se vi piace possiate continuare…
Voto: 

martedì, febbraio 07, 2012

AMARA LAKHOUS "DIVORZIO ALL'ISLAMICA A VIALE MARCONI"
More about Divorzio all'islamica a viale Marconi

Io credo che a parte le storie che sono un'amore, Amara Lakhous dovrebbe essere proposto per il nobel per la pace. Attraverso i suoi libri veniamo a contatto con il mondo mussulmano che non ti aspetti come anche di usi e costumi che non sono poi così diversi dai nostri. Forse questo è il modo per smettere di avere paura delle cose che non conosciamo e sarebbe anche ora di piantarla con il costante terrorismo mediatico che ci bombarda.

domenica, febbraio 05, 2012

JULIE GARWOOD "MATRIMONIO NORMANNO"
More about Matrimonio normanno

Libro divertente, anche se un po' troppo lungo, e contiene tutte le ragioni per cui una volta ogni tanto mi piace calarmi nei panni della giovane castellana costretta a sposare il cavaliere nero ;)

venerdì, febbraio 03, 2012

FABIO GEDA "L'ESTATE ALLA FINE DEL SECOLO"
More about L'estate alla fine del secolo


Bello proprio, Geda non sbaglia un colpo. La storia e' quella di un nonno e un nipote e anche quella dell'Italia dalla promulgazione delle leggi razziali ai giorni nostri passando per l'Ivrea dell'Olivetti e del boom economico italiano. A rileggere di questo ora quasi non ci si può' credere... 
Zeno ha 12 anni e suo nonno Simone 61 quando s'incontrano la prima volta, ma nessuno dei due ne e' particolarmente entusiasta. Serviranno parecchie settimane e il lavoro fianco a fianco per permettere davvero ai due di condividere qualcosa che poi li unirà' per sempre, un po' come l'amore per il disegno. 
In questo libro ci sono altri temi cari all'autore come per esempio l'immigrazione, la paura del diverso, ma come al solito Geda rende il meglio quando fa parlare i ragazzi, di qualsiasi generazione.

mercoledì, febbraio 01, 2012

DISCUSSIONE: "SHADOW HEIR" DI RICHELLE MEAD

Richelle Mead è nata nel Michigan e ha un diploma in arte, un Master in Religioni Comparative e un altro Master per l’insegnamento della lingua inglese per le scuole medie e superiori. Ha insegnato studi sociali e inglese, per quella che noi chiameremmo terza media, in una scuola nei sobborghi di Seattle, dove attualmente vive. È sposata e ad Agosto è diventata mamma. È famosa a livello mondiale per le sue tre serie: Vampire Academy, pubblicata anche in Italia da Rizzoli, Georgina Kincaid e Dark Swan.
Sito dell’autrice: http://www.richellemead.com/
Blog dell’autrice:
 http://blue-succubus.livejournal.com/


Dark Swan series:
  • Storm Born
  • Thorn Queen
  • Iron Crowned
  • Shadow Heir
La sciamana a pagamento Eugenie Markham cerca di tenere al sicuro il reame mortale dalle entità che vorrebbero entrarci. Ma come Regina di Thorn Land perseguitata dalla profezia, non c’è rifugio per lei e per i suoi figli prossimi alla nascita, oltretutto un misterioso flagello inizia a devastare l’Otherworld…
La causa del maleficio non metterà alla prova solo gli istinti di Eugenie. Il Re fey Dorian sta sacrificando ogni cosa per aiutarla, ma Eugenie non riesce a fidarsi della sinergia che cerca di rimetterli insieme. La non facile tregua fra lei e il suo ex-amante volpino Kiyo è messa in pericolo da segreti che lui non può – o non vuole – rivelare. Mentre forze formidabili si levano per minacciare il mondo umano, Eugenie deve usare la sua maledizione come un’arma – e rischiare il sacrificio supremo…
Eccoci arrivati, con un po’ d’ansia, con un po’ di trepidazione, al capitolo finale della saga Dark Swan. Le solite amiche si stanno radunando per tagliuzzare a sangue le pagine di questo libro. Cari lettori, ecco a voi…
… la discussione!
Ayliss: Cambiamo la cover? La giusta immagine per questo libro sarebbe il nostro bel Dorian con la “cara” Eugenie che usa quel bel coltello colpendolo a tradimento alle spalle, per capire quanto lei è falsa ed egoista fino al midollo. E noi che ci siamo sorbite le sue seghe mentali, dubitando delle reali motivazioni che spingevano “The Oak King” ad aiutarla… Questa storia mi ha lasciato veramente l’amaro in bocca. Avevo quasi sperato ad un certo punto che lei cambiasse, ma è stata una pia illusione. Il libro in realtà mi è piaciuto molto, soprattutto la parte ambientata nell’Otherworld colpito dall’incantesimo. Mi sembra di essere schizofrenica: amo come scrive la Mead, ma odio alle volte quello che sceglie di scrivere.
Lidia: Finalmente è finita questa serie. Quest’ultimo libro forse è il migliore dei quattro, la trama è più lineare e soprattutto non è concentrata sulla disordinata vita emotiva e sessuale di Eugenie. La Mead che ha sempre descritto splendidi personaggi nei suoi libri, ha mancato completamente in questa serie, salvo Dorian e Jasmine, gli altri protagonisti non solo hanno personalità dissociate ma si comportano egoisticamente e senza alcuna logica. Kyio per esempio rende simpatiche le sorellastre di Cenerentola e  la matrigna di Biancaneve. Perché credo che anche una trama ricca di intrighi, inganni e malvagità abbia bisogno di una certa coerenza. 
Gonza: Hai detto bene Lidia, un po’ di coerenza non avrebbe storpiato, a parte le spiegazioni al limite di X-files sulla paternità dei gemelli, a parte DORIAN che è il miglior fey di sempre ed Eugenie che è una pazza scriteriata con chiari deliri schizofrenici, questo libro in particolare e questa serie in generale mi hanno fatto pensare che la Mead proseguisse a spizzichi e bocconi, senza avere nemmeno lei una chiara idea di dove volesse andare a parare.
Amyra: Delusione totale questo finale di una saga che comunque, nonostante i numerosi difetti, mi aveva appassionata. Concordo con Gonza, secondo me la Mead non aveva chiara in mente una trama lineare e ha proseguito “a momento”. Avevo scusato Eugenie in ogni idiozia che combinava, ma stavolta no, l’ha fatta troppo grossa, come si fa a tradire Dorian in quel modo. Ma citazione al merito, come al solito, a Volusian, un grande finale per un personaggio che fino alla fine è rimasto fedele a se stesso.
Ayliss: Aaah Volusian, Amyra tu lo sai che lo ho adorato sin dall’inizio come personaggio e concordo pienamente con te. Devo dire che anche Pagiel mi ha colpito molto, e avrei preferito anche per lui un finale diverso, era “tanto cocco” come si dice da queste parti e mi ha fatto molta tenerezza quando era così combattuto sul fatto di cedere e fidarsi di Eugenie e Dorian. Stendiamo un velo pietoso invece su Maiwenn e Kiyo, con le loro manie di salvatori del mondo, che invece li rende degli assassini a sangue freddo.
Lidia: Shadow Heir (come tutta la Dark Swan series) mi fa riflettere su quali elementi fanno di una storia un buon libro. La trama, originale anche se non sempre equilibrata e coerente; la protagonista e i personaggi, Eugenie sa fare il suo lavoro di shamana ma come donna è una frana, degli altri abbiamo già parlato; la scrittura, fluida ed incisiva come sempre e che mi fa amare la Mead. Credo che sia il modo di affrontare i problemi da parte dei personaggi che ha reso stressante leggere questo libro, difficile accettare i comportamenti della protagonista senza rapportarli alla vita reale ed esprime un giudizio di biasimo e disapprovazione. Perché in fondo la Mead in questa serie ha affrontato temi molto seri per una donna ed è stato difficile leggere senza farsi coinvolgere. 
Gonza: Per me una buona scrittura è un’aggiunta, per carità da non sottovalutare, ma siccome non sto leggendo un classico o un grande autore, se la storia non mi piace puoi anche essere Dante, ma non ti salvi. Diciamocelo: non è che abbiamo letto questa storia per le rinomate capacità sintattiche e grammaticali della Mead, io mi volevo divertire!!! E invece la maggior parte delle volte avrei tirato il libro in testa ad Eugene se ce l’avessi avuta sotto mano…
Amyra: Mi ritrovo d’accordo sia con Lidia che con Gonza. Una buona scrittura è importante e va di pari passo con una buona trama. La Mead ha voluto far andare la storia a modo suo, scrivendo di una donna “umana”, piena di difetti, che fa scelte sbagliate, e che quindi ci irritava. Ma, divertimento a parte, è veramente possibile criticare le scelte di un autore che voglia trattare di un aspetto piuttosto che di un altro?
Ayliss: Rispondere alla tua domanda è complesso Amyra, è lo stesso motivo per cui di fronte a questo libro mi sento combattuta nell’esprimere il mio giudizio. Le mie preferenze rispetto ai personaggi e le mie aspettative nei confronti del racconto della Mead non hanno coinciso pienamente, sono rimasta delusa e amareggiata, ma non credo sia giusto per questo valutare negativamente il libro e la serie Dark Swan. Voto 
 
Lidia: Peccato che siamo arrivate alla fine, perché il discorso si stava facendo interessante e aggiungo un’ultima domanda: perché leggiamo un libro? Io per divertirmi, conoscere, confrontarmi, pormi delle domande. Credo che questo libro e questa serie non mi abbia dato niente se non stress. Voto 
 
Gonza: Io credo come Amyra che la Mead abbia voluto scrivere di una donna umana ma semplicemente abbia tirato troppo la corda, almeno per quanto mi riguarda. Io leggo i libri per tanti motivi e come già detto, da questo mi aspettavo un paio d’ore di sano divertimento e invece per tutta la serie mi è salita la “cazzimma” quindi il mio voto è 
 
Amyra: Si, questo libro, questa serie, è stata veramente debilitante da leggere e deludente per la mia anima di lettrice. Quindi, con tutto il bene che voglio alla Mead, non riesco proprio a darle più di 
È quindi con un certo sollievo che chiudo la discussione della serie Dark Swan. Arrivederci alla prossima saga.