venerdì, febbraio 20, 2009

Fabio Geda "L'esatta sequenza dei gesti" Instar
Ho aspettato un po' a scrivere questa recensione perchè i libri di Fabio mi sedimentano dentro e poi lasciano un tale buon sapore che scriverne potrebbe rompere la poesia.
Di lui abbiamo già parlato rispetto al primo libro che è l'ormai famoso e anche candidato al premio strega "Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani", con il quale ha in comune i personaggi, adolescenti privi di figure di riferimento che in qualche modo riescono a tirarsi fuori dagli impicci in cui, solitamente li hanno messi i "grandi".
Sarà perchè fa l'educatore, o forse magari ha scelto apposta questa professione, ma ci sono poche persone che riescono a rendere, secondo me così bene, il punto di vista degli adolescenti sulle cose, quell'assoluta imprevedibilità e spregiudicatezza nel giudicare cose e persone, mancanza di confini e strettissime regole morali mischiate in un delirio di comportamenti schizofrenici che li caratterizzano; ovviamente quanto sopra vale anche per moltissime persone cosidette adulte, senza le eventuali scusanti del caso.
Insomma un altro libro da leggere e consigliare, scritto bene che scorre e con una storia triste triste che però non lascia l'amaro in bocca o, almeno, fa sperare in una redenzione di qualche tipo, tutto sommato c'è ancora bisogno di sperare per non cedere al cinismo nichilista.

lunedì, febbraio 16, 2009

ULTIMI LIBRI
Recentemente ho letto "Sulle tracce di Mary" di James Patterson, che mi era evidentemente sfuggito in lingua originale e che mette il detective Alex Cross alle prese con una serial killer e con il drammaturgo. Che dire, ormai Alex è un amico di famiglia quindi il mio apprezzamento va da sè, anche perchè è pur vero che Patterson scrive libri che si leggono da soli quindi un giallo con una trama soddisfacente e scritto bene è sicuramente una garanzia.
Altro discorso, perchè è in realtà di un saggio che stiamo parlando, per quanto sopra le righe, va fatto per "Anime University", di cui avevamo già parlato qui e che veramente merita una menzione d'onore. Per esempio come vivere senza sapere che per fermare un treno ci vogliono 650 Mazinga (l'energia fotonica è una grandissima sola), o che per combattere con una spada laser non serve un'altra spada laser perchè si attraversano (ebbene sì tutti gli scontri di guerre stellari sarebbero finiti con il primo che para il colpo affettato in due....). Insomma Conan salta da 490 metri senza danni se non un leggero tremolio alle gambe, gallerie piene d'aria che collegano tutto il sistema solare attraversate dal Galaxy Express 999, fare inversione ad U con un robottone gigante implica perdere almeno 23 minuti e i piloti che li guidano sono sottoposti ad accelerazioni che li lascerebbero spatasciati.
Un salto nel mondo della pseudoscienza che ci lascia un po' l'amaro in bocca, ma sicuramente ci diverte per il modo in cui viene raccontato e svelato, anche perchè la scena di Doraemon che ruota intorno all'elica che ha sul cappello mi fa ancora ridere al solo pensiero. Assolutamente da leggere e siccome non è facile da trovare vi consiglio di fare un salto alla solita fumetteria/libreria di cui sono accanita sostenitrice, anche perchè in caso ve lo ordinano così andate a colpo sicuro, in quanto le Edizioni Kappa sono abbastanza snobbate dalla grande distribuzione.

giovedì, febbraio 12, 2009

L'uccello che girava le viti del mondo - Murakami Haruki - Einaudi -
(non ricordo il prezzo...era in sconto!)

Ritorno in qualità di Gonza Alta, da vera scioperata come dice la socia e proprio in un giorno importante, con la recensione di un romanzo che con la sua mole consistente ha occupato molte delle mie giornate e serate, non solo per la lunghezza del libro in sè, ma per la densità, motivo per cui avevo atteso un po' prima di affrontarlo.
Avevo molto amato Murakami con "tokio blues", l'ho riletto sotto una luce diversa, noir e onirica in "dance dance dance" e posso dire che questo ulteriore capitolo ha molto sia dell'atmosfera rarefatta del primo romanzo che della vicinanza all'occulto del secondo.

La storia, seguita in tempo presente e in prima persona dal protagonista (salvo capitoli in carico ad altri personaggi, quasi sempre di tono narrativo) , racconta della vita tranquilla, quasi ferma a dire la verità, di un trentenne di Tokio, sposato, fresco disoccupato per scelta, che piano piano, proprio in un momento in cui dovrebbe prendere decisioni, viene trascinat, a partire dalla sparizione del gatto di casa, in una rete di misteri, omissioni, scomparse e personaggi che poco hanno a che fare con il mondo più prosaico e quotidiano.
Un protagonista che inizia a vivere sotto gli occhi del lettore come apatico, tiepido, distaccato e che piano piano, all'interno della propria vita intima e profonda e attraverso le persone che incontrerà, libererà invece energie, poteri e sogni che lo condurranno attraverso prove surreali e occulte, dove passato e presente si fondono e un fil rouge attraversa con oggetti ed entità, la Manciuria ed il Giappone dalla seconda guerra mondiale ai giorni nostri, senza cadere nella cronaca storica.

Non avete capito nulla? Perfetto. Questo è l'atteggiamento con cui cominciare.
Leggere "L'uccello che girava le viti del mondo" è come svolgere una matassa, come sgranare cereali, un lungo, paziente lavoro di cui solo alla fine è possibile vedere il risultato.
Iniziate, sarete trasportati anche voi e potrete decidere di interrompere, scendere, lasciar sedimentare.


Ah...perchè è un giorno importante? Ma perchè è il COMPLEANNO della societta!
Auguri Gonza Bassa!

domenica, febbraio 08, 2009

PLANET O E I LIBRI SUL GIAPPONE
Premesso che ci sarebbero cose molto più importanti di cui parlare e da cui guardarsi, prima di tutto l'uso sconcio e improprio che lo psiconano sta facendo del caso Englaro per cambiare la costituzione, avallato da una chiesa cattolica sempre più arrocata su posizioni che di cristiano non hanno più niente, io sono tornata in fumetteria, gaudeamus igitur.
Del posto ve ne ho già parlato, si trova a Monterotondo, vicino Roma, nel centro storico e ci si trovano delle vere e proprie chicche, specialmente se, come me, siete appassionati del Giappone e non solo per via dei suoi manga, anime, OAV, etc.etc.
Anche delle persone che ci lavorano vi ho già parlato, ma un ulteriore riga a loro favore ce la metto, perchè hanno staccato dal muro il poster di Kyashan e l'hanno regalato al gonzorte che era contento come un bambino piccolo, anzi probabilmente molto di più.
Da parte mia posso dire che, oltre ad aver sbavato su un librone che raccoglie tutto il Devil di Miller, ma averlo lasciato lì per via dei 58 pleuri, mi sono accattata "Il Giappone a colpo d'occhio" divertentissima guida bilingue sul Giappone, i suoi usi e i suoi costumi che un giorno riuscirà a tornarmi anche utile, quando finalmente potremmo permetterci un viaggio nel paese del sol levante e "Anime University", sottotitolo: l'improbabile scienza dei cartoni animati giapponesi.
Quest'ultimo titolo si unisce ai miei precedenti tomi sugli stessi argomenti, tra cui il meraviglioso "La fisica di Star Trek" o "La fisica dei supereroi", solo che questo è mille volte più divertente.
Per esempio un paragone tra la spada di Goemon e quella laser di Luke Skywalker non è cosa che capita di leggere tutti i giorni, per non parlare della portanza di alcuni super robot.
Ok tutto questo per dire che comunque se vi interessassero libri di scrittori giapponesi o libri sul giappone, oltre che i soliti fumetti, trovate qui anche quelli.

lunedì, febbraio 02, 2009

Munari, Lucarelli e Camilleri

Questo fine settimana siamo andati a vedere la mostra di Munari che si trova al museo dell'Ara Pacis, a Roma.
Munari era un genio, questo è quanto. Cito parole non mie così capite meglio: "...riteniamo che nel suo contetto di metodo e nella sua applicazione, per non parlare del risultato oggettivo di opera d'arte e di design che trascendono la sua epoca, vi siano indicazioni ideali e operative non ancora pienamente assimilate dalla storia e non interamente collocabili nella tradizione del nuovo...". Bella bella e protratta fino al 22 marzo, conviene che ci fate un salto.
Lucarelli invece l'ho letto in "Navi a perdere" un noir di Ecomafia, che spiega il solito businnes dello smaltimento rifiuti tossici con nuove modalità: prendete una chiatta di quelle che stanno per affondare, ma sono troppo grandi per i clandestini e stipatela di rifiuti tossici di qualsiasi genere, dopo di che ai LLoyds di Londra assicurate un carico di merce varia e poi recatevi in posti del Mediterraneo dove la profondità marina è decisamente molta, fate finta che la nave imbarchi acqua e l'affondate.
Morale della favola: vi beccate i soldi dell'assicurazione e quelli dei mafiosi per i quali stavate buttando i rifiuti. Ci si potrebbe veramente fare ricchi, magari c'è solo da calcolare bene i tempi, a volte accade che la nave non affondi e si spiaggi e così c'è gente che indaga e succede qualche casino, ma immagino che con un' accurata pianificazione siano problemi in larga parte superabili.
L'ultimo Camilleri invece, si intitola "Un sabato con gli amici" e come sempre accade mi viene da pensare "dagli amici mi salvi Dio che dai nemici mi salvo io", e in questo caso ci sta tutto. Italiano perfetto, non una parola dialettale per un racconto lungo che potrebbe descriversi come un uno-due pugilistico, lo cominci, lo finisci e poi ti senti male dentro. Giudizio sospeso perchè non riesco assolutamente a separare il valore della storia dalla storia stessa.