mercoledì, dicembre 17, 2008

Slumdog Millionaire (o The millionaire) di Danny Boyle (2008)

Ed ecco tornata anche la Alta dopo un bel periodo passato dall'altra parte del mondo (recensiamo anche viaggi Socia?) e rientrata a Roma con tuoni fulmini e saette.
Il clima ideale per occupare le sale cinema, specie in questo momento in cui, fortunatamente, la scelta è varia e di qualità, nonostante i panettoni di Natale.
Avrei voluto scrivere della versione su pellicola di "come Dio comanda" di cui la societta aveva disquisito a suo tempo, ma questo film lo ha travolto, superato ed eclissato.
The millionaire, tratto dal romanzo Q&A (in italiano credo: Le dodici domande) e ambientato in India, è una di quelle opere che continuano a risuonarti dentro anche giorni dopo averla vista.
E non solo per la splendida splendida splendida colonna sonora, perfettamente in bilico tra la musica tradizionale e quella pop e commerciale, che detta il tempo, ti prende e ti accompagna, ma per l'originalità della storia, dai contenuti coinvolgenti anche se inserita in dinamiche e con protagonisti da romanzo classico, quasi degli archetipi.
La trama racconta della partecipazione di Jamal, un ragazzo del te cresciuto negli slum di Bombay, al famosissimo quiz "Chi vuol essere milionario" , del perchè lo abbia fatto e della storia della sua vita, seguita passo passo attraverso le domande in un sentiero ritmato da esperienze terribili e destino.
Non è un film all'acqua di rose, ha momenti di una durezza notevole, ma io l'ho trovato un coloratissimo, esteticamente perfetto e urlante inno alla vita, con un finale che strizza entrambi gli occhi a Bollywood. (come potevo non apprezzare data la mia palese simpatia per tutto cio' che è India...)

Da vedere, senza se e senza ma.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Sto andando ORA a vederlo!!!!non vedo l'ora.:o)

Gonza ha detto...

Fammi sapere se ti è piaciuto!

Anonimo ha detto...

Decisamente notevole!avevo letto qualche critica e commento che lo definivano Ruffiano. Ma dove?E' cosi' crudo, realistico che poi le altre cose positive che accadono (che non dico per chi non lo ha visto!) non sono che un controbilanciamento anche simbolico di come e' la vita, violenza e amore, vita e morte, cattiveria e solidarieta'. Mi e' piaciuto molto il contraddittorio personaggio del fratello di Jamal, sempre imprevedibile nelle sue passionali reazioni, nel bene e nel male. E l'ossatura narrativa (domanda= ricordo) bellissima!

Gonza ha detto...

D'accordissimooo!
Ruffiano? ma questi signori che hanno visto?Forse non considerano la tradizione dei film indiani e come vanno a "sfociare", contemperati alla crudezza di boyle.
BELLO!

Anonimo ha detto...

cavolo...io ci devo ancora andare....
e so pure stato in india st'estate, non posso perderlo!

PS W Stanis La Rochelle

Anonimo ha detto...

allora, mi sono portato avanti, ho visto Salaam Bombay di Mira Naar, bellissimo, mi ha ricordato tante sensazioni che ho avuto nel viaggio in india di quest'estate

baciozzi

Gonza ha detto...

Mi devi assolutamente scrivere del viaggio...l'India è una, anzi no, LA meta.
Quest'anno io ho virato sulla Cambogia, ma il chiodo fisso indiano sta lì!
Ciao
Gonza Alta

Anonimo ha detto...

l'india...è come il film di Mira Nair, è come il libro di Pasolini, è un paese assurdo, con gli occhi della gente che sorridono, anche se vive per strada e raccoglie i pezzetti di carta. Le grandi città sono dei formicai inarrestabili, quelle piccole ferme a 30 anni fa. Gli indiani sono un popolo curioso ed orgoglioso (I LOOOV MY INDIAA mi urlava un ragazzo per strada) fatto di tante etnie (hanno tutti i colori della pelle, non per niente si chiama SUB-continente!)
Il viaggio che ho fatto io è un po pesante (con Varanasi, ed altri posti da brivido) per i quali serve uno stomaco notevole...mi hanno detto però che se vai nel Rajastan, l'impatto è piu dolce.

Qui c'è qualche foto del mio viaggio.

Elisaday ha detto...

è vero, è bellissimo!