martedì, luglio 29, 2008


Colore Rosa: Profilo psicologico
Questo colore rappresenta la sensibilità, la dolcezza e il calore. Chiunque scelga questo colore rifiuterà presumibilmente tutto ciò che è arrogante e disarmonico. Il rosa è il colore delle emozioni.

domenica, luglio 27, 2008

Donne e Wilde:
Altra tranche di recensioni brevi che mi scaricano la coscienza e non mi appesantiscono il cervello -come se due neuroni pesassero - comunque per terminare la sfida sui testi teatrali mi sono letta "An ideal husband" di Oscar Wilde, che ancora una volta mi ha fatto pensare a quanto fosse geniale quest'uomo. Quindi ora mi vanterò del fatto che ho visto casa sua a Dublino, il giardino dove andava a passeggiare e dove sta una sua statua di fianco alla quale, ogni singola volta che sono andata, mi sono fatta fotografare, metti caso per qualche strana magia mi potesse contagiare con i suo genio. A conti fatti direi che se è di un contagio che parliamo è possibile che sia avvelenamento da mercurio con annessi danni celebrali.
La storia è la solita tragedia che si risolve poi a favore dei "buoni" anche se la storia illumina la falsità delle convenzioni sociali e di come a volte sono proprio quelli che sembrano inaffidabili a rivelarsi gli amici migliori.
Passando invece alle autrici ho finito la sfida delle nazionalità con la lettura de "Il salto" di Nadine Gordimer per l'Africa e di "Felicità" di K. Mansfield per l'Oceania.
Sono entrambi due libri di racconti, ma il primo proprio non mi è piaciuto, sia per la crudezza e il dolore di alcune storie, dubito che mi dimenticherò facilmente la storia di Rad, sia per lo stile della scrittrice, che sarà anche un Nobel per la letteratura, ma insomma...Mentre il secondo sembrava scritto da Virginia Wolf, stesse atmosfere di incombente tristezza, stesse descrizioni sottili che ti permettono una perfetta immedesimazione; risultato finale confermo la mia quasi avversione per i racconti e considero chiusa la mia esperienza con entrambe le scrittrici, ci ho provato, ma non ha funzionato.
Donna che scrive invece assolutamente benissimo, ma che soprattutto mi piace moltissimo, è Suad Amiry che con il suo "Sharon e mia suocera" da uno spaccato di vita nei territori palestinesi occupati che, non solo fa rabbrividire, ma fa anche divertire tantissimo. Sembra impossibile eppure anche in uno stato che non c'è perchè non viene riconosciuto, ma è tenuto in costante coprifuoco e assedio, si possono avere gli stessi problemi con le suocere, con i mariti e con i vicini di casa, che si hanno in tutti gli altri posti del mondo, solo leggermente aggravati dal fatto che come aggravante, è possibile che i soldati israeliani vi sparino addosso. Un capolavoro breve che mi spingerà sicuramente a leggere qualcos'altro di suo, tra l'altro c'è di nuovo il 25% sull'economica feltrinelli, accattatevillo!

giovedì, luglio 24, 2008

Sicilian Tragedi di Ottavio Cappellani - Mondadori - Regalo!

Adattissima alla stagione e all'ombrellone intelligente, l'opera di Cappellani, giornalista, narratore e "allevatore" di carrube è stata una bella scoperta.
Un romanzo non impegnativo, anzi leggero, nonostante una partenza a mio parere lenta, ambientato tra Catania e zone limitrofe, che scorre in una stagione calda passando al lettore attraverso le pagine odore di olio solare, mare e dolcetti alla mandorla, e che tratteggia caricature di personaggi trasferibili in un salotto milanese cosi' come tipi prettamente siciliani godibilissimi.
Lo spunto, una rivisitazione di Romeo e Giulietta in chiave d'avanguardia, ci introduce a mafiosi dal ciuffo unto, un regista omosessuale assetato di contributi regionali per l'arredamento nuovo, assessori che non contano nulla però si fanno la guerra, attori dialettali, amanti, mogli, killer squinternati e su tutti, una dei protagonisti più irritanti e divertenti al tempo stesso (del resto cherchez la femme), il fulcro di tutta la vicenda, Betty Pirrotta.

Consigliato agli amanti del dialetto siciliano, molto utilizzato, e a chi vuole ridere e pensare tra le righe, Cappellani non rinuncia ad alcuni spunti, decisamente amari, sulla sua terra.
Estivo.

martedì, luglio 22, 2008

BOLLANI & THE FLAG EXPERIENCE

Venerdì a villa Celimontana c'è stato un altro splendido concerto di Stefano Bollani, per chi non lo conoscesse probabilmente il miglior musicista italiano sulla piazza attualmente. Stavolta ha abbandonato Fosco Maraini e la sua Gnosi delle fanfole per buttarsi sulla musica brasiliana e ha suonato buona parte del disco che uscì qualche mese fa anche con Repubblica e che si chiama CARIOCA.
Un capolavoro che sentito dal vivo fa ancora più effetto, anche perchè il Nostro si accompagna con musicisti eccezionali, ai quali mi preme rivolgere un saluto anche affettuoso, specialmente al clarinettista, Nico Gori, che è mooltooo carino, sia mai passasse per qualche stranissima ragione da queste parti. Potete trovare ulteriori informazioni qui.
Io e Plasson eravamo entusiasti e stiamo pensando a quando trissare, visto che Bollani, specialmente dal vivo, provoca una certa dipendenza.
Tutto il programma di quest'estate di Villa Celimontana merita comunque un'attenta valutazione.
Discorso diverso per il cd appena uscito dei The Flag Experience, gruppo italiano che bazzica da un po' di tempo nel circuito romano; il disco contiene 8 tracce di cui la mia preferita è 7 candele, seguita a breve da Ancora e Vetro, struggente ballata sui bambini.
Prendete Fabi e Gazzè, mescolateli con il prog: questi sono i Flag IMHO.
La cosa bella è che siccome tutto sommato assomigliano a molti, sono unici nel loro genere...da tenere d'occhio, perchè specialmente dal vivo rendono parecchio.

venerdì, luglio 18, 2008

Le recensioni che non mi va di scrivere:
Ultimamente non mi va di scrivere tanto, ma diciamo che con questo caldo ultimamente non mi va di fare niente tanto, punto. Tranne leggere; le sfide di Anobii mi "obbligano" a levare dalla coda di lettura parecchie cose e mi diverte alquanto, se non fosse che poi mi sento in colpa (molto poco) per non averle recensite, quindi ora cercherò di supplire, in qualche modo almeno.
Per la sfida dei testi teatrali, ho letto il mio primo Ionesco: "La cantatrice calva". Per essere sintetica vi posso assicurare che sarà anche l'ultimo. Fortunatamente però ho scoperto anche Ibsen con "Casa di Bambola" che mi è piaciuto tantissimo e ora, appena ho un attimo di tempo nella mia nullafacenza, mi leggo anche Spettri. Apro e chiudo l'inciso per ringraziare la Newton Compton che con i librini a 1000 lire ha tentato di salvarmi dall'ignoranza, sia chiaro comunque che io ce li ho tutti soltanto per dovere di collezionista. Tornando alla piece, c'è da dire che oltre che ben scritta è di una modernità agghiacciante.
Un salto dalle parti di Amelie Nothomb l'ho fatto perchè era tanto che non leggevo/rilggevo qualcosa di suo e con Les combustibles ho riprovato il dolore sordo che deriva dall'immaginare l'improbabile ipotesi (spero) di dover bruciare dei libri per scaldarmi, l'argomento era troppo d'impatto perchè ne potessi uscire illesa; non è certo la sua opera migliore...
Ultimo lavoro teatrale è stato "La vita è sogno" di Calderòn de la Barca, paragonabile a una tragedia shakespiriana (se si scrive così). Molto bella e fa riflettere, probabilmente di più se fossi stata capace di inquadrarla un po' meglio nel contesto storico del tempo.
Dopo questa ventata di cultura passiamo ai gialli o a quegli autori che di solito scrivono gialli, per esempio Carlotto che con il suo "Cristiani di Allah" ha scritto una novella bellissima accompagnata da un ancor più bel CD, ma che per stavolta di giallo non ha niente. Ottimo, sapevo già che non era necessario l'Alligatore per permettergli di scrivere un libro che scorre e questa è solo l'ulteriore replica; secondo solo, nella mia personale classifica, a Le Irregolari e a Niente più niente al mondo.
Proseguo poi con Deaver, che invece un giallo l'ha scritto davvero e si tratta di un'altra avventura di Lincoln Ryhme e Amelia Sachs nell'inquietante mondo del furto dei dati personali e dello scenario statunitense che dopo l'11 settembre ha lasciato la porta aperta ad Echelon e tutto quello che segue rispetto alla violazione dei dati personali. Bel giallo anche se parecchio inquietante La finestra rotta, ma a me i suoi libri piacciono sempre.
Per la Sfida dei mattonazzi mi sono letta Shock Doctrine di Naomi Klein e su questo, come previsto, mi sono di nuovo fatta il sangue amaro. Valutare l'invasione o il rovesciamento di uno stato tramite l'utilizzo di una giunta militare per arrivare al liberismo spinto, come è stato nel cono del sud o utilizzare pazienti psichiatrici come ignare cavie per esperimenti sul lavaggio del cervello, sono cose che non mi lasciano indifferente. Fortunatamente sono passati alcuni anni da No Logo qunidi avevo fatto in tempo a smaltire il veleno accumulato all'epoca, stavolta ho solo smesso di comprare Internazionale per un po', voglio fare finta di vivere in un mondo diverso.
Per la sfida che consisteva nel leggere autrici donne ho letto Azar Nafisi con il suo "Leggere Lolita a Theran" che mi è piaciuto moltissimo per il connubio letteratura/romanzo e anche per il suo modo di scrivere che potrei definire "pacato". Già ai tempi di Persepolis ero rimasta sconvolta da come in pochi anni la Persia si era trasformata in Iran, ma è sempre meglio quando lo sguardo viene da dentro piuttosto che da fuori, per rendersi conto di come le cose fossero e siano veramente complesse e di come non sia facile riuscire a farsi un'opinione scevra da preconcetti. Io per esempio non ci sono riuscita affatto.
Siccome mi stavo impelagando in troppe letture "serie" ho anche letto il piccolo libro di Licia Troisi "I dannati di Malva" che si beve come una coca fredda in piena estate. Scorrevole, ammiccante e ben scritto, non un capolavoro del fantasy, ma sicuramente si fa leggere, tranne da coloro che tengono questo blog divertentissimo che non sembrano apprezzarla. De gustibus.
Per varie ragioni ho infilato due De Lillo di seguito e a breve partirò con il terzo. Andando con ordine ho letto finalmente Underworld che è sicuramente un capolavoro epico, ma troppo troppo lungo e che si potrebbe riassumere nelle storie di tutti coloro che hanno ruotato intorno ad una pallina da baseball, meglio di Libra che mi era piaciuto ancora meno, ma sicuramente inferiore a Running Dog che invece mi è piaciuto molto. A breve L'uomo che cade, che promette bene.
Per ultimo parliamo del famoso Firmino, spinto in tutte le librerie come il capolavoro del momento, la storia del ratto che vive in una libreria, che diventa amico di uno scrittore, che sa leggere e suonare il pianoforte. Non è un brutto libro, anzi è il classico libro da regalare a chi legge poco e che sicuramente apprezza, sia per la brevità che per lo stile, ma da qui a gridare al miracolo diciamo che ci passa il mar rosso, senza Mosè.
Buone letture e a presto!

venerdì, luglio 11, 2008

Erri, discariche e fede

Come sapete, Erri De Luca oltre ad essere il mio scrittore italiano prediletto è anche il mio padre adottivo in pectore preferito, ma in questa specifica occasione vorrei parlare di quanto da lui affermato su La 7 intervistato a riguardo della discarica di Chiaiano.
Le sue parole pressapoco sono state: ....quando un'intera popolazione si unisce nella sua totalità in una rivolta non è possibile non cercare un accordo, perchè altrimenti significa essere arrivati alla guerra civile. Ecco.
Detto da una persona che di guerre ne ha viste oltre che cercate parecchie, l'affermazione mi sembra quanto meno preoccupante; ancora più preoccupante il fatto che da italiani non ci tocchi affatto la situazione di occupazione militare che si sta svolgendo da quelle parti, questo immagino rientri nella nostra ottica nimby, siccome non lo stanno facendo nel mio giardino, oppure nel caso specifico non mi stanno aprendo una discarica al posto dei campetti di battistini, me ne sbatto (me ne frego mi suonava troppo fascista e non riuscivo a scriverlo).
Di recente mi sono letta due libri del "babbo" e cioè Elogio del massimo timore - il salmo secondo e In molti giorni lo ritroverai, che è il trascritto di una sua intervista.
Il primo è il salmo nel quale da ateo il Nostro commenta il timore di Dio, timore che ai giorni nostri si è perso del tutto. Io in particolare non riesco a levarmi dalla testa il Dio di Cavezzali quindi non sono proprio la persona adatta nonostante lunga e proseguita frequentazione.
Rimango sempre molto colpita dall'intensità dell'impegno con cui una persona che si professa atea riesca a sviscerare un tema come questo, il fatto che Erri abbia imparato l'ebraico e poi abbia tradotto parti della Bibbia mi lascia sempre basita. Ho scoperto grazie a lui che non è vero che Dio disse ad Eva: "Donna partorirai con dolore", ma le disse "Donna tu partorirai con fatica" e proprio perchè aveva perso la naturalità delle bestie mangiando dall'albero della conoscenza; scusate se lo trovo molto consolante, anche se dopo milioni di anni di catechismo e di crisi mistiche è particolare il fatto che me lo abbia detto uno scrittore che militava in Lotta Continua invece che un prete.
L'altro libro invece, riprende i vari discorsi ascoltati nel corso del tempo e che sono più cari al nostro: Napoli, la lingua italiana, sempre la Bibbia (appunto), i libri e le storie. Le storie che racconta Erri sono sue o gliele hanno prestate in modo che potessero rimanere in vita, lette da qualcuno che se le sarebbe ricordate e scritte su carta perchè potessero restare.
Voglio concludere con il solito appello: ADOTTAMI!

mercoledì, luglio 09, 2008

Camilleri e le sue ultime uscite

Sono una grande fan di Camilleri, anche perchè essendolo pure la mammonza posso finalmente cogliere l'occasione di leggere gratis, visto che un paio di libri ogni 4 mesi in media lo scrittore siciliano li manda in stampa.

I Racconti quotidiani sono brevi incisi, frammenti, racconti, articoli di giornale che sono usciti da poco o da molto, ma che mantengono come unico filo comune la grandissima capacità di Camilleri di osservare il mondo con quell'ironia distaccata che probabilmente è ciò che lo rende unico, oltre alla sua lingua scritta, decisamente particolare.

Tributo a Simenon e al suo amore per la Sicilia, che rinnova anche nell'ultima favola fantastica, sulla scia della sirena Maruzza Musumeci, è Il casellante, nel quale ci spostiamo dall'attualità ad una Vigata descritta sul finire della Seconda Guerra Mondiale.
Minica e Nino sono marito e moglie che si occupano del casello del treno e cercano di avere figli, tra mammane e dottori. In una tragica notte sembra che tutti i loro sogni siano destinati a scomparire nel modo più crudele e da lì Minica impazzisce, pretende di essere piantata in modo da dare frutti come un albero e insieme ai suoi sogni Nino perde anche la moglie che sembra avviata verso la pazzia senza ritorno. Non vi svelo il finale però la storia è bellissima ed è la seconda di quella che Camilleri ha intitolato la trilogia della metamorfosi, di cui appunto Maruzza era la prima. Sono in trepidante attesa della terza, ma se ho fatto bene i miei calcoli ora uscirà un romanzo storico per Mondadori, poi uno attuale, credo sempre per Mondadori, poi un Camilleri per Sellerio e infine il terzo, sempre per Sellerio. Vedremo.....

sabato, luglio 05, 2008

Col corpo capisco - David Grossman - Einaudi 30% - 7 euro circa

E dopo Io sono leggenda non potevo non tornare a quelli che la mia Socia Bassa definisce i "libri deprimenti" (o pesanti a seconda) e sui quali invece io tanto mi struggo...
Quarto libro di Grossman per la sottoscritta, più vicino a Che tu sia per me il coltello e di conseguenza assai cervellotico, Col corpo capisco è fatto di due storie. Due capitoli che Einaudi nella breve descrizione della copertina ritiene essere sulla "gelosia", ma che non si fermano a questo.
In entrambe le storie ci sono solo due personaggi che agiscono sulla scena e ne evocano altri raccontando, presentandoceli dunque solo attraverso il loro filtro.
Sono racconti sofferti, come sempre quando degli adulti cercano di tirare fuori i propri sentimenti più pericolosi senza maschere o infingimenti; dialoghi difficili, ma di una potenza quasi letale. Perchè toccano corde profonde, miserie e debolezze davanti alle quali ci si tira indietro infastiditi e schifati, ma che potrebbero riguardare molti di noi.
A volte la realtà è letta solo attraverso lenti distorte o chissà, la nostra fantasia è l'unica pietra di paragone...e queste sono storie d'amore letto e riletto e masticato fino a farlo diventare qualcosa di estraneo, fino a creare in un caso un rapporto morboso con le proprie assurde fobie sul tradimento e nell'altro una distanza che solo il tempo e un avvenimento della vita potranno fare ridurre.
Non lo consiglio perchè non è affatto semplice nè consolatorio, anzi. Ma se avete tempo e voglia di perdervi senza paura di annoiarvi anche o ritrarvi, immergetevi.

venerdì, luglio 04, 2008

Libri di donne e sfide di Anobii
La mia patologia per Anobii è ormai da tempo conclamata e una delle sfide cui sto partecipando riguarda il leggere 6 libri di donne provenienti da continenti diversi ed è appena partita. In riferimento a questa sto leggendo Azar Nafisi con il suo Leggere Lolita a Theran.
Nel corso del mese precedente però ho già letto, per caso, parecchi libri di donne che posso riassumere in questo post visto che è da parecchio che non scrivo.
Comincerei con Rossana Campo e il suo "Più forte di me". L'autrice la conoscevo, ho già letto il suo "Mai sentita così bene" e "In principio erano le mutande", ma con questo libro si cambia registro. La storia è quella del suo alcolismo, della sua caduta nella profondità degli abissi della dipendenza e della sua lenta risalita. Parole forti e situazioni estreme, storie borderline come molti dei personaggi, ma il tono ironico non viene quasi mai a mancare se non nei momenti di più profonda disperazione. Questo conferma la mia teoria che alla base della resilienza ci sia una fortissima dose di sana autoironia, comunque libro bello, pesante e articolato ma sicuramente significativo, che sposta l'autrice dal genere "leggero" a qualcosa di più pesante anche se trattato con una certa levità. Chie-Chan e io è l'ultima fatica di Banana Yoshimoto, che è probabilmente una delle poche autrici che leggo da sempre, in maniera continuativa e sequenziale, posso quasi affermare di averla anche vista un po' cambiare nel tempo, ora le sue atmosfere che prima erano leggere si sono fatte sempre più rarefatte, la trascendenza sembra emanare dalle sue parole e tutti i suoi libri più recenti come Ricordi di un vicolo cieco o Il coperchio del mare si muovono sia su un piano di realtà che su quello più sfumato delle intuizioni e della spiritualità. Peccato che in quest'ultimo libro ci siano un po' troppi stereotipi per i miei gusti, riguardano proprio gli italiani e forse per questo ho fatto più fatica a digerirli, o magari mi aspettavo qual cosina di più da un'autrice che professa un viscerale amore per la nostra povera patria, lettera minuscola.
Al buio di Patricia Cornwell, che condivide con la Yoshimoto - ma ancora per poco - il primato di essere letta appena esce in qualsiasi lingua, è un libro brutto di cui si poteva fare tranquillamente a meno, come anche del suo predecessore in termini di personaggi: A rischio. Ritroviamo il detective mezzo nero mezzo indiano con tanto di nonna sensitiva, Win Garano e il suo temibile procuratore distrettuale Monique Lamont, una al cui confronto Hilary Clinton fa tenerezza. Storia senza capo né coda, assolutamente risparmiabile, come parecchi dei recenti libri dell'autrice. Forse è il caso che ti metti a riposo e che ti godi i tuoi soldi cara mia.
Concludiamo con un capolavoro per levarci dalla bocca questo saporaccio di giallo e arriviamo a "I cani e i lupi" di Irène Némirovsky rispetto alla quale, ormai su tutta la rete, non si leggevano che complimenti riguardanti la sua trilogia Suite Francese, che non ho letto. La storia è quella di due, anzi tre bambini di Kiev che hanno in comune solo il cognome e l'origine ebraica. I due cugini più poveri ritroveranno il ricco parente parecchi anni dopo a Parigi, nell'epoca che sta tra le due grandi guerre e tutto riprenderà quasi da dove era rimasto un giorno in cui avevano bussato alla sua porte per essere protetti da un pogrom. La prosa è fluida e descrittiva e gli occhi dell'autrice sul mondo non risparmiano nemmeno una bruttura, ma è proprio forse in virtù di questo sfondo così cupo che alcune descrizioni di emozioni e sentimenti risaltano in modo così evidente dalle pagine del libro. Bellissimo.

martedì, luglio 01, 2008

Io sono leggenda - Richard Matheson - Urania - €1,50 nei remainders

Non so davvero se io sia in grado di recensire questo romanzo. Dalle parti della Gonza Alta scrivente i libri di fantascienza non sono esattamente presenti sulle mensole della libreria, nè in modo permanente, nè come prestiti.
Il remake da molti criticato e recentemente uscito e il culto che di quest'opera fanno in molti mi ha pero' incuriosito tanto da "inaugurare" un filone del tutto sconosciuto. (devo ammettere che anche il prezzo nella colonnina di Mel dei remainders ha giocato una grossa parte).
Il risultato è un...NI. Non posso dire di non averlo per nulla apprezzato, ma sicuramente non ho chiuso la quarta di copertina con un sospiro soddisfatto come sono solita fare quando al finale ci sono arrivata metà in corsa perchè non vedevo l'ora e metà già nostalgica all'idea di abbandonare un bel libro.
Io sono leggenda, per chi non lo sapesse, è la storia del cosi' presunto ultimo essere umano presente sulla Terra in seguito ad una misteriosa epidemia condita di catastrofe atmosferica e condannato a vivere durante il giorno lavorando per sopravvivere la notte, momento in cui si svegliano le altre creature che abitano la Terra, una intera genìa di vampiri.
Alienante ed appassionante e sicuramente originalissimo (tenendo conto che fu "partorito" nel 1959!) sino a metà libro, il romanzo segue un'idea accattivante, avventurosa e piena di suspence per poi, ma sempre a parer mio, cadere in una soluzione forse troppo rapida, poco articolata come penso avrebbe meritato.
Leggendo recensioni su altri blog o siti, tra cui quello della brava Patty, mi sono resa conto che il romanzo presenta più spunti di quelli da me individuati, ma evidentemente Urania con me farebbe ben poca strada.

D'altronde ho sempre preferito di molto i Simpson, snobbando Futurama...