venerdì, maggio 30, 2008

Ten favourite book that I read last year
Elisaday ci ha passato una catena che compilo volentieri data la mia assoluta passione per ogni tipo di catalogazione (Disturbo Ossessivo-Compulsivo):
  1. Harry Potter and the deadly hollows (recensione della socia)

Ora passo la palla alla gonza alta, ad Aleike, a Dreca & Heraclitus ed a Weirde....

giovedì, maggio 29, 2008

"Il sole dei morenti" Jean-Claude Izzo " Aglio menta e basilico" Edizioni e/o (attualmente in sconto)
La trilogia di Marsiglia, che vedeva protagonista il flic Fabio Montale, l'avevamo recensita in duplice versione (sia io cha la gonza alta) con lodi sperticate e mi ricollego a quella per affermare che anche "Il sole dei morenti" si annovera tra i capolavori di Izzo.
Non si parte da Marsiglia stavolta, ma dai binari della metro di Parigi, dove, durante un inverno particolarmente rigido, muore un clochard, Titì. La sua storia viene brevemente accennata da quello che sarà il vero protagonista del romanzo: Rico, un uomo che varie vicissitudini e l'alcolismo hanno fatto precipitare "dalle stelle alle stalle", anche se poi sono veramente stelle quelle tra cui viviamo? o magari ci piace pensare così solo perchè le paragoniamo tra loro? Comunque l'approdo di Rico è sempre la Marsiglia di Izzo, quella città che ormai non vedo proprio l'ora di consocere per tutte le volte che ho scorrazzato tra i suoi vicoli attraverso le parole dell'autore, quella città meticcia il cui intreccio multietnico sembra renderla così unica.
Ogni città che Rico attraversa è caratterizzata da una donna, tutte così diverse tra loro che sembrano avere in comune solo il protagonista, donne forti, molto forti, tenaci e tenere allo stesso tempo, ma il personaggio che più mi è rimasto in mente è sicuramente Mirjana, una donna già morta, un'esule del conflitto che negli anni '90 uccise migliaia di persone sullo zerbino di casa nostra, una guerra che per varie ragioni mi è anche stata raccontata in prima persona e vi assicuro che conoscere coetanei che hanno fatto una guerra è qualcosa di sconvolgente, pensare che mentre il mio problema era analisi dei dati il loro era rimanere vivi relativizza parecchie cose.
Comunque la vita di Rico viene raccontata dalle parole di un altro fuggiasco dal mondo, Abdoul, arrivato esule di un'altra di quelle guerre interne che contano poco perchè girano pochi soldi, quella civile dell'Algeria, ustionato dal viaggio nella sala motori di un cargo, Abdoul che ha visto troppe cose e che farebbe da matti per un paio di Nike.
Insomma libro meraviglioso e in preda al deliquio mi sono andata a prendere anche l'unico che mi mancava, quell' "Aglio, menta e basilico" che invece è, IMHO, una mera operazione commerciale e che racconta a varie voci il romanzo noir, dei brevi racconti di Izzo tra cui un Montale inedito e sempre la città, protagonista assoluta. Unica nota positiva del libro, le parole con cui Izzo si riferisce al mio babbo adottivo (ancora inconsapevole) Erri De Luca.
Il libro "Il sole dei morenti" verrà poi commentato assieme al gruppo di lettura di Anobii "Maddecheeahoo", sentiremo che ne pensano anche loro....

martedì, maggio 27, 2008

C. Morici "Actarus - La vera storia di un pilota di robot"
Con un titolo del genere era ovvio che questo libro mi stava aspettando, perchè Actarus è in assoluto il primo uomo di cui mi sia innamorata in vita mia, se escludiamo l'edipo ovviamente.
Immaginate cosa possa fare Actarus nel suo tempo libero, dando per scontato che la fattoria è tutta una montatura per i media, che Alcor è un ex alcolista che in preda a deliri di onnipotenza uccide una marea di umani innocenti e Venusia una ninfomane insicura.
Sappiate anche che Actarus è un tipetto un po' autistico che sogna da sempre di tornare sulla sua stella Fleed dove regna la pace e l'abbondanza di tutto/e, e soprattutto che va avanti a peroni gran riserva. In questo idilliaco quadretto inserite mobbing, anoressia e doppio/triplo gioco, immaginate un uomo che sa far volare un robot e protegge l'umanità, ma che non ci sa fare con le donne ed avrete il riassunto di questo libro.
Non è particolarmente bello e neanche troppo ben scritto, ma sicuramente ha di base un'idea geniale e soprattutto diventa imprescindibile per quelli della mia generazione, un must.

domenica, maggio 25, 2008

Leggere saggi rende saggi?
Nuova sfida anobii e nuovi libri che si accumulano; per questa (La sfida della saggistica) mi sono letta Desmond Morris che viene recensito qui, poi "Seconda natura" di Edelman, Sacks con "Musicophilia", Boncinelli e Sciarretta con "Verso l'immortalità, Baricco con "I barbari" e per il premio biblioteche di Roma mi sono anche sorbita veneziani con "Rovesciare il '68".
Cominciamo dal peggiore, ovviamente veneziani che viene pubblicato in quanto unico teorico della destra (allora siamo tranquilli) nonchè ammanicatissimo, perchè non ci sono ulteriori spiegazioni per stampare un libro prolisso e senza soluzione di continuità in cui il signor nessuno pontifica a destra e di nuovo a destra sul perchè secondo lui sono accaduti alcuni avvenimenti nel corso del 1968. Pessimo.
Andiamo avanti, sempre in ordine di gradimento con Boncinelli e il suo saggio sull'immortalità, insomma non è che sia scritto in modo particolarmente oscuro, solo che le cose che scrive sono trite e ritrite, niente di nuovo, anche se tutto sommato non è facile dire qualcosa di nuovo su un argomento che è eterno e sale alla ribalta ogni volta che si parla di eugenetica, mappatura del DNA et similiaria, meno filosofia e chiacchiere per favore era quello che ho pensato alla fine.
Veniamo poi a Edelman, che senza il suo fido Tononi perde nella scorrevolezza e nella chiarezza dell'esposizione, ma per chi ama i suoi argomenti rispetto alla localizzazione della coscienza tra i neuroni rimane in assoluto un punto fermo insindacabile. Preferisco ancora "Un universo di coscienza", ma anche questo non è stato male, servirebbe qualche nuovo passo avanti comunque, è un po' di tempo che si parlano addosso sempre delle stesse cose...
Incredibilmente apprezzato da parte mia, che ho una spiccata idiosincrasia per Baricco, è stato il piccolo libro intitolato "I barbari", uscito precedentemente a puntate su repubblica e ancora disponibile gratuitamente sul sito del giornale. Una disamina dell'attuale situazione (anche se è del 2005) e di come ogni grande trasformazione porta a qualcosa di nuovo (paradigma scientifico se ci appoggiamo a Khun, più una speranza che una certezza allo stato attuale dei fatti comunque.
Ultimo ma sicuramente migliore nella mia personale classifica è Sacks con "Musicophilia", altro capolavoro del miglior divulgatore scientifico contemporaneo IMHO. Con una costruzione simile al capolavoro "L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello", il neurologo più famoso del mondo ci parla di come fulmini, ictus, amnesie e autismo siano legate a filo doppio con la musicalità, che sembra essere insita in ciascun essere umano e come possa, in alcuni casi, rimanere l'ultimo barlume in umanità in uomini scarsamente autocoscienti. Ben scritto, bel spiegato, ben argomentato e ben narrato, cosa si può chiedere di più ad un saggio? Le figure, nel mio caso ero sempre a chiedermi dove si trovasse il locus ceruleus o altro, tutto sommato una figurina del cervello con un paio di scrittine non sarebbe stata di troppo, ma immagino avrebbe spaventato gli eventuali lettori dell'ultima ora, quindi va bè, si capisce comunque tutto lo stesso anche se alcune localizzazioni sono state da parte mia parecchio approssimative.
Torniamo alla domanda del titolo, mi sento più saggia ora? No, però ho imparato alcune cose nuove, che non fa mai male, perchè come dice la gonzorella, di cultura non ce n'è mai abbastanza, specialmente in un paese in cui sono tornati in auge i pestaggi...

mercoledì, maggio 21, 2008

I concerti del rientro - Recensore esterno Plasson

Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Pinchas Steinberg direttore
Violeta Urmana soprano

Berlioz - La mort de Cléopâtre
Wagner - Tristan und Isolde: Preludio e Morte di Isotta
Strauss - Così parlò Zarathustra

Ebbene sì, sono tornato a Roma e quindi sono tornato all’auditorium per i concerti dell’Accademia di Santa Cecilia. In mia assenza sono stato più che degnamente sostituito dalla sempre qui presente Gonza Bassa, dalla sua sorellina e dalla loro mammonza che non mi hanno fatto mancare i commenti sulle serate. Grazie di cuore. [grazie a te, n.d.r.]
Altra nota per l’esimio Renzo Piano, mio conterraneo: tutto figo ma se uno ha un problema al ginocchio quelle poltrone così basse e strette sono una tortura, caso mai ti interessasse, mi ha fatto godere meno gli spettacoli, sapevalo!
Primo concerto: martedì 13 Maggio il soprano Violeta Urmana canta quello che chi ha pensato alla serata ha definito le due più grandi donne romantiche, la Cleopatra di Berlioz e l’Isotta di Wagner; in realtà se dovessi dirlo con una frase sola direi che Canta l’amore delle donne per la morte. La morte di Isotta di Wagner è qualcosa di molto bello ed è intrisa di filosofia, Isotta sceglie rinunciare alla felicità ed in questa sua decisione trova l’infinito e la cessazione dei desideri, non sono d’accordo, ma se per caso esiste un modo di spiegarlo e di fartelo desiderare è quello trovato dal tedesco. Entrambe le scene sono suonate ed orchestrate molto bene. Per quanto riguarda la Urmana, forse sono io che non me ne capisco, ma non mi ha entusiasmato. Cioè, stai cantando una roba così, dovresti far scendere fiumi di lacrime e di rimpianti e invece, almeno per me non è così. La signora ha un curriculum che fa paura quindi delle due l’una: o non me ne capisco o non ha azzeccato una serata memorabile.
La seconda parte presentava invece l’universalmente nota come colonna sonora di 2001 Odissea nello spazio di Kubrick ossia il Così parlò Zarathustra di Strauss, una meraviglia, qui l’orchestra prende il volo fregandosene del fatto che sta suonando qualcosa di abusato oltre modo, ci mette quello che ci vuole ed alla fine risulta sorprendente, non me lo ricordavo così bello.
Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia Robin Ticciati direttoreMario Brunello violoncello

Dukas - L'apprendista stregone
Rota - Concerto n. 2 per violoncello
Debussy - Prélude à l'après-midi d'un faune
Shostakovich - Sinfonia n. 1

Via veloce verso la seconda serata di martedì 20, grande serata questa, con due grandi protagonisti il giovanissimo direttore, Robin Tacciati e il nostro migliore violoncello, Mario Brunello. Si inizia con l’apprendista stregone di Dukas che è esattamente quello che vi immaginate: topolino che fa prendere vita alla scopa per farle spazzare il castello del mago. Bella - Bella, ci si aspetta che il cappello incantato finisca in testa al buon Robin che alla fine sembra ballare più che dirigere, poi si passa al concerto di Nino Rota e qui… qui sale in cattedra, più che la musica del compositore felliniano, il violoncello del maestro, lui ed il suo legno (un Maggini del XVII secolo) fanno orchestra a parte e a volte anche coro. Riesce a farlo piangere, riesce a farlo cantare, insomma ti dà l’idea che, se solo lo volesse, potrebbe anche farlo volare e nei bis quasi ci riesce… Ovazione per lui.
Nell’ultima parte si vede la bravura del direttore e dell’orchestra, il preludio di Debussy è notevole, ma quella che ho trovato spiazzante e nel migliore senso della parola è stata la sinfonia n.1 di Shostakovich, non so proprio come spiegarla, ma va ascoltata, ne vale davvero la pena, perché le invenzioni non sono nelle dissonanze o nelle ritmiche da sincope, le invenzioni sono nel modo di orchestrare e di pensare con libertà la partitura. Tanto per fare un esempio non ho mai visto un movimento interrotto totalmente da un timpano che poi riprende con tutt’altra natura come il quarto di questa sinfonia, geniali: il compositore, il direttore di questa sera e l’orchestra nell’esecuzione in poche parole, cose per le quali vale la pena di vivere alla faccia di Schopenhauer.

martedì, maggio 20, 2008

Desmond Morris "La scimmia nuda" Tascabili Bompiani
Per aiutarvi a capire l'argomento del libro potrei anche scrivere il sottotitolo che è Studio zoologico sull'animale uomo. Per tutto il libro Morris si riferisce a noi (da intendersi come esseri umani) con l'epiteto di scimmioni nudi e direi che tutto sommato è azzeccatissimo. Come zoologo lo scrittore si propone di identificare quali siano i comportamenti che hanno permesso all'essere umano di sopravvivere e anzi di emergere come specie dominante su tutte, nonostante delle sue diciamo "pecche fisiche" sostanziali. Ne emerge un quadro anche divertente sulla sensualità dell'essere umano, unica specia di scimmia ad essere sprovvista di peli, cosa che sostanzialmente lo mette in crisi, perchè quello che la genetica gli impone e quello che la mente gli propone sono a volte (spesso) in netto contrasto.
Non c'è giudizio nelle parole di Morris, quanto piuttosto una sana ironia e uno spiccato sguardo scientifico sulle contraddizioni che mai come in questo momento emergono in tutto il loro splendore; attraverso lo studio dell'allevamento, delle abitudini sessuali, dell'esplorazione, della lotta e dell'alimentazione si evince come la scimmia uomo sia alla ricerca di un benessere che ormai va decisamente molto oltre i bisogni fisiologici fondamentali e si vorrebbe sistematicamente elevare verso mete più "alte", peccato che i suoi geni e la sua natura lo incatenino saldamente al suolo, il tutto senza nominare mai parole come anima, spirito o religione, cosa che ho particolarmente apprezzato.
A parte questo saggio, che vi consiglio ed è il primo libro che leggo per l'ennesima sfida anobii, vi vorrei sottolineare come in questo blog non si sia fatta parola rispetto allo scudetto recentemente assegnato, dico questo per sottolineare ancora una volta come la legge di Newton (due forze uguali e contrarie si annullano) non valga solo per le mele, ma pure per le gonze.

lunedì, maggio 19, 2008

Altre fantastiche locandine muppet potete trovarle qui.
Un sentito ringraziamento al cuggino.

venerdì, maggio 16, 2008

Fine delle sfide di Anobii
Nei viaggi che hanno caratterizzato questo ultimo periodo ho avuto l'opportunità di finire un paio di sfide anobiane e cioè quella delle nazionalità e quelle delle quattro stelline.
Per la prima ho letto il mio primo libro di Guillermo Arriaga (sceneggiatore di Amores Perros e 21 grammi) intitolato "Il bufalo della notte". Bel libro senza essere eccezionale che cammina sul confine sottile che divide un thriller da un romanzo "normale". La storia è quella classica del triangolo composto da due uomini molto amici ed una donna che li ama entrambi, a turno scompariranno fino a lasciare il protagonista vittima dei suoi stessi pensieri. Se mi capita leggerò altro dello stesso autore, anche perchè la prosa è scorrevole e comunque il libro prende visto che l'ho cominciato ieri mattina e l'ho finito ieri sera.
Prima di questo ho letto Martin Amis con "House of meetings", che invece ho fatto fatica a finire, non tanto per la storia quanto per la sua articolazione molto spezzettata, il suo inglese non proprio scorrevole e soprattutto la trama parecchio angosciante. Credo invece che il prossimo Amis potrebbe tranquillamente essere in italiano, non merita tanto sbattimento.
Per la sfida delle quattro stelle, che consisteva nel leggere più libri possibili fino ad averne 4 che ottenevano la massima valutazione (4 stelle su anobii: lo adoro) ho letto nell'ordine la raccolta dei racconti di Miranda July "No one belongs here more than you" che sono sicuramente molto particolari, alcuni grotteschi, altri assurdi, altri ancora purtroppo decisamente realistici ma la qualità che più sembra accomunarli ai miei occhi è questo senso di onirico che li pervade, sembrano quasi tutti sogni lucidi, o deliri da acido se vogliamo. Lei l'ho scoperta perchè spinta da giornali come D di Repubblica e mi ricordo che ai tempi la cosa che più mi aveva colpito era il suo sito decisamente diverso e fuori dalle righe.
Le mie ultime 4 stelline le ho date invece al piccolo libro uscito venerdì scorso con Internazionale in cui William Langewiesche intervista Roberto Saviano (in quello che è stato il meeting a Ferrara dell'anno scorso) e si intitola "Raccontare la realtà". Io credo che dovrebbe essere letto nelle scuole, così come Gomorra, anzi questo piccolo alle scuole medie e quello grande alle scuole superiori, ci sarebbe una coscienza civile diversa in questo paese se si fosse continuato con l'educazione civica, se si facessero studiare a scuola i due rami del parlamento e come sono organizzate le istituzioni, ma oggi sono polemica perchè la visione di Anno zero di ieri sera mi ha traumata quanto basta...
Per il circolo di lettura della biblioteca ho letto invece "Lo spazio bianco" di Valeria Parrella della quale, sempre su questi schermi avevamo recensito in precedenza anche i due suoi volumi di racconti. Le critiche non avevano parlato molto bene di questo libro, ma a me è piaciuto, non mi ha entusiasmato ma sicuramente me lo sono divorato, forse anche per vedere come andava a finire, ma se fosse stato scritto male difficilmente lo avrei fatto. Una storia in cui una dei protagonisti è Napoli, senza la mondezza però, una Napoli che ti entra dentro, sembra quasi che si possa parlare di un mal di Napoli oltre che di un mal d'Africa, ma forse si somigliano, non lo so, non sono mai stata in Africa. Consigliabile anche se i suoi racconti sono più incisivi.
Ora la mia nuova sfida Anobii, oltre alla lettura di Underworld e di Guerra e Pace, consiste nel leggere un po' di saggi che mi sono rimasti in arretrato e credo che comincerò proprio da "Musicophilia" di Sacks che mi guarda da un po'.

mercoledì, maggio 14, 2008

KISS - Arena di Verona
Eccoci qua per parlare di uno dei più grandi eventi tamarri che il mondo ricordi: il concerto dei Kiss, tenutosi ieri nella spettacolare arena di Verona, stipata fino all'inverosimile di personaggi pittati come i nostri eroi.
L'attuale formazione che delle origini mantiene soltanto Gene Simmons (probabilmente la lingua più famosa nella storia del rock assieme a quella dei rolling stones - solo che la loro è finta) e Paul Stanley, che tra i 50/sessantenni che recentemente ci è capitato di ascoltare - Bruce Dickinson, Mick Jagger, Phil Collins e Sting - è quello che più difficilmente riesce ad arrivare alle passate prestazioni, ma insomma come non perdonare uno che gira su 20 cm di zeppe argentate?
Ma premettiamo come siamo arrivati a Verona, anche perchè metà dello spasso è stato nel viaggio durante il quale, grazie al rockerbus, abbiamo conosciuto fans dei Kiss che venivano da tutte le tappe intermedie che potete immaginare tra Napoli e Verona. Scontri tra chi aveva il miglior tatuaggio inneggiante ai Kiss tra il quarantenne che non ti aspetti e il ragazzino che ai tempi di Dynasty andava forse già all'asilo, uomini che facevano a gara tra i memorabilia: "...io ho il demo della registrazione in cui Gene rutta alla fine di Beth!" ed ha ovviamente vinto. Persone che snocciolavano album e singoli di cui citavano anche il lato B, insomma un mondo di pazzi scatenati, ma che vi aspettavate dai fan dei kiss?
L'arena è un posto meraviglioso per i concerti, si sente e si vede bene praticamente da dovunque, peccato il delirio per accedere ai posti, ma immagino che 2000 anni fa i maniglioni antipanico non erano ancora stati inventati. Le canzoni erano quelle di Alive 1 quindi moltissimi classici più le Hits anche perchè le registrazioni all'arena saranno utilizzate per il dvd Kissalive 35, in modo che se non siete potuti venire almeno potrete vedere quello che è successo.
Fuochi d'artificio, uomini volanti, fischiabbotti dalle chitarre e vomito di sangue, tutto come nella migliore tradizione, io non vedo l'ora che esca il dvd che entrerà di diritto nella mia collezione, ma l'importante è sicuramente essersi levati lo sfizio di vederli anche perchè questo rientrava sempre nella serie dei concerti che non avrei mai pensato di poter vedere, quindi vale doppio!

martedì, maggio 13, 2008

Letterature 2008 - Roma - Basilica di Massenzio

Anche quest'anno e speriamo non per l'ultimo, dati i recenti cambiamenti in Campidoglio, segnalo e consiglio caldamente ai romani e a chi da Roma si trova a passare nelle prossime settimane, una delle manifestazioni più belle che la capitale offra.
Il Festival delle Letterature, sia per l'interesse che da solo suscita l'ascoltare un autore leggere un proprio racconto inedito, stralci di romanzi e musica, sia per la cornice meravigliosa dove il Festival stesso si svolge, la basilica di Massenzio sopra i Fori Imperiali.
La luce del crepuscolo da sola varrebbe il biglietto...ma indovinate un po'? E' tutto gratis!
L'unica cosa richiesta è il tempo e la pazienza di mettersi in fila prima per recuperare i coupon, godersi una fetta di pizza davanti al Colosseo ed entrare.
Quest'anno il programma fa sicuramente più la felicità della mia socia bassa che non la mia...ma l'anno scorso ho scoperto Eureka Street, uno dei libri più belli mai letti, direi che posso accontentarmi.

QUI il programma con le cartelle stampa.

sabato, maggio 03, 2008

La sfida delle nazionalita'

Una delle mie ultime passioni e' sicuramente Anobii, attraverso cui mi impongo di leggere libri che ho in coda da millenni. L'attuale sfida e' quella delle nazionalita' per la quale si dovevano leggere 10 libri di 10 autori diversi e ora me ne mancano solo due.
Gli ultimi tre li ho praticamente letti tra Battistini e Londra grazie ai ritardi clamorosi di Ryan Air e sono nell'ordine: Il paese delle nevi di Kawabata, Diarios de motocicleta di Che Guevara e Vergogna di Coetze.
Il paese delle nevi e' un libro che poteva essere solo giapponese, non solo per l'ambientazione, ma soprattutto per la modalita' in cui viene narrato. Sembra quasi che se qualcuno si mettesse a strillare intorno a te che lo stai sfogliando, i protagonisti potrebbero uscire dal libro per cazziarlo. Atmomsfere ancora piu' impalpabili di quelle a cui ci ha abituato Banana e un argomento di tipo sessuale trattato come se fosse la lista della spesa, viene da pensare che i giapponesi siano quanto di piu' simile ai vulcaniani in questo pianeta...
Il secondo, Diarios de motocicleta, e' invece uno di quei rari casi in cui il film appare decisamente migliore del libro, che risulta essere una serie di luoghi, persone e avvenimenti che non bastano pero' a catturare l'attenzione del lettore, quantomeno della mia.
Faticoso arrivare in fondo, ma sono stata obbligata dal fatto che avevamo imbarcato gia' il bagaglio e quindi fosse il mio ultimo libro a disposizione. Il fatto che sia il diario di Che Guevara non lo ha reso ai miei occhi particolarmente degno di nota e forse mi ha solo ricordato che in famiglia basta uno che legga resoconti di viaggi, e non sono io. La nostalgia che e' durata per tutta la lettura era dovuta non tanto a quanto raccontava il Che o suo padre, che ha poi risistemato gli appunti, quanto per il fatto che diventa difficile se si legge un diario in prima persona non ricordare che brutta fine ha fatto l'autore. Errore da non ripetere: se sei un rivoluzionario non e' detto che tu sia anche un grande scrittore, o anche passabile....
Ultimo, ulteriore premio Nobel, Vergogna di Coetzee, libro difficile e che induce una profonda riflessione, oltre a dare uno spaccato del Sudafrica come non te lo presentano nelle agenzie di viaggio. Un paese ancora profondamente lacerato dall'apartheid e dalle lotte intestine tra i latifondisti bianchi ed i fattori di colore. Una storia con questo sfondo e con in primo piano la lacerante situazione che mette di fronte un padre che sta invecchiando ad una figlia che subisce una violenza alla quale decide di non ribellarsi, ma anzi di utilizzarla come un nuovo inizio.
Libro che ancora una volta sottolinea l'enorme differenza che ci sarebbe al mondo se alle donne fossero concesse le stesse possibilita' degli uomini di installarsi ai posti di potere: molte meno guerre e spargimenti di sangue e molte piu' soluzioni dettate dal compromesso. Simile anche, per alcuni versi, all'Everyman di Roth, questo libro mi ha lasciato una profonda impressione, uno di quelli che non basta chiudere per andare avanti e che difficilmente dimentichero'.

venerdì, maggio 02, 2008

Il buio oltre la siepe - Harper Lee - Feltrinelli - euro sette e cinquanta

Avevo spesso sentito parlare di questo romanzo, a volte come libro per "ragazzi in via di sviluppo", altre associato al film con Gregory Peck da cui è tratto, ma non avevo preso seriamente in considerazione la possibilità di leggerlo fino a quando non ho scoperto Harper Lee in Capote, (film che vi consiglio, non fosse altro che per la splendida interpretazione di Philip Seymour Hoffmann).
Incuriosita da questa donna spiccia e assai riservata, autrice di questo unico romanzo e vincitrice del Premio Pulitzer, mesi orsono me lo ero appuntato mentalmente quando... puf! due giorni fa mi è praticamente caduto in mano mentre cercavo una rivista in un'edicola sovraffollata.
E ne sono stata conquistata.
Ambientato in Alabama, negli anni '30 (da molti ritenuto autobiografico), il romanzo narra tre anni di vita di una cittadina piccola, afosa e desiderosa di rispettabilità, attraverso gli occhi di Scout, una bambina sveglia e orgogliosa, sorella di Jem e figlia dell'avvocato Atticus Finch, uno dei migliori personaggi di cui abbia mai letto.
La vicenda centrale, il processo a carico di un "negro", accusato ingiustamente di violenza carnale e difeso d'ufficio dal padre di Scout con rigore e un senso di giustizia profondissimi, è per Scout solo uno degli avvenimenti che attraversano la sua vita e su cui lei e il fratello riflettono più e meglio degli adulti.
Guidati da questa bimba i lettori passeranno oltre recinti, scuole, chiese battiste e tribunali con il ritmo delle stagioni e un passo che "noi adulti" non ricordiamo più.
Un romanzo di valori, ma quelli di un tempo, e un papà come Atticus che tutti vorrebbero avere.

PS ovviamente il titolo in inglese "To kill a mockingbird" è molto più bello e sensato della traduzione italiana, alla luce della trama, ma so di avere una fissa...