mercoledì, dicembre 31, 2008

Buona fine e buon principio
Post di fine d'anno e di auguri in cui in breve vi informo che quest'anno mi hanno regalato 3 libri, di cui uno solo già letto: La bambina filosofica di Vanna Vinci, divertente e sarcastico, ve lo consiglio. Io me ne sono comprata tre: Beda il bardo e gli ultimi due di Lucarelli, vi saprò dire.
Ieri sera all'Auditorium siamo stati a sentire Robin Brown & the Triumphant Delegation, gentile omaggio di Babbo Natale nelle vesti del gonzorte, e ci è piaciuto molto, stasera c'è un altro gruppo e credo che il gospel, almeno una volta nella vita vada ascoltato seriamente.
Al cinema non siamo andati quindi non posso dirvi niente e Internazionale è uscito con il numero delle storie e il calendario di Gipi, quindi anche in questo caso altamente consigliabile.
Vi facciamo i nostri migliori auguri e ci si rilegge l'anno prossimo, ciao ciao!

mercoledì, dicembre 24, 2008

Singer, Scarpetta e tanti auguri
Eccoci qua con il consueto post della vigilia, usato dalla qui presente per spargere i suoi auguri urbi et orbi, nel mentre, due parole su un paio di libri letti recentemente.
Il primo si intitola "Come mai Dio non è vegetariano" ed è l'intervista che Matteo Bellinelli ha fatto ad Isaac B. Singer. Per chi non lo sapesse, il vincitore del premio nobel per la letteratura 1978 è uno tra i miei preferitissimi scrittori, non a caso nella mia top three c'è "Un giorno di felicità", libro che non smetterò mai di raccomandare.
In questa intervista fatta all'autore, quando già l'alzheimer faceva la sua comparsa, emerge un uomo che non ha mai smesso di scrivere e per il quale il mondo, compresa la violenza e il sesso, era sempre e comunque rivestito di una patina di meraviglia, riusciva a rendere affascinante anche il peggiore dei suoi personaggi, un mistico della penna. Da leggere anche se non conoscete bene l'autore, alcune perle di saggezza vanno oltre.
Altro tema e altro libro è "Scarpetta" ultimo giallo di Patricia Cornwell che prosegue la saga dell'anatomo patologa più famosa del mondo di carta. L'avevamo lasciata a Charleston vittima di un abuso e la ritroviamo sposata a New York, rispetto agli altri libri però finalmente la trama prende il sopravvento sulla storia della vita della protagonista e finalmente leggendolo, torniamo a chiederci chi sia il cattivo, piuttosto che farci domande sulla storia d'amore tra lei e Benton o il trangolo drammatico con Lucy e Marino.
Aggiungerei soltanto era ora, si stava già tirando un po' su con Il libro dei morti, ma finalmente l'autrice è tornata a scrivere un giallo con tutti i crismi, anche se sembra che attualmente la maggiore paranoia americana risulta essere il furto di identità, ne avevano già parlato in altri gialli, su tutti Deaver con La finestra rotta.
Concludendo, vorrei farvi i nostri migliori auguri di Buon Natale con la speranza che vi regalino tanti tanti libri, ciao ciao!

mercoledì, dicembre 17, 2008

Slumdog Millionaire (o The millionaire) di Danny Boyle (2008)

Ed ecco tornata anche la Alta dopo un bel periodo passato dall'altra parte del mondo (recensiamo anche viaggi Socia?) e rientrata a Roma con tuoni fulmini e saette.
Il clima ideale per occupare le sale cinema, specie in questo momento in cui, fortunatamente, la scelta è varia e di qualità, nonostante i panettoni di Natale.
Avrei voluto scrivere della versione su pellicola di "come Dio comanda" di cui la societta aveva disquisito a suo tempo, ma questo film lo ha travolto, superato ed eclissato.
The millionaire, tratto dal romanzo Q&A (in italiano credo: Le dodici domande) e ambientato in India, è una di quelle opere che continuano a risuonarti dentro anche giorni dopo averla vista.
E non solo per la splendida splendida splendida colonna sonora, perfettamente in bilico tra la musica tradizionale e quella pop e commerciale, che detta il tempo, ti prende e ti accompagna, ma per l'originalità della storia, dai contenuti coinvolgenti anche se inserita in dinamiche e con protagonisti da romanzo classico, quasi degli archetipi.
La trama racconta della partecipazione di Jamal, un ragazzo del te cresciuto negli slum di Bombay, al famosissimo quiz "Chi vuol essere milionario" , del perchè lo abbia fatto e della storia della sua vita, seguita passo passo attraverso le domande in un sentiero ritmato da esperienze terribili e destino.
Non è un film all'acqua di rose, ha momenti di una durezza notevole, ma io l'ho trovato un coloratissimo, esteticamente perfetto e urlante inno alla vita, con un finale che strizza entrambi gli occhi a Bollywood. (come potevo non apprezzare data la mia palese simpatia per tutto cio' che è India...)

Da vedere, senza se e senza ma.

martedì, dicembre 16, 2008

Il Premio Biblioteche di Roma e Lamentatio Dolorosa
Ieri a Roma sono stati premiati i due libri che hanno vinto il Premio Biblioteche di Roma, al quale mi vanto di aver partecipato anche io come membro del Circolo di Lettura della biblioteca Basaglia. Il vincitore della saggistica è stato Guido Crainz che avevamo recensito qui, ma che non ho votato (avevo votato la Lipperini), mentre per la narrativa ha vinto Valeria Parrella (che ho votato e recensito qui).
Ora approfitterò di questo spazio per lamentarmi un pochino del mio stato, considerato dai più "interessante", quindi smettete pure di leggere.
Per chi non lo sapesse, sabato entro nel settimo mese di gravidanza, ma questo non mi impedisce fortunatamente di andare a lavorare e per andarci mi muovo in metropolitana.
La mia fortuna è che abito ad un capolinea, anche se paludoso, in quanto la metro A si è dotata negli ultimi dieci anni di un nuovo capolinea anfibio, bastano due gocce e battistini viene parzialmente allagata, potere delle nuove stazioni immagino, resistono con ogni tempo adeguandosi allo stato esterno.
Il fatto di salire al capolinea mi permette quasi sempre di sedermi e se non posso aspetto il treno dopo, soluzione però non applicabile quando devo cambiare a termini direzione laurentina.
A quell'ora ci sono solitamente in banchina tre file parallele di persone ed è guerra aperta. Ora io non dico che sono una mongolfiera, ma qualcosa di simile, diciamo che il mio stato è molto evidente, anche perche' con questo freddo non mi si chiude più il cappotto, ora io dico, non vi chiedo di sedermi, anche se sarebbe mio diritto, ma magari se non mi schiacciate vi apprezzerei molto.... Stamattina c'era pure un pazzo che si faceva largo con l'ombrello, ma dico il cervello l'hai lasciato sul comodino?
Tutto questo è solo la ciliegina sulla torta, perchè di solito sull'autobus anche non affollato fanno tutti finta di niente, così come alle poste e ai supermercati dove le casse prioritarie sono spesso chiuse e non c'è mai nessuno che mi chiede se voglio passare avanti; stesso dicasi ai negozi con due esclusioni: Ikea e H&M dove la scenetta è stata la seguente: ero in fila e la signora dalla cassa dice "venga venga signora" e io, che sono ormai ancora più rinco del solito mi giro per vedere se parlasse con qualcono dietro a me, nel frattempo il tizio che stava davanti a me in coda con il figlio di 3/4 anni e che si era girato, mi aveva visto e si era tranquillamente rigirato, si volta di nuovo e mi fa, "oh passi passi, non l'avevo vista" e io ho pensato che avrebbe fatto molta più bella figura se fosse stato zitto, come tutti gli altri, che mi avevano guardato e se ne erano fregati.
Questa è l'attuale situazione di una mongolfiera semovente, e forse più di tante altre cose lo specchio dell'Italia che ormai se ne frega un po' di tutto e pensa solo per se stessa e alla sua sopravvivenza. Scusate lo sfogo.
Qualcuno che la pensa diversamente da me lo trovate qui e immagino sia una fortuna!

martedì, dicembre 09, 2008

Per capire lo scontro tra procure
Non so voi, ma da un po' di tempo ho una grossa confusione per quanto riguarda il famigerato scontro tra le procure di catanzaro e quella di salerno e di come tutto questo casino ruoti intorno a De Magistris. Un po' di chiarezza me l'ha data Travaglio qui; se vi può interessare fate con calma che è una spiegazione un po' lunga, ma finalmente argomentata.
Per quanto riguarda i libri ultimamente ne ho letti due per bambini, Lansdale che mette in scena l'ultima avventura di Tarzan e Gainman con Stardust.
Entrambi i libri non sono brillati per la loro consistenza, ma quanto meno mi hanno distratto un attimo dalla lettura dei giornali, che non mi fa affatto bene.
Ci si vede presto....

lunedì, dicembre 01, 2008

Genna e Patterson
Io sono un'amante dei libri di Genna, davvero, mi piacciono nonostante dopo lunga frequenza radicale sono un po' stanca dei complotti, ma questo è un problema mio e quest'ultimo libro l'ho comprato appena visto e letto appena potuto e non mi ha deluso, solo che ...insomma.... non so come dire....Bukowsky era Disneyland in confronto e le cose raccontate, vere o finte che siano tanto nel romanzo non fa differenza, sono veramente pesanti.
Non posso vantarmi di avere il pelo sullo stomaco, ma di storie tristi ne ascolto tante, fortunatamente il mio livello di cinismo e di disincanto, oltre che di disprezzo nei confronti di questo paese è veramente minimo se confrontato con quello dell'autore. Probabilmente il mio problema è che ogni critica ritengo debbe avere almeno un minimo di costruttività, qui si va avanti a napalm, anche se sicuramente ce n'è bisogno considerate alcune situazioni, ma la lettera che l'autore scrive a se stesso è un capolavoro di annichilimento.
Per riprendermi mi sono letta un giallo, uno dei miei, di solito funzionava, il detective di sempre contro il cattivone di sempre, e invece no, ho beccato un giro nella guerra del Darfur, così per gradire. Forse dovrei limitarmi a leggere i libri di Bisio in questo momento, almeno non corro rischi inutili.
L'ultima fatica di Patterson mette il detective Alex Cross alla ricerca di un mercenario nigeriano (forse) che traffica con tutto e uccide con la facilità con cui io mi soffio il naso e ultimamente ho il raffreddore. Anche qui cattiveria gratuita e nessuna salvezza, oltre che nessun perdono per chi permette il genocidio in cambio di diamanti o petrolio o entrambi. Viene voglia di espatriare su un altro pianeta.

venerdì, novembre 28, 2008

L'ASSOCIAZIONE SOCIETA' LIBERA INSIEME A
Ashin Sopaka (monaco Birmano)
Iraj Jamshidi (oppositore Iraniano)
Thupten Tenzin (pres. ass. comunità Tibetana in Italia)

GUIDERANNO LA
MARCIA INTERNAZIONALE
PER LA LIBERTA’
IN BIRMANIA – IRAN – TIBET

ROMA - 30 NOVEMBRE - ORE 10
da Piazza Esedra a Piazza Navona

L’Associazione culturale Società Libera ha come missione l’approfondimento e la promozione del Liberalismo e non è schierata a fianco di nessun attore della quotidianità politica.
Coerente con la sua concezione del Liberalismo, inteso, essenzialmente, come responsabilità individuale, ha promosso questa manifestazione silenziosa per amplificare
l’impegno di chi, in varie parti del mondo, lotta per la libertà.

00186 – ROMA – Via Dei Prefetti, 17 – Tel/Fax 06/68809351
20146 – MILANO – Via Sardegna, 27 – Tel/Fax 02/48028327
Internet: www.societalibera.org – E-mail: info@societalibera.org

martedì, novembre 25, 2008

Autori italiani e fumetterie
Recentemente ho letto due bei libri, anzi uno più bello e uno un po' meno, ma vi parlerei di entrabi: il primo è l'ultima fatica di Carofiglio, che dopo le stelle dell'avvocato Guerrieri e le stalle di Oltre ogni ragionevole dubbio, torna a scrivere un bel libro con Nè qui nè altrove - Una notte a Bari.
C'è da dire che se Bari la conoscete sicuramente questo libro vi piacerà ancora di più, a me è venuta voglia di vederla, nel frattempo però c'è una storia di amicizia che si allunga tra i vicoli della città vecchia ed è molto bella. Niente che non sia già stato detto, o scritto, ciò non toglie che merita comunque di essere letta, scorrevole, piacevole, tutta di un fiato, come quello che racconta, che avviene tutto in una notte.
Altro libro e altri livelli invece per Perdas de Fogu di Massimo Carlotto e il collettivo Mama Sabot. La storia prende il via dalle ricerche di una veterinaria sull'influsso dell'inquinamento bellico sugli ovini sardi ed è solo lo spunto per raccontare tutta una serie di plausibili scenari che avvengono all'interno del poligono di Salto di Quirra. Un misto di romanzo noir e di investigazione dove i fuggitivi, come sempre nei suoi romanzi, sono i protagonisti. Sobilla la paranoia più spinta quindi mettetevi da subito l'anima in pace e meglio ancora se non siete militari di carriera.
Tra i romanzi di Carlotto non è assolutamente quello scritto meglio, anzi a tratti molto frammentato e con molti, forse troppi, personaggi diventa dispersivo, ma il succo del dircorso è decisamente molto inquietante, quindi se decidete di leggerlo preparatevi al peggio. Io avrei preferito un altro bel giallo dell'alligatore, ma tant'è mi sa che ha smesso di usarlo, ormai è il terzo romanzo senza di lui....
Approfitto del post anche per segnalarvi l'apertura di una fumetteria molto fornita che potete trovare sia qui che a Monterotondo, quello che non è immediatamente disponibile grazie a Martina lo diventa a stretto giro di posta, che non è poco.

martedì, novembre 18, 2008

Scusate l'assenza....
Sono passati davvero molti giorni dall'ultima volta che la qui presente gonza bassa ha commentato un libro con un post, le ragioni sono tante, ma quelle commentabili posso riassumerle in breve con due piccoli nomi: Nintendo DS e WII.
Sono anche entrata nel tunnel di faccialibro, ma ancora riesco a tenermici abbastanza lontana.
Non è che non abbia proprio letto niente, ma ho dovuto lasciare quello che avevo intrapreso tra gruppi di lettura e sfide perchè improvvisamente non c'era niente tra quello in coda che mi andasse davvero di leggere. Ho guardato più la tv e ho visto molti film. La mia opinione sulla tv è peggiorata, ma ritengo sia dovuta all'inflazione di reality e porcate similari, purtroppo la mia idisincrasia nei confronti degli sceneggiati o serie tv che dir si voglia, mi tiene lontana da qualsiasi serie pluricitata (Lost, Grey's Anatomy, Doctor House, etc.) tranne quel grandissimo capolavoro che sto rivalutando che è My name is Earl.
Vi segnalerei al cinema Tropic Thunder perchè è un film eccessivo da qualsiasi lato lo vogliamo guardare e tra qualcosa di più vecchio l'ultimo Batman (Miller rulez), Be kind rewind e Un boss sotto stress. Attualmente al cinema c'è anche Quantum of solace, ma vi consiglierei di ripassare Casinò Royale, perchè è il seguito e se non ve lo ricordate bene correte il rischio di perdervi qualcosa. Ritengo Daniel Craig in assoluto il miglior 007 dai tempi di Sean Connery.
Tra i libri vi segnalo David Sedaris, che come sempre riesce in poche pagine a rendere l'assurdità della vita meglio di chiunque altro finora (IMHO), due saggi uno meglio dell'altro: "Il cigno nero" e "Wikinomics 2.0" dei quali credo di aver capito il 20% circa, ma quel poco era comunque molto interessante.
Ho letto anche l'ultima fatica di Amelie Nothomb, ma insomma la metterei tra i senza infamia e senza lode, mentre molto merita l'ultimo Chuck Palahniuk con Gang Bang, che è meraviglioso, astenersi puri di cuore e deboli di stomaco.
A questo punto non mi resta che sottolineare come la Roma abbia vinto il derby (e scusate ma di questi tempi sono soddisfazioni) e come gli Stati Uniti abbiano eletto un presidente democratico e per giunta abbronzato, oltre che giovane e bello, e son cose....

sabato, novembre 01, 2008

A tutti gli AMICI che ci hanno coinvolto in catene che promettevano fortune varie nel 2008 rispondiamo:
Non hanno funzionato!!!!!!!!
Quindi per il 2009 mandate direttamente denaro o generi di conforto!
Grazie!
P.S.
Buon compleanno sorellonza!

giovedì, ottobre 30, 2008

Affinchè sia ben chiaro da che parte stiamo

Sta preparando l'assalto finale - di Giuseppe Giulietti
Per una volta nella vita,sia pure a malincuore, mi tocca rendere pubblica lode a Silvio Berlusconi. Sino ad oggi, infatti, lo avevamo dileggiato chiamandolo il re della rettifica e della smentita, ma in queste ore ci ha smentito tutti, non rettificando una delle affermazioni più sconcertanti e inquietanti che gli sia mai capitato di rilasciare. Forse ha fatto bene, dal momento che i giornali di oggi, salvo pochissime e consuete eccezioni, non hanno ritenuto di occuparsene.
Veniamo ai fatti: sabato mattina, sulla prima pagina del Corriere della Sera, Francesco Verderami, un giornalista sempre ben informato, ha raccontato di un incontro tra Berlusconi e alcuni imprenditori italiani. Nel corso della simpatica riunione re Silvio avrebbe invitato i facoltosi amici a smetterla di spendere soldi per acquisire spot dalla RAI, almeno sino a quando il servizio pubblico dovesse continuare a mandare in onda trasmissioni che danno l’ansia. In un paese normale sarebbe scoppiato il putiferio. Qui da noi si registrano le reazioni del senatore Zanda, di Articolo 21, dell’UsigRAI e di pochissimi altri. Non casualmente il presidente, sino ad oggi, non ha ritenuto di smentire, del resto le stesse parole le aveva già utilizzate in altre occasioni. Durante la crisi delle borse aveva invitato gli italiani ad acquistare azioni Mediaset, cosa ritenuta normale dai cosiddetti opinionisti liberali. In altra occasione aveva arringato i direttori perché i TG pubblici “trasmettono ansia”. Sarà bene ricordare che per Berlusconi la parola ansia è associata a tutte le trasmissioni, ormai pochissime, che ancora danno spazio al malessere sociale o, addirittura, si permettono di dare la parola a genitori, insegnanti, studenti. Non casualmente i suoi picciotti hanno già cominciato a chiedere provvedimenti esemplari contro Fabio Fazio, contro Santoro e Travaglio, contro Blob, contro Lucarelli che continua a rompere le scatole con questa storia della mafia, per non parlare poi delle inchieste della Gabanelli…..Non contento Berlusconi ha fatto sapere che anche alcuni giornali stanno dando troppo spazio agli studenti, creando ansia. Quando il presidente comincia a ripetere in modo ossessivo un concetto, palesemente falso, significa che sta preparando l’assalto finale. Così accadde per l’editto bulgaro, cosi accadrà per la RAI. Nell’articolo del Corriere, tuttavia, non c’è solo la minaccia verso le trasmissioni sgradite, ma addirittura la minaccia delle sanzioni economiche. Il proprietario di Mediaset invita alcuni investitori a levare i soldi dalla RAI sino a quando non sarà ridotta o indotta a più miti consigli. Nel frattempo gli investitori potranno sempre acquistare azioni Mediaset, dal momento che lo stesso presidente le ha indicate come le più sicure sul mercato. Nelle stesse ore il fido Gasparri, tra una minaccia e l’altra rivolta a Santoro, ha trovato il tempo di minacciare lo sciopero del canone. Lo ha fatto mentre persino l’autorità di garanzia delle comunicazioni denunciava lo strapotere del governo nelle reti pubbliche e private. La mancata smentita di Berlusconi è la più clamorosa conferma del disegno prossimo venturo. L’intenzione dichiarata e strillata è quella di annullare anche le ultime diversità editoriali sopravvissute. Alle opposizioni spetta il compito di promuovere un’azione comune, in Europa e in Italia,per denunciare quanto sta accadendo, per altro in aperto contrasto con gli stessi principi comunitari.
Nelle prossime ore Articolo 21 chiederà a tutte le forze politiche e associative di sollecitare l’intervento di tutte le autorità istituzionali e di garanzia. Sono in discussione, non solo i valori racchiusi nell’articolo 21 della Costituzione, ma persino i più elementari principi che regolano il libero mercato. Le autorità di sistema, a cominciare dall’Antitrust (presieduta da Antonio Catricalà già segretario generale a Palazzo Chigi durante il precedente governo Berlusconi), non possono fingere di chiamarsi Pasquale ,per usare una celebre espressione di Totò, o trincerarsi dietro formalismi o cavilli. La stessa Corte Costituzionale deve vigilare sul principio di rispetto della autonomia della RAI dagli esecutivi, principio che dovrebbe essere considerato ancora più inviolabile quando il presidente del consiglio è anche il quasi monopolista del settore.
Sono queste le ragioni che dovrebbero indurre tutta l’opposizione,e non solo l’ opposizione,a non cedere sulla commissione di vigilanza, a sostenere la candidatura di Leoluca Orlando, ad esprimere una squadra per il prossimo consiglio della RAI autorevole, compatta, lontana da ogni forma di subalternità e di consociativismo politico o affaristico. Ugualmente bisognerà trovare il modo di riportare il tema della libertà e del’ autonomia della comunicazione al centro della agenda politica e culturale.
Berlusconi tenterà di espellere quello che non gli piace, promuoverà una campagna di oscuramento e di diffamazione contro ogni forma di onda anomala. Non bisogna rassegnarsi. Guai a considerare normali le minacce di queste ore! Guai a lasciar passare, senza una adeguata reazione, vicende come quelle descritte dal Corriere. Guai a fingere di non sentire l’assordante silenzio delle autorità di garanzia.
Per queste ragioni abbiamo chiesto all’avvocato Domenico D’Amati di intraprendere tutte le azioni possibili a tutela della legalità e dell’interesse generale.
Nel frattempo sarà bene cominciare a preparare la grande manifestazione per la qualità e la dignità di chi produce e di chi riceve la comunicazione, proposta da Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace, e da tante associazioni del volontariato laico e cristiano, che dovrebbe essere convocata per il prossimo 10 dicembre a Roma.Noi ci saremo e lavoreremo perchè quella piazza e quella giornata diventino davvero una nuova grande piazza (come è accaduto ieri al circo Massimo) dell’ unità e della libertà.

giovedì, ottobre 23, 2008

Conoscere il passato....
Il nome di Piero Calamandrei, forse, non dirà molto agli studenti che protestano contro settantenni incartapecoriti che gli hanno rubato il presente e gli vogliono togliere la speranza di un futuro. Il suo nome, forse, non avrà significato per i ragazzi e alle ragazze che vedono al vertice delle istituzioni, dell'economia, dell'informazione del loro Paese dei pregiudicati, dei servi, dei lacchè. Calamandrei, forse, non dirà nulla alla nostra gioventù che vede la Costituzione tradita dal Parlamento, migliaia di caduti sul lavoro ogni anno, milioni di precari e il padre, o la madre, licenziati. Calamandrei fu professore durante il fascismo, uno dei pochi a non avere nè chiedere mai la tessera del partito. Fondò il Partito d'Azione e fu membro della Consulta. La stessa che oggi è merce di scambio tra lo psiconano e Topo Gigio. Nel 1950 fece un discorso sulla Scuola, parole che sembrano dette oggi per la Scuola della P2.
L'ipotesi di Calamandrei.
"Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.
Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica,intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di previlegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole , perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola previlegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare prevalenza alle scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico."
Piero Calamandrei
Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III congresso dell’Associazione a Difesa della Scuola Nazionale, a Roma l’11 febbraio 1950

mercoledì, ottobre 15, 2008

La versione di Barney - Mordechai Richler - Adelphi 1992

Approfitto per togliere un po' di polvere dal nostro blog, (ci perdonerete, ma fortunatamente la vita privata a volte scorre più forte e veloce di quella virtuale) con un libro che da sempre crea reazioni estremizzate e che anche per me è stato a dir poco ostico in principio.
La versione di Barney, di Mordechai Richler, un romanzo contemporaneo che a volte oscilla sulla narrativa di un secolo fa, caldamente consigliatomi e che ho abbandonato per ben due volte in preda a un disamore assoluto prima di riprenderlo per pura testardaggine e venirne stranamente ammaliata.
La storia, raccontata da un punto di vista autobiografico (d'altronde...è la SUA versione) e divisa in tre capitoli, uno per ogni moglie, fa entrare nella vita da "avventuriero" da bar e wannabe intellettuale con l'ansia e la fortuna di avere i piedi per terra, di Barney Panofsky.
Storia che parte da Montreal per allungarsi su Parigi e rientrare in Canada, che inizia con nomi e date inutili, pesanti, con un ritmo dal fiato corto, ma che se si ha la pazienza di continuare ti prende e ti fa sintonizzare non solo sul modo di scrivere, ma di agire, amare, pensare di Barney: un personaggio amaro, bilioso, meschino per molti versi e al contempo tenero, disarmante e divertente.
In mezzo amori, figli, relazioni assurde e un'ombra di colpevolezza su un omicidio che non sarà chiarita sino al finale, una delle chiuse più originali che abbia letto.
Non so se consigliarlo con leggerezza, non è stato semplice, ma se si ha tempo e voglia di dare un'occhiata al vecchio Barney e alla particolare Montreal...

giovedì, settembre 25, 2008

I programmi dell'accesso:

dall'Ufficio Ambiente del Comune di Cuneo:
Sapete dove buttare l'olio della padella dopo una frittura fatta in casa?
Sebbene non si facciano molte fritture, quando le facciamo, buttiamo l'olio usato nel lavandino della cucina o in qualche scarico,vero? Questo è uno dei maggiori errori che possiamo commettere. Perchè lo facciamo?
Semplicemente perchè non c'è nessuno che ci spieghi come farlo in forma adeguata.
Il meglio che possiamo fare è ASPETTARE CHE SI RAFFREDDI e collocare l'olio usato in bottiglie di plastica,o barattoli di vetro, chiuderli e metterli nella spazzatura.
UN LITRO DI OLIO rende non potabile CIRCA UN MILIONE DI LITRI D'ACQUA,quantità sufficiente per il consumo di acqua di una persona per 14 anni.

martedì, settembre 23, 2008

Metallica - Death Magnetic
Ascolto i metallica da quando andavo al liceo e Master of puppets era la giusta colonna sonora alla mia perenne incazzatura adolescenziale, li adoravo quando i metallari andavano in giro tutti vestiti di nero e con le borchie, io no, ma solo perchè mamma non me l'avrebbe mai permesso, mi limitavo a comprare HM, che non era ancora una marca.
Poi sono cresciuta e forse anche loro, fatto sta che tutti i veri metallari, quelli cioè che parlano di trash metal come unica vera fede e vomitavano sui Poison hanno cominciato a schifarli, se qualcuno nomina St. Anger come disco metal è possibile che venga anche linciato seduta stante.
Il mio problema è che a me continuano a piacere, l'unico disco veramente da buttare della loro produzione imho è Garage inc.
Il primo regalo del gonzorte è stato S&M, un mio amico mi ha regalato St. Anger per il matrimonio, continuo ad associare ai Metallica alcuni dei momenti migliori della mia vita e a me questo disco nuovo piace molto, anche se si vede che certe volte cercano di copiare i loro se stessi di 20 anni fa e certe altre strizzano l'occhio a MTV.
E' nella natura delle cose cambiare quando gli anni passano, poi se siete dei puristi questo disco non fa per voi, non stiamo ai livelli nemmeno del Black Album, figurarsi di Ride the lightening, ma forse nemmeno io vado più in giro zompettando per la stanza scuotendo la testa, forse va bene anche a me il loro passaggio, però capisco che si possa rimanere delusi. C'è anche da dire che se aspetti un album 5 anni che tu ci rimanga male è quasi d'obbligo, specialmente se sono almeno 15 anni che sospetti che il tuo gruppo preferito si sia smosciato.
Se tollerate Load e Reload e tutto sommato avete ascoltato anche St. Anger questo disco vi piacerà, altrimenti vi unirete alle schiere di ascoltatori che inveiscono su tutta la rete....

giovedì, settembre 18, 2008

FotoLeggendo 2008
Tra passione e professione
Dal 3 al 25 OttobreIV EdizioneMostre:
[IM]POSSIBILE
FotoLeggendo presenta [IM]POSSIBILE, un piccolo intenso viaggio dentro il "diversamente abile", strettamente legato al mondo dello sport e a tutti i suoi perimetri.
Un viaggio nella realtà di ciò che sembra [IM]POSSIBILE. Gli autori Fabio CHERUBINI, Tiziana CRISTIANO, Cristina MARTONE, Assunta MASTANTUONO, Daniele PALOMBO, Fausto PODAVINI, già insieme nel progetto di Officine Fotografiche, “OSTIENSE 25”, esposto a FotoLeggendo 2006 e successivamente inserito nel circuito del Festival Internazionale della Fotografia di Roma 2007, si sono dedicati in questi ultimi due anni a questo nuovo progetto, condividendo gli intenti e le finalità.

Uniti dalla voglia di raccontare attraverso il reportage, grazie anche ad un percorso formativo comune, fatto con il fotografo DARIO DE DOMINICIS, docente di Officine Fotografiche, hanno dato vita ad un percorso attraverso le piccole realtà territoriali spesso poco conosciute.
Per una piccola anteprima cliccate qui, per il comunicato stampa invece, qua.

giovedì, settembre 11, 2008

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Non sono brava come Akille a trovare titoli d'effetto, ma mi chiedevo cosa fare ora che sembra che il mondo non verrà inghiottito da un buco nero prodotto a Ginevra, considerato che gli svizzeri sembra non si limitino più alla cioccolata e agli Swatch.
Ho letto un sacco di post più o meno seri in cui persone elencavano tutte le cose che avrebbero voluto fare o che non gli sarebbero mancate se il mondo fosse veramente finito ieri o nei prossimi 4 anni a partire da ieri e ho pensato che potevo dire la mia, fortunatamente il web è ancora abbastanza democratico per permettermi di lasciare parole inutili su pagine virtuali.
Personalmente il mio attuale problema è che non riesco a leggere: la Recherche dopo un non brillante inizio prosegue su uno stallo conclamato e Tullio Avoledo giace intonso da qualche parte della stanza, recentemente ho letto solo il giallo nuovo di K. Reichs e 5 di Erri
Quindi mentre il mondo stava per finire, cosa che personalmente non ho mai creduto sinceramente, il mio unico grosso problema era che ho il blocco del lettore.
Rimanendo in tema la mia voglia di aprire libri è presente come il bosone di Higgs, si ipotizza da qualche parte ma è latitante e nessuno dei miei personalissimi esperimenti sembra farla emergere.
Le ho provate tutte: mi aggiro per librerie concedendomi di spendere tutti i soldi che voglio ed esco a mani vuote quando non esco con libri già letti, che però avevo preso in biblioteca o in prestito.
Per costringermi ad uscire da quest'apatia culturale mi sono anche seduta davanti alla televisione senza fare niente e l'ho guardata. Niente, non è cambiato niente se non il fatto che mi è aumentata la nausea, in compenso ho scoperto che il mondo è pieno di serie televisive.
Ho guardato film e non mi sono addormentata, ho guardato star trek e ho trovato puntate che non avevo visto, ho girato su France 24 e ho scoperto che posso capirla abbastanza (nota positiva), ma quando ho girato sulla BBC ho notato con enorme disappunto che il mio inglese non è sufficiente per capire tutto (nota negativa).
Non vorrei che questo post sembrasse lo sfoghetto snob di una che si vanta di non guardare la tv, solo che mi annoio, non so cosa fare, vi è mai successo di dedicare tanto tempo ad una cosa ed improvvisamente non poterla/saperla più fare e trovarvi con tantissimo tempo libero da impegnare? Questo è un problema per me, anche perchè dove mi giro ci sono libri da leggere che mi guardano, fortuna che sono refrattaria ai sensi di colpa, ma mi sento come quando ero convinta che se avessi comprato un tapis roulant avrei corso e invece avevo solo una cosa ingombrante dentro casa.
Ho pensato che alla fine che vuoi che sia, passerà, ma se poi non fosse così? Se poi dovessi guardare la televisione ed annoiarmi per tutta la vita?
Allora forse sarebbe meglio davvero essere inghiottita da un buco nero.

mercoledì, settembre 03, 2008

Letture estive

Queste vacanze ho letto libri di viaggio principalmente, ma in realtà non mi andava tanto di leggere, fortunatamente ci sono state le olimpiadi che ci hanno dimostrato ancora una volta come, se le organizzi e sei la cina, è possibile che tu riesca, rubacchiando qua e là, a fare meglio del solito. Speriamo che prima o poi tornino in Italia....
Per la sfida dei viaggi di Anobii ho letto i racconti di Cacucci racchiusi in Camminando, spaccati di un mondo, quello dell'America Latina principalmente, che la descrivono molto diversa da noi e anche da come me l'ero immaginata, con camei di personaggi più o meno famosi tipo Sepulveda.
Will Ferguson e il suo viaggio in autostop attraverso il Giappone è invece un piccolo capolavoro di ironia e sarcasmo in cui vengono sistematicamente affrontati tutti i luoghi comuni sui giapponesi, a quanto sembra più simili ai terrestri che ai vulcaniani, solo che lo nascondono particolarmente bene: Autostop con Buddha, Feltrinelli Traveler.
Non particolarmente di facile lettura In viaggio con Erodoto di Kapuscinski, che saltando tra passato e presente mostra paesi come Cina ed India circa 20 anni fa, speriamo nei prossimi libri dello stesso autore, complice il caldo questo mi ha stufato parecchio.
Abbandonato a 50 pagine dall'inizio il Viaggio al termine della notte di Celine che proprio non mi è piaciuto, nè per come era scritto nè per quello che c'era scritto. Sarà sicuramente un capolavoro, ma io non sono abbastanza intelligente per apprezzarlo, tra l'altro mi ha fatto perdere la sfida perchè non sono riuscita a finirlo, maledetto!
Jeanne Kalogridis ha scritto invece una bella trilogia nel suo I diari della famiglia Dracula, che inizia quasi 50 anni prima del Dracula di Stoker e lo incapsula al suo interno, rileggendolo in una versione alternativa non troppo distante. Scorre bene e cattura il lettore, cioè me, inoltre la Newton lo ha appena ristampato in un volume unico ad un costo eccezionale di 9.90€, quindi ulteriore buon motivo per approfittare.
Altro libro di vampiri, ma molto sui generis, è Breaking Dawn, ultimo della fortunatissima quadrilogia di S. Meyer iniziata da Twilight. Bella ed Edward portano a termine tutto quanto avevano precedentemente annunciato, peccato che a mio modo di vedere questa sia stata una fine veramente a tarallucci e vino, un peccato perchè da Twilight in poi la saga è andata perdendo sia in mordente che interesse, magari però è colpa mia che i 17 anni li ho doppiati da un pezzo...
Di altro tipo e sicuramente molto meglio è L'uomo che cade di De Lillo, dopo Underworld e Running Dog un altro capolavoro del maestro americano, che a questo punto assurge di diritto al titolo di autore tra i miei preferiti. L'incubo delle torre gemelle riviste attraverso gli occhi di uno scampato al disastro e di suo figlio, che passa il tempo a monitorare il cielo dalla finestra del suo appartamento a New York, citta nella quale si aggira un attore che ripropone la famosissima, per quanto agghiacciante, scena dell'uomo che decide di buttarsi dalla finestra piuttosto che morire tra le fiamme di uno dei due grattacieli. Immenso.
Ora per Anobii ho cominciato a leggere la Recherche di Proust e L'elenco telefonico di Atlantide di Avoledo, vediamo come va, nel frattempo è uscito l'ultima fatica di Temperance Brennam, l'anatomopatologa forense protagonista di tutti i libri gialli di K. Reichs e al Cern tenteranno l'esperimento per trovare il bosone di Higgs di cui potete trovare una brillante spiegazione in forma di rap qui.
Ieri sera ho visto per la prima volta Million Dollar Baby e, per quanto bello, era meglio se invece continuavo a guardare Pretty Woman.
Il campionato è ricominciato e noi abbiamo fatto una pessima figura, insomma... è settembre, buon anno a tutti!

lunedì, agosto 25, 2008

Cuentos de Eva Luna - Ed. Debolsillo - 9 euro (credo)

Primo esperimento di lettura in spagnolo della GA , che da vera paraventa dopo avere soppesato "Un corazòn tan blanco" di Marìas, sceglie invece un testo di racconti di autrice non difficile.
In realtà mi risulta sempre strano recensire Isabel Allende perchè non appartengo al vasto pubblico che legge qualunque cosa sgorghi dalla sua penna, ma nemmeno all'altrettanta vasta schiera che ne parla male a prescindere.
Penso abbia avuto la fortuna (nella tragedia dell'esilio che l'ha colpita) di nascere in una famiglia interessante e di avere la fantasia necessaria per farne il fulcro dei primi romanzi, i migliori, ma che vada presa a piccole dosi.
Ed è la stessa impressione che mi ha lasciato questa raccolta di racconti, seguito del romanzo Eva Luna, alcuni davvero intensi e pregevoli, ma più o meno equiparabili l'uno all'altro secondo due o tre schemi ripetuti.
I temi sono l'amore, la violenza, la cultura india e sudamericana in genere e in molte righe si ride, ci si commuove, si arriva in un attimo alla fine del racconto, mentre altre risultano maggiormente "rigide" , legate a radi concetti forse eccessivamente dilatati e a un registro linguistico più povero.

Ideali per chi ha molto poco tempo da dedicare ai beneamati romanzi, in questo periodo.

giovedì, agosto 14, 2008

Ricordarsi di annaffiare - Caraserena - Parco della musica

Facile imbattersi in un gruppo per caso. Una serata fredda e un locale vicino e il gioco è fatto.
Meno semplice è restarne colpiti, tanto da volere sapere di più sugli artisti, seguirli e dopo mesi, avere per le mani il loro disco che non stanca e che non smette di girare nel lettore.

I Caraserena sono una formazione romana nata "in un pigro pomeriggio di settembre"."Messi da parte i tormenti jazzistici dei fratelli Trentalance e le efferatezze melodico-armoniche dei cugini Andreozzi è la “canzone” a offrirsi come nuova destinazione. Completate (con stupita naturalezza) le prime composizioni, anche la band che le dovrà suonare inizia a prendere forma, e dopo il passaggio e la collaborazione di diversi musicisti si forma il sestetto definitivo che avvia un’intensa attività live." Premi, riconoscimenti e concerti, concerti, concerti, per arrivare poi al sognato e sudato album, uscito questo aprile.

Sonorità morbide e quanto più varie, dalle radici classiche e jazzistiche e testi che oscillano tra il più profondo quotidiano e il surreale, poetici e belli. Il cd è in vendita presso le librerie Feltrinelli, ovviamente in Auditorium, su IBS.
Loro non sono in vendita, ma suonano il 19 cm a Ravello. Se potete passate di li', altrimenti aspettateli di nuovo a Roma.
Che ne vale la pena.

martedì, agosto 12, 2008

I quattro libri delle piccole donne: Piccole donne-Piccole donne crescono-Piccoli uomini-I ragazzi di Jo di Louisa May Alcott - Einaudi 17.30 euro

Ho guardato da lontano questo libro per mesi, aspettandolo e pregustandone almeno la metà, sino a che Einaudi non ha deciso di procedere con gli scontoni del 30%. Felice e fiera del mio acquisto, impaziente di rituffarmi nelle pagine che da ragazzina mi avranno tenuto compagnia almeno... trenta-trentacinque volte e di conoscere gli altri due romanzi che non avevo nella piccola biblioteca di casa ho cominciato e...a partire dalle prime pagine la delusione ha caratterizzato questa lettura amarcord.

Io non conosco chi si occupa dei traduttori in Einaudi, nè chi sia il correttore di bozze, ma da una casa editrice che aveva Pavese e la Pivano in "scuderia"e specialmente per una raccolta che poteva non essere mandata in stampa in fretta e furia, dato che ha ben più di un secolo, mi aspettavo qualcosa di completamente diverso.

Non solo i personaggi, ricchi di carattere e squisitamente d'epoca, sono tratteggiati con dialoghi spicci ed eccessivamente moderni, intervallati invece da tinte d'antan, ma il testo è zeppo di errori, dimenticanze, cambi di genere e improvvisa scomparsa di soggetti.

La storia, per chi non la conoscesse, è quella delle quattro sorelle March nell'America della guerra di secessione, ragazze che pur non muovendosi da un microcosmo molto familiare danno il ritratto di donne molto diverse tra loro e, per quanto possibile a quell'epoca, vivono nella ricerca di una indipendenza a partire dai propri difetti per arrivare al lavoro, sia pure per gradi diversi, sia pure mosse da una stretta morale (anche se non da moralismo). Ovviamente ne consiglio la lettura, ma non in questa versione.

Buone vacanze Socia Bassa!

mercoledì, agosto 06, 2008

Una solitudine troppo rumorosa - Bohumil Hrabal- Einaudi

Da quando Dreca mi aveva segnalato questo testo, commentando Eureka Street, avevo deciso di comprarne il libro per scoprire Hrabal.
Dopo averlo acquistato pero', complice il momento forse, che non mi spingeva a cimentarmi con un romanzo sottile e "di peso", lo avevo abbandonato a lungo sulla libreria in zona "libri da leggere".
Una volta iniziato invece, pochi giorni fa , l'ho finito in un soffio, con grande soddisfazione ed emozione.
Difficile, commovente e davvero denso di solitudine, il romanzo racconta (ma è come se la dipingesse) la vita di un operaio addetto alla pressa della carta a Praga, in uno scantinato non certo accogliente dove realtà e allucinazione si fondono, compaiono personaggi quasi irreali e dove i libri vengono accompagnati verso un ultimo viaggio con amore e rispetto, a volte salvati.
Da non leggersi quando l'umore tende al nero, ma da leggersi.
Assolutamente.
Alcune frasi, anche isolate, valgono tutto il libro.

Mi è rimasta una domanda pero': Drecuccia, perchè me lo hai consigliato insieme ad eureka street?

martedì, agosto 05, 2008

Altri libri e i Corti di Carta
In questo periodo mi sono messa a leggere qualcosa degli scrittori medio-orientali che di solito frequento di meno, e dopo due donne come Suad Amiry e Azar Nafisi, ho letto uno scrittore uomo, Ala Al-Aswani, che con il suo Palazzo Yacoubian illustra in un quadro caotico e colorato una parte dell'Egitto che rimpiange ancora i fasti dei primi decenni del novecento quando Il Cairo assomigliava più a Parigi che ad una casbah. In questo palazzo abita parecchia gente, dallo studente impegnato che si ritroverà a fare il miliziano, alla ragazza che arrotonda il suo stipendio come può, in balia di una madre con una doppia morale agghiacciante; c'è il reduce dei tempi d'oro che spende e spande come se fosse ancora ricco e non si rassegna al cambiamento dei tempi, ad un intellettuale gay che ha attirato sull'autore gli strali dei mussulmani integralisti.
Di tutto di più. Potrebbe assomigliare al romanzo di Perec "La vita istruzioni per l'uso" mi dicono, ma io non l'ho letto quindi correrò presto ai ripari. Questo di Al-Aswani è comunque un bel libro che offre uno spaccato di Egitto diverso da quello che per esempio abita nel mio immaginario, magari può cambiare qualche stereotipo anche a voi, chi lo sa....
Di tutt'altro stile e argomento è L'amore dura tre anni di Frédéric Beigbeder, pubblicitario francese che lavora ad una storia d'amore con la data di scadenza, il postulato argomentato dal libro è proprio questo infatti, ogni relazione sentimentale ha i giorni contati, per essere precisi poco più di 1000. Marc Marronier è il protagonista di questo breve romanzo che alla fine si sovrapporrà proprio con l'autore e sulla base della nascita e successiva morte del suo matrimonio con Anne, ipotizza una data di scadenza anche se, da inguaribile romantico o seduttore, aspetta soltanto che Alice ceda per ricominciare a contare....Divertente, ma da leggere solo in presenza di una storia relativamente solida o meglio se single.
Per il Corti di Carta del corriere ho letto invece "Il vicino" di Valeria Parrella che ribadisce, secondo me ancora una volta, come questa scrittrice renda il meglio sul breve piuttosto che sul lungo, i suoi racconti sono sempre così incisivi e descrittivi che davvero dopo troppe parole sembrano semplicemente prolissi. Mi è piaciuto e se non riuscite a trovarlo in edicola vi consiglio i supermercati dove vengono lasciati più tempo in giacenza.
Concludo con "La tripla vita di Michele Sparacino" di quel genio che secondo me è Camilleri, che ancora una volta condensa in 30 pagine scarse, un piccolo capolavoro definito da altri pirandelliano.
Io detesto Pirandello quindi non ho nemmeno idea di cosa significhi, però è carino e soprattutto uno comincia a sorridere dalla prima riga fino all'ultima anche se magari, l'ultimo è un sorriso un po' amaro, uno sorriso di quelli alla Montabbano per capirsi.

lunedì, agosto 04, 2008

STIEG LARSSON
Per il ciclo grandi passioni della gonza bassa, oggi parliamo di uno scrittore svedese di gialli, tale Stieg Larsson che con un passato da giornalista investigativo che approfondiva l'estremismo di destra in patria (la Svezia), ha scritto tre polizieschi e mezzo prima di essere stroncato da un infarto.
In italia sono stati tradotti i primi due della trilogia conosciuta come Millenium, nome della redazione del giornale dove lavora il protagonista principale, Mikael Blomkvist, giornalista con il pallino dell'investigazione che per motivi di lavoro viene a conoscenza di una 25enne decisamente sui generis, Lisbeth Salander, diagnosticabile come una sindrome di Asperger con tratti antisociali.
I due, probabilmente una delle coppie più interessanti apparse da tempo nel filone giallistico/poliziesco, attraverso ricerche, colpi di fortuna e soprattutto una trama decisamente interssante, riempiono più di 1200 pagine in due tranche.
Nel primo libro "Uomini che odiano le donne" la trama fatica un po' ad ingranare, ma poi la storia conquista: immaginate una saga familiare in cui tutto porta a pensare che ci sia stato un omicidio e chiunque potrebbe essere stato il colpevole e pensate anche che dopo 36 anni ad un estraneo viene chiesto di indagare più per il pallino di un vecchio che per una ragione con un fondamento.
Questo primo libro tesse le trame anche del secondo che riparte più o meno dove eravamo rimasti e ci permette anche di scoprire qualcosa di più del passato di Lisbeth, qualcosa che ci permette di comprenderla un po' meglio e di capire che cosa fosse Tutto il male al quale lei fa riferimento rispetto ad un avvenimento accaduto nel suo passato remoto.
Il secondo libro "La ragazza che giocava con il fuoco" è stato per me più avvincente, nel senso che per leggere il primo ci ho messo due giorni mentre per il secondo solo uno, quindi a rigor di logica anche il primo non è niente male, ma il secondo è meglio. I personaggi ormai sono conosciuti e non dobbiamo sorbirci grosse digressioni sul perchè fanno quello che fanno o dicono quello che dicono, e come un ingranaggio ben oliato l'autore ci accompagna nel dispiegarsi di una trama che, pure se incrociata con Kill Bill e il teorema di Fermat, tutto sommato resta abbastanza credibile.
Quindi altamente consigliabili entrambi i libri, nella speranza che presto la Marsilio, visto il successo interplanetario traduca dallo svedese anche il terzo, che sembra comunque uscirà negli Stati Uniti alla fine dell'estate, speriamo.....

martedì, luglio 29, 2008


Colore Rosa: Profilo psicologico
Questo colore rappresenta la sensibilità, la dolcezza e il calore. Chiunque scelga questo colore rifiuterà presumibilmente tutto ciò che è arrogante e disarmonico. Il rosa è il colore delle emozioni.

domenica, luglio 27, 2008

Donne e Wilde:
Altra tranche di recensioni brevi che mi scaricano la coscienza e non mi appesantiscono il cervello -come se due neuroni pesassero - comunque per terminare la sfida sui testi teatrali mi sono letta "An ideal husband" di Oscar Wilde, che ancora una volta mi ha fatto pensare a quanto fosse geniale quest'uomo. Quindi ora mi vanterò del fatto che ho visto casa sua a Dublino, il giardino dove andava a passeggiare e dove sta una sua statua di fianco alla quale, ogni singola volta che sono andata, mi sono fatta fotografare, metti caso per qualche strana magia mi potesse contagiare con i suo genio. A conti fatti direi che se è di un contagio che parliamo è possibile che sia avvelenamento da mercurio con annessi danni celebrali.
La storia è la solita tragedia che si risolve poi a favore dei "buoni" anche se la storia illumina la falsità delle convenzioni sociali e di come a volte sono proprio quelli che sembrano inaffidabili a rivelarsi gli amici migliori.
Passando invece alle autrici ho finito la sfida delle nazionalità con la lettura de "Il salto" di Nadine Gordimer per l'Africa e di "Felicità" di K. Mansfield per l'Oceania.
Sono entrambi due libri di racconti, ma il primo proprio non mi è piaciuto, sia per la crudezza e il dolore di alcune storie, dubito che mi dimenticherò facilmente la storia di Rad, sia per lo stile della scrittrice, che sarà anche un Nobel per la letteratura, ma insomma...Mentre il secondo sembrava scritto da Virginia Wolf, stesse atmosfere di incombente tristezza, stesse descrizioni sottili che ti permettono una perfetta immedesimazione; risultato finale confermo la mia quasi avversione per i racconti e considero chiusa la mia esperienza con entrambe le scrittrici, ci ho provato, ma non ha funzionato.
Donna che scrive invece assolutamente benissimo, ma che soprattutto mi piace moltissimo, è Suad Amiry che con il suo "Sharon e mia suocera" da uno spaccato di vita nei territori palestinesi occupati che, non solo fa rabbrividire, ma fa anche divertire tantissimo. Sembra impossibile eppure anche in uno stato che non c'è perchè non viene riconosciuto, ma è tenuto in costante coprifuoco e assedio, si possono avere gli stessi problemi con le suocere, con i mariti e con i vicini di casa, che si hanno in tutti gli altri posti del mondo, solo leggermente aggravati dal fatto che come aggravante, è possibile che i soldati israeliani vi sparino addosso. Un capolavoro breve che mi spingerà sicuramente a leggere qualcos'altro di suo, tra l'altro c'è di nuovo il 25% sull'economica feltrinelli, accattatevillo!

giovedì, luglio 24, 2008

Sicilian Tragedi di Ottavio Cappellani - Mondadori - Regalo!

Adattissima alla stagione e all'ombrellone intelligente, l'opera di Cappellani, giornalista, narratore e "allevatore" di carrube è stata una bella scoperta.
Un romanzo non impegnativo, anzi leggero, nonostante una partenza a mio parere lenta, ambientato tra Catania e zone limitrofe, che scorre in una stagione calda passando al lettore attraverso le pagine odore di olio solare, mare e dolcetti alla mandorla, e che tratteggia caricature di personaggi trasferibili in un salotto milanese cosi' come tipi prettamente siciliani godibilissimi.
Lo spunto, una rivisitazione di Romeo e Giulietta in chiave d'avanguardia, ci introduce a mafiosi dal ciuffo unto, un regista omosessuale assetato di contributi regionali per l'arredamento nuovo, assessori che non contano nulla però si fanno la guerra, attori dialettali, amanti, mogli, killer squinternati e su tutti, una dei protagonisti più irritanti e divertenti al tempo stesso (del resto cherchez la femme), il fulcro di tutta la vicenda, Betty Pirrotta.

Consigliato agli amanti del dialetto siciliano, molto utilizzato, e a chi vuole ridere e pensare tra le righe, Cappellani non rinuncia ad alcuni spunti, decisamente amari, sulla sua terra.
Estivo.

martedì, luglio 22, 2008

BOLLANI & THE FLAG EXPERIENCE

Venerdì a villa Celimontana c'è stato un altro splendido concerto di Stefano Bollani, per chi non lo conoscesse probabilmente il miglior musicista italiano sulla piazza attualmente. Stavolta ha abbandonato Fosco Maraini e la sua Gnosi delle fanfole per buttarsi sulla musica brasiliana e ha suonato buona parte del disco che uscì qualche mese fa anche con Repubblica e che si chiama CARIOCA.
Un capolavoro che sentito dal vivo fa ancora più effetto, anche perchè il Nostro si accompagna con musicisti eccezionali, ai quali mi preme rivolgere un saluto anche affettuoso, specialmente al clarinettista, Nico Gori, che è mooltooo carino, sia mai passasse per qualche stranissima ragione da queste parti. Potete trovare ulteriori informazioni qui.
Io e Plasson eravamo entusiasti e stiamo pensando a quando trissare, visto che Bollani, specialmente dal vivo, provoca una certa dipendenza.
Tutto il programma di quest'estate di Villa Celimontana merita comunque un'attenta valutazione.
Discorso diverso per il cd appena uscito dei The Flag Experience, gruppo italiano che bazzica da un po' di tempo nel circuito romano; il disco contiene 8 tracce di cui la mia preferita è 7 candele, seguita a breve da Ancora e Vetro, struggente ballata sui bambini.
Prendete Fabi e Gazzè, mescolateli con il prog: questi sono i Flag IMHO.
La cosa bella è che siccome tutto sommato assomigliano a molti, sono unici nel loro genere...da tenere d'occhio, perchè specialmente dal vivo rendono parecchio.

venerdì, luglio 18, 2008

Le recensioni che non mi va di scrivere:
Ultimamente non mi va di scrivere tanto, ma diciamo che con questo caldo ultimamente non mi va di fare niente tanto, punto. Tranne leggere; le sfide di Anobii mi "obbligano" a levare dalla coda di lettura parecchie cose e mi diverte alquanto, se non fosse che poi mi sento in colpa (molto poco) per non averle recensite, quindi ora cercherò di supplire, in qualche modo almeno.
Per la sfida dei testi teatrali, ho letto il mio primo Ionesco: "La cantatrice calva". Per essere sintetica vi posso assicurare che sarà anche l'ultimo. Fortunatamente però ho scoperto anche Ibsen con "Casa di Bambola" che mi è piaciuto tantissimo e ora, appena ho un attimo di tempo nella mia nullafacenza, mi leggo anche Spettri. Apro e chiudo l'inciso per ringraziare la Newton Compton che con i librini a 1000 lire ha tentato di salvarmi dall'ignoranza, sia chiaro comunque che io ce li ho tutti soltanto per dovere di collezionista. Tornando alla piece, c'è da dire che oltre che ben scritta è di una modernità agghiacciante.
Un salto dalle parti di Amelie Nothomb l'ho fatto perchè era tanto che non leggevo/rilggevo qualcosa di suo e con Les combustibles ho riprovato il dolore sordo che deriva dall'immaginare l'improbabile ipotesi (spero) di dover bruciare dei libri per scaldarmi, l'argomento era troppo d'impatto perchè ne potessi uscire illesa; non è certo la sua opera migliore...
Ultimo lavoro teatrale è stato "La vita è sogno" di Calderòn de la Barca, paragonabile a una tragedia shakespiriana (se si scrive così). Molto bella e fa riflettere, probabilmente di più se fossi stata capace di inquadrarla un po' meglio nel contesto storico del tempo.
Dopo questa ventata di cultura passiamo ai gialli o a quegli autori che di solito scrivono gialli, per esempio Carlotto che con il suo "Cristiani di Allah" ha scritto una novella bellissima accompagnata da un ancor più bel CD, ma che per stavolta di giallo non ha niente. Ottimo, sapevo già che non era necessario l'Alligatore per permettergli di scrivere un libro che scorre e questa è solo l'ulteriore replica; secondo solo, nella mia personale classifica, a Le Irregolari e a Niente più niente al mondo.
Proseguo poi con Deaver, che invece un giallo l'ha scritto davvero e si tratta di un'altra avventura di Lincoln Ryhme e Amelia Sachs nell'inquietante mondo del furto dei dati personali e dello scenario statunitense che dopo l'11 settembre ha lasciato la porta aperta ad Echelon e tutto quello che segue rispetto alla violazione dei dati personali. Bel giallo anche se parecchio inquietante La finestra rotta, ma a me i suoi libri piacciono sempre.
Per la Sfida dei mattonazzi mi sono letta Shock Doctrine di Naomi Klein e su questo, come previsto, mi sono di nuovo fatta il sangue amaro. Valutare l'invasione o il rovesciamento di uno stato tramite l'utilizzo di una giunta militare per arrivare al liberismo spinto, come è stato nel cono del sud o utilizzare pazienti psichiatrici come ignare cavie per esperimenti sul lavaggio del cervello, sono cose che non mi lasciano indifferente. Fortunatamente sono passati alcuni anni da No Logo qunidi avevo fatto in tempo a smaltire il veleno accumulato all'epoca, stavolta ho solo smesso di comprare Internazionale per un po', voglio fare finta di vivere in un mondo diverso.
Per la sfida che consisteva nel leggere autrici donne ho letto Azar Nafisi con il suo "Leggere Lolita a Theran" che mi è piaciuto moltissimo per il connubio letteratura/romanzo e anche per il suo modo di scrivere che potrei definire "pacato". Già ai tempi di Persepolis ero rimasta sconvolta da come in pochi anni la Persia si era trasformata in Iran, ma è sempre meglio quando lo sguardo viene da dentro piuttosto che da fuori, per rendersi conto di come le cose fossero e siano veramente complesse e di come non sia facile riuscire a farsi un'opinione scevra da preconcetti. Io per esempio non ci sono riuscita affatto.
Siccome mi stavo impelagando in troppe letture "serie" ho anche letto il piccolo libro di Licia Troisi "I dannati di Malva" che si beve come una coca fredda in piena estate. Scorrevole, ammiccante e ben scritto, non un capolavoro del fantasy, ma sicuramente si fa leggere, tranne da coloro che tengono questo blog divertentissimo che non sembrano apprezzarla. De gustibus.
Per varie ragioni ho infilato due De Lillo di seguito e a breve partirò con il terzo. Andando con ordine ho letto finalmente Underworld che è sicuramente un capolavoro epico, ma troppo troppo lungo e che si potrebbe riassumere nelle storie di tutti coloro che hanno ruotato intorno ad una pallina da baseball, meglio di Libra che mi era piaciuto ancora meno, ma sicuramente inferiore a Running Dog che invece mi è piaciuto molto. A breve L'uomo che cade, che promette bene.
Per ultimo parliamo del famoso Firmino, spinto in tutte le librerie come il capolavoro del momento, la storia del ratto che vive in una libreria, che diventa amico di uno scrittore, che sa leggere e suonare il pianoforte. Non è un brutto libro, anzi è il classico libro da regalare a chi legge poco e che sicuramente apprezza, sia per la brevità che per lo stile, ma da qui a gridare al miracolo diciamo che ci passa il mar rosso, senza Mosè.
Buone letture e a presto!

venerdì, luglio 11, 2008

Erri, discariche e fede

Come sapete, Erri De Luca oltre ad essere il mio scrittore italiano prediletto è anche il mio padre adottivo in pectore preferito, ma in questa specifica occasione vorrei parlare di quanto da lui affermato su La 7 intervistato a riguardo della discarica di Chiaiano.
Le sue parole pressapoco sono state: ....quando un'intera popolazione si unisce nella sua totalità in una rivolta non è possibile non cercare un accordo, perchè altrimenti significa essere arrivati alla guerra civile. Ecco.
Detto da una persona che di guerre ne ha viste oltre che cercate parecchie, l'affermazione mi sembra quanto meno preoccupante; ancora più preoccupante il fatto che da italiani non ci tocchi affatto la situazione di occupazione militare che si sta svolgendo da quelle parti, questo immagino rientri nella nostra ottica nimby, siccome non lo stanno facendo nel mio giardino, oppure nel caso specifico non mi stanno aprendo una discarica al posto dei campetti di battistini, me ne sbatto (me ne frego mi suonava troppo fascista e non riuscivo a scriverlo).
Di recente mi sono letta due libri del "babbo" e cioè Elogio del massimo timore - il salmo secondo e In molti giorni lo ritroverai, che è il trascritto di una sua intervista.
Il primo è il salmo nel quale da ateo il Nostro commenta il timore di Dio, timore che ai giorni nostri si è perso del tutto. Io in particolare non riesco a levarmi dalla testa il Dio di Cavezzali quindi non sono proprio la persona adatta nonostante lunga e proseguita frequentazione.
Rimango sempre molto colpita dall'intensità dell'impegno con cui una persona che si professa atea riesca a sviscerare un tema come questo, il fatto che Erri abbia imparato l'ebraico e poi abbia tradotto parti della Bibbia mi lascia sempre basita. Ho scoperto grazie a lui che non è vero che Dio disse ad Eva: "Donna partorirai con dolore", ma le disse "Donna tu partorirai con fatica" e proprio perchè aveva perso la naturalità delle bestie mangiando dall'albero della conoscenza; scusate se lo trovo molto consolante, anche se dopo milioni di anni di catechismo e di crisi mistiche è particolare il fatto che me lo abbia detto uno scrittore che militava in Lotta Continua invece che un prete.
L'altro libro invece, riprende i vari discorsi ascoltati nel corso del tempo e che sono più cari al nostro: Napoli, la lingua italiana, sempre la Bibbia (appunto), i libri e le storie. Le storie che racconta Erri sono sue o gliele hanno prestate in modo che potessero rimanere in vita, lette da qualcuno che se le sarebbe ricordate e scritte su carta perchè potessero restare.
Voglio concludere con il solito appello: ADOTTAMI!

mercoledì, luglio 09, 2008

Camilleri e le sue ultime uscite

Sono una grande fan di Camilleri, anche perchè essendolo pure la mammonza posso finalmente cogliere l'occasione di leggere gratis, visto che un paio di libri ogni 4 mesi in media lo scrittore siciliano li manda in stampa.

I Racconti quotidiani sono brevi incisi, frammenti, racconti, articoli di giornale che sono usciti da poco o da molto, ma che mantengono come unico filo comune la grandissima capacità di Camilleri di osservare il mondo con quell'ironia distaccata che probabilmente è ciò che lo rende unico, oltre alla sua lingua scritta, decisamente particolare.

Tributo a Simenon e al suo amore per la Sicilia, che rinnova anche nell'ultima favola fantastica, sulla scia della sirena Maruzza Musumeci, è Il casellante, nel quale ci spostiamo dall'attualità ad una Vigata descritta sul finire della Seconda Guerra Mondiale.
Minica e Nino sono marito e moglie che si occupano del casello del treno e cercano di avere figli, tra mammane e dottori. In una tragica notte sembra che tutti i loro sogni siano destinati a scomparire nel modo più crudele e da lì Minica impazzisce, pretende di essere piantata in modo da dare frutti come un albero e insieme ai suoi sogni Nino perde anche la moglie che sembra avviata verso la pazzia senza ritorno. Non vi svelo il finale però la storia è bellissima ed è la seconda di quella che Camilleri ha intitolato la trilogia della metamorfosi, di cui appunto Maruzza era la prima. Sono in trepidante attesa della terza, ma se ho fatto bene i miei calcoli ora uscirà un romanzo storico per Mondadori, poi uno attuale, credo sempre per Mondadori, poi un Camilleri per Sellerio e infine il terzo, sempre per Sellerio. Vedremo.....

sabato, luglio 05, 2008

Col corpo capisco - David Grossman - Einaudi 30% - 7 euro circa

E dopo Io sono leggenda non potevo non tornare a quelli che la mia Socia Bassa definisce i "libri deprimenti" (o pesanti a seconda) e sui quali invece io tanto mi struggo...
Quarto libro di Grossman per la sottoscritta, più vicino a Che tu sia per me il coltello e di conseguenza assai cervellotico, Col corpo capisco è fatto di due storie. Due capitoli che Einaudi nella breve descrizione della copertina ritiene essere sulla "gelosia", ma che non si fermano a questo.
In entrambe le storie ci sono solo due personaggi che agiscono sulla scena e ne evocano altri raccontando, presentandoceli dunque solo attraverso il loro filtro.
Sono racconti sofferti, come sempre quando degli adulti cercano di tirare fuori i propri sentimenti più pericolosi senza maschere o infingimenti; dialoghi difficili, ma di una potenza quasi letale. Perchè toccano corde profonde, miserie e debolezze davanti alle quali ci si tira indietro infastiditi e schifati, ma che potrebbero riguardare molti di noi.
A volte la realtà è letta solo attraverso lenti distorte o chissà, la nostra fantasia è l'unica pietra di paragone...e queste sono storie d'amore letto e riletto e masticato fino a farlo diventare qualcosa di estraneo, fino a creare in un caso un rapporto morboso con le proprie assurde fobie sul tradimento e nell'altro una distanza che solo il tempo e un avvenimento della vita potranno fare ridurre.
Non lo consiglio perchè non è affatto semplice nè consolatorio, anzi. Ma se avete tempo e voglia di perdervi senza paura di annoiarvi anche o ritrarvi, immergetevi.

venerdì, luglio 04, 2008

Libri di donne e sfide di Anobii
La mia patologia per Anobii è ormai da tempo conclamata e una delle sfide cui sto partecipando riguarda il leggere 6 libri di donne provenienti da continenti diversi ed è appena partita. In riferimento a questa sto leggendo Azar Nafisi con il suo Leggere Lolita a Theran.
Nel corso del mese precedente però ho già letto, per caso, parecchi libri di donne che posso riassumere in questo post visto che è da parecchio che non scrivo.
Comincerei con Rossana Campo e il suo "Più forte di me". L'autrice la conoscevo, ho già letto il suo "Mai sentita così bene" e "In principio erano le mutande", ma con questo libro si cambia registro. La storia è quella del suo alcolismo, della sua caduta nella profondità degli abissi della dipendenza e della sua lenta risalita. Parole forti e situazioni estreme, storie borderline come molti dei personaggi, ma il tono ironico non viene quasi mai a mancare se non nei momenti di più profonda disperazione. Questo conferma la mia teoria che alla base della resilienza ci sia una fortissima dose di sana autoironia, comunque libro bello, pesante e articolato ma sicuramente significativo, che sposta l'autrice dal genere "leggero" a qualcosa di più pesante anche se trattato con una certa levità. Chie-Chan e io è l'ultima fatica di Banana Yoshimoto, che è probabilmente una delle poche autrici che leggo da sempre, in maniera continuativa e sequenziale, posso quasi affermare di averla anche vista un po' cambiare nel tempo, ora le sue atmosfere che prima erano leggere si sono fatte sempre più rarefatte, la trascendenza sembra emanare dalle sue parole e tutti i suoi libri più recenti come Ricordi di un vicolo cieco o Il coperchio del mare si muovono sia su un piano di realtà che su quello più sfumato delle intuizioni e della spiritualità. Peccato che in quest'ultimo libro ci siano un po' troppi stereotipi per i miei gusti, riguardano proprio gli italiani e forse per questo ho fatto più fatica a digerirli, o magari mi aspettavo qual cosina di più da un'autrice che professa un viscerale amore per la nostra povera patria, lettera minuscola.
Al buio di Patricia Cornwell, che condivide con la Yoshimoto - ma ancora per poco - il primato di essere letta appena esce in qualsiasi lingua, è un libro brutto di cui si poteva fare tranquillamente a meno, come anche del suo predecessore in termini di personaggi: A rischio. Ritroviamo il detective mezzo nero mezzo indiano con tanto di nonna sensitiva, Win Garano e il suo temibile procuratore distrettuale Monique Lamont, una al cui confronto Hilary Clinton fa tenerezza. Storia senza capo né coda, assolutamente risparmiabile, come parecchi dei recenti libri dell'autrice. Forse è il caso che ti metti a riposo e che ti godi i tuoi soldi cara mia.
Concludiamo con un capolavoro per levarci dalla bocca questo saporaccio di giallo e arriviamo a "I cani e i lupi" di Irène Némirovsky rispetto alla quale, ormai su tutta la rete, non si leggevano che complimenti riguardanti la sua trilogia Suite Francese, che non ho letto. La storia è quella di due, anzi tre bambini di Kiev che hanno in comune solo il cognome e l'origine ebraica. I due cugini più poveri ritroveranno il ricco parente parecchi anni dopo a Parigi, nell'epoca che sta tra le due grandi guerre e tutto riprenderà quasi da dove era rimasto un giorno in cui avevano bussato alla sua porte per essere protetti da un pogrom. La prosa è fluida e descrittiva e gli occhi dell'autrice sul mondo non risparmiano nemmeno una bruttura, ma è proprio forse in virtù di questo sfondo così cupo che alcune descrizioni di emozioni e sentimenti risaltano in modo così evidente dalle pagine del libro. Bellissimo.