lunedì, novembre 12, 2007

Auditoriun di Roma - Una domenica bestiale
La premessa d'obbligo è che questo fine settimana mi sono nati due, e dico ben due, nipotini: Angelica e Luca (in rigoroso ordine di apparizione) quindi prima di tutto un benvenuto a loro e un bacione alle stanche mamme. Detto questo, non perderò molto tempo rispetto a quanto accaduto dopo la morte di Gabriele, tifoso, ad opera di una guardia dal grilletto facile, purtroppo è quello che capita a dare la divisa a degli esaltati, speriamo solo che non si faccia la fine dell'inchiesta di Genova per Carlo Giuliani.
Ieri pomeriggio invece, all'oscuro dell'intero delirio, io e il mio compagno di avventure musicali siamo andati all'auditorium a sentirci Bollani che suonava niente di meno che la Rhapsody in Blue di Gershwin, non so se mi spiego.
Si inizia con la Jazz Suite di Erwin Schulhoff e quindi con un'ottima sorpresa. Già pronti a sorbirci l'ennesimo pappone cacofonico di musica contemporanea rimaniamo piacevolmente colpiti e anche un po' stupiti, insomma lasagne quando ti aspetti un panino.
Dopo, entra il pianoforte, e con lui il maestro. Capelli lunghi, camicia rossa fuori dai pantaloni e un paio di battute giusto così, per metterci a nostro agio. La sua versione della rapsodia è fantastica, al punto tale da scioccare anziane signore sparse ovunque che: "...ma insomma, così non si è mai sentita!" Già signora mia, ma ci sarà una ragione, come ricorda il buon Yari, per cui la prima volta fu lo stesso Gershwin a suonarla.
Possiamo ridurre il tutto alla parola IMPROVVISAZIONE, che non è una buona ragione per spaventarsi, ma tant'è, il mondo è bello perchè è vario ["Lei non trova che Verdi sia così bandistico?"e questa la capiamo in due].
Come se non bastasse, tra un applauso e l'altro (si rischia di superare il record dei 40 minuti di applausi a Zubin Metha) il nostro amatissimo Bollani infila anche una versione decisamente sincopata di Per Elisa e altro, sul quale io e Yari stiamo ancora discutendo.
Si arriva all'intervallo, e ve lo dico per me già era sufficiente così, ma quando si è fortunati non ci si tira indietro e il proseguio era la sinfonia n.9 in Mi minore op.95 di Dvoràk, meglio conosciuta come la sinfonia "Dal nuovo mondo", ora forse così non vi dice niente, ma il suo leitmotiv è famosissimo.
Che volete, se è vero che le sfighe capitano tutte assieme c'è da dire che certe coincidenze fortunate fanno ben sperare; per esempio, dopo tutto questo, abbiamo lisciato di cinque minuti gli incidenti a ponte Milvio e siamo arrivati a casa senza problemi, nonostante le belve in libera circolazione per Roma, ma questo è il risultato di panem et circenses quindi vedetevela voi.
Per quanto ci riguarda, questo stesso concerto verrà riproposto mercoledì prossimo su radio tre, vi consiglio vivamente di non perderlo per nessuna ragione al mondo
RADIO3 SUITE - IL CARTELLONE
MERCOLEDÌ 14 NOVEMBRE 2007ORE 21.00
ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA- Stagione Sinfonica 2007 - 2008 in diretta dal Parco della Musica in Roma Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia direttore, James Conlon; pianoforte, Stefano Bollani musiche di Schulhoff , Gershwin e Dvorak .

8 commenti:

Anonimo ha detto...

quanta bella musica... ;-)

Gonza ha detto...

@heraclitus: hai detto bene! veramente un'immersione stupefacente... a presto, gb

Anonimo ha detto...

Ahahahahahahhaha, signora mia Verdi Bandistico???

E comunque è stato tutto assolutamente come hai raccontato tu: Schulhoff è come quando ti aspetti minestra e ti presentano gnocchi di patate con ragù di agnello abruzzese:-)

La Rhapsody in Blue è stata tanto bella e al tempo stesso folle, ma di quella follia costruttiva che prima non c'era e adesso è un modo 'diverso' di suonarla, domani mi metto lì e me la riascolto casacasse il mondo.

Finirei ricordando che se c'è un modo giusto di pronunciare Dvoràk, nella sua irripetibilità, l'abbiamo sentito da James Conlon che ha, e non solo per questo, tutta la mia stima e ammirazione incondizionata.

Evviva! Lunga vita alla musica.
Comincio ad allenarmi per la 4 ore di G. Tell alla faccia dei patè Rossiniani... ;)

Elisaday ha detto...

ti rispondo anche qui: gli Interpol mi sono piaciuti, è stato un buon concerto anche se non comunicano molto dal vivo, sono bravi, suonano bene, lui ha una bella voce ma sono un po' messi lì. E' un concerto che merita anche se, a mio avviso, costava un po' troppo. Supporters: Blonde Redhead (che avevo già visto), bellini ma un po' due palle, sarà che ero molto stanca, due concerti di fila li accusi :)

Anonimo ha detto...

se non crollo dal sonno e non spuntano impegni improvvisi provo a sintonizzarmi su radio Tre stasera...

Anonimo ha detto...

Risentita, rimasto di nuovo piantato, stavolta con le cuffie della radio nelle orecchie ed un sorriso quasi ebete stampato sulla faccia :-)

Gonza ha detto...

Secondo me l'ha suonata diversa da domenica, che ne pensi? E comunque il nome del primo bis brasiliano non me lo ricorderò mai e poi tu che avevi pensato che fosse la terza? Questa me la ricordo è "The man I love" di Gershwin. Al gonzorte sono riuscita a scucire cinque minuti dell'ultimo movimento.... "Ah, questa è famosa..."!

Anonimo ha detto...

Anche secondo me l'ha suonata diversa, ieri era estremamente nervosa e sincopata, domenica meno, per questo se devo dirla tutta... la 'versione' di domenica mi è piaciuta ancora di più.

Il terzo bis avevo pensato fosse 'As time goes by' quindi non ci ho azzeccato per nulla :-)

Il commento del gonzorte è già qualcosa, dai ;-) resto convinto che questo concerto gli sarebbe piaciuto.