martedì, maggio 02, 2006

Dan Brown "La verità del ghiaccio" Mondadori 18.60€ (titolo originale: Deception Point)
Romanzo dell'autore del più famoso Codice Da Vinci, personalmente ampiamente sopravvalutato, anche perchè anni prima Umberto Eco aveva ventilato le stesse ipotesi nel Pendolo di Focault e nessuno aveva gridato al capolavoro (o allo scandalo).
Questo è il terzo libro che leggo dell'autore e quello che mi è piaciuto di più, mentre Angeli e Demoni lo metterei al secondo posto.
Il romanzo può piacere, e anche molto, una trama bella piena di pericoli, suspance e gente che proprio non vuole morire.
Un appunto al romanziere mi sento di farlo, seguace di Clive Cusserl nello scrivere di protagonisti che sono immortali, diciamo che a volte esagera proprio e come dice il mitico Onas: "...saltare da un elicottero in fiamme appeso al telone di protezione e atterrare giusto giusto sull'isola tiberina mi pare veramente eccessivo...", un po' come salvarsi da tre killer navy seals, precipitare su un iceberg, venire salvati da un sommergibile nucleare che incrocia da quelle parti, continuare a sfuggire ad un elicottero e scappare da un sommergibilino che sta affondando su una nave da ricerca che staziona sopra un vulcano marittimo in eruzione circondata da pesci martello, che vuoi che sia, il tutto in due giorni....
Già, Rachel Sexton è una vera sborona alla Dirk Pitt per capirsi, ma a me piace molto più Dirk Pitt (personaggio di Clive Cussler), che almeno fa direttamente l'agente del governo e non millanta titoli accademici di vario tipo come la protagonista di questo libro o il Dott. Langdom (protagonista degli altri due), portato sullo schermo niente popodimeno che da Forrest Gump - questo vorrà pur dire qualcosa no?
Torniamo a questo libro, che comunque non ha il solito personaggio principale, ma una donna bella, intelligente e di adamantio, sarebbe perfetta per Wolverine, peccato non legga i fumetti, unica cosa divertente è la trovata di farsi la pipì addosso per fuggire agli squali, me la devo ricordare, avvistano un sacco di pescioloni nell'adriatico.
Buona lettura.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

pienamente d'accordo sul sopravvalutato.
Lo stile di Brown è quello classico che insegnano nelle "università di scriuttura americane": due trame intrecciate, quella dei buoni e quella dei cattivi, paragrafi brevi e che finiscono con la suspance del capitolo successivo, l'eroe buono accompagnato da donna, gran figona, fisico da paura, giocatrice di scacchi e immancabilmente single......
Ce n'è a vagonate di scrittori cosi.

Gonza ha detto...

si, ma in alcune situazioni sono libri che funzionano perfettamente se è quello che cerchi...
Ciao anaclito, a presto!

Anonimo ha detto...

Un po' tutti dovremo far nostro il motto:"C'è un limite pure alle cazzate!"....
Bacioni amica mia!

Anonimo ha detto...

Scrivo da lettore, non da tecnico del settore letterario. Ho letto circa 4anni fa Il pendolo di foucault e ricordo benissimo quei personaggi così piacevoli come Casaubon o il computer di nome abulafia...Non ho letto nulla di Brown perchè quando un libro raggiunge un tale livello di risonanza mediatica ne resto sempre distante, decisamente spaventato per la delusione che potrebbe arrecarmi quella lettura tanto acclamata e tanto remunerativa per il nostro Brown. Il Pendolo credo che sia un capolavoro ma del genere esoterico, massonico, templare, insomma come volete voi. Non in asoluto perchè benchè resti affezionato ad eco per aver apprezzato così tanto la sua scrittura, la ritengo cmq molto costruita e in diversi momenti artificiosa. Ricordo L'isola del giorno prima, che mi deluse estremamente manetre apprezzai molto baudolino, estremamente divertente oltre le altre cose.
vabbè, grazie per avermi risvegliato la volgia di commentare.
ciao ciao

Gonza ha detto...

Ciao Rasputin, torna presto!